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5.6.AUTORI DI REATI E CARATTERISTICHE
I sociologi hanno studiato le caratteristiche sociodemografiche di coloro che compiono reati. Nel
passato si sosteneva che i reati erano compiuti da pax di bassa classe sociale. Nell’ultimo ventennio
invece, si sostiene che tra criminalità e classe sociale non c’è relazione. Il genere è una variabile
importante (maschile, femminile). È più probabile che un maschio violi una norma, rispetto a una
femmina. Secondo studi del 1800 i reati avvengono nell’età adulta; salgono nell’adolescenza e
calano nella vecchiaia.
5.7.DEVIANZA E SANZIONI
In ogni società vengono usate sanzioni che possono essere formali, fatte da organi specializzati, o
informali, spontanee provenienti da famiglia, amici, conoscenti… La severità delle sanzioni dipende
dalla gravità dell’atto commesso. Se una persona viola il diritto penale, commette un reato, se
invece riguarda altro si parla di illecito civile o amministrativo. Per il reato è prevista pena, per il
resto viene intaccato il patrimonio. Ci sono diversi tipi di sanzioni come la faida cioè la vendetta, il
taglione, stesso reato che si è commesso rifatto al peccatore, sanzione pecuniaria, espulsione, pene
corporali e pena capitale in seguito abrogata. Di origine recente è il carcere introdotto tra il
1700-1800. Prima era luogo di custodia di colpevoli in attesa del processo.
6.1.PREMESSA DI METODO
Nella sociologia esiste un ramo chiamato sociologia della conoscenza che studia come questa sia
influenzata dalle credenze che sono fuori dalla scienza o appunto dalle conoscenze.
6.2.SACRO E PROFANO
Tutte le società umane hanno giorni religiosi, pratiche, feste e luoghi di riti e cerimonie. La
religione è un fenomeno universale anche se non tutti sono religiosi/e. La religione è una credenza,
o un insieme di credenze, relativa all’esistenza di una realtà ultraterrena e sovrannaturale. La
credenza è un giudizio sulla realtà che si fonda su un atto di fede. Credenza è assimilato a
conoscenza anche se molto diverse. Le credenze religiose riguardano l’esistenza di una realtà aldilà
del percepibile con i sensi o con la conoscenza empirica (realtà trascendente). Il tutto viene distinto
tra una sfera del sacro e una sfera del profano, che sono collegate fra loro.
6.3.ESPERIENZA RELIGIOSA
Due esperienze tipiche della condizione umana sono l’esperienza del limite che riguarda la vita
stessa (vivere con la certezza di morire) e la parte immortale (anima, spirito…), e l’esperienza 17
del caso nella quale l’uomo si confronta costantemente con il limite delle sue spiegazioni a
fenomeni naturali, sociali, individuali che accadono. Vi è un altro aspetto legato all’esperienza
religiosa: l’ordine morale. Nella vita l’uomo è posto davanti a scelte che se non ci fossero non
creerebbero il problema morale. Molte scelte sono fatte in base a criteri di utilità o a criteri morali
(bene e male). Ogni religione comporta un elemento normativo vincolante (es. comandamenti).
6.4.TIPI DI RELIGIONE
Natura delle credenze: riconoscere un oggetto, una persona, un animale, un fenomeno che
da origine a tutto. Le animistiche credono che dietro tutto ci siano spiriti che intervengono.
Le grandi religioni universali, che unificano masse enormi di diverse società sotto una
credenza, credono nell’esistenza di una o più divinità. La divinità è oggetto di adorazione in
cui si riconoscono le caratteristiche di cui i soggetti sono privi (perfezione, immortalità…).
Nelle religioni politeiste vi è gerarchizzazione, e il capo supremo deve sempre riaffermare il
potere con lotte fra divinità. Esse hanno ognuna diverse funzioni (fecondità, cibo, benessere)
Nelle monoteistiche il Dio è unico, potente, creatore, indiscusso.
Religioni come il buddhismo non postulano l’esistenza di una divinità ma di una sfera dove
regna pace e armonia raggiungibile con pratiche, rituali. Queste religioni sono dette
cosmocentriche cioè fondate sulla credenza di un’armonia ultraterrena universale, in
contrapposizione alle teocentriche fondate sulla credenza di un’aldilà dominato da Dio.
Secondo Weber ci sono anche due altri criteri: la promessa e il comportamento. La
promessa di uno stato di beatitudine e pienezza mediante reincarnazioni, ad esempio, è
tipica delle religioni della redenzione. Il comportamento, il modo di porsi nei confronti del
mondo sono tipici delle religioni profetiche o del salvatore.
6.5.MOVIMENTI E ISTITUZIONI RELIGIOSE
La celebrazione di riti e culti è funzione specializzata di certe persone chiamate ministri del culto
che non provvedono direttamente ai loro bisogni, ma vivono delle offerte dei fedeli. Si forma così il
ceto sacerdotale (il clero) che assieme ad altri formano le organizzazioni religiose.
Il movimento religioso compare quando in una società vengono rotte le credenze religiose
tradizionali. Al suo origine c’è una profezia e un profeta (strumento) che rivela parola e volontà di
Dio rompendo l’ortodossia della parola dell’altra religione. La comunità che si crea lascia cio che
ha e passa attraverso un’esperienza fondamentale: l’esperienza della conversione (svolta).
