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Risultato elettorale e crisi di governo
Il risultato elettorale conferisce il primato a FI e catapulta il leader a Palazzo Chigi a capo di una coalizione FI – AN – LN, ad essa si aggiunge il centro cristiano democratico. Nei mesi del primo governo Berlusconi, Forza Italia rivela tutta la sua impreparazione a comprendere e gestire le dinamiche interpartitiche nell'arena parlamentare. L'esito è la rapida fine dell'esperienza governativa. Con la caduta del governo, provocata dallo sganciamento della Lega, l'autoproclamata impostazione ideologica liberaldemocratica sfuma in una deriva dai toni vittimistico-populisti. In realtà, nella sua azione, FI si era rivelata così maldestra da sollevare una reazione fortissima sia nella magistratura che nel movimento sindacale con una proposta sulle pensioni squilibrata e improvvisata. La crisi di governo congela anche il progetto di rinnovamento organizzativo di FI. Da quel momento, il partito vive per tre anni in una dimensione.extra-statuaria in cui incarichi e organi vengono datti edisfatti al di là di ogni norma scritta, a insindacabile volontà del leader. L'indeterminatezza organizzativa, unita a un disdegno manifesto per tutto ciò che è partito, impediscono la formazione di una vera classe dirigente. Non muta invece nella gerarchia di Forza Italia, la presenza dei più stretti collaboratori di Berlusconi di provenienza Fininvest che costituiranno una sorta di superélite del partito. Forza Italia assume quindi una fisionomia personal-carismatica. Ciò implica una capacità di controllo assoluto sui dirigenti e sui quadri locali, grazie al congelamento delle iscrizioni al partito e alla marginalizzazione del club.
Con questa non-struttura Berlusconi affronta le elezioni regionali del 1995 e quelle politiche del 1996. Le risorse comunicative riescono a sopperire a quelle organizzative in senso stretto. Mentre alle regionali il partito aumento i consensi
ottenuti l'anno precedente (22,3%, +1,3%) anche in virtù dell'apparentamento con il neonato CDU di Rocco Buttiglione, nelle competizioni locali, provinciali e comunali FI paga il suo rifiuto di radicamento territoriale e cala paurosamente. Alle politiche del 1996 si mantiene al 20,6% grazie anche a una generosa copertura mediatica offerta da entrambi i network, Mediaset e Rai, sia al partito sia al suo leader. Il risultato delle urne, al di là delle percentuali, indica che FI si è affermata come una presenza stabile nel nuovo sistema partitico. Votano per Forza Italia in misura pressoché simile casalinghe e lavoratori autonomi, mentre impiegati, operai e studenti non ne sono attratti. Di fronte al nuovo contesto che la vede all'opposizione, Forza Italia adotta inizialmente un atteggiamento cooperativo. Subito dopo le elezioni, Berlusconi rilancia l'ipotesi di una larga intesa per avviare le riforme rivolgendosi in primis al leader del PDS.Massimo D'Alema. Grazie al decisosostegno del segretario pidiessino, nell'agosto del 1996 viene varata la legge per istituire una commissione bicamerale ad hoc.
L'atteggiamento cooperativo sul terreno delle riforme non comporta però un'attenuazione dellapolemica antigovernativa da parte di Forza Italia. Questo atteggiamento bifronte fatto di avances estoccate riflette una strategia precisa: blandire il maggior partito della coalizione e specialmente il suo leader cercando di ottenere alcuni provvedimenti favorevoli su temi sensibili (in primis la giustizia) e allo stesso tempo, incalzare senza sconti il governo al fine di inserire un cuneo tra D'Alema e Prodi.
Alle amministrative dell'autunno del 1997 Forza Italia non supera nemmeno il 10% nei 19 capoluoghi in cui si vota. Sotto la spinta di una più corposa rappresentanza di politici di professione, viene ridisegnata l'architettura interna del partito. Dopo l'occupazione del
al 18 novembre 1994 a Milano. Durante il congresso viene eletto presidente Silvio Berlusconi, che diventa così il leader del partito. Il congresso rappresenta un momento di grande importanza per il partito, in quanto viene definita la sua struttura organizzativa e vengono prese decisioni fondamentali per il suo funzionamento.al 18 aprile 1998. Il dibattito è pressocché assente mentre prevale l’stile da convention, in perfetta sintonia con la socializzazione culturale della superélite di matriceFininvest. Viene messa la sordina all’impostazione liberal-liberista e vengono invece accentuati iriferimenti alla tradizione cattolica connotando così il partito come un contenitore ancora più ampio, verso partito pigliatutti. Forza Italia si proclama erede della DC degasperiana ed enfatizza ilsuo ingresso nel Partito Popolare Europeo.Questa mutazione tuttavia contrasta con alcune valutazioni dei suoi elettori. L’insistenza dei primianni sulla discontinuità con il passato e l’imposizione del dibattito politico sulla dicotomia vecchio-nuovo hanno lasciato dei segni nel suo elettorato. In secondo luogo, la collocazione degli elettoriforzisti sull’asse sinistra-destra è più inclinata verso destra.La ripresa politica di Forza Italia siconcretizza nella primavera del 1999. Il primo segnale del ritorno sotto una buona stella viene dal fallimento del referendum sulla riforma elettorale tenutosi il 18 aprile 1999. In gioco c'era la leadership del centro-destra. Per una manciata di voti non viene raggiunto il quorum, e Berlusconi così rintuzza la prima sfida alla sua leadership. Il secondo colpo è assestato il mese successivo in vista delle elezioni europee. Forza Italia ottiene un buon successo ritornando primo partito con il 25,2%. Ultimo tassello nel percorso alla riconquista del governo è fornito dalla rinnovata alleanza con la Lega Nord. La Lega ritorna all'ovile stringendo un patto d'azione con Forza Italia e consentendo la riproposizione unitaria del centro-destra formato 1994 alle regionali del 2000. Questa ripresa politica coincide con il consolidamento strutturale del partito avviato con il nuovo statuto sancito dal congresso nel 1998. All'apertura delle iscrizioni con ilNuovo statuto, a fine 1997, aderiscono subito quasi 140 mila persone. La roccaforte forzista è la Lombardia, che fornisce circa il 15% degli iscritti, seguita dalla Puglia. I club rimangono in vita ma mantengono il loro status di strutture affiliate al partito, senza alcun ruolo nel processo decisionale. Solo i soci del partito hanno questa facoltà, ma è puramente teorica perché a essi manca una sede fisica per riunirsi e fare politica. Questa situazione però non soddisfa i membri di Forza Italia in quanto circa la metà vorrebbe contare di più. Nel febbraio del 2000 viene promossa la prima conferenza organizzativa del partito, ma poco o nulla cambia: la normalizzazione di Forza Italia non implica il venir meno del suo tratto carismatico. La ripresa del partito si conferma alle regionali del 2000, dove il partito raccoglie il 25,4%. Forza Italia affronta allora le elezioni del 2001 come il vincitore annunciato: i suoi avversari sono allo sbando.
