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L'APPROCCIO EDUCATIVO COI MSNA
la presenza di msna pone complesse sfide operative. Molti sono i soggetti coinvolti, in odo
particolare l'ente pubblico e il mondo del privato sociale. L'educatore professionale è colui
che lavora in prima linea. Un concetto importante in ambito educativo è quello
dell'ENKRATEIA, parola greca che connota il ruolo dell'educatore come colui che aiuta
l'educando a gestire la propria libertà. L'essere umano è un essere unico, ofrte, irripetibile,
dalle molteplici potenzialità e il suo diventare adulto si connota nella sua capacità di
gestire e divenire se stesso nella sua globalità e interezza (Giuseppe Mari).
La rielaborazione del progetto migratorio è il punto di partenza dover poter innestare un
percorso educativo. L'educatore deve cercare di stabilire un rapporto di fiducia, ascoltando
i vissuti, i progetti e sogni del giovane migrante. Ancora più importante è creare le
condizioni perchè il minore sperimenti situazioni concrete che lo aiutini a conoscere la
nuova realtà in cui si trova a vivere. Le opportunità possono essere varie: inviare il minore
all'ufficio postale a pagare il bollettino x l'iscrizione a scuola diventa occasione x aiutarlo a
capire quando sia importante l'apprendimento della lingua italiana x saper gestire la
burocrazia. Molta pazienza, atttenzione, creatività e competenze aiutano l'educatore nel
difficile compito della rielaborazione del progetto migratorio.
Il lavoro educativo in comunità coi msna assolve molteplici funzioni: la comunità è un
luogo di tutela e accoglienza; è quella che garantisce un check-up sanitario; deve
diventare quel lugo dove ogni ragazzo è riconosciuto come individuo , persona. La
comunità ha anche una funzione normativa che ha il suo fondamento nel rispetto
reciproco, nell'osservanza di regole, e nella responsabilità degli adulti di porre dei principi
educativi di riferimento.
Qualora il minore non passi x la comunità ma venga affidato ai familiari, il ruolo educativo
dei parenti è molto importante. Anche in questo contesto gioca un ruolo importante la
fiducia che si instaura tra affidatario e affidato. Come tutti gli adolescenti anche il giovane
migrante ha bisogno di figure di riferimento adulte che lo aiutino a codificare la nuova
realtà che si trova a vivere.
Il progetto migratorio
per msna presente nel territorio dello stato, di seguito denominato minore presente non
accompagnato, si intende il minorennne non avente cittadinanza italia o di altri stati dll'UE
che, non avendo presentato domanda di asilo, si trova x qualsiasi causa nel territorio dello
Stato privo di assistenza e rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti x lui
legalmente responsaibli in base alle leggi vigenti nell'ordinamento italiano.
Molti di loro durante tutto l'arco della loro breve vita non si sono mai allontanati dal
perimetro del loro villaggio e ad un certo momento qualcosa li fa scattare x proiettarli verso
luoghi lontani e sconosciuti. Spesso viene dipinto un ideale dell'italia ben diversa da quello
che realmente è; questo anche a causa delle telivisioni.
A. E. H. erano 3 ragazzini albanesi, vivevano nello stesso villaggio ai confini con il Kosovo.
Partirono insieme, le famiglie li affidarono ad un organizzazione di trafficanti che attraverso
il Kosovo, la Serbia, l'ungheria e l'austria li avrebbe condotti in Italia. Il viaggio fu
periglioso, in particolare accadde che i passeurs furono intercettati dalla polizia in una stra
dimontagna, ad una curva fecero scendere i ragazzi intimandoli di nascondersi che
l'indomai sarebbero passati a riprenderli. Il racconto di quella notte trascorsa nell'addiaccio
nascosti in una scarpata, al freddo e senza alcun punto di riferimento è particolarmente
straziante. E. fece molta fatica in comunità a riprendersi dal trauma, ebbe incubi notturno,
glivenne in aituo la sua spiccata intelligenza che gli consentì di essere subito iscritto alla
scuola secondaria superiore ottendendo risultati eccellenti. A. per mesi si chiuse in un
mutismo, H. invece reagì in modo ipercinetico, ma ogni qualvolta tornava nel ricordo non
poteva trattenere le lacrime. Se da una parte il percorso educativo per E. fu facilitato dai
successi scolastici e x la giovane età (14 anni) si riuscì ad aprire la strada dell'affido
familiare, dall'altra emersero le difficoltà di adattamento e integrazion messe in luce sia da
H. che da A. Poche settimane dopo il loro arrivo venne loro proposto un progetto di
rimpatrio assistito. Questo tipo di provvedimento viene effettuato dal Comitato x i minori
stranieri solamente qualora si ritenga che ciò sia opportuno nell'interesse del minore;
viene eseguito accompagnando il minore fino al riaddifamento alla famiglia o autorità
competenti nel paese di origine. Il rimpatrio, a differnza dell'espulsione, non comporta il
divieto di reingresso x 10 anni.
I minori hanno sempre rifiutato la proposta; vani furono anche i tentativi di persuadere le
famiglie a riprendersi a casa i loro ragazzi. Va specificato che le indagini internazinali
compiute dall'OIM (organizzazione internazionale x le migrazioni) ne scoraggiavano il
rimpatrio. L'indagine familiare è un indagine socio-economica condotta nel paese di
origine oi genitori o familiari del minore ed è molto importante x conoscere il contesto di
origine del minore al fine di elaborare un progetto di integrazione in italia tenendo in
considerazione l'opinione del minore.
