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Si è verificato il passato dall’idea di pubblico da textual poachers (bracco-

1.

nieri testuali) a textual performers, che riconducono le narrazioni alle proprie

vite, generando una convergenza che costruisce e diffonde a basso costo,

creando attesa attraverso commenti e pronostici. Le fan culture stanno diven-

tando una condizione normale e normativa il cui simbolo può essere conside-

rato YouTube, la cui acquisizione da parte di Google rivela la reale possibilità di

ricavo dagli user generated content nati come dilettanti che acquisendo visibi-

lità diventano oggetto di interesse per un numero sempre crescente di utenti,

pur non comportando alcuna spesa per le imprese produttrici.

Il secondo mutamento riguarda la riarticolazione dei fandom che grazie ai

2.

new media hanno creato culture allargate a partire dai prodotti mediali, grazie

alla capacità di assorbire media e ristrutturassi medialmente.

Infine, Jenkins ha sdoganato i fan studies come componente dei media stu-

3.

dies, per approcciare al tema con due due livelli di osservazione, scientifico ed

interno, grazie a discussioni che avvengono senza il controllo del ricercatore,

ma che possono essere analizzate pubblicamente e ricercate tramite tagging. I

materiali generati in relazione alla programmazione rappresentano tentativi di

elaborare criteri per valutarle, speculare sulle fonti originarie dei contenuti, cri-

ticare l’ideologia dominante e effettuare un’auto-analisi sul coinvolgimento. I

vissuti quotidiani si intrecciano all’immaginario collettivo grazie a tattiche inter-

pretative che li rendono compatibili.

Confessioni di un Aca/Fan

Jenkins definisce i fan come “lettori guerriglieri”, che generano una cultura criti-

camente attenta e creativa, consumando i media e partecipandovi, ma mostran-

dosi nervosi al pensiero che la loro cultura underground potesse essere esposta

allo scrutinio pubblico. Una volta divenuti centrali nella produzione culturale, tut-

tavia, essi hanno ribaltato l’assunto che il loro mondo fosse creato dall’alto verso

il basso, bensì frutto di un’interdipendenza tra industrie dei media e consumatori.

Le culture partecipative sanno essere tutt’altro che marginali: si pensi a come la

sottotitolazione delle anime abbia stimolato la nascita del mercato delle importa-

zioni culturali asiatiche o a come i blogger sfidano l’informazione mainstream e il

mondo politico.

I consumatori impegnati e la sperimentazione dell’identità in pubblico e in privato

hanno spostato l’attenzione degli studi culturali verso l’etnografia del pubblico,

stimolando la collaborazione tra fan e accademici. Se inizialmente i fan invade-

vano le liste di discussione dedicate allo studio dei media, successivamente molti

di loro hanno studiato per diventare critici culturali, non rimanendo al di fuori

della comunità studiata per evitare di soffocare esperienze ed emozioni. Ricono-

scendone il coinvolgimento, al contrario, era possibile superare la separazione tra

pensiero e sentimenti, in favore di testi che fungessero da strumenti di riflessione

ed esplorazione emotiva, espressi da linguaggi critici e forme retoriche in grado di

comunicare questi investimenti. La separazione dei fan studies e dei media stu-

dies è fondamentale perché la cultura degli appassionati è decisamente predigi-

tale, inizialmente riprodotta tramite fotocopie e distribuita alle convention. La di-

citura “analisi d’intervento” indica la modalità dell’indagine scientifica che ampli-

fica le prospettive dei consumatori e si assicura che essi vengano ascoltati da chi

è al potere nel dibattito su decisioni pubbliche con impatto significativo sulla co-

munità come giochi didattici e alfabetizzazione mediale.

Nel mondo dei fan

-

1. Star Trek rivisitato, riletto riscritto

Jenkins cercò di incoraggiare gli accademici a leggere la narrativa dei fan e di sot-

tolineare come le industrie dei media stiano abbracciando l’idea della partecipa-

zione del pubblico, all’interno di un’economia morale che mantiene in equilibrio i

desideri della comunità e il rispetto per i diritti dei creatori.

Nel 1986 Newsweek affermava che i “Trekkies” “non vogliono fare altro che guar-

dare ripetutamente gli episodi della serie”, dando una rappresentazione stereoti-

pata del mondo dei fan, dipinti come “eccentrici” ossessionati, inetti sociali ed

emarginati culturali e folli, una categoria scandalosa che tenta di integrare le rap-

presentazioni mediatiche nelle proprie esperienze sociali. Tale bricolage culturale

consente ai lettori di scomporre i testi per riassemblarli in base al proprio mo-

dello: tale condotta pone una sfida al concetto di letteratura come proprietà pri-

vata di produttori e interpreti accademici. Tali pratiche hanno infatti concesso a

gruppi subculturali marginalizzati di aprirsi spazi per i propri interessi all’interno

delle rappresentazioni dominanti, riappropriandosi dei testi mediatici e rileggen-

doli al servizio di interessi differenti, trasformando la cultura di massa in cultura

popolare. La loro “economia morale” è rappresentata da una serie di norme con-

sensuali che li guidano nel tentativo di restaurare l’ordine precedente corrotto da

coloro che dovrebbero tutelarlo, monitorandosi a vicenda.

