Anteprima
Vedrai una selezione di 7 pagine su 27
Riassunto esame Sociologia dei New media e Internet studies, prof. Boccia Artieri, libro consigliato Stati di connessione, Boccia Artieri Pag. 1 Riassunto esame Sociologia dei New media e Internet studies, prof. Boccia Artieri, libro consigliato Stati di connessione, Boccia Artieri Pag. 2
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Sociologia dei New media e Internet studies, prof. Boccia Artieri, libro consigliato Stati di connessione, Boccia Artieri Pag. 6
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Sociologia dei New media e Internet studies, prof. Boccia Artieri, libro consigliato Stati di connessione, Boccia Artieri Pag. 11
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Sociologia dei New media e Internet studies, prof. Boccia Artieri, libro consigliato Stati di connessione, Boccia Artieri Pag. 16
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Sociologia dei New media e Internet studies, prof. Boccia Artieri, libro consigliato Stati di connessione, Boccia Artieri Pag. 21
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Sociologia dei New media e Internet studies, prof. Boccia Artieri, libro consigliato Stati di connessione, Boccia Artieri Pag. 26
1 su 27
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

La rete sta mutando il modo di pensare e fare società, divenendone

l’infrastruttura tecno-cognitiva e rendendo evidente la centralità della sua

proprietà di connessione. La social network society diventa quindi il punto di vista

da cui osservare il mutamento, la diffusione e il consolidamento delle forme

simboliche.

Incrociando l’indagine relativa alla comunicazione con l’analisi mediologica,

possiamo intendere i media come territori di possibilità per i prodotti culturali,

grazie a:

la possibilità di connessione, in quanto si modifica il legame tra atto del

- comunicare e del comprendere, tra produzione e consumo ed emissione e

ricezione. I media rielaborano infatti la dimensione spazio-temporale della

comunicazione, mediando e desincronizzando tali elementi e svincolando la

comunicazione dalla presenza corporea. L’alter della comunicazione si fa

sempre più astratto e generalizzato, tanto quanto chi comunica diventa

inconoscibile.

Altro elemento è la possibilità di permutazione e ricombinazione, sia sul

- versante produttivo che su quello di consumo. La relazione tra esperienza

individuale e immaginario viene riarticolata a partire dalla stampa, che cambia i

presupposti della comunicazione in virtù di una rappresentazione che si

autonomizza rispetto alla soggettività, si frammenta nel tempo e si moltiplica

nello spazio. L’immaginario si deterritorializza e delocalizza, svincolandosi dalle

specificità e dai vissuti concreti: diventa immaginario allo stato puro, e si

volatilizza per opera della vocazione alla planetarizzazione della comunicazione

dei media. Ciò fa sì che l’individuo si viva nel sociale contemporaneo come un

evento, poiché i media ci ancorano alla contingenza del mondo e ci rendono

sensibili alla virtualità come strumento personale di osservazione del mondo.

Capitolo 2 - Identità, riflessività, esperienza

I media non vanno semplicemente intesi come strumenti di mediazione del

mondo, ma come veri e propri luoghi dell’esperienza contemporanea, un terreno

di sperimentazione per le forme dell’identità nella modernità compiuta.

Nell’apertura di possibilità esperienzali e interattive nuove, sviluppate dai

linguaggi mediali, i media incarnano uno stato di “complementarietà oppositiva”

del sociale.

Lo stato di crescente tensione apparentemente caratterizzato dalla

differenziazione è in realtà profondamente costituito da equivalenze, in quanto i

modi in cui produciamo le differenze, sempre più simili, generano concetti e

categorie universali, ovvero una global culture. Essa rappresenta quindi un meta-

territorio comunicativo che connette le molteplicità del mondo attraverso sfondi

di riferimento universalizzati, ovvero un fondo comune da cui i soggetti attingono

per strutturare i vari frame, che tuttavia indirizzano verso una tematizzazione

analoga.

La società moderna ha sostituito l’ordine “naturale” fondato sulla proprietà e sulla

strutturazione in classi sociali con nuove identità fondate non più

sull’appartenenza di rango e sulle proprie origini, ma sulla carriera, escludendo

quindi predestinazione e impossibilità. Gli individui sono “trattabili” unicamente

come persone, ovvero costrutti sociali dotati di un’identità multipla. Il

postmodernismo insiste infatti sulla frammentazione dell’Io che orienta in senso

sociale le esperienze derivanti dal partecipare ai diversi sistemi di funzione e al

processo continuo di inclusione che investe ogni aspetto della realtà individuale.

La relazione predominante non è quindi quella della gerarchia, ma quella di

inclusione ed esclusione.

La differenza va quindi intesa come singolarità di un vissuto e delimitazione di

un’esperienza discinta rispetto ad altre, che rende le singole vite dotate di senso.

La differenza è però sempre più uno spazio di contingenza, un rinvio incessante

ad altre esperienze possibili. La differenza non è quindi capace di generare

identità individuate, ma una dinamica produttrice di identità problematiche

orientate al rinvio costitutivo ad altro da sé. I media sono il contesto

esperienziale più adeguato all’osservazione ed espressione delle traiettorie

evolute della relazione tra identità e differenza nella società.

L’individuo moderno vive sé stesso nel sociale, formandosi sempre più sulle

circostanze esterne e su forme di rappresentazione astratte che si allontanano da

lui nel movimento di generalizzazione che il modo di vivere la realtà quotidiana

subisce. La riarticolazione della relazione tra immagine e immaginario ha scisso le

pratiche connesse dell’individualità e le forme di rappresentazione, al punto che il

vissuto individuale e collettivo è sempre più sconnesso dalla propria

rappresentazione, che non risiede più all’interno dell’individuo.

