Anteprima
Vedrai una selezione di 7 pagine su 30
Riassunto esame sociologia dei mutamenti, prof. Enzo Lombardo, libro consigliato La globalizzazione, Steiger Pag. 1 Riassunto esame sociologia dei mutamenti, prof. Enzo Lombardo, libro consigliato La globalizzazione, Steiger Pag. 2
Anteprima di 7 pagg. su 30.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame sociologia dei mutamenti, prof. Enzo Lombardo, libro consigliato La globalizzazione, Steiger Pag. 6
Anteprima di 7 pagg. su 30.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame sociologia dei mutamenti, prof. Enzo Lombardo, libro consigliato La globalizzazione, Steiger Pag. 11
Anteprima di 7 pagg. su 30.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame sociologia dei mutamenti, prof. Enzo Lombardo, libro consigliato La globalizzazione, Steiger Pag. 16
Anteprima di 7 pagg. su 30.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame sociologia dei mutamenti, prof. Enzo Lombardo, libro consigliato La globalizzazione, Steiger Pag. 21
Anteprima di 7 pagg. su 30.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame sociologia dei mutamenti, prof. Enzo Lombardo, libro consigliato La globalizzazione, Steiger Pag. 26
1 su 30
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

CAPITOLO 4. LA DIMENSIONE POLITICA

La globalizzazione politica fa riferimento all’intensificazione e all’espansione delle interrelazioni

politiche in tutto il mondo. Questi processi sollevano delle problematiche che attengono al principio

di sovranità dello stato, al maggiore impatto delle organizzazioni intergovernative e alle prospettive

future della governance globale e regionale, nonché delle politiche ambientali che incidono sul futuro

del nostro pianeta.

Il sistema moderno dello stato nazionale poggiava su fondamenta psicologiche e assunti culturali che

trasmettevano un senso di sicurezza esistenziale e continuità storica, esigendo che i cittadini

sottoponessero la propria lealtà nazionale al più estremo dei test.

Manifestazioni contemporanee della globalizzazione hanno portato alla permeazione parziale dei

vecchi confini territoriali, ammorbidendo rigidi recinti concettuali e sfumando linee culturali marcate.

Gli “iperglobalizzatori” hanno sentenziato che il periodo trascorso a partire dalla fine degli anni 70

del sec. scorso è stato contraddistinto da una “deterritorializzazione” radicale della politica, del diritto

e della governance. premature nel migliore dei casi ed erronee nel peggiore, gli “scettici

Considerando queste conclusioni

della globalizzazione”, oltre ad affermare la rilevanza dello stato nazionale come contenitore politico

della vita sociale moderna, hanno indicato nell’ascesa dei blocchi regionali la prova di nuove forme

di territorializzazione.

Alcuni critici sono arrivati a sostenere che la globalizzazione aumenti di fatto il senso di nazionalità

delle persone. Poiché ogni gruppo di cultori degli studi globali presenta opinioni diverse sul destino

dello stato nazionale moderno, c’è altrettanto dissenso sull’importanza dei fattori economici e politici.

Dalle divergenze sono emersi 3 quesiti sull’entità della globalizzazione politica.

1. Il potere dello stato nazionale è stato davvero ridimensionato dagli spostamenti massicci di

capitale, manodopera e tecnologia da un paese all’altro?

di questi flussi migratori vanno ricercate nella politica o nell’economia?

2. Le cause principali

Stiamo assistendo all’ascesa di nuove strutture di governance?

3.

Prima di risp a queste domande, passiamo in rassegna le caratteristiche principali dello stato nazionale

moderno.

Il sistema dello stato nazionale moderno

Le origini del sistema moderno si possono far risalire alle vicende politiche dell’Europa nel XVII sec.

Nel 1648, la Pace di Vestfalia mise fine ad una serie di guerre che avevano come motivazione di

fondo la religione, scatenatesi tra le principali potenze europee dopo la Riforma protestante.

