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FATTO OGGETTO CULTURALE INTERPRETE IDEE, STRUTTURA, ISTITUZIONI
ES: problema sociale della guida in stato di ebbrezza USA: l’oggetto
culturale/problema sociale è il guidatore ubriaco perché ha fatto pessime scelte e
perché imputare la colpa al sistema non fa parte della cultura americana. La risposta
a questo disagio sono le organizzazioni ad esempio la MADD per tutelare in particolare
i giovani. NIGERIA: il problema sociale sono le strade scoscese e disconnesse e i
locali danno la colpa ad entità sovrannaturali (streghe). Per i nigeriani si ovvia al
problema NON usando le strade invece di aggiustarle.
LA CARRIERA DI UN PROBLEMA SOCIALE= essendo i problemi sociali
culturalmente definiti, allora è ragionevole pensare che aumentino e calino in
popolarità nel corso del tempo. HILGARTNER e BOSK hanno cercato di spiegare cosa
faccia in modo che i problemi sociali sorgano e arrivino ad un declino. Immaginano
un’arena pubblica in cui ha luogo una competizione tra quelli che potrebbero essere i
problemi sociali più rilevanti. La competizione si realizza in due forme: 1)definizione
ed inquadramento dello stesso problema 2) cattura dell’attenzione nelle istituzioni le
cui risorse sono limitate. Le situazioni definite problemi sociali hanno caratteristiche: -
1) Sono o possono essere drammatizzate, 2) Trattano di temi portanti culturalmente,
3) Politicamente vital I vincitori di questa competizione possono essere definiti
problemi sociali ampiamente riconosciuti ( ES: AIDS).
LA COSTRUZIONE DI UN MOVIMENTO SOCIALE= I movimenti sociali richiedono
che le persone siano motivate a riconoscere che esiste un problema, ad accettare la
possibilità che esso venga risolto e riconoscere una certa condotta adatta a produrre il
risultato sperato. GAMSON= “il trucco è connettere il discorso pubblico e l’esperienza
delle persone integrandoli in un quadro che supporti l’azione collettiva”, per fare ciò
bisogna formulare il problema in modo tale che il pubblico accetti la sua importanza.
GOFFMAN= frame= schema interpretativo che permette alle persone di dare un
senso a ciò che provano. SNOW (con alcuni colleghi)i movimenti sociali devono far
coincidere i frames (schemi interpretativi) delle potenziali reclute. Questo
allineamento dei frames è la “connessione degli orientamenti interpretativi degli
individui e delle organizzazioni di movimenti sociali, in modo tale che un insieme di
interessi, valori e credenze individuali, obiettivi e ideologie siano COMPLEMENTARI”.
Chi crea i frame (claims-makers= attori significativi legittimati a sollevare problemi.)
devono colmare il divario tra la loro visione del problema e quella del pubblico. Ciò
avviene facendo leva non solo sulla sfera cognitiva del pubblico, ma anche e
soprattutto su quella emotiva - Esempio: la musica aiuta a creare l’identità
ARTE
cognitiva attraverso cui le persone legano il senso di essere un “noi” con una forma
specifica di azione di contrasto. La musica riesce in questo intento perché è un tipo di
azione esemplare che suggerisce al pubblico quali emozioni dovrebbe provare. I
problemi sociali competono per conquistare e mantenere l’attenzione dei media. La
pratica di framing esercitata su una determinata issue implica un sistema complesso
di interazioni (in termini di rappresentazioni e di attribuzioni di significato) tra soggetti
diversi, media, attori politici, gruppi di interesse, pubblici. Determinante, in questo
senso, è il legame tra uno specifico frame e l’orientamento che esso supporta in
termini di adozione di policies: come hanno notato Gamson e Modigliani (1987: 144), i
frame implicano generalmente la scelta di una direzione in termini di policy oppure
risposte implicite a domande del tipo “cosa bisognerebbe fare” a proposito di una
issue. A specifici “aggregati di metafore” (Binotto 2014) corrispondano specifiche
rappresentazioni mediali e news-frame che li utilizzano, li riproducono e li riempiono di
contenuti e storie. Queste rappresentazioni definiscono i limiti del discorso e le
coordinate simboliche all’interno delle quali possono muoversi l’azione politica e le
policies. Lo fanno attraverso aspetti del linguaggio, il quale ha un suo potere proprio in
quanto veicolo di frame, narrazioni, metafore, stereotipi, etc. Gran parte di questo
potere gli deriva dal suo essere im-mediato, riconosciuto come implicito
nell’esperienza umana e per questo quasi mai messo in discussione.
CAPITOLO 6. CULTURA E ORGANIZZAZIONI: FARE LE COSE IN UN
MONDO MULTICULTURALE (TRANSNAZIONI ORGANIZZATIVE)
Organizzazione: gruppo di persone che dispongono di risorse e mezzi al fine di
raggiungere un dato obiettivo = gruppo secondario con caratteristiche formali (atto
costitutivo che sancisce il sistema di relazioni) e di natura complessa (divisione dei
compiti, specializzazione), capace di agire come attore collettivo (es. sindacato,
associazione di volontariato, ma anche scuola, ospedale, etc.). Cultura: insieme di
norme, valori, credenze e simboli oggettivate in prodotti, documenti e istituzioni
Cultura come oggettivazione vs Cultura come prassi simbolica, ossia come processo
fluido di attribuzione/ negoziazione di significati a un dato oggetto materiale o
immateriale a partire da quello stesso insieme di norme, valori, credenze e simboli
CULTURE ORGANIZZATIVE= Le organizzazioni operano entro e tra culture e , a loro
volta, producono cultura. I manager e i lavoratori creano e ricevono oggetti culturali
che possono facilitare o ostacolare le attività dell’organizzazione. Questo scambio
avviene tra due livelli: 1) il livello dell’individuo (o piccolo gruppo); 2) livello del
gruppo di lavoratori (o dell’organizzazione nel suo insieme).
