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La ricerca amministrativa è stata coniata da Lazarsfeld e i suoi collaboratori, è una ri-

cerca che si svolge all’interno di strutture definite e affianca in qualche modo il mana-

gement aziendale, inteso come uno stato di specialisti che cercano di massimizzare i

profitti delle aziende di comunicazione. Quanto più si scava su una determinata que-

stione, tanto meno la ricerca amministrativa è interessata ad arrivare fino in fondo.

Con la ricerca amministrativa si arriva a capire l’entità dei fenomeni e importanti ac-

quisizioni che sembrerebbero molto dure nei confronti della comunicazione di massa.

Lazarsfeld e i suoi collaboratori sono interessati a stabilire un contatto con il mercato e

a capire anche in che misura il mercato è disposto a pagare per la ricerca. Fanno sì che

il ragionamento e la ricerca intorno alla comunicazione di massa non rifiuti il rapporto

con la grande industria. Si cerca di capire per quale motivo piacciono programmi senza

un alto contenuto intellettuale o emozionale come Professor quiz, il quiz mandato in

onda nelle radio già nei primi anni della loro attività tecnica. Si pongono domande di-

rettamente alle consumatrici. Per esempio si comprende che una soap opera di per sé

può servire per avere argomenti di conversazione con familiari dello stesso genere del

consumatore (se sono femmine altre femmine).

Nel testo Some Social Functions of Mass Media, Merton evidenzia la disfunzione narco-

tizzante, che non rappresenta una funzione positiva dei media nei confronti degli esse-

ri umani che si sottopongono al consumo dei media stessi. Essi, moltiplicando il mate-

riale informativo su una determinata questione, riempiono la testa dei lettori o degli

ascoltatori a tal punto da saturare gli interessi nei confronti della questione e non

permettere, quindi, all’individuo di agire in maniera critica.

Nella prima metà degli anni 40, in seguito ad una ricerca che prenderà il titolo di The

People’s Choice, il gruppo di Lazarsfeld si sposta su un modo di integrare la ricerca sui

media con la ricerca sulla comunicazione politica.

Nella ricerca amministrativa c’è un modo costruttivo di guardare i media, per capirne

eventuali regole di funzionamento e migliorarle. Nell’osservazione filosofica, invece, si

cerca di studiare i media vedendoli come rappresentativi di un modo di pensare al

mondo poco rassicurante perché, tutto sommato, mette in secondo piano quella che

potremmo chiamare la felicità o la vita pubblica.

Nel 1940 viene fatto nella Columbia University uno studio per le elezioni presidenziali.

Venne presa in considerazione una cittadina dell’Ohio. L’obiettivo era cercare di capire

come cambia il comportamento elettorale di 2 classi specifiche di elettori, gli incerti e

gli indecisi: si presero un certo numero di persone attraverso il metodo panel e si in-

tervistarono periodicamente per capire quali erano stati i fattori che intervenivano nel-

le loro scelte elettorali ed emerse la figura dell’opinion leader, che è una persona si-

tuata in maniera trasversale dal punto di vista delle classi sociali, cioè non deve essere

necessariamente una persona che appartiene ad una classe sociale elevata o a un alto

livello di istruzione, è semplicemente una persona che è più esposta ai media, più inte-

ressata al dibattito politico e pubblico su determinati argomenti e viene considerata

dal resto della comunità di persone come competente in quella particolare materia.

L’opinion leader, quindi, si poneva all’interno del flusso di comunicazione tra il mes-

saggio che arrivava dai media e i cittadini. La presenza di questa persona che funziona-

va da filtro frenava il potere dei media, non era più diretto, per questo si parla di mo-

dello di comunicazione a 2 stadi.

Le ricerche successive, Decatur, sempre fatta da studiosi all’interno della Columbia

University confermarono la presenza degli opinion leader e fecero emergere

l’importanza fondamentale nelle reti di relazione per la formazione delle opinioni delle

persone. La ricerca su Decatur si basava sul fenomeno del gregarismo fra le donne,

cioè che cos’era che influiva la loro opinione su determinati argomenti? Si scoprì che

più che i media ad essere influenti erano le relazioni con le persone. Erano le reti di re-

lazioni e il testo Personal Influence è un testo fondamentale per lo studio della comu-

nicazione perché segna il passaggio tra questa concezione dei media onnipotenti che

non hanno alcun tipo di resistenza quando inviano il loro messaggio a quei media che

hanno invece degli effetti più limitati proprio grazie agli opinion leader, alle reti di rela-

zioni, le agenzie di socializzazione, ecc.

L’approccio alla ricerca amministrativa ci fa anche conoscere la ricerca sugli opinion

leader che si risolve in un nuovo lavoro chiamato Personal Influence, pubblicato nel

1955, a distanza di 10 anni dalla ricerca di Decatur e di 11 da The People’s Choice.

L’influenza personale non deriva solo dalla posizione dei leader di opinione che inter-

media tra media e cittadini comuni ma deriva anche dal capitale culturale in possesso

di ciascun individuo. Comincia un’altra concezione in base alla quale i messaggi dei

media vengono a penetrare nell’ambiente sociale attraverso parecchie forme di me-

diazione, una delle quali quella degli opinion leader (rispiegano i messaggi mediatici

mettendoli in mezzo a mille altre conversazioni). Il libro Personal Influence, inoltre,

stabilisce delle coordinate chiamate indici di gregarismo che implicano la ricerca nella

società di individui quasi sempre appartenenti a categorie più comunicative di altri.

