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Riassunto esame Sociologia dei nuovi Media, prof. Santoro, libro consigliato It's complicated, D. Boyd Pag. 1
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It’s complicated

la vita sociale degli adolescenti sul web

-

Danah Boyd

I cellulari erano ovunque: tutti gli adolescenti della scuola di Nashville quel giorno ne avevano uno;

un iphone, un blackberry e altri di fascia medio-alta.

Ciò che era sorprendente per gli adulti era il fatto che gli adolescenti non usassero i cellulari come

telefoni (non chiamavano nessuno), bensì facevano foto della partita, altri scrivevano

freneticamente nel tentativo di trovare un amico nella folla.

Le uniche volte che suonavano, era perché i genitori li chiamavano.

I genitori sugli spalti, invece, dedicavano molta più attenzione.

Nonostante le lamentele dei genitori, i ragazzi usavano i loro cellulari solo come fotocamere o come

dispositivi utili a trovare i loro amici. Non avevano bisogno di altro perché i loro amici erano lì.

Gli adolescenti sono attratti da social media popolari come Facebook, Twitter o da tecnologie

mobili come applicazioni e sms per motivi completamente diversi: al contrario degli early adopter

(i “pionieri” di internet), che evitano la comunità locale per rifugiarsi in chat e forum; gli

adolescenti (o perlomeno la maggioranza), invece, comunicano con persone della propria

comunità. La loro partecipazione al web non è eccentrica, ma normale, quasi scontata.

I social media svolgono un ruolo essenziale nella vita degli adolescenti, le loro interazioni mediate a

volte completano o integrano i loro incontri faccia a faccia.

Nel 2006, il motto su MySpace era “se non sei su MySpace non esisti”: l’accettazione sociale

dipende dalla possibilità di socializzare con i propri pari nel posto fico.

I social media permettono di creare uno spazio fico senza che loro debbano spostarsi, e inoltre

danno una possibilità di capire il mondo, di partecipare ai “public in rete”.

Il termine social media si riferisce a piattaforme e strumenti di comunicazione, ma anche a una

mentalità culturale emersa nella metà degli anni 2000, che viene chiamato Web 2.0.

• Negli anni ‘80 - ‘90 servizi come e-mail e instant messagging erano i modi per comunicare con

persone che a loro volta usavano quei servizi. La maggior parte dei pionieri entravano in questi

spazi senza conoscere gli altri e le chat erano divise per argomento.

• A partire dal 2003 aumenta la popolarità dei blog, e l’ascesa dei social network ha riconfigurato

questo panorama basato sulla condizione di argomenti di interesse comune.

I primi social network che furono lanciati (MySpace) erano pensati per permettere ai propri utenti di

incontrare persone nuove, che condividessero interessi, gusti e passioni.

I social network hanno cambiato l’essenza delle comunità in rete e hanno ridotto l’importanza degli

interessi e hanno reso l’amicizia il collante attorno a cui si sviluppa il sito.

Condividere informazioni e comunicare è diventato parte integrante della vita quotidiana, in

particolare per gli adolescenti → è diventata la norma.

I public in rete sono:

- lo spazio creato dalle tecnologie di rete

- la comunità immaginata che emerge come risultato dell’intersezione di persone, tecnologia e

abitudini.

Le persone fanno parte di molti public, uniti come pubblico o per vicinanza geografica, e

ciononostante i public spesso s’intrecciano l’uno con l’altro, mettendo alla prova ogni sforzo di

capirne la forma e i confini.

Hanno scopi diversi: possono essere di natura politica (Stato), ma possono anche coinvolgere attori

privati (compagnie, centri commerciali).

Sono pubblici nel senso:

• spaziale – permettono di incontrarsi, comunicare, passare del tempo e scherzare. Assolvono più o

meno le stesse funzioni di spazi pubblici, come i centri commerciali o il parco.

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Publisher
A.A. 2016-2017
3 pagine
1 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher toni.jacopo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Semiotica dei nuovi media e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Santoro Marco.