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Intenzionalità, pericolo, rischio e minaccia

Figura 1 - Pericolo, rischio e minaccia in relazione a intenzionalità e agency

Possiamo notare che:

  • L'agency può variare dall'assenza (pericolo) alla presenza (minaccia e rischio); così come l'intenzionalità che può essere assente (pericolo) o presente in maniera positiva (rischio) o negativa (minaccia)
  • Al punto 0 vi è il pericolo, evento/processo che si caratterizza per essere inintenzionale e non classificabile in base all'agency - è causato da un'entità non umana come la natura.
  • Al quadrante di destra della figura si colloca il rischio, caratterizzato dalla presenza di agency e intenzionalità di segno positivo; quindi è l'esito di un evento/processo che presuppone una decisione umana positivamente orientata. Il pericolo è cioè prodotto da decisioni tra varie ipotesi di azione, che può generare conseguenze.
inattese e spiacevoli, come il processo di industrializzazione (qualità e quantità maggiore di prodotti ma perdita di risorse non rinnovabili, inquinamento ambientale e condizioni climatiche avverse) o la globalizzazione, i cui effetti sono diversi in Europa rispetto al continente africano.
  • Al quadrante di sinistra si colloca il concetto di minaccia, caratterizzata da un'intenzionalità negativa cioè mira a colpire e danneggiare un individuo o un intero gruppo. Caso interessante sono i virus epidemici, classificabili come pericoli in quanto insorgono e si diffondono indipendentemente dalle intenzioni umane, ma vengono antropomorfizzati e diventano un nemico in grado di 'minacciarci' e quindi ucciderci. Parlare di una guerra al coronavirus, identificato come nemico, mobilita le risorse necessarie a contrastarla il pericolo diventa così una minaccia costruita a tavolino: è questo il caso dell'immigrazione.
classificazione di un evento in base a pericolo, rischio, minaccia, dipende allora dallasoggettività/intenzionalità, e quindi da decisioni umane che orientano e monopolizzano il sentire comune. Tale potere è di proprietà dei politici e mass media, che dominano la scena del discorso pubblico. NB L'assenza di intenzionalità in cause naturali non esclude la responsabilità politica e umana nella prevenzione e gestione del pericolo (esempio uragano Katrina nel 2004 ha coinvolto i territori privi di manutenzione da parte del governo) 2. La questione immigrazione tra razionalità e irrazionalità 2.1 Immigrazione: costi o benefici? In Europa, il discorso pubblico, influenzato da nazionalismi e populismi, indica l'immigrazione come una minaccia, ma forse sarebbe il caso di considerarla nella cornice del rischio. E' infatti una decisione che qualcuno si assume, investendo affinché sia affiancata da soluzioni e azioni chepossano evitare eventuali danni. Per parlare di immigrazione dovremmo fare un'analisi sia dei benefici sia dei costi che possono essere spontanei e imprevedibili, o governabili e programmabili: spetta alla politica dare un'organizzazione razionale riducendo la complessità mediante la decisione. Per fare quest'analisi è necessario distinguere tra: - effetti di breve-medio periodo (come quelli economici come il mercato del lavoro e la struttura produttiva) la presenza di migranti sul mercato del lavoro rappresenta un beneficio per gli italiani in quanto i migranti sono impiegati perlopiù in occupazioni che gli italiani non vogliono fare, perché poco redditizie e non qualificate. Nel 2014 la forza lavoro immigrata è di circa l'8,8% della ricchezza complessiva prodotta nel nostro paese, ovvero i migranti hanno portato annualmente, fino al 2020, un guadagno di 127 miliardi di euro. - effetti di medi-lungo periodo (come la crescita economica e l'integrazione sociale) l'immigrazione può contribuire alla crescita economica di un paese, grazie all'apporto di nuove competenze e alla diversificazione delle attività produttive. Inoltre, l'integrazione sociale dei migranti può arricchire la cultura e la società di accoglienza, favorendo la coesione sociale e la convivenza pacifica. In conclusione, l'immigrazione può comportare sia benefici che costi, ma è fondamentale una gestione oculata e una politica attenta per massimizzare i vantaggi e minimizzare gli svantaggi.quelli demografici) In Italia - dal 2015 al 2018- o morti hanno superato le nascite, inoltre il tasso di matrimoni è uno dei più bassi al mondo; l'età media della madre continua a crescere e diminuiscono il numero di figli per donna. Anche in questo scenario l'apporto dell'immigrazione è positivo: i migranti regolari sul territorio italiano nel 2015-2017, nonostante la giovane età, riescono a stabilizzarsi. Inoltre, è interessante notare come, analizzando gli oneri finanziari che lo stato sostiene a favore dei migranti, il divario tra i contributi versati e le pensioni riscosse dai migranti costituisce una fonte di finanziamento significativa per l'intero sistema previdenziale, ma considerando il fatto che in realtà una buona parte dei migranti di oggi non riscuoteranno la pensione in Italia (per insufficienza dei versamenti o in tro nel paese di origine), il saldo positivo che avanza è un 'regalo' dei

Migranti nelle casse dell'Inps. Un aspetto particolarmente importante del fenomeno migratorio sul piano sociale politico e organizzativo è rappresentato dagli ultimi arrivati, cioè coloro che fanno domanda di asilo e usufruiscono dell'accoglienza dello Stato italiano. Rispetto al 2014, i dati del 2017 ci dicono che gli sbarchi nel nostro paese si sono ridotti, se prima i dati erano bilanciati tra dinieghi e accoglienza - per quanto riguarda le domande di asilo -, con il decreto Salvini nel 2018 i "diniegati" (immigranti che non ottengono alcun riconoscimento) perdono ogni diritto all'accoglienza e ricevono il foglio per un rientro nel paese di origine. Questo in realtà avviene raramente e i migranti che restano in Italia senza riconoscimento. In Germania l'iter di riconoscimento dura sei mesi, in Italia superava i 18 mesi ma con il primo decreto sicurezza e immigrazione Salvini nell'ottobre 2018, i tempi si allungano perché.

