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I capolavori interagiscono continuamente con gli oggetti culturali più comuni. Nel complesso, gli
oggetti culturali stereotipati celano strutture estetiche e cognitive che risuonano, e acquisiscono uno
status superiore, nelle opere esemplari.
<secondo esempio: la letteratura regionale>
La forma più comune di letteratura regionale è di gran lunga quella del giallo regionale.
Le più importanti espressioni letterarie dell’estetica regionale sono:
• ambientazione in città piccole o rurali;
• personaggi semplici e provenienti dalle classi inferiori;
• accurate descrizioni di territorio;
• trame centrate sul conflitto tra indigeni e stranieri (visti come innovatori);
• riferimenti al passato, a una vita più semplice che va scomparendo;
• tensioni tra indigeni e stranieri per quanto riguarda lettura, scrittura, istruzione e livello culturale.
Quest’ultimo elemento assume due forme diverse: nella prima i locali esprimono una profonda
differenza nei confronti di lettura, scrittura e/o istruzione, mentre nella seconda, opposta alla prima,
i locali, etichettati dai forestieri come zoticoni, dimostrano di avere cultura o intelligenza.
Ogni singolo diamante culturale è statico, un’istantanea.
Il diamante rappresenta la relazione complessiva in un preciso momento. Si possono esaminare i
cambiamenti nel tempo dando origine a un modello più complesso, un parallelepipedo culturale.
L’emergere dei nuovi media, tuttavia, comporta una revisione più profonda. Ciò caratterizza in new
media è la possibilità di partecipare. Nei new media il ricevitore può aggiungere materiale alla voce
o crearla a partire da più fonti.
Con i new media, la priorità va alla capacità di agire e alle interazioni. Il diamante rimane il
medesimo, ma l’attenzione si concentra sull’asse orizzontale che rappresenta le relazioni tra le
persone.
Le persone utilizzano la cultura per essere i soggetti che sono e per svilupparsi in coloro che
potrebbero essere, per connettersi con persone che la pensano come loro, che sono attraenti o
necessarie o con cui intrattengono già una qualche relazione strutturale.
L’analisi culturale non è particolarmente convincente quando si limita all’esame approfondito di un
singolo oggetto culturale, anche se prende in considerazione la produzione e la ricezione
dell’oggetto stesso. Allo stesso modo, l’evidenza empirica tratta esclusivamente da uno degli
estremi del campo di genere non permette di comprendere il genere nella sua interezza.
Ogni singolo oggetto culturale possiede proprietà uniche e irripetibili. Anche i raggruppamenti più
compatti, come gli esempi stereotipati e i capolavori, condividono alcune caratteristiche.
L’analisi di come vengono usati oggetti comuni dal capolavoro contribuisce a chiarirle e a
comprenderle.
-Tra dono e furto: la condivisione della musica in rete-
La breve storia del file sharing è costellata da attacchi legali da parte di associazioni dell’industria
discografica: attacchi che l’hanno rallentato e modificato degli aspetti.
Il file sharing esalta la possibilità di gestione dal basso dei consumi. Potremmo guardare al file
sharing come un grande meccanismo generatore di cultura popolare.
La condivisione di file in rete (come pratica di massa) nasce nel 1999 con Napster, un software
basato sullo scambio di file musicali in formato mp3 (dunque di dimensioni ridotte). Napster
consentiva a un numero praticamente infinito di utenti di connettersi reciprocamente attraverso un
server centrale, di scambiarsi musica archiviata sui rispettivi dischi fissi ma anche di dialogare
attraverso chat. Ovvero rendeva possibile fare su scala mondiale quello che facevano i gruppi locali
di appassionati.
Fu proprio il successo di Napster a fare esplodere il problema dell’aggiramento del copyright.
Napster diventa particolarmente vulnerabile: il gestore fungeva da mediatore perciò era
responsabile dei file scambiati.
Questo problema fu corretto dai “cloni” che nacquero dopo Napster: il modello gerarchico di
comunicazione basato sul rapporto client/server viene sostituito da un modello reticolare in cui
ciascuna unità connessa è al tempo stesso server e client potenziale di tutte le altre. Il questo modo
il fornitore software non è può essere considerato responsabile.
I problemi di copyright vanno allora a cadere sul singolo utente, identificabile con chiunque accede
nel sistema.
A ciò si risponde con la creazione di una serie di server d’appoggio, che indicizzano i contenuti
presenti in rete e reindirizzano gli utenti verso specifiche connessioni; all’eventuale chiusura di uno
di essi, non ci sono conseguenze rilevanti per l’intero sistema.
EMule ha interessanti peculiarità rispetto ad altre analoghe piattaforme. La prima è che i files in
corso di scaricamento entrano automaticamente in condivisione, cioè sono resi disponibili
all’upload.
Oltre a rendere disponibili un maggior numero di fonti, ciò contribuisce a quella simmetria fra
download e upload che rappresenta un principio fondamentale nell’etica del file sharing.
Più si offre più si è avvantaggiati nell’accesso alle nostre richieste.
