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INTERIORIZZAZIONE ISTITUZIONALIZZAZIONE
SISTEMA DELLA SISTEMA SOCIALE
PERSONALITA' CONFORMITA' ALLE
ASPETTATIVE DI RUOLO 10
Da questo schema si evince che il sistema culturale penetra sia nel sistema personalità tramite
l’interiorarizzazione dei modelli di valore sia in quello sociale mediante l’istitituzionalizzazione
delle aspettative.
Per Parsons il fattore effettivamente unificante su cui si fonda l’integrazione dei tre sistemi d’azione
è individuabile nel “sistema culturale” che funge da chiave di volta tra individuo e sistema sociale.
Parsons individua quattro elementi fondamentali dell’azione sociale: soggetto agente - scopo -
situazione - orientamento normativo. Quest’ultimo è sovraordinato ai primi tre elementi perchè è
l’unico che induce una scelta. Si osserva però che il soggetto è comunque condizionato nella sua
scelta da elementi preesistenti o che ne vincolano anche in minima parte la volontà, facendo
sbilanciare verso la teoria olistica lo studio di Parsons che di fatto, nonostante i suoi sforzi, non esce
dalla visione funzionalistica, in quanto pur sviluppando una prospettiva volontaristica non riesce a
svillupparla adeguatamente perchè il rapporto tra ordine normativo e intenzionalità dell’attore si
risolve nel prevalere del primo sulla seconda.
Le teorie cibernetiche di Parsons sono caratterizzate da flussi continui di energia ed informazioni.
Energia ed informazioni danno vita ad ogni genere di azione ma proprio qui sta il limite perchè i
fattori che forniscono energia condizionano l’azione mentre quelli che forniscono informazioni
controllano l’azione stessa.
ALEXANDER E LA CENTRALITA’ DELLA QUESTIONE EPISTEMOLIGICA
JEFFREY C ALEXANDER (USA), allievo di Parsons, riprende le teorie del suo maestro. Il suo
studio è finalizzato al superamento delle interpretazioni”unidimensionali” dei fenomeni sociali
comprese quelle volontaristiche, per approdare a quelle che lui stesso definisce multidimensionali.
Egli attribuisce una importanza cruciale alla questione epistemologica dalla quale non si puo’
prescindere per affrontare il rapporto tra azione e struttura sociale. Egli procede come segue:
chiarisce la natura della conoscenza scientifica della società che include tutti i livelli (dal piu’
generale ed astratto a quello piu’ specifico e concreto) dei concetti. Elabora una propria teoria che
riprende nella sostanza la visione volontaristica di Parsons. Lo schema Alexander dispone di due
livelli di concettualizzazione: ambiente metafisico ed ambiente empirico come sotto schematizzato.
AMBIENTE METAFISICO AMBIENTE EMPIRICO
presup - modelli Defini- Leggi Correla- Osserva-
posizioni zioni zioni zioni
Componenti generali
o livelli di orienta- Concetti Classifi- Proposi- Assunti
conoscenza menti cazioni zioni Ideolo -
ideologici Complesse gici
e semplici
Le presupposizioni generali sono le concezioni piu’ generali dei fenomeni sociali e si collocano in
ambiente metafisico in qua nto realtà astratte non empiriche. Le osservazioni invece sono il massimo
della specificità e sono empiriche. Le presupposizioni generali di collocano nel “Methafisical
environment” mentre le osservazioni nell ”Empirical environment” della conoscenza scientifica. La
ricerca scientifica abbraccia tutti i livelli concettualizzazione sopraelencati che va dal ma ssimo della
generalità al massimo della specificità e viceversa. Per Alexander il procedimento scientifico si
realizza tanto con l’osservazione empirica e tanto con il ricorso ai concetti generali ma quasi
nessuna delle teorie della tradizione sociologica possiede la prerogativa di riferimento in modo
simmetrico a questi due fondamenti della ricerca. Infatti sostiene che le teorie tradizionali hanno
marcati aspetti di “unidimensionalita” in quanto privilegiano la dimensione empirica o metafisica
della realtà e di “unidirezionalità” in quanto privilegiano il procedimento conoscitivo dal massimo
della generalizzazione al massimo della specificazione o viceversa. L’imperativo da seguire per
Alexander è la “bidirezionalità” del processo conoscitivo e la comprensione della realtà sociale
nella sua “multidimensionalità”. Occorre quindi considerare le differenti e contrapposte modalità in
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cui la tradizione sociologica interpreta e risolve i due problemi fondamentali trattati dalla
sociologia: la natura dell’azione umana e la natura dell’ordine sociale.
LA NATURA DELL’AZIONE:
L’analisi della natura dell’azione umana, analizzata seguendo i due principali orientamenti
sociologici, si precisa come una dicotomia tra orientamenti teorici unilaterali e contrapposti e
presenta un dilemma tra due modi alternativi di interpretare l’azione umana. Il primo è quello delle
teorie positivistiche secondo cui l’attore non è in grado di esercitare un controllo su elementi
oggettivi esterni che lo vincolano e ne condizionano l’azione. Il secondo è quello delle correnti
idealistiche che pongono l’accento sugli elementi ideali, soggettivi interni dell’azione che pur
possedendo anche natura normativa, paradossalmente non sono la fonte di costrizione ma anzi
caratterizzano la volontarietà dell’agire. Il fattore che realizza la sintesi paradossale tra obbedienza
alle prescrizioni e libertà è insito nella sfera interiore del soggetto “referente interno” che consente
di interiorizzare le norme da parte del soggetto facendogliele percepire come oggetti di libera scelta.
