Anteprima
Vedrai una selezione di 8 pagine su 35
Riassunto esame sociologia dello sviluppo economico, prof. Veraldi, libro consigliato Dai classici alla modernità Pag. 1 Riassunto esame sociologia dello sviluppo economico, prof. Veraldi, libro consigliato Dai classici alla modernità Pag. 2
Anteprima di 8 pagg. su 35.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame sociologia dello sviluppo economico, prof. Veraldi, libro consigliato Dai classici alla modernità Pag. 6
Anteprima di 8 pagg. su 35.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame sociologia dello sviluppo economico, prof. Veraldi, libro consigliato Dai classici alla modernità Pag. 11
Anteprima di 8 pagg. su 35.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame sociologia dello sviluppo economico, prof. Veraldi, libro consigliato Dai classici alla modernità Pag. 16
Anteprima di 8 pagg. su 35.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame sociologia dello sviluppo economico, prof. Veraldi, libro consigliato Dai classici alla modernità Pag. 21
Anteprima di 8 pagg. su 35.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame sociologia dello sviluppo economico, prof. Veraldi, libro consigliato Dai classici alla modernità Pag. 26
Anteprima di 8 pagg. su 35.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame sociologia dello sviluppo economico, prof. Veraldi, libro consigliato Dai classici alla modernità Pag. 31
1 su 35
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

ANTICONFORMISTA

La sociologia affermatasi in America risente, in un primo momento, fortemente dell'influsso delle teorie evoluzionistiche, secondo cui la vita della società va spiegata ed interpretata in base alla lotta per l'esistenza e la conseguente selezione naturale, in cui solo il più forte sopravvive. In seguito, però, la sociologia americana viene a interagire con il pragmatismo e con la sua concezione attiva e dinamica della coscienza. L'errore che tutti commettono è quello di considerare la sociologia come disciplina tipicamente americana, invece, nella tradizione nordamericana ci si è dedicati alla ricerca empirica circoscritta, qual è la formulazione di teorie che tendono alla psicologia sociale: non mancano scuole di teoria sociologia ma la diversità di contesto e di problemi pratici ha comportato anche notevoli differenze rispetto al pensiero europeo: - La mancanza di una storia politica connessa con i

problemi di lotta di classe, dovuta al fatto il Nord-America aveva una tradizione di Paese colonizzato, che ha dovuto combattere per la liberazione dalle potenze colonizzatrici europee, ha fatto sì che si presentassero una serie di problemi concreti e specifici e che la sociologia si sia sviluppata in gran parte come studio per la soluzione di questi problemi concreti: immigrazione, tensioni razziali, povertà, delinquenza, mancata integrazione nei valori prevalenti, alcolismo, divorzio, e così via.

In questo clima culturale e socio-economico, si inserisce l'analisi teorica della società del suo tempo di Thorstein Veblen (1857-1929) il quale rappresenterà - proprio per il suo carattere anticonformista e fortemente attento e critico verso le problematiche del tempo - anche la nascita, per molti versi, di quella che, successivamente, verrà riconosciuta come la Scuola della sociologia critica nord-americana.

Figlio di piccoli proprietari

Terrieri immigrati negli Stati Uniti, Veblen nasce in una fattoria del Wisconsin, nella regione dei Grandi Laghi. Come molti sociologi nordamericani risente dell'influenza dell'evoluzionismo di Spencer. Veblen è considerato spesso come il primo esponente del filone critico della sociologia nordamericana; infatti, in lui, convive la presenza della mentalità del contadino norvegese sobrio e operoso, che disdegna il lusso e lo spreco inutile, in particolare la ricchezza, che dà modo di vivere senza lavorare, sfruttando il lavoro altrui.

