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INTERAZIONE SOCIALE E AMBIENTEL'azione collettiva
Il comportamento collettivo è un particolare tipo di comportamento sociale che, pur assumendo forme diverse sotto diversi profili (giuridico, organizzativo ecc.), ha un proprio carattere saliente, un unicum sociale. Da un punto di vista sociologico è rintracciabile nelle modalità nelle quali i soggetti interagiscono.
Interazione socio-ambientale
Come l'ambiente entra nelle interazioni sociali? Il primo modo in cui l'ambiente entra nelle società umane è sicuramente in termini di condizionamento ecologico. L'ambiente è una fonte da cui attingere per il proprio nutrimento e protezione fisica. L'uomo ha una struttura fisica che obbedisce alla natura. Gli uomini, in quanto specie, collaborano e competono per trarre dall'ambiente gli elementi che garantiscono la sopravvivenza e, con la tecnologia, possono modificare l'interdipendenza con l'ambiente ma mai potranno annullarla del tutto. Secondo il
biologismosociale e la scuola di Chicago ogni soggetto è interessato alla propria sopravvivenza e a quella del suo patrimonio genetico e cerca la sopravvivenza nell'ambiente che lo circonda. Cooperazione e conflitto in questo quadro si alternano creando un equilibrio sempre mutevole: l'uomo deve controllare un territorio per garantirsi l'approvvigionamento delle risorse e altri esseri viventi si possono o sottomettere o ribellarsi creando conflitti molto dispendiosi a livello energetico. Questa teoria è molto criticata perché assimila l'uomo al mondo animale trascurando il fatto che l'uomo dotato di moralità vede in termini non strettamente funzionali i suoi simili. Ma questo è comunque un approccio che tenta di spiegare l'azione collettiva e l'altruismo. L'azione collettiva moderna sembra somigliare molto poco a questo cliché ma può assumere le sembianze di una colonizzazione in uno spazio.
più o meno civilizzato per accaparrarsi le risorse detenute da un gruppo dominante.
Il secondo modo è quello che vede l’ambiente come misura astratta dello spazio come distanza fisica tra un soggetto e l’altro. La distanza qui significa assenza e ciò condiziona molto le relazioni umane che divengono più fredde, assumono ruoli più specializzati e su astrazioni e tipizzazioni. La vicinanza invece comporta compresenza e quindi rapporti diretti e emotivamente connotati. (dicotomia efficace ereditata da Simmel). Simmel infatti osserva come con le persone vicine si tenda ad essere socievoli ed amichevoli escludendo l’indifferenza. Simmel considera anche il fatto che l’intellettualizzazione della vita moderna fa sì che anche in condizioni di compresenza le relazioni possano essere fredde e poco condizionate dai sentimenti estremi questo perché dà luogo ad un oggettività fredda ed estraniante. Per Simmel quindi
Distanziamento fisico e mentale si incrociano (la chiama intellettualità) provocando reazioni fredde in situazioni di compresenza e possibilità di comprensione tra persone molto lontane. Stesso questione è ripresa da Giddens che elabora il concetto di disaggregazione delle coordinate spazio-temporali. I legami infatti si possono mantenere (grazie a telefoni ecc.) anche a distanza così i rapporti sociali perdono ogni riferimento spaziale e i luoghi di riferimento per l'interazione assumono confini indeterminati. I rapporti face-to-face però rimangono insostituibili, si possono mantenere rapporti a distanza ma è necessario vedersi. Disaggregazione e rivoluzione telematica sono il secolare tentativo dell'uomo di annullare lo spazio che lo separa dai suoi limiti ma lo spazio può essere dilatato o compresso ma mai eliminato. L'ambiente in quanto spazio condiziona la vita moderna degli individui che cercano di annullarlo sia.