La frattura tra storia sociale e produzione di identità ha spinto a cercare una

nuova situazione che potesse garantire la compatibilità tra esperienza e forma

mediale, ossia la riflessività. Si fa quindi esperienza di una realtà vissuta

mediamente per riconoscersi nei contenuti informativi e di intrattenimento diffusi

dai media.

Il soggetto si fa quindi autonomo grazie all’individualizzazione riflessiva, che lo

aiuta a specificarsi.

Nelle società premoderne segmentare (come la tribù), la riflessività dipendeva

- da tradizione, credenze e realtà acquisita per nascita. Il soggetto apparteneva

infatti ad un contesto specifico, da cui dipendeva il suo orientamento all’agire.

La contingenza dell’età premoderna va quindi intesa come dipendenza dalla

casualità divina o naturale (si parla infatti di riflessività dipendente).

In quelle compiutamente stratificate (come quella europea), la differenziazione

- sulla base dei ceti crea una comunità omogenea all’interno degli strati sociali,

distinguendone uno superiore (che si riconosce attraverso criteri selettivi auto-

elaborati di stile, gusto e modo di vivere) ed uno inferiore, che vive dalla

nascita in stato di necessità ed è accomunato dai bisogni relativi alla

sussistenza.

Nelle società moderne ad alta complessità, invece, la struttura della società è

- differenziata per funzioni, la contingenza diventa uno stato di possibile

altrimenti e la riflessività individualizzata si fonda su una conversazione

interiore dell’Io che parla con sé stesso e si ascolta, in un turn talking

comunicativo interiorizzato. La riflessione individualizzata dà vita a nuove forme

sociali con configurazione relazionale, in cui l’individuo abbandona la logica del

possedere e cerca risposte forti nell’appartenenza ascrittiva ad un segmento di

popolazione, intende l’esperienza come parzialità aperta da colmare e ricercare

in quanto non definitiva.

Attraverso i media diventa familiare il fatto che non esista un unico modo di

provare emozioni e stati d’animo, in quanto lo spettatore osserva nei prodotti

mediali questo modo di essere altro da sé.

Lash attribuisce infatti al sé riflessivo della tarda modernità delle forti radici

culturali ed ermeneutiche. Le strutture fondanti come nazione e famiglia vengono

oggi sostituite da strutture di stampo informativo e modalità crescenti di

inclusione sociale dell’individuo attraverso la comunicazione: le istituzioni sono

quindi un fatto culturale. Le condizioni delle chance dipendono perciò dalle

possibilità di accesso ed esclusione dalle strutture informative e dalla posizione

che si assume al loro interno. Diventa quindi necessario ripensare il rapporto

io/noi, abbandonando il presupposto dell’esistenza di un individualismo radicale.

La relazione tra media e società porta ad una nuova compatibilità fra esperienza

e forma mediale che la rappresenta, ovvero tra realtà reale e funzionale. I media

sono infatti stati fattori abilitanti nel rendere familiari pratiche di oscillazione

riflessiva tra le due, così che oggi la finzione si autonomizza dalla realtà reale e

genera un proprio mondo fatto di regole e convenzioni. Le narrazioni premoderne

(come mito e novelle medievali), ad esempio, miscelano realtà e finzione a

disegnare un unico mondo di cui si vuole dimostrare la realtà morale.

Con la comunicazione moderna nasce la capacità del pubblico di distinguere tra

messa in scena e realtà, grazie dapprima al teatro rinascimentale di

Shakespeare, capace di generare una realtà della scena sempre meno confusa

con quella del pubblico, grazie a:

mistery plays, che narravano episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento,

- miracle plays, su eventi miracolosi,

- e morality plays, con come tema la vita umana vista in funzione del giudizio di

- Dio.

Nella seconda metà del XVI secolo nasce una forma moderna di rappresentazione

che consolida la distinzione sala/scena. Solo nel XVIII secolo, però, con la nascita

del romanzo, viene sancita la produzione di un raddoppiamento della realtà, in

cui quella fittizia si propone come mondo autonomo e coerente in cui si sottolinea

l’individualità di un soggetto come valore, e la produzione di una storia singola

come un riferimento per la costruzione della propria autonomia nella società.

Si pensi alle factual fiction (come quelle di Defoe), in cui si fingono ritrovamenti

di diari o carte, grazie a cui il lettore non confonde i piani della realtà,

partecipando al racconto ma distaccandosene allo stesso tempo, dando vita a un

rapporto nuovo tra individui e contenuti mediali. La problematizzazione della

distinzione tra realtà e finzione portò il romanzo moderno a rivolgersi non al

lettore “specialista” ma ad uno borghese in grado di compiere un distacco critico

rispetto al testo, in quanto ha appreso ad operare una osservazione di secondo

ordine che non si concentra sul mondo rappresentato ma sull’osservazione stessa

dei personaggi.

La condizione di riflessività consente di fare continuamente esperienza di modelli

comportamentali, affettivi attraverso il riconoscimento e il distanziamento

rispetto ai contenuti mediali. Essi offrono quindi una occasione continua di auto-

osservazione, un’opportunità di riflettere su sé stessi attraverso adesione o

negazione. I personaggi narrati (finzionalizzati) sono infatti entità inferenziali su

cui proiettare il proprio vissuto, dando vita a un gioco di interpretazione e a

forme di imitazione con diversi gradi di consapevolezza. Si vivono quindi i media

dall’esterno, realizzan

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
27 pagine
1 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher GiovannaUrb di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dei new media e internet studies e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Boccia Artieri Giovanni.