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Cultura new-agedimensione sovrannaturale che invade i luoghi, quindi affermano l’esistenza di un genius
loci che non è preesistente, ma si manifesta in base alle abitudini di coloro che
frequentano quel luogo
Schulz individua luoghi naturali (es. bosco) e artificiali (es. città) e ogni luogo può essere romantico, cosmico
o classico.
- romanticolegame profondo con la natura e allo stesso tempo sentimento di angoscia (città e
paesaggi del Nord)
- cosmicocontatto tra Uomo ed infinito (es. catena di montagne)
- classicoregna il bello, l’equilibrio e l’individuo si trova a suo agio perché il luogo è a misura d’uomo
(es. paesaggio italiano)
2.Il nome della città
nomedescrive l’identità della città
Lo sviluppo delle città orientali era molto differente da quelle occidentali poiché in quest’ultime l’individuo
acquisiva un’identità determinata dal suo ruolo di cittadino, mentre in oriente i centri urbani accoglievano
gruppi etnici e clan i cui membri erano fedeli innanzitutto alla propria comunità d’origine. La città orientale
si formava attorno al mercato di scambio oppure attorno ad un luogo sacro ed intorno ai grandi centri urbani
si trovava una disseminazione di villaggi senza una forte identità culturale e sociale.
Con il medioevo e le prime invasioni le città costruirono attorno al nucleo centrale forti mura protette da una
potente forza militare; inoltre la maggior parte delle città si affidavano nelle mani di potenti e signori per
ricevere protezione e autonomia.
Con l’avvento della società industriale le città dei cittadini subirono l’invasione di carovane di lavoratori che
dalle campagne si trasferivano nelle industrie travolgendo l’assetto delle città. Non solo le città cambiarono,
ma nacquero anche la democrazia, il sindacalismo, la scolarizzazione, il consumismo e il tempo libero.
Aumentarono in pochissimi anni il numero di cittadini in città come Londra, Parigi, New Tork, Chicago ecc.
Per secoli le città erano state chiuse da mura e ora venivano aperte dalle tecniche militari e dal
potenziamento delle armi di distruzione e con lo spostamento dei lavoratori si crearono le periferie e dei
nuovi quartieri residenziali. Tutte le città europee vennero “hausmanizzate”, ovvero razionalizzate e la loro
struttura seguì il modello “a scacchiera” dove si dividevano i lotti di terra ricorrendo ai meridiani e paralleli.
Inoltre ci fu:
- introduzione dell’illuminazione pubblica
- ferrovie favoriscono
- metropolitane l’immigrazione
- proliferazione delle automobili e dei mezzi commerciali
- cambio della pavimentazione
- monumenti decontestualizzati, che da una parte lasciati in isolamento portavano ad incentivare
l’identità sociale, ma dall’altra venivano allontanati sempre di più dall’attenzione del cittadino.
In sintesi le due cause che hanno portato alla modifica del genius loci originario sono stati: la motorizzazione
e l’immigrazione.
attutisce l’identità originaria e la trasforma in qualcosa di diverso (es. quartieri Little Italy prima a New York,
Boston e Philadelphia e poi in tutto il mondo)
Molte delle caratteristiche della città postindustriale (a partire dagli anni 60) e quelle della società del rischio
(1990 circa) sono simili poiché entrambe fanno riferimento al fenomeno della globalizzazione. Ma la
globalizzazione che sembrava lo strumento più raffinato del neo colonialismo, in realtà ha sancito la crisi
politica, economia e soprattutto culturale del mondo occidentale. Il concetto di postmodernità è stato
coniato dagli architetti i quali seguivano movimenti avanguardisti che soddisfacessero il bisogno di efficienza,
funzionalità, razionalità e tecnologia. L’architettura moderna si caratterizzava per la potenza dei materiali,
per le linee semplici e per il gigantismo che esaltava il dominio dell’uomo sulla tecnica e sulla natura.
Venivano esaltate le linee rette per la loro semplicità e razionalità al contrario delle vie storte che
riprendevano l’irrazionalità e la casualità. In architettura la ribellione nei confronti del modernismo nasce dal
desiderio di riportare l’uomo al centro della progettualità urbana e di avvicinare l’architettura alle
problematiche sociali e culturalipost-modernismo: sia sviluppo che superamento del modernismo
Una nuova discontinuità nasce nelle città del 21° secolo e si sviluppa dalla diversità, dalle subculture e
dall’ibridazione delle costruzioni di senso. La città non ha più un centro, ma tanti strati di agglomerazione
temporanea dove le varie parti però sono in contraddizione tra loro. Il principale problema della
pianificazione di oggi sono i parcheggi e la città postindustriale non ha più confini.
conurbazione: espandersi di una città sul territorio circostante
Le cronache degli ultimi decenni hanno portato a una visione della città come un luogo di continui conflitti
dove ci sono tantissimi rischi e dove vagano sentimenti di paura, incertezza, ansia, preoccupazione.