Egli possiede la mentalità dell'immigrato attivista, efficientista, che crede nella produzione e nella tecnica come uniche forme d'evoluzione; ma questo aspetto, come vedremo, si ricollega alla condanna del consumo vistoso. Dunque, l'influsso della famiglia di origine convive in Veblen con quello del suo paese adottivo che stava diventando il più potente del mondo dal punto di vista economico.

travolgendo la vecchia Europa: eppure, egli vede in maniera netta anchei limiti economici e sociali degli USA e diviene un critico degli eccessi e della deriva consumistica della società americana.
  • Veblen sostiene assolutamente insufficiente spiegare l'istituzione della proprietà privata facendo riferimento all'esigenza di procurarsi i mezzi di sussistenza; questo può essere giusto in relazione alle prime fasi di sviluppo della tecnologia e, comunque, in casi di estrema povertà.
  • Superati questi limiti, l'istituzione della proprietà privata si spiega sulla base dell'istinto di emulazione.
  • Si vuole più di quanto si ha non perché se ne ha abbia biologicamente bisogno, ma semplicemente per apparire superiore agli altri: ne consegue che, ognuno, nella società vuole dimostrare agli altri di possedere tale ricchezza e per dimostrarlo ricorre al consumo vistoso, che ha la funzione di far apparire, al prossimo, le proprie capacità economiche.
proprie possibilità economiche:
  • Si giudica bello ciò che dà prestigio in quanto dotato di valore economico.
  • Egli distingue due tipi di attività, così come distingue due tipi di istituzioni economiche:
    • Da una parte abbiamo l'istituzione e l'attività finanziaria, basate sul guadagno che deriva dalla proprietà e dallo scambio senza che vi sia produttività (e qui attacca violentemente i singoli capitalisti che sfruttano il lavoro altrui e guardano al profitto solo dal lato del consumo).
    • Dall'altra parte, abbiamo l'istituzione dell'attività industriale, propria di coloro che operano come tecnici e ingegneri attraverso il lavoro manuale produttivo.
  • Pertanto, da un lato abbiamo l'istinto di rapina, dall'altro lato l'istinto dell'efficienza e della produttività.
Tuttavia, le nuove esigenze tecnologiche sono destinate, per evoluzione, ad avere la meglio e cisi muove verso una società tecnologica industriale, in cui anche l'istinto di rapina sarà superato. Dunque, avremo una classe agiata che non lavora perché considera la cultura fine a sé stessa, e ciò testimonia una presunta superiorità sociale; e la cultura tecnologica produttiva, considerata generalmente inferiore alla prima, ma che in realtà è superiore.
  • Lo schema evoluzionistico secondo cui la società, dall'istinto predatorio della classe agiata, muoverebbe verso l'efficientismo industriale comporterebbe che il consumismo sia solo una fase residua di un momento superabile, attraverso l'evoluzione sociale, che condurrebbe a una società tutta produttiva.
  • Veblen, inoltre, distingue tra consumo vistoso e tempo libero, che in quanto uso non produttivo del tempo rappresenta un primo modo per creare distinzione tra le persone: cioè, le persone sprecono in modo vistoso e appariscente il

propriotempo in attività produttive per poter così accrescere il proprio prestigio sociale:

  • nel mondo moderno è più probabile che l'élite si dedichino al consumo vistoso che non al tempo libero perché il primo è più visibile, e la visibilità diventa fondamentale per aumentare il proprio prestigio e suscitare moti di "ammirazione" (invidia) da parte degli altri.

Ora diventa facile l'obiezione secondo cui, il consumismo attuale, è più una conseguenza delle esigenze produttive, che non il suo opposto. È la produzione da parte di chi detiene il potere economico a condurre alla manipolazione e al consumismo, per cui le evoluzioni successive, appaiono teoricamente fragili.

