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DIPENDENZA
La parola “dipendenza” sui social e sul web è sulla bocca di tutti. Gli adolescenti stessi si rendono
conto della mole di tempo spesa “inutilmente” in rete.
Lo psicologo introdusse il concetto di . Egli lo definisce come uno
Mihàly Csìkszentmihàlyi FLUSSO
stato di completo e totale assorbimento (to be in the zone / stato di grazia in italiano). Quando si è
“connessi” sul web il tempo svanisce, l’attenzione si concentra e ci si sente euforicamente
impegnati. Si associa ai social media, ma spesso e volentieri gli adolescenti non sono dipendenti
dal web, ma sono dipendenti .
gli uni dagli altri
La dipendenza, prima, era un termine associato solo all’abuso di droghe e alcol (nato a fine XIX
inizio XX sec); poi è passato a descrivere l’eccessività nei disturbi alimentari, autolesionismo,
sesso.
Nel 1995 conia il termine “dipendenza da Internet” ( , Internet Addiction Disorder),
Goldberg IAD
anche se lo fa in modo satirico (non intende veramente). Infatti gli studiosi si dibatterono sul fatto
che probabilmente la dipendenza e l’abuso di internet fosse una manifestazione di depressione,
ansia o altri disturbi.
Gli adulti, spesso, bloccano l’accesso laddove ci sarebbe semplicemente bisogno di far maturare
una responsabilità nell’uso. La proibizione scatena reazioni contrarie.
Gli adolescenti spesso ammettono e descrivono il loro uso frenetico dei social come “dipendenza”,
anche se, andando ad analizzare meglio i fatti, è più il bisogno proibito di essere continuamente in
contatto con i coetanei. I genitori, di conseguenza, credono che i figli preferiscano il web alle
persone reali, ma c’è da tener conto che genitori e adolescenti hanno idee diverse sulla socialità, e
mentre per i primi una settimana oberata di attività extra-scolastiche iper-controllate è sufficiente
per mettere i figli in contatto col mondo, i secondi denunciano il bisogno di “spare time” in cui
socializzare, ed è per questo che si attaccano a internet in maniera a volte compulsiva (questo non
toglie il fatto che è giusto darsi una regolata. Ma evidenziare la radice del problema è quello che
bisogna fare, non semplicemente vietare).
Lo stato e la politica statunitense hanno contribuito a creare del terrorismo psicologico spesso
infondato sulle conseguenze delle nuove tecnologie. Società dalla sicurezza. Il
OSSESSIONATA
tempo con gli amici è generalmente considerato tempo perso e si crede che tenere occupati i figli
tenga i giovani distanti dai problemi.
Gli adolescenti sono accusati di perdere tempo sui social specialmente perché si pensa che quella
sia effettivamente l’unica attività che si fa ma non si tiene conto del desiderio di essere sempre
informati e alle sempre più opportunità che ci sono di accedere alle informazioni e comunicare.
Perché demonizzarle? ( : persone che consumano freneticamente notizie giornalistiche)
news junkie
Carr denuncia internet accusandolo di modificare il nostro cervello. Pinker risponde “queste
tecnologie non ci rendono più stupidi, se mai il contrario”.
, studiosa, (Now you see it) disse che i ragazzini adottano le nuove tecnologie per
C Davidson
imparare; sviluppano competenze sociali mentre gli adulti fanno ancora fatica a riconoscere
perché sono diverse.
Il diventare adulti senza agentività, il problema adolescenti-progressismo e il periodo di attivismo
sociale, dà il via a tutto quel protezionismo nei confronti dei bambini e adolescenti che è poi
sfociato in leggi assurde, con coprifuoco e restrizioni (allungando tra l’atro il lack di passaggio tra
infanzia ed età adulta.) I social permettono loro di rivendicare la propria posizione nella società.
PERICOLO
Nella società americana esiste la cultura di paura onnipresente. Genitori iperprotettivi.
La paura nei confronti del web affonda le sue radici nella paura che gli adolescenti abbiano
accesso ai luoghi pubblici, come parchi, centri commerciali, periferie, piazze. Internet è un luogo
pubblico che si è venuto a creare nel tempo.
Paure specialmente riguardanti sesso e sessualità. Pornografia, gravidanze precoci, molestie. Il
disagio per la sessualità degli adolescenti alimenta ancor più l’ansia generale dovuta al loro
accesso agli spazi pubblici. La società americana detesta ogni situazione in cui si debba affrontare
la sessualità degli adolescenti. Emergono restrizioni, anche da parte dei politici (es. coprifuoco,
anni ’80 e ’90. E’ simbolo di controllo sociale, in realtà, non ha nulla a che vedere con l’aumento o
la riduzione della criminalità per le strade).
Dal 2004 al 2007 fu messa in onda una trasmissione televisiva chiamata la cui
To Catch a Predator
tematica era l’ansia sui molestatori del web, che andavano a caccia di ragazzine fingendosi
coetanei. Terrorismo psicologico puro.
Il panico morale e le risposte ad esso portano a restrizioni nella vita dei più giovani, più di qualsiasi
possibile legge o regolamento. , esperto di diritto, dice che sono 4 le forze che
Larry Lessing
regolano i sistemi sociali:
Mercato
- Legge
- Norme sociali
- Tecnologia/architettura.
-
La paura è spesso usata al servizio di queste forze.