Egli alleati, diversamente dal 1996, sono allineati e coperti. Ancora una volta il dominus dellacampagna elettorale è Berlusconi, che parte in anticipo emergendo da enormi cartelloni pubblicitaricon brevi e azzeccati slogan che toccano una varietà di interessi e sensibilità: si va dalle pensioni piùgiuste alla sicurezza, dalle adozioni più semplici a un buon lavoro, dall’ambiente alle grandi opere.Forza Italia dà il tono alla campagna elettorale imponendo temi, interpretazioni e soluzioni.Il profilo di FI subisce qualche ritocco. Mentre nel 1994 spiccavano oltre al rifiuto della primarepubblica e dei partiti tradizionali, rivendicazioni di un’ispirazione liberaldemocratica come ilrichiamo all’iniziativa privata e all’imprenditorialità, e la denuncia dello statalismo e delconsociativismo, nel 2001 Forza Italia smussa gli angoli e diventa ecumenica per aderireplasticamente a tutte le componenti della società.
accentuando ulteriormente i tratti del partito Forza Italia evocato nel congresso del 1998. Questa trasformazione è intesa alla penetrazione nei diversi settori della società per diventare il partito centrale e insostituibile della politica italiana. Una campagna elettorale così non poteva che portare ad un trionfo: con il 29,5% alla Camera, Forza Italia è il primo partito in 15 regioni su 20. Si registra uno scarto rilevante tra l'immagine modernizzante, efficientista, sintonica con i ceti produttivi e imprenditoriali del Nord e la distribuzione territoriale nonché l'ancoraggio socioprofessionale del suo consenso. Forza Italia si conferma infatti tanto forte al Nord quanto al Sud, e attira consensi più nei piccoli centri che nelle città medio-grandi e nelle metropoli. Si ha un profilo di un elettorato prevalentemente periferico in termini sociali: Forza Italia coinvolge sempre più chiaramente componenti animate da pulsioniantipolitiche. L'alta esposizione alla televisione e soprattutto la fruizione di canali Mediaset costituiscono le due variabili esplicative più potenti del voto a favore di Forza Italia. L'elettorato è molto più spostato a destra rispetto al 1996, inoltre i forzisti sono nettamente orientati in senso autoritario e clericale: si dichiarano favorevoli alla pena di morte, a norme vessatorie verso gli immigrati e a rendere più difficile l'interruzione di gravidanza. Forza Italia sembra attrarre un elettorato socialmente molto diversificato e tutt'altro che concentrato tra i settori più dinamici e più prestigiosi della stratificazione sociale, e politicamente molto conservatore e poco liberale. Ma soprattutto, un elettorato distante dalla politica, connotato dal livello più alto di disinformazione e disattenzione verso di essa. Questo scarto tra proiezione del partito e ricezione dell'elettorato viene colmato dalla figura
re il suo appello ai cittadini italiani, chiedendo loro di sostenere il suo partito e di credere nella sua visione politica. Egli si presenta come un leader carismatico e determinato, pronto a combattere per difendere gli interessi del popolo italiano. Forza Italia si propone come un partito che vuole ridare voce e potere ai cittadini, mettendo al centro le loro esigenze e le loro aspirazioni. Il Cavaliere promette di lavorare per migliorare l'economia del paese, creare nuovi posti di lavoro e garantire una maggiore sicurezza. La sua campagna elettorale è caratterizzata da un forte senso di patriottismo e orgoglio nazionale, con il Cavaliere che si presenta come il difensore della cultura e delle tradizioni italiane. Il suo stile di leadership è autoritario e carismatico, con una forte enfasi sulla sua figura e sul suo ruolo di guida. Forza Italia si presenta come un partito di centrodestra, che si oppone alle politiche di sinistra e promuove valori conservatori e tradizionali. Il Cavaliere si presenta come un uomo d'affari di successo, che ha dimostrato la sua capacità di gestire grandi imprese e che può applicare la stessa competenza alla politica. La sua figura è spesso associata al lusso e all'opulenza, con il Cavaliere che si presenta come un simbolo di ricchezza e successo. La sua campagna elettorale è caratterizzata da un forte utilizzo dei media e delle nuove tecnologie, con il Cavaliere che si presenta come un uomo moderno e attento alle esigenze dei cittadini.