Per diventare “fan” non è sufficiente seguire un programma, ma tradurne la vi-

sione in un’attività culturale che consenta di condividerla in una comunità riunita

da interessi comuni. Molti fan vedono il proprio ingresso in quel mondo come un

modo per uscire dall’isolamento sociale e culturale (specialmente nel caso delle

donne intrappolate nella sfera casalinga o in lavori poco retribuiti). Essere fan ga-

rantisce un livello di dignità e offre un campo d’addestramento per lo sviluppo di

competenze professionali e impulsi creativi. Il mondo dei fan è quindi una sfera

alternativa di esperienze culturali che dà libero sfogo alla libertà repressa per

operare nella vita normale: letterzine (brevi articoli e lettere dei fan) e fictionzine

(brevi storie), ad esempio, sono da sempre prodotte senza supervisione ed auto-

rizzazione di imprese commerciali.

Gli uomini sono parecchio impegnati in giochi interattivi, comitati organizzativi,

ricostruzione di narrazione e intento dell’autore, al fine di comunicare una strut-

tura chiara e semplice di informazione. Gli scritti sono una produzione quasi

esclusivamente femminile, dato che le donne vivono la narrativa come un’espe-

rienza, con grande interesse per l’ambiente del testo e la comprensione dei per-

sonaggi, giocando liberamente con la trama e facendo illazioni sulle relazioni an-

che a causa del travestismo intellettuale necessario per potersi identificare con

personaggi maschili. Molti personaggi della cultura popolare contengono un in-

sieme di riferimenti comuni che facilitano le discussioni su esperienze e senti-

menti con altre persone con cui non hanno mai avuto rapporti.

Star trek ha catturato così grande attenzione perché i testi “femminili” come soap

e romanzi rosa, non hanno bisogno di essere rielaborati quanto fantascienza e

western. Dispiegando energie creative e professionali, quindi, le donne cercano di

dimostrare di non essere inadeguate per i ruoli affidati tendenzialmente ai perso-

naggi maschili, o che impongono alle donne di mascherare la competenza dietro

il manierismo femminile.

Mentre gli uomini vogliono un problema fisico con un’azione fisica che porti a una

conclusione fisica, le donne cercano un problema psicologico con un’azione psico-

logica che porti a una risoluzione psicologica. I tentativi dei personaggi di giun-

gere a patti con i bisogni emotivi e le responsabilità professionali in conflitto tra

loro spinge quindi le donne ad aumentare la propria coscienza sulla necessità di

lottare contro norme patriarcali radicate e raggiungere un compromesso tra i bi-

sogni di indipendenza e autosufficienza e di compagnia e romanticismo.

Il desiderio di popolarità garantisce la sensibilità alle richieste del pubblico, che

prova uno strano miscuglio di fascino e frustrazione per il desiderio di rivedere i

contenuti, controbilanciato dalla volontà di rimanere fedeli e rispettosi della serie

originale che ha catturato il loro interesse inizialmente. Molto spesso essi riten-

gono di dover salvare lo spettacolo da produttori che ne hanno maltrattato i per-

sonaggi, ma si mostrano inflessibili sui contenuti infedeli ai concetti della serie,

fuori dalle norme comunitarie. Essi si sentono tuttavia liberi di rifiutare porzioni

del materiale andato in onda e ristrutturare le tematiche per garantire il consenso

della comunità e tutelare la relazione lettore-testo.

Le storie su Kirk/Spok spesso sono considerate la peggiore forma di “stupro dei

personaggi”, sebbene in tanti sostengano che ciò che si vede sullo schermo sia

troppo poco per consentire di escludere ipotesi su cosa è più giusto minimizzare o

enfatizzare. Si filtrano concetti e caratteri in base alle proprie percezioni, sebbene

già abbracciare una serie significa considerarla in qualche modo compatibile col

proprio vissuto.

I fan sono quindi bracconieri, ma rubano solo ciò che amano davvero. I produt-

tori, sfidati nella loro posizione egemonica nella cultura, protestano spesso contro

la deviazione dei significati dei loro testi.

2. “Il normale interesse femminile per gli uomini che fanno sesso tra loro”

Lo squilibrio di potere tra ricercatori e pubblico studiato impone l’apertura di un

dialogo durante i processi creativi. Gli studi precedenti a quello di Jenkins si

erano risolti in teorizzazioni accademiche che riproducevano i concetti creati dai

fan per spiegare la loro attività, in un linguaggio più professionale. Partendo

dall’intuizione che i fan siano importanti teorici delle proprie pratiche, Jenkins

esamina alcuni stralci dei forum di discussione sulla letteratura slash (che ha

come protagonisti una coppia omosessuale di personaggi). Molti scrittori e lettori

del genere si consideravano queer (ovvero rifiutavano categorizzazioni sessuali),

tanto che anche le donne eterosessuali ammettevano di consumare fantasie ero-

tiche sulle relazioni omosessuali tra uomini.

La natura non commerciale di questa editoria è centrata sull’uso non autorizzato

di personaggi, in gran parte Kirk e Spock, ma con varie fonti che portano i fan a

parlare di fanzine multi-media anziché single-fandom.

Le relazioni accademiche considerano i racconti slash come isolati e come un’ap-

propriazione eterosessuale del mondo omosessuale (sebbene siano in realtà de-

stinate a tutti gli orientamenti). Le ricerche si concentrano sull’unicità del

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
23 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher GiovannaUrb di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dei new media e internet studies e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Boccia Altieri Giovanni.