Anteprima
Vedrai una selezione di 6 pagine su 25
Riassunto esame Storia comparata, prof. Callegari, libro consigliato Itinerari di ricerca della comparazione educativa, Gallo Pag. 1 Riassunto esame Storia comparata, prof. Callegari, libro consigliato Itinerari di ricerca della comparazione educativa, Gallo Pag. 2
Anteprima di 6 pagg. su 25.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia comparata, prof. Callegari, libro consigliato Itinerari di ricerca della comparazione educativa, Gallo Pag. 6
Anteprima di 6 pagg. su 25.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia comparata, prof. Callegari, libro consigliato Itinerari di ricerca della comparazione educativa, Gallo Pag. 11
Anteprima di 6 pagg. su 25.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia comparata, prof. Callegari, libro consigliato Itinerari di ricerca della comparazione educativa, Gallo Pag. 16
Anteprima di 6 pagg. su 25.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia comparata, prof. Callegari, libro consigliato Itinerari di ricerca della comparazione educativa, Gallo Pag. 21
1 su 25
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

CAPITOLO 3- IL DIBATTITO SULL’EDUCAZIONE COMPARATA OGGI: PROBLEMI E PROSPETTIVE

Finalità e oggetti di studio

È importante sottolineare la questione relativa all’oggetto di studio dell’e.c. Fin dall’800 esso erano le

istituzioni scolastiche e il confronti di questi. Successivamente, i comparatisti ampliarono i loro interessi, per

cui molti altri contesti a fine educativo (famiglia, lavoro, associazioni…) diventano oggetto di studio. Sul piano

delle finalità, tema cruciale dell’e.c è il fine miglioristico che, per alcuni, rappresenta lo “scopo ultimo”, altri

non la considerano così costitutiva, ma non la escludono. A tal proposito, troviamo coloro che sostengono che

essa non giudica, ma conosce (non dice ciò che dovrebbe essere fatto, cerca solo di capire ciò che si fa e perché la

situazione è quella che è).

Per quanto riguarda la caratteristica di sapere teorico-pratico, essa si propone di conoscere e di innovare. Di fronte

ai grandi problemi dell’e.c molti studiosi ribadiscono la necessità di riequilibrare la relazione teoria- prassi: l’e.c

deve fornire teorie per perfezionare le scienze dell’educazione, ma deve anche abilitarsi alla pratica. Difatti,

secondo Altbach, le indagine dell’e.c possono essere viste come proposte da coloro che hanno il potere di

attuare riforme, al fine di migliorare le istituzioni educative nei paesi.

Cowen

Un contributo importante è dato da , il quale pur sostenendo questo collegamento tra teoria e prassi,

sostiene che l’azione debba essere strettamente legata all’impianto teorico. Inoltro, lo studioso pone una

distinzione tra e.c applicata che indica gli studi orientati alla politica e all’intervento

e.c accademica più attenta a quelli che, secondo Cowen, sono i tre obiettivi dell’e.c:

Transfer, trasferimento, che è alla base dell’ec, nata per trasferire pratiche educative da un paese

- all’altro,

Translation/ traduzione, è l’effetto del trasferimento (ogni elemento trasferito si trasforma),

- Transformation/trasformazione, l’influenza che il potere sociale ed economico del nuovo contesto pone

- su ciò che viene trasferito, contestualizzandolo.

Ora, nella scena contemporanea, la politica si aspetta molto dalla ricerca, chiedendole ciò che può meglio

funzionare, anche se poi non la utilizza per prendere le sue decisioni; dal canto suo, la ricerca ha finalità differenti

da quelle politiche. L’ec non deve essere vista come un’intermediaria i poteri politici, ma deve assumere una

propria storicità, per contestualizzare concetti. Difatti, la contestualizzazione deve accompagnare l’intero

processo.

TEORIA DELLA CULTURA MONDIALE Questa teoria tende a dimostrare che c’è una cultura mondiale che

tende ad appiattire tutte le diversità a causa delle multinazionali. La ricerca qualitativa, le ricerche

etnografiche e storiche invece tendono a segnare le divergenze smentendo questa teoria che utilizza per di

più metodi quantitativi.

Senso, significati e aspetti

La comparazione, oltre ad essere un processo scientifico, è anche uno stile di pensiero che delinea un profilo di

uomo caratterizzato da atteggiamenti di apertura e collaborazione impegnato sui grandi temi della libertà, della

giustizia, dei diritti dell’uomo, dell’ambiente, della povertà. Per questo, essa può essere considerata come un

importante veicolo che solleciti la conoscenza delle problematiche delle nazioni e che sostenga, teoricamente e

praticamente, non solo gli studiosi, ma anche genitori e insegnati, in quanto essa appartiene a tutti coloro he

vivono scambi educativi.

CAPITOLO 4 – COMPARAZIONE EDUCATIVA E PROCESSI DI GLOBALIZZAZIONE

La globalizzazione: ambiti, definizioni e interpretazioni

Quella della globalizzazione è una problematica complessa e articolata. Il termine indica una serie di attività

“globali” che superano i confini nazionali, nell’ambito delle comunicazioni (mass-media, giornali globali), mercati

(strategia di mercato pensate su scala globale), simboli globali (es. coca-cola), problemi globali (sostenibilità,

riscaldamento). Pertanto, la globalizzazione lega società distanti tra loro. Essa ha determinato cambiamenti radicali

nei modi di produrre, lavorare e comunicare, ma allo stesso tempo ha portato a problemi legati alla libertà e alla

giustizia. Gli studiosi hanno individuato delle raccomandazioni:

La globalizzazione non deve essere letta solo in termini economici ma, anche in termini culturali, politici,

1) educativi;

Essa non è fatta solo di processi e strutture, ma anche di persone;

2) Essa non produce soltanto omologazione e unificazione, ma anche differenze e separatezze;

3) Ha un valore differente a seconda delle situazioni: per il contadino che non può competere con i

4) prodotti alimentari importati dai paesi industrializzati, significa impoverimento;

Non è ne buona ne cattiva, presenta opportunità e rischi.