In ogni ambiente c’è un’assenza di comunicazione e quando c’è un’assenza di comuni-

cazione di massa, vi è anche la possibilità di considerare l’ambiente complessivo come

il rimescolatore e il rielaboratore della stessa comunicazione di massa. (Se la radio dice

che in tutti questi periodo storici compreso il nostro c’è stato un aumento dei suicidi,

noi mettiamo in atto un processo di negoziazione, cerchiamo di capire quanto

l’informazione captata sia ridiscutibile insieme al vostro ambiente che è fatto del grup-

po dei pari, gli adulti, gli adulti privilegiati dal legame familiare, la parentela in genera-

le, persone che conoscete poco ma di cui vi fidate).

Egemonia è una parola greca che vuol dire essere in grado di indirizzare lo sviluppo in

questo caso non delle forze cognitive ma delle forze intellettuali, chi è egemone sa im-

porre modelli dominanti, modelli che poi diventano riproducibili e assimilabili anche

dal singolo individuo.

Capitolo 4

Si parte da un’analisi di Anderson il quale ci spiega che in questo periodo all’interno

della Gran Bretagna non vi è sociologia, non vi è un’analisi critica della situazione socia-

le che vive la Gran Bretagna. Anderson sostiene che attraverso un’analisi della cultura

si possa attualizzare un’analisi successivamente sociale. Questo può avvenire partendo

dalle basi della critica letteraria, critica che è permessa grazie a Leavis, docente univer-

sitario, che si è conquistato la sua notorietà perché si occupava di letteratura, cinema,

ecc. Sul piano comunicativo come novità abbiamo la difesa della letteratura inglese

come base per la critica e l’analisi della società. L’insegnamento dell’inglese nelle scuo-

le viene considerato importante per diversi fattori: a studiosi come Leavis o altri impor-

ta prima di tutto che non ci sia una sorta di mantenimento di uno status di privilegio

intellettuale da parte delle classi elevate (borghesia e aristocrazia). L’ascensione socia-

le è possibile per un piccolo borghese ma per un operaio no perché c’è di mezzo una

vita scandita da ignoranze, malattie, denutrizione, ecc. Si vuole fare in modo che la

classe operaia non venga emarginata (rappresenta il 65% circa della popolazione ingle-

se). Leavis e gli altri pensavano che la classe operaia avesse dato un contributo enorme

per la crescita del paese.

Gli allievi di Leavis sono Hoggart e Williams. Cercano di sviluppare le teorie già attuate

e sottolineate da Leavis ma con un approccio un po’ differente rispetto a Leavis riguar-

dante la letteratura e la quotidiana realtà della classe operaia. Questo senso di distac-

co che si manifestava da parte della classe operaia nei confronti della letteratura veni-

va dato dal fatto che molto spesso le opere non venivano scritte da persone come ad

esempio Hoggart e Williams che facevano proprio parte della classe operaia, bensì da

intellettuali che potevano analizzare, prendere a cuore la posizione della classe operaia

ma non avevano una reale idea di cosa significasse in quanto non la vedevano. Hoggart

e Williams provengono entrambi da un contesto operaio ed entrambi insegnano nelle

scuole serali per poter permettere anche agli operai di frequentarle. Hanno incontrato

gente come loro e visto con i loro occhi cosa significassero gli anni 50 per questa gente,

cioè desiderio di ascesa sociale e che nessuno di loro, secondo quanto scritto da Wil-

liams e Hoggarts, sarebbe tornato indie Le Bon è terrorizzato dalla cultura di massa e

vede le folle come proprietarie delle città e del nuovo potere. Altri intellettuali come

Leavis, invece, sostengono che la cultura di massa stia facendo rimbecillire le classi so-

ciali, in particolare quelle più basse. Secondo Hoggart e Williams non era così perché i

giornali, i fumetti, i cinema, ecc. compongono in realtà un immaginario che impedisce

lo sprofondamento della classe operaia in un tessuto di totale apatia.

The Uses of Literacy è un libro scritto da Hoggart e fu il primo a essere scritto da un

membro della classe operaia inglese sulle condizioni di vita quotidiana della gente or-

dinaria e sulla cultura di quella stessa classe operaia che viveva nelle città del nord

dell’Inghilterra. Viene considerato un resoconto delle vite della maggior parte dei

membri della classe operaia. Si esprime un desiderio, una nostalgia nei confronti di una

situazione che sta passando che è quella di una classe operaia negletta. Gli operai, es-

sendo entrati in un’economia di guerra ed essendo stati assunti per poter anche far

fronte alla preparazione di navi, armi, ecc. migliorano la loro condizione economica e

sociale. Oltre a questo però viene anche delineato il concetto di cultura grazie a Wil-

liams non più come un fattore esclusivo per pochi eletti bensì come una cultura ordi-

naria cioè accessibile a tutti che potesse permettere una unitarietà della cultura fon-

damentale per far sì che quelle differenze di classe che fino a quel momento e

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
22 pagine
5 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Saxbrina97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Cristante Stefano.