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Riassunto esame Sociologia dei nuovi Media, prof. Santoro, libro consigliato L'etica hacker e lo spirito dell'età dell'informazione, P. Himanen Pag. 1 Riassunto esame Sociologia dei nuovi Media, prof. Santoro, libro consigliato L'etica hacker e lo spirito dell'età dell'informazione, P. Himanen Pag. 2
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Soltanto nei monasteri l’attività era legata all’orologio, quindi il precedente storico dell’etica

protestante può essere trovato in tale ambito.

L’etica protestante portò l’orologio fuori dal monastero fin dentro la vita quotidiana, dando origine

al concetto di lavoratore moderno e alla nozione di posto e di orario di lavoro a esso associati.

L’etica hacker ci ricorda anche che la nostra vita è qui e ora; il lavoro è solo una parte della nostra

vita.

-Il denaro come motivazione-

Al secondo livello del concetto weberiano di etica protestante – l’etica del denaro, il nostro rapporto

con i soldi – le reazioni sono giocoforza più contrastate.

“Il bene supremo è guadagnare denaro, sempre più denaro”. Nell’etica protestante, sia il lavoro si a

il denaro sono visti come fini a sé stanti.

La novità della new economy non consiste nel rifiutare l’accumulo di denaro. In questa prospettiva

il lavoro è ancora un valore autonomo, ma subordinato al denaro.

L’equilibrio tra questi due sta pendendo più verso il denaro, poiché attratto dalla capacità della new

economy di accumulare ricchezza.

Oltre al denaro, la new economy rafforza l’idea di proprietà, estendendola anche all’informazione.

Le aziende realizzano i loro profitti cercando di possedere le informazioni.

Contraria a questa rivitalizzata etica del denaro protestante è l’etica hacker che promuove l’apertura.

Secondo il “file gergo” degli hacker, c’è la convinzione che “la condivisione dell’informazione sia

un bene di formidabile efficacia, e che la condivisione delle competenze, scrivendo free software sia

per gli hacker un dovere etico”.

Il precedente storico del controllo del libero flusso delle informazioni è il monastero, quelli

dell’etica hacker sono l’accademia e l’etica scientifica.

Ritornando alla legge di Linux e alla sue motivazioni fondamentali: sopravvivenza (livello più

basso, il prerequisito per soddisfare motivazioni più importanti); intrattenimento (per Torvalds

corrisponde alla passione: lo stato in cui si è motivati da qualcosa di intrinsecamente interessante,

allettante e piacevole); vita sociale (il bisogno di appartenenza, riconoscimento e amore. Vogliamo

essere riconosciuti per ciò che facciamo, quella di essere amati e amare qualcuno).

La triade di Torvalds corrisponde al modello di Maslow → H = F³ (happiness = food, fun, friends).

Il modello Torvalds/ Maslow fa luce su come le motivazioni degli hacker siano diverse da quelle

dell’etica protestante.

La “sopravvivenza” oppure “per guadagnarsi da vivere bisogna lavorare”: queste sono le risposte

che un gran numero di persone darà quando gli verrà chiesto perché lavorano.

Nella loro accezione, sopravvivenza si riferisce a un certo stile di vita socialmente determinato:

nella nostra società, il lavoro è una forma di accettazione sociale.

Nella comunità degli hacker le motivazioni sociali giocano un ruolo importante, ma differente.

Secondo Raymond, gli hacker sono motivati dalla forza del riconoscimento tra pari, che non deve

sostituire la passione, ma deve venire come risultato di un’azione appassionata, della creazione di

qualcosa di socialmente prezioso per la comunità creativa. Nell’etica protestante spesso avviene

l’opposto.

È questo legame tra livello sociale e livello passionale che rende così efficace il modello degli

hacker.

Quando le motivazioni sociali non trovano un alleato nella passione, si connettono alla

sopravvivenza, e la vita a poco a poco si concentra sul “guadagnarsi da vivere”.

Ovviamente gli hacker sanno che in una società capitalista è difficile essere davvero “liberi”, senza

possedere un certo capitale individuale. Ma siccome il capitalista è quella persona che guadagna

sulla vita di un’altra persona, quest’ultima non potrà mai essere davvero libera di basare il proprio

lavoro sulle sue passioni.

Ci sono esempi di hacker che hanno scelto il “capitalismo hacker”:

- alcuni fanno parte del capitalismo tradizionale solo temporaneamente: Wozniak dopo 6 anni di

lavoro presso Apple, se ne andò con in mano azioni del valore di cento milioni di dollari. Grazie alla

sua indipendenza economica è stato poi in grado di scegliere cosa fare.

- altri diventano nemici degli hacker, poiché il profitto prende il sopravvento sulla passione, come

Bill Gates con la Microsoft, che dalle sue origini hacker è passato ad un capitalismo hacker per,

infine, abbracciare completamente l’etica protestante.

Visti i problemi a coniugare l’hacking con le forme di capitalismo, alcuni hacker stanno esplorando

nuove direzioni per difendere un nuovo tipo di economia, basata su “l’impresa open-source”,

sviluppando software aperti. Il padre di queste è Richard Stallman, il quale non si oppone

direttamente al capitalismo, ma al fatto che ci sia l’idea di fare soldi solo chiudendo le informazioni

agli altri.