Alcune metropoli assumono diverse identità perché sono città del mondo completamente globalizzate come
New York, Londra e anche Roma, città che ha quasi tremila anni di storia e che ha varie identità tra cui quella
di caput mundi, di città cristiana, di Roma rinascimentale e barocca, di Roma umbertina, di città mussoliniana
per arrivare alla Roma del cinema e della dolcevita nel dopoguerra ed infine alla Roma multietnica e
multiculturale di oggi. Molti dei luoghi fondamentali per la distinzione tra le varie identità di Roma perdono
la loro importanza soprattutto in chi vive quotidianamente quei luoghi ed è sottomesso dalla fretta che è la
principale caratteristica della vita cittadina.
4.Alla ricerca del Genius loci
Il meccanismo di formazione dell’identità urbana interessa due elementi che sono: una di carattere
psicologico, che consiste nell’attribuzione di significati che deriva da complesse dinamiche sociali e culturali;
un’altra che è costituita dal modo con cui la città comunica sé stessa: la sua skyline, le offerte, proposte ecc.
Per studiare meglio le città si usano quindi sia le interviste a chi ne fa parte in maniera diretta sia
l’osservazione attenta anche inglobando la fotografia (esprime oggettivamente la realtà ed è dotata di un
linguaggio condiviso a livello interculturale) e il cinema antropologicosociologia visuale (uso scientifico di
elementi che prima erano meramente estetici)
Nella ricerca visuale che coinvolge la città si usano questionari o interviste semi strutturate al fine di ottenere
dati facili da elaborare e che insieme alle immagini sono utili nello studio del genius loci, che è luogo e
sentimento. Ogni luogo, però, viene associato ad un significato diverso in base alle subculture che vivono
secondo stili di vita e referenti culturali diversi, ma allo stesso tempo sovrapponibili. Dalle ricerche è uscito
che i soggetti intervistati che siano residenti, turisti oppure city users, riconoscono gli angoli più importanti
della città, ma non ne associano nessuno spirito del luogo. Per esempio luoghi con un’identità unitaria sono
il Colosseo, che vuol dire sia impero romano che cristianesimo, oppure Villa d’Este che rappresenta non solo
la cultura rinascimentale, ma anche una fortissima connotazione ambientale che rimanda a un genius di
stampo naturalistico. Dalle ricerche svolte è stato notato come in un solo luogo ci possano essere
sovrapposizione di identità differenti sostanzialmente incoerenti. Esempio connotato è Campo dei Fiori che
presenta tre identità differenti: quella storica, che rievoca l’esecuzione di Giordano Bruno; quella folcloristica,
delimitata dal tradizionale mercato rionale ed infine quella notturna di rituale luogo di incontro dei giovani
romani. Oppure il caso di San Felice Circeo che offre stimoli multiformi: per i turisti si associa a dei percorsi o
escursioni proposte nelle guide turistiche, mentre i residenti danno maggiore importanza a degli edifici storici
e all’ambiente naturalistico che evoca il profilo della maga Circegenius loci cede il posto all’identità urbana
-percezione del luogo connotato in senso etnicocomunità albanese in Calabria
Si sovrappongono due modelli di acculturazione, che da un lato tendono a conservare un forte spirito
identitario e dall’altro mostrano la progressiva perdita di interesse nella cultura originaria. I gruppi etnici
tendono in una prima fase a raggrupparsi in uno stesso luogo, che diventa punto di riferimento come
Chinatown o Little Italy e successivamente questi luoghi diventano nel tempo apprezzati come luoghi
folcloristici. Nelle metropoli l’aggregazione residenziale si concentra nelle periferie e nell’hinterland, mentre
nelle piccole città viene preferito a queste zone il centro storico. I luoghi d’incontro sono quelli che
consentono un incontro immediato e gratuito come i giardini e i parchi pubblici o il così detto “muretto” per
quanto riguarda i giovani, i quali la notte occupano i luoghi in cui gli adulti stanno di giorno.
A Roma è stato possibile trovare punti di vista differenti in base alla formazione degli intervistati, in base
all’orientamento politico, alla fede religiosa e all’appartenenza di genere.
Per i city users non residenti si diffonde l’opinione che identità urbana e genius loci passino sempre per
l’esperienza individuale, effettivamente il pendolare ricorda come luoghi identitari la metropolitana, le
stazioni oppure anche le fermate.
Ancora diverso è il caso dei turisti sui quali si esercitano due forti pressioni: da una parte la conoscenza
determinata dalle loro letture, dall’altra gli stereotipi consolidati dalle guide turistiche.
Nel residente invece spicca un forte senso di appartenenza, quasi fosse un legame fisico con la propria città.
Sempre più si scambia il genius loci per l’identità urbana, ma il genius loci è uno ed è quasi sempre associabile
ad un personaggio reale o di fantasia che ha marcato quel luogo. L’identità urbana invece è plurale e
differentemente dal genius che è riconosciuto da tutti, essa viene filtrata dalle percezioni soggettive o dalle
rappresentazioni collettive. Non c’è niente di più falso nel credere che il genius loci sia un artifizio letterario
e che il concetto di identità urbana sia da confondere con qualche forma di leghismo. In primis perché la
ricerca dimostra che cittadini e città cercano disperatamente un’identità nei luoghi, second