Dopo qualche settimana dalla dimissione A. perse tutti i sui poveri risparmi in una sala
bingo di Mestre; solo allora ebbe la forza di affidarsi all'ufficio immigrazione x il rimpatrio.
Di lì a qualche mese lo avrebbe raggiunto anche H. L'anno scorso A. ha telefonato
l'educatore della comunità il quale l'ha sentito molto più loquace del solito.
Questa storia è stata raccontata perchè emblematica non solo delle sofferenze provate d
questi giovani ma anche della frustrazione del senso di imptenza di tutti gli operatori del
sistema, educatori di comunità, che cercano di restituire ai msna un quadro di realtà, realtà
che può rappresentare un opportunità se solo si riesce ad affrontarla.
Molte volte sono le stesse organizzazioni di trafficanti a spingere oltremisura le narrazioni
sul paese del Bengodi occidentale. È accaduto ai ragazzi bengalesi arrivati nel 2011. una
sera S. ammise sconsolato che l'italia gli era stata dipinta molto diversamente. Lo invitai
ad avvisare gli amici rimasti lagiù magari in procinto di partire.
Superato l'iniziale scoraggiamento, passata la prima fase di riadattamento al nuovo
contesto di vita, il msna deve affrontare la rielaborazione del proprio progetto migratorio.
È necessario fornire loro un supporto psico-educativo al fine di verificare le loro
aspettative, confrontarle col quadro di realtà, orientarli e facilitare l'espressione delle loro
risorse nel percorso verso l'autonomia e la cittadinanza responsabile. Spesso l'azione
educativa viene frenata da atteggiamenti di difesa messi in atto dai minori, da pregiudizi,
da approcci del tutto funzionali o assistenziali, da precisi mandati familiari. Attraverso una
relazione educativa improntata alla fiducia, all'accettazione delle reciproche differenze, il
minore va accompagnato a contattare i limiti ma anche le opportunità offerte dall'attuale
contesto socio-economico.
CAP 5: l'assistente sociale nell'esperienza d'accogienza familiare coi MSNA
nel 2008 il comune di venezia ha deciso di esternalizzare una parte delle funzioni
precedentemente svolte dal Servizio d Pronto intervento sociale delegandole alla
Cooperativa sociale ELLEUNO. Oggi la missione principale del progetto è assicurare uno
sporello giornaliero di accesso x i minori stranieri non residenti e minori potenziali
richiedenti protezione internazionale, favorire l'emersione di parenti al fine di incentivare i
percorsi di accoglienza familiare, supportare i percorsi di accogienza intrafamiliare.
L'Equipe minori stranieri non residenti del comune di Venezia si occupa invece della presa
in carico dei msna in affido a parenti entro il 4 grado, a persone che non siano familiari o a
collaborare col Centro x l'affido e la solidarietà familiare (CASF).
Per quanto riguarda l'applicazione dell'istituto di affido rispetto ai msna, poiché sono
ragazzi allontatasi dalla propria famiglia di origine, viene modificata in sostanza la filosofia
dell'affido così come previsto dalla legge. Ci troviamo di fronte a minori che, compiendo il
viaggio migratorio, hanno già iniziato un percorso di affrancamento personale dai propri
genitori. Vengono meno alcuni dei presupposti x cui viene adottato in Italia l'istituto in
questione, ovvero “temporaneità delle difficoltà familiari, temporaneità dell'affiso , diritto del
minore ad una famiglia, conseguente ed auspicabile ricongiunzione familiare”.
Per quanto riguarda i msna accolti presso i propri parenti, ritengo che un termine
rappresentativo sia rincongiungimento affettivo. Tale termine include la definizione di
“affido omoculturale” e lo circoscrive in quanto si riferisce ad un legame familiare e
personale tra minore e adulti la cui genesi è pregressa all'arrivo in italia e il cui contenuto
andrà a ridefinirsi dopo un viaggio migratorio e nella relazione viva e quoditiana di un
nuovo contesto. Una distinzione è da farsi tra rincongiungimento affettivi dove il minore e
l'adulto di riferimento avevabo una relazione pregressa e situazioni inc ui il minore e
l'adulto non hanno avuto modo, tempo, possibilità di condividere con continuità esperienze
d quotidianeità nel paese di origine. Oltre a questo un altra distinzione è fatta x parenti
entro e non il 4 grado.
Per quanto concerne le caratteristiche di genere, la maggior parte dei minori che giungono
al servizio sono ragazzi di età compresa tra i 15 e 17 anni e mezzo e le accoglienze
presso familiari coinvolgono x lo più msna nonrichiedenti protezione internazionale. Per
quanto concerne le ragazze invece un numero esiguo arriva al servizio e la maggior parte
delle volte non viaggiano da sole e si presentano al servizio già al primo accesso
accompagnate da adulti di riferimento col consenso dei genitori.
Il diritto dei minori di vivere all'interno del proprio nucleo familaire è condiviso ed esplicitato
all'interno di più norme, ma rimane aperta la sfida della continua ricerca di strategie di
lavoro sociale efficaci che portino a far si che i parenti dei minori emigrati in italia si
assumano la responsabilità di accogliere questi giovani e