Nello stesso ambito interiore ha sede una peculiare facoltà mentale – la volontà – che consente di
raggiungere uno scopo. Gli elementi fondamentali dell’azioni sono “le norme” (ambiente
metafisico) e le condizioni (ambiente empirico). L’azione ha la seguente fisionomia: i fini
dell’azione che si specificano in norme e scopi (le norme sono definite come ideali normativi
aventi carattere di aspettative di stati futuri tramite i quali l’attore orienta l’azione; gli scopi
consistono nella specificazione degli ideali normativi imposti nel contesto della situazione in cui si
compie l’azione) e la situazione che comprende mezzi e condizioni (i mezzi dell’azione consistono
negli strumenti a disposizione dell’attore per conferirne intenzionalità, le condizioni che sono
costituite dalla porzione della situazione dell’azione che l’attore non ha il potere di controllare)
LA NATURA DELL’ORDINE SOCIALE.
L’azione viene qualificata come elemento condizionale esterno, come postulato da Hobbes e ripreso
da Parsons ovvero natura razionale in senso strumentale dell’azione, la caratterizzazione dell’ordine
sociale in senso coercitivo, la concezione della libertà dell’attore sociale. Per Hobbes “Homo
homini lupus est ” creatore di caos sociale che impone l’assimilazione dell’ordine. L’ordine diventa
dunque una realtà esterna che esercita una coercizione sull’azione del soggetto.
L’altra corrente sociologica interpreta l’azione come qualificata dall’elemento normativo interno
che la modella tramite sanzioni interne a se stessa.
Per Alexander il rapporto tra azione e struttura si precisa come segue:
1) Le norme ideali costituiscono sia un elemento della struttura sociale (perchè interiorizzate) sia un
elemento dell’azione (perchè fini dell’azione stessa);
2) la struttura, entità esteriore, intesa come ordine sociale costituisce a sua volta una condizione
dell’azione. Esterna all'attore: Ordine sociale, norma coercitiva
Struttura interna all'attore: Norma ideale
Norme ideali
Metafisico Fini
scopi
ambito delle Volontà dell'attore (sforzo, impegno nel perseguire il fine)
azioni mezzi
Empirico Situazione
condizioni 12
Il principio unificatore dei diversi elementi è la volontà. Alexander accoglie il paradosso secondo il
quale un individuo è libero solo quando ubbidisce ad una norma da lui ritenuta giusta, da qui
LIBERTA’ DI (volontà di autodeterminazione) piuttosto che LIBERTA’ DA.
LA SOLUZIONE COMUNICATIVA: HABERMAS
JURGEN Habermas, ha dato un contributo da cui non si puo’ prescindere per approfondire i
tentativi di mediazione tra olismo ed individualismo. Autore tra l’altro dell’opera ”teoria dell’agire
comunicativo, 1986” con concezione antropologica, riserva una attenzione costante alla razionalità.
Il fondamento antropologico: L’uomo come animale linguistico. Cio’ che definisce l’essenza
dell’uomo è la capacità di linguaggio. Le componenti grammaticali, sintattiche e semantiche della
lingua qualificano l’esperienza dell’azione umana. La lingua qualifica l’azione umana come
simbolica, ovvero costituita da segni che possiedono significato e qualificano l’interazione come
comunicazione. Il divenire delle società si realizza mediante la riproduzione simbolica che trasmette
linguaggio, tradizioni anche con la riproduzione materiali delle condizioni di vita. L’uomo agisce in
cooperazione e singolarmente. Nel primo caso fa un uso comunicativo del linguaggio simbolico, nel
secondo caso non fa uso comunicativo ma caratterizza la propria azione come una interrelazione tra
oggetti non umani.
Le due tematiche chiave della sociologia di Habermas: ermeneutica e razionalità comunicativa.
L’ERMENEUTICA
L’uomo realizza il controllo della propria situazione utilizzando la lingua. Questo uso del
linguaggio da parte dei componenti di una comunità consiste nell’interpretazione del mondo e nella
definizione della situazione in cui essi si trovano. La sociologia di Habermas caratterizza l’agire in
termini di interpretazione e viene definita ermeneutica. Le fonti di questa teoria sono:
a) La fenomenologia sociale. Le realtà sono concepite come “costruzione del mondo
quotidiano” che emerge dall’opera interpretativa dei soggetti;
b) L’etnometodologia che studia il modo in cui, mediante i processi cooperativi
dell’interpretazione,vengono coordinate le azioni e contemporaneamente vengono
modificate le norme e rinnovate le forme di vita sociale
c) L’ermeneutica filosofica che spiega come ricerca l’interpretazione di un testo tramandato e
lo spiega come ricerca del “con-testo” di tale testo. Il contesto consiste nel sapere comune
dell’autore ed il suo pubblico ed è riserva culturale a cui l’autore ha attinto per costruire le
interpretazioni del mondo.
LA RAZIONALITA’ COMUNICATIVA
Si manifesta con l’appropriazione di una tradizione culturale, con