5)

Essa presenta quindi grandi contraddizioni a danno dei paesi più poveri.

Inoltre, la globalizzazione porta i sistemi scolastici ed educativi ad adeguarsi i bisogni dell’economia e del mercato

del lavoro. Infatti, i programmi scolastici sono indirizzati all’ambito economico .

Dal punto di vista educativo, però, sono i paesi meno sviluppati a subirne conseguenze negative: bambini

analfabeti, bambini-soldato. È necessario definire i compiti dell’educazione in generale e dell’ec all’interno di

questo fenomeno. Se per globalizzazione si intende muoversi a livello planetario, possiamo attribuire questa

caratteristica a tre aspetti di questa società: capitale, finanza, informazione. Concetti come “cittadinanza

globale” restano ancora un’illusione.

Una prima distinzione si può affermare tra globalizzazione intesa a costruire e globalizzazione intesa a sfruttare,

poiché uno stesso processo può avere obiettivi completamente diversi. È necessario comprendere non

solo sulle dinamiche che s attivano a seguito dell’apertura delle frontiere, dell’incentivazioni dei commerci,

ecc… ma, anche sulle ragioni che sostengono tali dinamiche e sugli scopi che queste vogliono perseguire. Non è

possibile stabilire un giudizio negativo o positivo a riguardo: la globalizzazione non è un male, né un bene; si

tratta di prenderne atto e interrogarsi se essa può contribuire a migliorare l’unità tra i popoli, o se andrà ad

aggravare le disuguaglianze (com’è gestita?). la globalizzazione dipende da scelte politiche, valoriali e

economici.

Tutti questi cambiamenti hanno avuto conseguenze sull’istruzione e formazione, dalle quali si richiedono delle

riforme. Globalizzare l’educazione significa globalizzare una certa concezione dell’educazione e dei valori che la

sostengono. Ma nonostante l’energia omogeneizzante della globalizzazione, i paesi hanno proposto strategia

differenti. A tal proposito, l’ec sottolinea l’importanza di prestare attenzione alle “forze locali” e a

confrontarle con il diverso. Difatti, la globalizzazione, nonostante possa provocare la cancellazione delle

differenze, non impedisce alle varie nazioni di dar voce alla propria identità culturale. La globalizzazione che

interessa la pedagogia è di tipo solidale, che dia importanza a un approccio che dia priorità al rispetto per se stessi

e per gli altri. L’educazione deve quindi contribuire a una globalizzazione, in cui non vi siano emarginati: la

mentalità chiusa deve aprirsi a una realtà pluralista, dialogica che si basa sul confronto e sull’incontro.

Globalizzazione e cittadinanza

La pedagogia guarda alla globalizzazione, guardandone anche gli effetti politici, etici e valoriali. Per quanto

concerne l’aspetto politico, la cittadinanza oggi si carica di nuovi significati: non si parla più di appartenenza a uno

stato-nazione, obiettivo dell’educazione è quello di formare un “uomo planetario” che sia capace di rapportarsi

alle diverse culture del mondo. Il dibattito sulla cittadinanza manifesta l’interesse italiano, ma anche europeo. Il

concetto di cittadinanza è stato “dilatato” ma, se da una parte i confini del mondo si sono intrecciati e collegati

tra loro grazie a nuovi spazi economici, sociali, virtuali, dall’altra, i confini tendono a

chiudersi e a divenire più rigidi per far fronte all’immigrazione. Quindi la problematicità la cittadinanza

scaturisce da ragioni culturali, sociali, etiche.

Cogan e Derricot , parlando di “cittadinanza globale”, affermano che sia necessario un approccio che

abbia come finalità:

l’assunzione di responsabilità disponibilità alla soluzione non violenta dei

- - conflitti

comprensione e apprezzamento delle diversità

- difesa dei rifritti umani

-

pensiero critico

- partecipazione attiva

-

Il progetto educativo deve svilupparsi su 4 livelli:

→ →

▪ ▪

Personale modificando i propri Spaziale considerando l’interdipendenza;

comportamenti di vita; ▪ Temporale in quanto include progetti per il

▪ Sociale in quanto impegno della vita pubblica; futuro.

Si pone quindi attenzione a un concetto più ampio di cittadinanza.

Marta Nussbaum afferma la necessità di un’educazione alla cittadinanza che permetta di coltivare l’umanità,

educando i cittadini a riflettere autonomamente, a rispettare le diversità. Ma per realizzare questo e per

imparare a vivere in un modo globale, è importante imparare a muoversi all’interno della nostra comunità,

mettendo in pratica la cittadinanza “attiva” e “democratica”. L’educazione alla cittadinanza rappresenta

quindi una sfida per la società contemporanea che richiede pensiero critico, autonomo e responsabile, che non

viene acquisita in senso pedagogico, ma che viene costruita nel corso della vita. La scuola, infatti, deve

formare ragazzi che siano capaci di connettere molteplici identità: identità di tipo spaziale (appartenenza a

una città, a una regione), identità politiche, culturali, religiose. Questo per educare i ragazzi ad integrare e

valorizzare le diversità, aspetti che permettono di raggiungere maggiore unità sociale.

Morin

Anche afferma che per vivere nella globalizzazione, sia necessario aprirsi alla diversità; egli sottolinea

l’impegno non a dominare, ma a prenderci cura, migliorare, comprendere.

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
25 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Barons98 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia comparata e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Callegari Carla.