CULTURA E MOTIVAZIONE= Tutte le organizzazioni hanno obiettivi e devono trovare
il modo di motivare i propri membri a lavorare per questi obiettivi. VIE PER MOTIVARE I
LAVORATORI: della forza: è inefficace nel lungo periodo e disumano TEORIA
uso
DELL’INCENTIVO ECONOMICO= siccome gli esseri umani vogliono i soldi e ciò che i
soldi riescono a comprare questa teoria si basa sui premi e sulle detrazioni. Si
stabilisce un livello di produzione: chi lo supererà otterrà un aumento di stipendio e
viceversa. Questo metodo, però, spesso non funziona in quanto si crea una subcultura
tra i lavoratori che vedono in questo sistema una diseguaglianza che rende il lavoro
più difficile a tutti. Coloro che producono di più vengono esclusi dal gruppo e coloro
che producono di meno vengono, invece, aiutati. STRUTTURALE= le
TEORIA
gerarchie vengono appiattite e si colloca la scelta decisionale a livelli più bassi del
normale. Si promuove l’informalità, l’accessibilità e si eliminano le diseguaglianze di
classe (es i bar riservati ai soli dirigenti). Tanto più la classe manageriale sarà vicina al
resto dei dipendenti, tanto più questi ultimi si sentiranno parte dell’organizzazione e
contribuiranno ad conseguire gli obiettivi comuni. SELEZIONE IN FASE DI
RECLUTAMENTO (TEORIA CULTURALE)= viene chiamato da HOCHSHILD “lavoro
emotivo” nel suo studio sugli assistenti di volo in cui nota come le organizzazioni
cercavano lavoratori che fossero simpatiche ed estroverse e le addestravano a fornire
le giuste risposte emotive. STRUTTURALI E CULTURALI= come nella
TENTATIVI
compagnia ingegneristica ad alta tecnologia studiata da Kunda. La truttura
dell’azienda era decentralizzata e in continuo cambiamento così da essere
compatibile con il self-managment (le autorità non sono importanti), decisionalità e
creatività orientata al profitto. CREAZIONE DI ATTORI ESEMPLARI E STORIE
ORGANIZZATIVE: gli attori modello è un oggetto culturale: contemporaneamente un
modello del comportamento buono e un modello per gli altri membri
dell’organizzazione.
CULTURE DI SOLIDARIETA’ ED AMBIGUITA’= Esistono culture organizzative
condivise su larga scala nelle organizzazioni, anche se non sono necessariamente
unitarie perchè come abbiamo visto le organizzazioni hanno subculture che possono
diventare la base di conflitti. Esse si consolidano tramite storie che servono per
organizzare la propria esperienza. Si sono identificati sette tipi di racconti che si
ritrovano in una grande varietà di organizzazioni pubbliche e private su regole
infrante, sull'umanità o sulla mancanza di umanità del datore di lavoro, su dipendenti
che arrivano ai vertici, su incendi, su trasferimenti, su errori dei dipendenti, sull'abilità
dell'organizzazione di gestire gli ostacoli. Queste sono raccontate per millantare
l'unicità della propria organizzazione, anche se sono spesso. Ogni tipo di storia ha
visioni positive e negative ed esprime le contraddizioni e i dualismi propri della vita
organizzativa. Esprimere le tensioni legate all'incertezza all'ambiguità della vita
nell'organizzazione può servire ad ammorbidirle. Le storie (sia nella versione positiva
che in quella negativa) producono solidarietà tra chi le condivide. I lavoratori si
portano al lavoro le proprie identità collettive esterne e si crea un'infinità di tensioni
avulse dalla vita nell'organizzazione. E le subculture all'interno dell'organizzazione
possono frammentarsi lungo le linee etniche e di genere. Il Manager che detiene il
potere simbolico di spiegare le cose cerca di scoraggiare tali fratture che operano
irrazionalmente contro l'equivalenza funzionale. Ma il potere simbolico organizzativo
può arrivare solo fino ad un certo punto. La principale divisione è quella che passa
proprio tra management e lavoratori, con poche posizioni intermedie (che
presuppongono comunque lealtà divise) eccetto questi casi esistono distinzioni
pratiche e simboliche nette tra il primo ed il secondo gruppo.
Che influenza ha la divisione tra lavoro e management sulla formazione di
subculture entro un organizzazione? Innanzi tutto si può dire che la chiara coscienza di
classe immaginata da Marx non è poi così marcata ovunque: negli USA anche i
membri della classe operaia tendono a inserirsi nella classe media mentre in
Giappone lo scarto esiste ma la socializzazione tra operaio e manager colma lo scarto.
Possiamo quindi assumere che le solidarietà di classe non siano poi così rilevanti per
l'analisi organizzativa anche se non totalmente irrilevanti perché emergono nelle lotte
che oppongono datori di lavoro e lavoratori: durante scioperi e licenziamenti le culture
della solidarietà emergono. Tale cultura della solidarietà persiste a lungo anche dopo
la crisi. Caso delle infermiere del Vermont. Cosa ne è