-Dalla netiquette alla netica-

Oltre al livello del lavoro e quello del denaro esiste un terzo che può essere chiamato netica, o etica

del network.

Netica = il rapporto tra gli hacker e le reti della network society in un’accezione più ampia rispetto

al più familiare “netiquette”.

Netiquette = i principi di comportamento per la comunicazione in Rete.

-Lo spirito dell’informazionalismo-

Nell’economia dell’informazione il nuovo professionista dell’informazione è, secondo Castells,

“autoprogrammabile” e ha “la capacità di riqualificarsi e adattarsi a nuovi compiti, nuove procedure

e nuove fonti di informazione, mentre la tecnologia, la domanda e il management accelerano il loro

tasso di cambiamento”.

Nell’età dell’informazione quasi ogni tipo di conoscenza diventa rapidamente datato; di

conseguenza, per restare al passo con le nuove sfide, questi professionisti autoprogrammabili hanno

bisogno di ripensare costantemente le loro competenze.

I professionisti dell’informazione devono imparare a essere in parte i manager di se stessi e a

programmare la propria attività in modo più efficiente nell’interesse del manager.

Leggendo le guide del Personal Development (PD) scopriamo 7 virtù cardinali:

1. Immaginare l’obiettivo, determinazione – orientamento all’obiettivo. Bisogna sempre aver

presente l’obiettivo e nominarlo può aiutare a ricordarselo;

2. Seguire valori come l’ottimizzazione per risparmiare tempo e arrivare prima. Il PD insegna ad

usare il tempo nel modo più concentrato.

3. Flessibilità – i mezzi usati per raggiungere l’obiettivo devono accompagnarsi alla volontà di

essere flessibili.

4. Stabilità – una costante progressione verso l’obiettivo, che non deve mai essere perso di vista,

senza permettere che eventuali battute di arresto possano produrre un effetto disgregativo. Dal

punto di vista del PD, “emozioni negative” non devono interferire.

5. Laboriosità – lottando per raggiungere il proprio obiettivo, bisogna ammirare il duro lavoro.

6. Denaro – per la selezione degli obiettivi è qualcosa di intrinseco.

7. Misurabilità del risultato – documentare il progresso.

La vita diventa governabile quando viene ridotta a un obiettivo e a un momento alla volta. Allora la

domanda è semplice: Sto vivendo, adesso, in funzione del mio obiettivo più importante?

Questo tono religioso del PD chiarisce che, anche se questa metodologia è tesa al raggiungimento

dell’obiettivo immediato, psicologicamente non è soltanto qualcosa di strumentale.

Perché dovremmo preoccuparci di analizzare il PD nel contesto della network society?

La ragione è che questo esame può proiettare una luce indiretta sul problema cruciale della logica

dei network economici sollevato da Castells in The Information Age. Castells si domanda quale sia

“il fondamento etico dell’impresa network”, lo “spirito dell’informazionalismo”, e prosegue

specificando: “Cos’è che tiene uniti questi network? Si tratta di alleanze puramente strumentali,

accidentali?”.

A prima vista, sembrerebbe proprio che la network society sia una società totalmente priva di valori:

le imprese del network vogliono adattare i loro prodotti ai valori di una cultura qualsiasi e

intendono mercificare alcuni di quei valori culturali nel caso in cui esista un mercato

sufficientemente ampio.

Allo stesso tempo, le culture stanno per abbandonare qualsiasi valore tradizionale che possa

ostacolare l’attività delle imprese network nella loro sfera, per non essere tagliate fuori

dall’economia dell’informazione globale. Tuttavia si deve aver ben presente che quando Weber

usò il termine spirito del capitalismo o etica protestante non si riferiva a una cultura che si era

evoluta dappertutto esattamente nello stesso modo.

In secondo luogo, i valori che riteneva tenessero insieme sviluppo, lavoro e denaro erano

molto diversi dai vecchi valori etici.

Il denaro è il valore o scopo supremo dello spirito che governa la network society, e gli altri

valori sostengono la realizzazione di quello scopo.

Le imprese commerciali e li stati non si pongono di cambiare il mondo; essi sono arrivati a un modo

di pensare strategico e flessibile che è destinato a salvaguardare il fare denaro continuamente e con

successo in un qualsiasi momento possibile.

Per le imprese network l’ottimizzazione è importante.

La stabilità completa la lista dei valori che definiscono lo spirito dominante della network society.

Su questo sfondo si può comprendere come il sistema di valori del PD funzioni così bene per i

lavoratori di successo nelle imprese network proprio perché esso è, di fatto, un’applicazione dei

valori propri delle imprese alla vita degli individui.

In ultima analisi, gli ideali di un’impresa del network o di una persona e quelli di un computer o di

un network sono effettivamente gli stessi: l’abilità nel funzionare in modo flessibile in maniera

ottimale per ciascun obiettivo di progetto, adeguato velocemente la stabilità.

La stabilità è il valore più prossimo ai vecchi valori etici: un network è stabile quando non collassa

e pone termine alle attività praticate al suo interno.

Le imprese commerciali ottimizzano le loro reti allo scopo di sopravvivere nella competizione

economica, e quelle che non riescono a tenere il passo vengono tagliate fuori dai network.

Per combattere questa logica del networki

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
6 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher toni.jacopo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Semiotica dei nuovi media e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Santoro Marco.