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BRETAGNA, AUSTRALIA E NUOVA ZELANDA, LE FILIPPINE LA THILANDIA IL
PAKISTAN E LA FRANCIA. Si apre un’ altra questione : quella indocinese. Alla fine del 1946,
cominciò una guerra tra Francia e il Viet-minh, che controllava le regioni settentrionali del Vietnam
confinanti con la Cina. Gli Stati Uniti, nel 1950, decisero di aiutare la Francia attraverso armi e
finanziamenti. Per circa tre anni vi furono numerose guerriglie tra Francia e Viet minh, ma nel
novembre del 1953, il comando francese decise di concentrare le proprie forze su Dien Bien Phu, in
cui venne creato un campo dal quale dovevano partire le azioni finalizzate a tagliare i collegamenti
fra i guerriglieri e le frontiere con Laos e la Cina. Nel 1954,a Ginevra, si cerca di risolvere la
questione vietnamita: il Vietnam, venne diviso in due parti da una linea provvisoria fissata sul 17°
parallelo; l’ accordo venne firmato dalla Cina popolare, ma non dagli Stati Uniti, i quali si
limitarono a prenderne solo atto. Fra il 1950 e 54’, oltre la cortina di ferro europea e all’esistenza di
due Germanie, si erano aggiunte altre tre linee asiatiche della guerra fredda che tagliavano lo stretto
tra Taiwan e la Cina e i paralleli 38° e 17° in Corea e in Vietnam.
Gli Stati Uniti da Truman a Eisenhower:
dopo la guerra fredda, gli USA ebbero notevoli conseguenze sul piano politico, sociale e culturale.
Una parte dell’opinione pubblica, sentiva il bisogno di un ritorno all’ isolazionismo; ma con
Truman, si andava in direzione opposta all’ isolazionismo. Con le elezioni del 1946, che
contrapposero alla presidenza democratica un Congresso con maggioranza repubblicana, la società
di ceti medi chiedeva di potersi concentrare su sui suoi problemi interni e tornare al “modo di vita
americano”; cominciando dalla riduzione delle spese pubbliche e la rimozione dei controlli sull’
economia. Truman aveva ottenuto il consenso del Congresso, usando la minaccia comunista ma
dovette poi fare i conti con l’ inflazione dei prezzi. Iconflitti sindacali e gli scioperi, crebbero
notevolmente inducendo la maggioranza repubblicana ad approvare una legge che indeboliva i
sindacati togliendo il principio secondo il quale gli iscritti ai sindacati potevano essere assunti dalle
imprese. Inoltre la legge aumentava il controllo pubblico sull’ organizzazione dei sindacati e sulla
legittimità degli scioperi; infine chiedeva ai dirigenti dei sindacati, il giuramento di non essere
membri del partito comunista. Lo spostamento a destra della società americana si arrestò con le
elezioni del 1948, in cui Truman si ritrovò a dover fronteggiare un repubblicano e il candidato del
nuovo partito progressista creato da Wallace, vicepresidente di Roosvelt. Ma a Truman andò l’
appoggio dei ceti operai e dei sindacati. Il programma presentato da Truman, prendeva il nome di “
Fair Deal” ovvero equo trattamento, giustizia sociale. Solo una parte di tale programma potè essere
realizzata(minimi salari, pensioni, edilizia popolare). In particolare, Truman, non riuscì a far
approvare una legge sui diritti civili che aveva lo scopo di ostacolare la segregazione razziale. Egli
aveva da sempre cercato di combattere tale discriminazione facendo lavorare i neri nelle industre di
guerra e nell’ esercito. Molti stati erano razzisti nei confronti della gente di colore, che spesso era
oggetto di violenza e intimidazioni, il diritto di voto era ostacolato dalle norme sulle iscrizioni ai
seggi elettorali, che prevedevano il pagamento di una tassa o prove di alfabetizzazione che
servivano solo per discriminare meglio tale popolo. Le leggi segregazioniste escludevano la
popolazione di colore da scuole, ospedali, enti pubblici, autobus e treni riservati ai bianchi.
L’amministrazione Truman, cadede nel 1952, e succedette il nuovo presidente Eisenhower, il quale
continuò la lotta contro la segregazione razziale dei neri, attraverso la nascita di un movimento dei
neri che prevedeva azioni dimostrative come il sit-in cioè il rifiuto lasciare il posto nei locali
riservati ai bianchi. Nel 1954, la Corte suprema, annullava le legge di separazione tra bianchi e neri
nelle scuole.
L’ Europa occidentale nel decennio postbellico:
Per quanto riguarda la Gran Bretagna, dopo la guerra, con le elezioni politiche del luglio 1945,
Chercill venne licenziato e gli elettori dettero una netta maggioranza ai laburisti che avevano come
loro leader Clement Attlee. Il programma laburista, prevedeva l’ attuazione del Walfare State o stato
del benessere, come modello di intervento statale nelle questioni sociali, adottato in tutte le nazioni
industrializzate. Tale programma, prevedeva varie forme di protezione del lavoro:
• Indennità di disoccupazione;
• Un periodo di ferie pagate;
• Gratuità delle cure mediche e ospedaliere;
• Istruzione di base gratuita e pubblica;
• Estensione a tutte le categorie delle pensioni di vecchiaia;
• Programmi di edilizia popolare.
Per quanto riguarda la Francia, vi è la nascita di una nuova repubblica, la quarta repubblica per la
precisione. De Gaulle, che aveva guidato dopo la liberazione i primi governi di unità nazionale, creò
un suo partito che si aggiunse agli altri già esistenti: comunisti, socialisti, democratici, radicali che
costituivano il Movimento repubblicano popolare. Il partito gollista, nel 1955, finì purtroppo per
perdere l’ appoggio del suo stesso creatore che si ritirò dalla vita politica. Successivamente vi fu una
nuova coalizione guidata da Mendes-France, ma anch’ esso durò solo 7 mesi. In Italia, finita la
Grande Guerra, si esaurì l’ unità antifascista ma nascono nuovi partiti tra cui:
• Democrazia cristiana;
• Partito comunista;
• Partito socialista.