Questo movimento è incentrato sul rapporto carismatico tra capo e seguaci.
La successione è il problema che bisogna affrontare alla morte del capo, poiché saranno le idee e la
dottrina a dover generare fiducia e fedeltà. Il movimento deve poi trasformarsi in chiesa, avere
incontri fissi, essere sviluppato nel territorio, avere pratiche e dottrine… Alla fine della
trasformazione ci sarà una differenziazione fra ceto sacerdotale e credenti (chi dona,da e chi riceve).
Per mantenersi la chiesa dovrà possedere importanza nel contesto politico, economico e sociale del
periodo. Chiesa e Stato hanno come interesse lo stesso pubblico di massa, perciò possono avere
conflitto fra loro oppure sostenersi reciprocamente.
Possono svilupparsi movimenti religiosi contrastanti che conducono a fratture e separazione di
persone dalla chiesa. Vengono chiamati eretici, combattuti e repressi con ogni mezzo. Gli ordini
monastici però, anche se diversi non sono stati considerati eretici, anzi sono stati riconosciuti e resi
autonomi. Il risultato delle chiese molto spesso sono le sette che si differenziano per il fatto che
l’appartenenza presuppone un atto individuale poiché tendenzialmente chiusa. Conta di più la forza
del numero e hanno forti legami di fratellanza e fiducia.
Le storie delle religioni e delle sette presentano più lotte che tolleranze e convivenza tra loro. Una
guerra però non è mai esclusivamente di religione ma ci sono anche interessi politici.
6.6.RELIGIONE E STRUTTURA SOCIALE
La religione è parte della società e viene creata dal bisogno di spiegare certi fenomeni, ad es 18
la superiorità delle classi sociali. La chiesa cattolica è un’organizzazione differenziata e flessibile.
Le sue organizzazioni sono vicine alle realtà sociali (parrocchie, diocesi…), vi è omogeneità tra i
rappresentanti (preti) ed è canale di mobilità sociale. Nella stessa ci sono varie religiosità e varie
organizzazioni territoriali e funzionali.
6.7.PROCESSO DI SECOLARIZZAZIONE
La religione oggi risulta ad un posto più basso rispetto al passato. Ha radici remote e indicate col
termine processo di secolarizzazione. Nel passato la quotidianeità era molto più legata alla
religione mentre oggi anche se molti dichiarano di essere credenti, la religione è meno seguita e
partecipata. Con il declino della chiesa nascono comunque delle religioni comunitarie e individuali
che vanno assieme al processo di modernizzazione.
6.8.INTERPRETAZIONI SOCIOLOGICHE DELLA RELIGIONE
Interpretazione in chiave evoluzionistica della sociologia positivista dell’Ottocento: risale
al principio illuminista in cui la religione occupa uno stadio primitivo dell’evoluzione delle
società umane. Per Comte le società progrediscono; nel primo stadio domina la religione che
viene dispersa avanzando. E’ così anche per Spencer che però chiama le società iniziali
società militari, poiché c’è un principio gerarchico. La religione secondo molti studisarà
sostituita dalla scienza come fondamento delle azioni e delle società.
La religione come ideologia delle classi dominanti: risale anch’essa al pensiero illuminista
secondo cui la religione è un fenomeno che oscura le menti e impedisce di vedere il lume
della ragione. Per Voltaire da un lato inganna i poveri e dall’altro inganna i ricchi legandosi
alle loro condizioni sociali. Per Marx la storia è fatta di lotte di classe e religione. La
religione è l’oppio dei popoli, un’ideologia e una falsa coscienza che occulta i rapporti.
L’interpretazione funzionalistica: per i funzionalisti la religione svolge una funzione
sociale fondamentale come “colla” delle varie parti della società secondo credenze comuni.
E’ fondamentale per l’integrazione, e oggi a questa sono state sostituite altre forme quali
patria, istituzioni, apparati simbolici… Durkheim ha voluto dimostrare come nella religione,
molte persone, rappresentano il vincolo che le unisce. Ogni atto religioso serve a rinforzare,
ribadire l’identità collettiva e l’appartenenza.
La religione come fattore di mutamento: Weber non vede la religione come dipendente
dai rapporti di dominio o dalle esigenze di integrazione, ma come fenomeno autonomo. Es
le religioni profetiche che sono in tensione con la società, sono state nella stroria potenze
rivoluzionarie ed hanno portato a profonde trasformazioni sociali e culturali.
La concezione fenomenologica: l’elemento costitutivo e universale della religione è
l’esperienza del sacro. I tratti che definiscono questa esperienze è: essere creatura, sentirsi
nullita al cospetto di…, e la sacralità, l’aura di mistero e inaccessibilità che si crea e produce
paura, interesse, riverenza…
7.1.STRATIFICAZIONE, CLASSI SOCIALI E MOBILITA’
La stratificazione sociale è il sistema di disuguaglianze strutturali della società nell’aspetto
distributivo (ricompense materiali e simboliche) e nell’aspetto razionale (rapporti di potere). Lo
strato è l’insieme di individui che godono della stessa quantità di risorse o occupano la stessa
posizione nei rapporti di potere.
Anche in società più semplici esistono disuguaglianze basate su genere o età. La natura eugualitaria
è presente nelle societ&ag