Il modello conseguente di stati autonomi e impersonali, basato sui nuovi principi di sovranità e

territorialità, mise in discussione il mosaico medievale di piccoli feudi in cui il potere politico tendeva

ad essere locale e personale, restando però subordinato ad un’autorità superiore di livello imperiale.

Il modello emerso dalla Pace di Vestfalia rafforzò una nuova concezione della legge internazionale,

fondata sul principio che tutti gli stati avevano lo stesso diritto all’autodeterminazione.

Aree territoriali, governate da monarchi assolutisti in Francia e in Prussia, o in modo democratico da

monarchi costituzionali o leader repubblicani in Inghilterra e in Olanda, formarono la base per il

sistema secolare e nazionale di potere politico che si associa alla modernità.

Secondo Held, il modello vestfalico era organizzato intorno a queste regole essenziali:

❖ Il mondo è composto da, e suddiviso in, stati territoriali sovrani che non riconoscono alcuna

autorità superiore;

❖ Il processo di formazione delle leggi, la composizione delle vertenze e l’applicazione delle

norme sono sostanzialmente di competenza dei singoli stati;

❖ Il diritto internazionale è orientato alla fissazione di regole minime di coesistenza; lo sviluppo

di relazioni durature è un fine, ma solo nella misura in cui permette allo stato di raggiungere

i suoi obiettivi;

❖ La responsabilità di atti illeciti in violazione dei confini è una “questione privata” che riguarda

gli stati coinvolti;

❖ Tutti gli stati si considerano uguali di fronte alla legge, ma le norme giuridiche non tengono

conto delle asimmetrie di potere;

❖ Le divergenze tra stati vengono appianate spesso con la forza; vige il principio del potere

effettivo; non esistono praticamente vincoli legali che limitano l’uso della forza; gli standard

giuridici internazionali consentono solo una protezione minima;

❖ La priorità collettiva di tutti gli stati dovrebbe essere quella di minimizzare gli ostacoli che si

frappongono alla libertà di ciascuno.

I secoli successivi alla Pace di Vestfalia videro una maggiore centralizzazione del potere politico,

l’espansione dell’amministrazione statale, lo sviluppo della diplomazia professionale e la

monopolizzazione dei mezzi di coercizione da parte dello stato. Inoltre, gli Stati fornivano i mezzi

militari necessari per l’espansione del commercio, il che, a sua volta, contribuì alla diffusione su scala

mondiale della forma di governo europea.

Il sist moderno dello stato nazionale trovò la sua espressione più matura alla fine della Prima G.

Mondiale nei 14 punti di Wilson, che si basavano sul principio dell’autodeterminazione nazionale: il

suo assunto, secondo cui a tutte le forme di identità nazionale si dovrebbe riconoscere la propria

sovrano, si rivelò difficile da tradurre in pratica. L’idea

espressione territoriale in uno stato-nazione

internazionale un’espressione istituzionale si realizzò nel 1945

wilsoniana di dare alla cooperazione

con la creazione dell’ONU: agli esordi, l’ONU e altre organizzazioni intergovernative fungevano

anche da catalizzatori per la progressiva estensione delle attività politiche al di fuori dei confini

nazionali.

Nel 1990, all’inizio della Guerra del Golfo, il presidente americano Bush dichiarò morto il modello

vestfalico annunciando la nascita di un “nuovo ordine mondiale”, i cui leader non accettavano più

l’idea che i comportamenti criminosi a livello internazionale riguardassero unicamente gli stati

coinvolti.

Era davvero la fine del sistema moderno dello stato-nazione?

Lo stato-nazione è definitivamente superato?

Per gli iperglobalizzatori sì! Nello stesso tempo, quasi tutti considerano la globalizzazione un

fenomeno secondario, indotto da forze economiche e tecnologiche più potenti.

Dicono che la politica è stata resa impotente da una macchina tecnico-economica inarrestabile che

schiaccerà tutti i tentativi dei governi di reintrodurre politiche restrittive e regolamentazioni.