viene eliminata la figura del beneficiario di protezione umanitaria e viene limitata l'ospitalità nei centri SPRAR soltanto a chi chiede protezione internazionale. Una conseguenza del decreto è stata abbandonare nelle città italiane decine di migliaia di persone spesso maschi, single, di età compresa tra i 18 e i 35 anni, senza permesso di soggiorno, senza lavoro e senza fissa dimora. Inoltre, secondo l'osservatorio CPI-conti pubblici italiani dell'università Cattolica di Milano, i tagli nell'accoglienza all'indomani del decreto Salvini avrebbero generato 650 milioni di risparmi soltanto nel 2021. Tali somme sarebbero poi state destinate a non meglio precisate esigenze di funzionamento. 2.2 Un caso di confusione: l'immigrazione come minaccia e l'insicurezza dei 'nativi' come risorsa politica Quando si parla di immigrazione se ne parla in termini di sicurezza: la visione progressista non affronta la questione.quella nazionalista ne parla troppo, ciò giustifica l'insicurezza che caratterizza la società e che diventa una risorsa per i partiti populisti. Per decostruire l'immigrazione come minaccia va ribadito che: - "siamo oggettivamente le persone più al sicuro nella storia dell'umanità" (Bauman 2008) - negli ultimi 20 anni in tutto il mondo occidentale, tra cui l'Italia, le statistiche registrano una diminuzione dei reati. Questo non è sufficiente a rassicurare la popolazione perché se le persone definiscono una situazione come reale i suoi effetti saranno reali (William Thomas). Di conseguenza, il sentimento di insicurezza dei nostri tempi è dovuto ad una costellazione di fattori (Battistelli e Paci 2008). Alcuni fattori sono collegati alle minacce nei confronti dell'incolumità delle persone - per questo sono detti strategici -, ma spesso gli atti di inciviltà e le minacce non vengono sperimentate.

Dal cittadino in prima persona ma vengono veicolati dai mass media. Altri fattori appartengono alla sicurezza economica e sociale, come la precarietà, la disoccupazione giovanile, il difficile reimpiego per gli adulti, crisi fiscali dello Stato e tagli nei servizi del welfare.

FATTORI STRATEGICI + FATTORI SOCIALI INSICUREZZA, che colpisce soprattutto lavoratori marginali, giovani inoccupati, donne, cittadini residenti in periferia. La minaccia, quindi, è avvertita come tale da chi non può proteggersi perché non ha le risorse.

Questo è un fenomeno irrazionale ma molto ricorrente nella psicologia dei gruppi. Infatti, spesso di fronte ad un disagio la risposta è quella di individuare un capro espiatorio, molto diverso da noi, su cui canalizzare la colpa. La pratica del capro espiatorio secondo René Girard è stata introdotta dalle religioni per evitare che la violenza si sprigioni all'interno della società.

Oggi spinte

Irrazionali nel mondo globalizzato sono quelle razziste e nazionaliste che portano avanti l'espressione dell'ideologia del nativismo sovranista (prima gli italiani, siamo padroni a casa nostra) considerate 'narcisismi localistici' che esprimono chiusura e timore verso l'altro. Nativismo per Coralyne Craig un sistema di pensiero che pone al di sopra degli altri le persone in base all'appartenenza ad un certo territorio. Alla base dei conflitti etnici vi è la distinzione tra noi (gli insider) e gli altri (gli outsider). La percezione dell'immigrazione in Italia e Europa è scandita in due fasi:

  1. Nella prima fase (dal 1980 al 2001), la preoccupazione dell'opinione pubblica era rivolta agli aspetti economici (lo straniero come concorrente sul mercato del lavoro).
  2. Con la seconda fase, inaugurata dall'attacco contro le torri gemelle e il Pentagono nel 2001, è iniziata una stagione di allarmi scandita da vari attentati.

di conseguenza cresce l'insicurezza e aumenta l'ostilità nei confronti degli stranieri, in particolare quelli di origine musulmana.

L'insicurezza della popolazione non è da prendere sottogamba, perché la sicurezza è una priorità per i cittadini. L'Onu, alla sicurezza esclusiva dello Stato (hard security), affianca il concetto di sicurezza umana (Human security) concentrando l'attenzione verso la sicurezza fisica e psicologica delle persone; di conseguenza il fenomeno delle migrazioni è multidimensionale, pone cioè a confronto il soggetto (chi è a rischio), la fonte del rischio (chi/che cosa genera il rischio) e le politiche (che cosa fare) per affrontare la condizione rischiosa.

Il primo soggetto a rischio è il migrante, che pur di raggiungere un paese sicuro affronta una terribile traversata in mare. Al rischio si aggiunge la minaccia di chi condiziona e non tutela i bisogni del migrante. Immigranti sono dei.

io per loro è solo quello di osservare. I risk takers sono persone che non temono di mettersi in gioco, di affrontare situazioni incerte e di prendere decisioni che potrebbero comportare conseguenze negative. Sono disposti a correre il rischio perché credono che le ricompense potenziali superino i possibili svantaggi. Questo atteggiamento può essere applicato a diversi ambiti della vita, come gli affari, lo sport o la vita personale. I risk takers sono spesso considerati audaci e coraggiosi, ma è importante ricordare che ogni decisione comporta un certo grado di rischio e che non tutti sono disposti a prenderlo.
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Publisher
A.A. 2021-2022
15 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gaiabianco1 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Galantino Maria Grazia.