Un'altra obiezione che si può muovere, è che egli considera acriticamente la razionalità efficientistica e tecnologica, senza avvedersi di come essa possa poi strumentalizzare gli individui.

richiede loro un comportamento meccanico e privo di significato soggettivo: la razionalità meccanica e strumentale si identifica, in questo autore, con la massima razionalità raggiungibile e auspicabile da parte dell'uomo.
  • Egli non riesce a individuare che, una maggiore razionalità della macchina dell'efficienza non faccia sì che gli individui siano più razionali o intelligenti.
In conclusione, la critica alla società nordamericana viene condotta sulla base dell'idea che nella realtà essa non è realizzata, a causa della presenza della classe agiata, che vive senza lavoro produttivo, nel suo valore dell'efficientismo: la classe agiata tende, pertanto, a mettersi in contrasto con le effettive esigenze delle moderne società industriali.

PARTE III: LA MODERNITA

8. I FRANCOFORTESI: MAX HORKHEIMER, THEODOR WIESENGRUND-ADORNO, HERBERT MARCUSE.

Questo movimento di pensiero, che si consolida negli anni 30-40 del '900,

Pur rifacendosi al marxismo ne prende le distanze dalle sue estremizzazioni pratiche (l'ortodossia sovietica e il revisionismo socialdemocratico).

L'approccio della scuola di Francoforte poggia su due tesi:

  • La prima tesi afferma che, le idee degli individui sono un prodotto della società in cui vivono. Dal momento che il nostro pensiero prende forma nella società, è impossibile arrivare ad una conoscenza obiettiva e a conclusioni libere dall'influenza della nostra epoca e dei suoi modelli concettuali.
  • La seconda tesi afferma che, gli intellettuali nelle loro attività dovrebbero adottare un atteggiamento critico nei confronti della società che studiano per produrre consapevolezza in vista del traguardo finale dato dal mutamento sociale.

I teorici di Francoforte considerano tutti gli atteggiamenti critici ugualmente validi e ammettono che la loro attività non produce risultati obiettivi. Sono, però, convinti che le

nozioni di verità e di conoscenza sono fondate e che l'approccio critico si avvicini a queste più di quanto faccia la sociologia dominante (o positivista). I sociologi francofortesi si definiscono materialisti per l'importanza che attribuiscono all'organizzazione economica: in realtà, più che le strutture economiche della società, i loro studi riguardano aspetti della personalità, della cultura, del pensiero. Questi teorici, infatti, erano interessati ad analizzare la personalità e il comportamento in termini di interazione tra la struttura socio-economica sottostante e le pulsioni psichiche, e le loro analisi mettono in rilievo come il sistema economico distorca e paralizzi la personalità (la società). La Scuola di Francoforte, pertanto, si rifà ad una teoria critica del capitalismo e del comunismo sovietico, cercando di prospettare un modello che sia alternativo. Il principale animatore della

Scuola di Francoforte fu senza dubbio Max Horkheimer (1895-1973): egli fu direttore dell'Istituto nel 1931 e si circondò di personalità scientifiche autorevoli, del calibro di Theodor WiesenGrund-Adorno(1903-1969) e di Herbert Marcuse (1900-1980).

I francofortesi, pensano che la sociologia non si debba limitare a perseguire obiettivi di semplice registrazione neutrale dei fenomeni, ma che debba prendere una posizione responsabile di guida critica nei confronti delle espressioni (economico-politiche) presenti, arrivando a costituirsi essa stessa come l'elemento propulsore della trasformazione sociale.

In questo clima, il direttore dell'istituto, Max Horkheimer, getta le basi per quella definizione della ricerca sociale come forma di conoscenza attiva che ha bisogno dell'interdisciplinarietà per poter ben operare; ecco perché si adopera con i sociologi, gli economisti, gli storici, i filosofi, gli psicologi che condividono questa

: inHorkheimer appare la certezza che esiste un nesso forte che lega la situazione storica, la struttura economica e del contesto sociale. Per il sociologo tedesco, allora, l'analisi scientifica deve volgere ad un atto mirante non ad una semplice registrazione.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
35 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/09 Sociologia dei processi economici e del lavoro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Attiliodic di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dello sviluppo economico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Veraldi Roberto.