Gli adolescenti sono dunque minacce pubbliche e anche obiettivi vulnerabili: la società ha paura DI
loro e loro. C’è un permanente convinzione che timore che un
estraneo equivalga a pericolo;
PER
maniaco sessuale seduca i minorenni attraverso il web e si approfitti di loro: in realtà, statistiche
dicono che la maggior parte dei crimini commessi contro gli adolescenti sono commessi da
persone a contatto con loro, dello stesso nucleo familiare o comunque conoscenti. Le molestie
sessuali non sono iniziate con l’avvento di internet e internet non ha neppure aumentato il numero
degli abusi. Il dibattito sulle molestie sessuali include nozioni come quella di plagio psicologico
(grooming/adescamento), ma in realtà spesso si scopre che sono gli adolescenti stessi a
cercarsele, come si suol dire.
consiste nell’utilizzare il proprio status, l’esperienza e l’autorità di adulto per
Corruzione di minore
manipolare un minore convincendolo ad avere rapporti sessuali. L’adolescente in cerca di
attenzioni, di desiderio di attenzioni e di conferme alla luce di problemi a casa o di salute mentale o
di una storia di abuso cede davanti a questo. Per intervenire con successo bisogna capire le
dinamiche alla base della vittimizzazione sessuale dei minori. Quando gli adolescenti sono in
difficoltà si rivolgono ai social. Esempio celebre del caso 2012, Amanda Todd, la quale posta un
Video su Youtube come annuncio, vittima di molestie e bullismo, e si suicida.
Mentre alcuni adolescenti si battono per la propria privacy (cap. 2) altri fanno di internet il luogo dei
propri sfoghi. Quest’ultimo è sintomo di un disagio che va analizzato alla radice, per aiutarli.
Mentre prima rimanevano inascoltati, non è che non ci fossero, ora con il web possono essere
visti, segnalati e aiutati.
, teorica americana, sostiene che con il proibizionismo e le limitazioni per paura non si
Jane Jacobs
ottiene nulla, e nemmeno con l’isolamento. La società, infatti, trae vantaggi quando tutti hanno la
volontà di prestare attenzione alle dinamiche della strada: giovani liberi, ma occhi vigili su di loro
per aiutarli in caso di evenienza.
Paura non è la soluzione, l’empatia sì. BULLISMO
Nella comunità degli adolescenti l’ascesa dei social media ha creato una grandissima
preoccupazione riguardo al cyberbullismo. Gli adolescenti hanno il desiderio di sapere cosa
succede nella vita degli altri.
Lo psicologo svedese definisce il bullismo attraverso tre componenti:
Dan Olweus
Aggressione
- Ripetizione
- Squilibrio di potere
-
Secondo lui se non ci sono questi tre elementi non si tratterebbe di bullismo, ma di stalking, abuso
o molestia. Gli adolescenti sono più corretti su questo mentre gli adulti e i media tendono a
generalizzare e a parlare di bullismo anche laddove non ve n’è. E’ molto probabile che internet
aumenti il numero potenziale dei testimoni di atti di bullismo, ma non incrementa il bullismo come
fenomeno generale. La persistenza della visibilità del bullismo nei public in rete aggiunge una
nuova dimensione alle modalità in cui è costruito e compreso il bullismo. Infatti permettono a un
pubblico più ampio di essere testimone. Attraverso i social media le interazioni quotidiane lasciano
traccia. Anche qui, l’estremo, i divieti, gli approcci di tolleranza zero verso i bulli non risolvono il
problema.
, parola chiave per gli adolescenti, che non è sinonimo di bullismo, ma fa parte del
DRAMA
“movimentare” le relazioni e i rapporti sociali nelle comunità adolescenziali per stabilire
posizionamenti e gruppi differenti al loro interno.
A rendere un’azione crudele non è solo l’azione in sé, ma il modo in cui è pensata, percepita,
vissuta.
Formspring, 2010, boom di successo, una sorta di Ask.fm: domande anche anonime e risposte:
adolescenti che si “umiliavano” da soli facendosi domande anonime imbarazzanti e rispondendovi
per attirare l’attenzione. Autolesionismo digitale.
, sociologo, analizza questi avvenimenti: dice che “c’è un ambito in cui gli adolescenti hanno
Milner
potere, l’unico che hanno: potere dello status, potere di creare i propri sistemi basandosi sui propri
criteri.”
Usano i pettegolezzi per separare se stessi dagli altri. Ma i social non creano il gossip di per sé; le
affordances che sono proprie di essi fanno sì che appaia più rilevante. Es Star Wars Kid.
Confine labile tra drama come e drama come . I social media
intrattenimento attività offensiva
hanno cambiato vari aspetti di queste dinamiche. Es web star, possibilità di avere sotto i riflettori la
vita dei vips, possibilità di adolescenti di diventare famosi. Adolescenti supportano queste persone,
si schierano, le amano, sempre attraverso i social. la chiama “microcelebrità”:
Terri Senft
adolescenti vips vivono un po’ in 2 mondi (come Hannah Montana): vivono il supporto e le crisi
adolescenziali e la parte da “adulti” dei manager.
DISUGUAGLIANZA
Problema delle gang insito nel tessuto socio-urbano di Los Angeles. Alcune scuole superiori
americane sono organizzate secondo criteri di etnia e di classe sociale, seguendo una serie di
forze sociali, culturali, economiche e politiche. I gruppi di amici sono di etnia e di reddito simile, e
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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