Il 2 giugno 1946, vi fu la consultazione nella quale votarono per la prima volta le donne, vi fu il
referendum sulla forma istituzionale dello stato che prevedeva la scelta tra monarchia e repubblica.
A vincere fu la repubblica; entrata in vigore il 1 gennaio del 1948. Inoltre oltre il referendum, venne
eletta l’ Assemblea costituente. Il 18 aprile del 1948, si tennero le prime elezioni politiche in cui
vinse con il 48% la Democrazia cristiana, la quale fu al centro del sistema politico per 40 anni.
Nascita e riarmo della Repubblica federale tedesca:
L assemblea riunitasi a Francoforte il 1° settembre 1948, per decisione del governo militare alleato,
preferì chiamarsi Consiglio parlamentare e il documento approvato nel 49, prese in nome di “legge
fondamentale” e non costituzione. Tale legge, doveva essere approvata dal governo militare, il quale
si riservava il diritto di stabilire se era realmente democratica. La rieducazione democratica dei
tedeschi, era compiuta; la nascita della Rft (repubblica federale tedesca) segnava il passaggio della
Germania da ex nemica a ad alleata. Le elezioni del 49’ riguardavano vari partiti:
• L’unione cristiano democratica (CDU): che raccoglieva voti di cattolici e protestanti;
• Unione cristiano Sociale: più conservatrice e cattolica(CSU);
• Partito socialdemocratico(SPD).
Al cancelliere della Germania occidentale Adenauer, di convincimenti antinazisti, toccava il
compito di costruire un governo di coalizione con altri partiti minori. Il complesso sistema
elettorale tedesco, escludeva dalla ripartizione dei seggi chi non avesse raggiunto il 5% dei voti.
Nel 1950, gli Stati Uniti, capirono la potenza della Germania per cui, vollero a tutti i costi che la
Germania entrasse nel blocco atlantico. Per fare ciò, occorreva l’autorizzazione degli altri stati. Nel
1954, la Germania venne ammessa alla NATO. La risposta da parte dell’URSS, al blocco
occidentale, fu la costituzione del Patto di Varsavia del 1955, un’ alleanza firmata a Varsavia tra i
paesi del blocco sovietico.
L’URSS e il blocco sovietico da Stalin a Cruscev:
Gli ultimi anni della dittatura staliniana, costituirono il periodo peggiore per l’Urss, poiché il paese
usciva distrutto dalla guerra mondiale. I mezzi utilizzati da Stalin nel dopoguerra, furono terrore e
opposizione; si cominciava a manifestare il problema della successione a Stalin, che negli ultimi
anni della sua vita sembrava aver trasformato in paranoia la sua tendenza a vedere traditori
ovunque non fidandosi più del suo gruppo dirigente. La morte di Stalin, avvenuta il 5 marzo del
1953, portò a una prima decisione collegiale del gruppo dirigente del partito, dalla quale emersero:
• Malenkow: divenuto capo del governo, era già considerato possibile successore di Stalin,
avevndo avuto l’ incarico di preparare la relazione generale al recente congresso;
• Berija: dirigeva da quindici anni la polizia segreta ed era il più probabile candidato a essere
eliminato da Stalin;
• Vjaceslav: ministro degli esteri dal 1939 al 1949.
La sistemazione del potere, si rivelò provvisoria infatti cresceva sempre più la figura di Nikita
Cruscev; nel luglio del 1953, Berija venne arrestato, accusato di essere coinvolto con i servizi
segreti e in seguito ucciso. La lotta per il potere proseguì a lungo e nel gennaio del 1955, con le
dimissioni di Malenkow si risolse in favore di Cruscev, il quale aveva assunto la carica di segretario
del PCUS: (partito comunista dell ‘Unione sovietica). La sconfitta di Malenkow, segnò una svolta in
quanto fu il primo caso nella storia dell ‘Urss, in cui vi era stata la rimozione di un dirigente,
avvenuta senza ricorrere alla sua uccisione. Un’ altra svolta storica, avvenne nel 20° congresso del
Pcus, del 1956, in cui Cruscev, lesse una relazione che denunciava i crimini commessi da Stalin,
definendolo come un tiranno capriccioso, responsabile di una repressione di massa. Tale denuncia,
si soffermava più sulle migliaia di onesti e innocenti comunisti, morti in seguito a processi costruiti
sulle confessioni estorte con la tortura. Dal marzo 1956, la diffusione del rapporto di Crusciev,
autorizzò in tutta l’ Europa orientale un manifestarsi di stati d’animo antistalinisti; uno di tali paesi
fu la Polonia, in cui lo sciopero operaio di Pòznam, si trasformò in un’aperta insurrezione che vanne
però repressa rapidamente. In Ungheria, vi era stato un tentativo di trasferimento dei poteri dal
gruppo staliniano ai dirigenti comunisti, i quali avevano difeso l ‘autonomia del paese ed erano
riusciti a sopravvivere ai processi del 1949. Con il consenso sovietico, Kadar e Nagy, due vittime
dello stalinismo, divennero rispettivamente segretario del partito e capo del governo. A causa di
numerose guerriglie civile tra democratici e nazionalisti contro comunisti, il gruppo dirigente
sovietico fu costretto ad inviare militari per riportare l’ordine. Nagy, proclamò l’ uscita dell’
Ungheria dal patto di Varsavia e la neutralità del paese