perché è un costo che perché è percepito come limite all'incontro. Questo filone considera dunque l'ambiente come frizione dello spazio rispetto alle potenzialità interattive dell'uomo. Il terzo modo cerca di recuperare una dimensione qualitativa dello spazio-ambiente. Infatti cessa di essere solo un'abrasivo delle relazioni ed è invece investito di significati che ne modificano la fruizione. Esempio ne è il turismo dove muoversi a vuoto è proprio lo scopo; in quel caso l'ambiente è un fine e non un ostacolo. L'ambiente è caricato di simboli (umani) che impediscono che esso sia un mero supporto o impedimento alla relazione o ai progetti dell'uomo. I luoghi quindi si prestano a coagulare significati intersoggettivi degli uomini e si prestano a fissare la memoria collettiva su determinate cose e qui assume valenza la preservazione dell'ambiente. Il quarto modo vedeL'ambiente come uno spazio fisico che misura lo squilibrio delle relazioni umane. Chi ha più spazio in genere è più potente, vive meglio ecc. Inoltre lo spazio ha diverso valore politico a seconda della collocazione geografica o delle attività che vi si svolgono. In questa visione di spazio come potere l'azione collettiva si inserisce in maniera conflittuale nella rivendicazione dell'accesso libero e del riequilibrio nella divisione della ricchezza che emerge dal controllo del territorio. Le prospettive di studio di interazione sociale rispetto all'ambiente sono quindi:
- Ecologico (adattamento): l'uomo si adatta all'ambiente
- Strumentale (strategia): ambiente vincolo fisico da ridurre al minimo a favore dell'interrelazione
- Cognitivo (simbolizzazione): ambiente come simbolo dell'intersoggettività
- Relazionale (reciprocità): ambiente goduto in maniera aperta e indivisa è segno di
equità.L’approccio ecologico: l’ambiente condiziona, l’ambiente unisce
Tra le analisi dei movimenti sociali che guardano per prime all’ambiente troviamo l’analisi ecologica e l’analisi di comunità religiose. Secondo l’analisi ecologica il sorgere dell’azione collettiva si accentra sulla “risposta ad un problema” cioè la società è dotata di meccanismi di difesa all’insorgere così l’azione collettiva pro-ambiente è vista come reazione meccanica all’insorgere di perturbazioni nel sottosistema di approvvigionamento delle risorse fisiche necessarie alla sopravvivenza dei membri della società. La spiegazione di questo atteggiamento è riconducibile a Smelser o a quella che viene definita teoria della tensione. La teoria del comportamento collettivo di Smelser rientra nell’ambito delle teorie della tensione. Applicata al movimento ecologista per esempio
Questa teoria afferma che la tensione prodotta dall'esistenza dell'inquinamento in una società che si dice impegnata nella difesa della salute e dell'ambiente ha determinato il sorgere di un nuovo movimento sociale rivolto a risolvere tale tensione. Ma per capire questa teoria è necessario chiedersi prima come avviene la percezione del pericolo. Smelser sostiene che il comportamento collettivo è una mobilitazione sulla base di una credenza che ridefinisce l'azione sociale. È dal sottosistema culturale che vengono i segnali che qualcosa non funzioni. Ciò richiama l'approccio di Parsons che vede la cultura e la latenza (ossia le norme interiorizzate che forniscono la lealtà al sistema) come gli strumenti di più alti livelli nel controllo di un sistema. Ciò però non è sufficiente perché si scateni un comportamento collettivo; per Smelser servono anche altre condizioni: una propensione strutturale,
tensioni strutturali, la credenza generalizzata, fattori precipitanti, la mobilitazione attiva e meccanismi di controllo sociale. Per questo il comportamento collettivo non scaturisce solo da una tensione ma è più complesso. Questo approccio ha dato luogo in particolare ad analisi ecologiche: si è cercato di interpretare la nascita di movimenti sociali a partire dalle condizioni socio-ambientali di una data area. L'azione collettiva in questa prospettiva è una salutare reazione del corpo sociale a minacce alla sua integrità. Pur essendo importanti le variabili organizzative il centro della spiegazione sono le risorse culturali comuni che suscitano poi comportamenti sociali. Il punto debole di questo approccio è che non guarda molto all'aggregazione ma riesce a far uscire i movimenti collettivi dall'accezione irrazionale. Approccia lo studio delle mobilitazioni in modo simile all'ecologia delle popolazioni in cui il puntofusione e collaborazione. Tuttavia, entrambe le strategie possono essere efficaci a seconda delle circostanze. L'ecologia umana si occupa di studiare come le persone interagiscono con il loro ambiente sociale e come questo influisce sul sorgere di movimenti collettivi. Questo campo di studio ci aiuta a capire le dinamiche sociali che portano alla formazione di organizzazioni. D'altra parte, l'ecologia delle popolazioni si concentra sullo studio di come i movimenti collettivi si strutturano una volta che si sono affermati sulla scena. Questo campo di studio ci aiuta a comprendere come le organizzazioni si adattano e si evolvono per sopravvivere e competere per le risorse vitali. In conclusione, l'ecologia delle organizzazioni ci offre una prospettiva completa sulla formazione e l'evoluzione dei movimenti collettivi. Sia l'ecologia umana che l'ecologia delle popolazioni sono fondamentali per comprendere come le organizzazioni si sviluppano e si adattano all'ambiente sociale in cui operano.specializzazione.L'approccio strumentale: l'ambiente come arena e come oggettoL'approccio strategico differisce da quello ecologico per due importanti elementi: uno riguarda lfatto che abbiamo degli attori collettivi che compiono delle scelte, l'altro è che queste scelte possono rispondere ad una razionalità diversa da quella prefissata nei modelli ecologici. In questi ultimi si presuppone che le organizzazioni debbano crescere ed espandersi alla stregua di un qualsiasi organismo biologico. Nell'analisi organizzativo-strategica invece le associazioni ambientaliste vogliono affermare valori e pratiche solidali son gli ecosistemi queste devono contemperare la necessità di sopravvivere con l'imperativo di perseguire la difesa dell'ambiente. In altri termini si pongono secondo una logica di razionalità rispetto al valore che presuppone una coerenza morale tra gli strumenti e le finalità da perseguire. Ed è
proprio in questa sofferta coerenzatra mezzi e fini che si pone l'approccio strategico all'azione collettiva pro-ambiente. Nella scelta strategica bisogna guardare come la singola organizzazione ambientalista ondeggia tra le proprie esigenze di sopravvivenza e a fedeltà.