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Riassunto esame Sociologia dell'educazione, prof. Zanin, libro consigliato Lascienza come professione, Weber
Scritto dopo il 1918, con la sconfitta della Germania nella prima guerra mondiale. Si diffonde quindi il pessimismo. Pubblicata nel 1919 l'anno prima che Weber morisse.
Distinzione della parola beruf che in tedesco vuol dire sia professione che vocazione dello scienziato. Weber fa innanzitutto una riflessione sul lavoro del docente. E fa una distinzione tra il sistema accademico in Germania che si sta burocratizzando e quello americano dove il giovane ricercatore viene stipendiato fin da subito mentre in Germania non è così. Le istituzioni tedesche si stanno avvicinando per Weber al modello americano e il docente dipende sempre più dai mezzi messi a disposizione dello Stato: diventa come una specie di quasi l'ingranaggio di questo apparato amministrativo.
Tratta poi della burocratizzazione di cui hai già scritto in opere precedenti.
C'è poi la difficoltà nella selezione del personale docente che è soggetta, come tutti i processi di selezione, alle possibili distorsioni di valutazione che sono determinate, per esempio, dal fatto che un professore lavori per tanto tempo con un suo allievo e quindi si è inevitabilmente portato a favorirlo in caso di passaggio alla vita accademica. Verrebbero così promossi individui che, per un colpo di fortuna (per via delle buone relazioni che hanno con un docente e quindi magari erano più brillanti altri), diventano docenti. Allora perché uno dovrebbe accettare di fare la professione di docente? Perché è presente la vocazione. Anche la scienza, così come in ogni aspetto del mondo moderno, è entrata in una fase dove aumenta esponenzialmente la specializzazione. Alla fine che cos'è la scienza? È la gestione o la scelta di alcuni metodi per raggiungere degli scopi. Siccome Weber non era d'accordo.con il neopositivismo e il positivismo (=non riteneva che esistessero dei criteri oggettivi che fondassero la realtà, essa è inevitabilmente per lui soggetta a giudizi valoriali o comunque a valori di riferimento) e l'unica cosa che la scienza poteva fare era appunto quella di selezionare adeguatamente i metodi e cercare delle cause. Ma che cos'erano le cause? Esse erano sostanzialmente quegli obiettivi che si pone un individuo che agisce. La ricerca di questi obiettivi o la spiegazione del perché è un individuo ha agito in quel modo di fatto è la ricerca delle cause. L'esperienza vissuta dalla scienza è proprio quella della vocazione: per l'essere umano niente ha valore se non viene fatto con passione. Uno dei criteri che porta i giovani a impegnarsi in un percorso di ricerca (=accademico) che ha a che fare con la scienza, è quello che ha a che fare con la passione. Lo scienziato sarà portato ad analizzare certi nessi.Causali piuttosto che altri che un altro soggetto potrebbe considerare come pochi importanti. Esistono una marea di valori, e anche scelte nel modo di fare una ricerca. Soprattutto nella ricerca storico-sociale si ha a che fare con dei valori, ma una volta che si è fatta una scelta bisogna essere rigorosi e dimostrare i metodi che si sono utilizzati per fare il proprio lavoro.
Esiste un politeismo dei valori: non esiste un valore unico/assoluto e questo ha ricadute sul percorso scientifico.