Questi commentatori auspicavano una nuova fase della storia del mondo in cui il ruolo principale dei

governi sarà quello di agevolare il capitalismo globale.

Gli iperglobalizzatori, preannunciando l’avvento di un “Mondo senza confini”, cercando di

convincere l’opinione pubblica che la globalizzazione comporta il declino del territorio politicamente

delimitato come concetto utile per meglio comprendere il cambiamento politico e sociale.

Ritengono che il potere politico risieda in formazioni sociali globali e venga espresso mediante reti

globali anziché mediante stati a base territoriale. Inoltre, affermano che gli stati-nazione hanno già

perso il loro ruolo dominante, poiché le divisioni territoriali stanno diventando sempre più irrilevanti,

gli stati sono ancora meno in grado di determinare la direzione della vita sociale all’interno dei propri

Infine affermano che l’ordine politico minimalista del futuro sarà determinato da economie

confini.

regionali legate assieme in un reticolo globale pressochè uniforme di produzione e di scambio.

Gli scettici della globalizzazione dissentono e mettono in luce il ruolo centrale della politica per

l’attivazione delle forze globalizzatrici, specie mediante la mobilitazione del potere politico. Secondo

loro, la rapida espansione dell’att. economica globale deriverebbe dalle decisioni politiche, adottate

dai governi neoliberisti degli anni 80 e 90 del sec. scorso, di eliminare le restrizioni alla circolazione

internazionale dei capitali.

Gli scettici della globalizzazione insistono sulla rilevanza delle unità politiche convenzionali, sotto

forma di stati-nazione moderni o di metropoli globali.

Le argomentazioni degli iperglobalizzatori e degli scettici rimangono ancorate ad una versione

stucchevole del dilemma dell’uovo e della gallina: sì, le forme economiche di interdipendenza

vengono messe in moto da decisioni politiche, ma queste decisioni vengono pur sempre prese in

determinati contesti economici.

I mercati globali limitano la capacità dei governi di fissare obiettivi indipendenti di politica nazionale

e di imporre i propri standard domestici; pertanto, dovremmo riconoscere il declino dello stato-

nazione come entità. La globalizzazione che stiamo vivendo ha indebolito alcuni dei confini

convenzionali tra politica interna e politica estera, promuovendo nello stesso tempo la crescita di

spazi e istituzioni sociali sovraterritoriali che destabilizzano, a loro volta, gli assetti politici

tradizionali. Nel secondo decennio del XXI sec, il mondo si ritrova in una fase di transizione tra il

sistema dello stato nazionale moderno e forme postmoderne di governance globale.

Globalizzazione politica e governance globale di istituzioni e associazioni sovraterritoriali, tenute

la globalizzazione politica è visibile nell’ascesa

assieme da norme ed interessi comuni. In questa fase iniziale della governance globale, queste

strutture assomigliano ad un network eclettico di centri di potere interrelati: come autorità municipali

e provinciali, blocchi regionali, organizzazioni internazionali, e associazioni nazionali e

internazionali del settore privato.

A livello municipale e provinciale, c’è stata una crescita nel numero di iniziative politiche e

collegamenti transnazionali tra varie autorità sub-statuali.

A livello regionale c’è stata una grandissima proliferazione di organizzazioni e accordi multilaterali.

Associazioni e agenzie regionali sono sorti in tutto il mondo, inducendo alcuni commentatori ad

ipotizzare che finiranno per sostituire gli stati nazionali come unità base di governance.

Nati come tentativi di integrare economie di dimensioni locali, questi blocchi regionali, in alcuni casi,

si sono già evoluti in federazioni politiche “leggere” con istituzioni comuni di governance.

A livello globale, i governi hanno formato tutta una serie di organizzazioni internazionali, tra cui

l’ONU, la NATO, il WTO e l’OCSE

Dettagli
A.A. 2016-2017
30 pagine
2 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/12 Sociologia giuridica, della devianza e mutamento sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher noemipedagogista di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dei mutamenti e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Lombardo Enzo.