I contenuti musicali (esistono anche video o file di testo) di eMule si presentano con alcune
caratteristiche:
• i materiali più scambiati sono
- da un lato le novità;
- dall’altro raccolte preparate con grande accuratezza e competenza.
• la maggior parte dei materiali sembrano provenire da una fascia alta, da degli intenditori;
• la centralità del profilo in “intenditore” sono l’alta presenza di bootleg e registrazioni non
ufficiali;
• alcuni materiali che circolano sono dei falsi, i file non corrispondono al contenuto dichiarato (è
possibile riconoscerli grazie alle chat, dove gli utenti possono rilasciare una valutazione e/o un
commento).
Ci sono tre punti importanti da considerare per il file sharing:
• il file sharing si pone in un rapporto di continuità con precedenti pratiche di scambio e
cooperazione;
• la grande quantità e varietà di prodotti rendono possibili modalità di ascolto più esplorative
e divergenti e tendono ad accrescere le competenze artistiche;
• l’accessibilità a una quantità quasi illimitata di musica si ripercuote su uno degli aspetti
chiave del consumo musicale, il collezionismo.
Quali sono le conseguenze? Altre domande riguardano l’etica della condivisione e le regole non
scritte nell’uso di eMule.
Il problema della scelta è visto nei termini di avere la possibilità di consultare un supermercato
virtuale gratuito, piuttosto che dover scegliere tra una selezione mirata fatta da negozi specializzati.
Si parte scaricando gli artisti preferiti per poi passare al genere musicale.
Come si conserva la musica scaricata?
Alcuni masterizzano i CD con la musica scaricata; altri scaricano di tutto a tappeto, sapendo di non
poter ascoltare tutto. Altri ancora archiviano su un disco esterno, procedendo per “assaggi”
ascoltando la musica.
L’uso di iPod ha grandi conseguenze sulle modalità di ascolto.
Ciò implica non solo la svalutazione del cd come oggetto, ma un processo di mutamento nella
percezione della musica che molti vedono come un deciso affinamento.
Gli utenti di eMule sono stretti tra due autorappresentazioni contrastanti della propria attività. Da un
lato quella del furto; dall’altro quella del dono, sostenuta da una cultura dell’open source che vede
Internet un formidabile strumento per sottrarre l’informazione al controllo del profitto e nel p2p
addirittura il fondamento di una nuova e più democratica struttura dei rapporti sociali, qualcosa che
si approssima molto da vicino al terzo paradigma.
Gli utenti di eMule vedono la condivisione come una pratica eticamente densa, per quanto percorsa
da ambiguità e contraddizioni:
- 1 livello – in cui questa etica si manifesta riguarda le regole non scritte, le “buone maniere” o la
netiquette della condivisione.
- 2 livello – riguarda le modalità del prelievo di musica e il rapporto con i diritti degli artisti e
dei discografici.
Da un lato ci sono gli argomenti contro il file sharing sostenuti nelle campagne dell’industria
discografica:
• a riproduzione non autorizzata di contenuti protetti;
• questa pratica lede i diritti dell’industria e degli stessi artisti;
• la logica di condivisione libera è parassitaria rispetto al mercato discografico ma rischia di
distruggerlo.
Dall’altro lato, c’è tutta una serie di controargomenti difensivi che circolano largamente:
• una riproduzione per uso personale e senza fini di lucro non si configura come pirateria;
• l’aggiramento del diritto d’autore è moralmente giustificato dai prezzi troppo alti dei dischi;
• appare ingiustificata, sul piano morale, la difesa degli interessi degli artisti;
• il timore che la condivisione gratuita mini alle fondamenta l’intero sistema di produzione della
musica è considerato infondato;
• la giustificazione profonda della condivisione gratuita viene cercata in petizioni di principio di
carattere generale o in grandi concezioni etico-politiche.
Il modello del dono maussiano si cui si fonda il principio del “terzo paradigma”: si tratta di uno
scambio di beni al di fuori dal mercato, senza vendita e corrispettivo economico, dove tutto
circola in continuazione, e ciò che è scaricato viene rimesso costantemente in giro.
-Culture tecnologiche emergenti. Analisi di una comunità di
wardrivers-
Hacker = un utente che mette in pratica specifiche strategie di appropriazione della tecnologia
informatica seguendo norme della comunità di appartenenza. Queste strategie prendono il
nome di hack, ovvero una modalità d’uso della tecnologia, che necessita di una robusta
competenza tecnica al limite col virtuosismo, è fortemente creativa e usa un approccio per
tentativi ed errori.
Prima di entrare nei dettagli della comunità hacker occorre analizzare i processi che hanno
trasformato il termine nel sinonimo di “pirata informatico”.
Mentre la letteratura fantascientifica ha sempre dipinto la figura dell’hacker come anti-eroe
positivo, i media l’hanno trattata come pericoloso criminale.
Storicamente il termine hacker ha avuto accezioni positive (spesso identificato come il genio del
computer), ma è stata la stampa ha iniziare la caccia all’hacker, che diventa così protagonista del
panico morale.
Una volta etichettato l’hacker come un deviante, il termine viene declinato o in un senso