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Wright compirono i primi voli con gli aerei.
Insomma, gli ultimi 3 decenni del XIX sec. segnarono la rimonta della Germania e degli Stati Uniti
sulla Gran Bretagna, legata ad una “produzione tradizionale” sempre meno competitiva.
In questo periodo si svilupparono anche le ferrovie in tutto il mondo: esse collegavano le grandi
pianure americane coltivate a grano con i porti della costa orientale.
I porti del Mediterraneo recuperarono posizioni a livello mondiale mediante il nuovo canale di Suez
che cancellava la circumnavigazione dell’Africa. Notevoli anche i progressi dei trasporti navali una
volta introdotta la turbina a vapore Parsons, che permetteva di risparmiare carbone.
Così facendo, le città europee divennero sempre più popolose e le campagne in crisi, anche durante
l’era all’altro,
della seconda Riv. Industriale vi fu una grande migrazione di massa da un continente
raggiungendo il culmine tra il 1860 e il 1914.
Le popolazioni delle zone sottosviluppate dell’Europa (Italia meridionale, Europa orientale)
affluivano nelle città europee più avanzate e in quelle statunitensi interessate da uno sviluppo
industriale impetuoso. Nascevano, per contrasto di fronte all’avanzata dei partiti socialdemocratici,
le ideologie nazionaliste. Da una parte, la lotta contro le diseguaglianze per una società più giusta,
dall’altra la mitizzazione della guerra fra nazione.
Nel 1876, la regina Vittoria d’Inghilterra assunse il titolo di “Imperatrice delle Indie”. Nell’ultimo
trentennio del secolo, la popolazione delle colonie britanniche era valutata oltre 345 milioni di
persone a fronte dei 40 in madre-patria. Solo sul finire del secolo, la Germania si mosse con
l’acquisizione di vasti territori africani. anche gli Stati Uniti passarono dall’isolazionismo
Dopo la guerra di secessione (1861-1865),
all’imperialismo.
Due conquiste del capitalismo finanziario: Tunisia ed Egitto
Per ottenere l’indipendenza dall’impero turco, i bey tunisini (nobili-vassalli che governavano il paese)
cominciarono a chiedere prestiti alla finanza francese negli anni 30. Nel 1857, i consoli inglese e
Mohammed ad una serie di riforme (il “Patto fondamentale”) che
francese spinsero il bey
trasformarono il paese in una monarchia moderata con diritti che accomunavano musulmani, israeliti
e stranieri. Successivamente però si accorsero che la modernizzazione del paese si scontrava non solo
con i privilegi dell’aristocrazia locale, ma anche con i privilegi acquisiti dagli europei. 10
Il metodo con cui le potenze straniere acquisirono nuovo potere fu il controllo del debito, ottenendo
poteri di supervisione del governo: i consoli sosterranno sotto banco i maneggi di avventurieri, che
consiglieranno al bey imprese rischiose, atte a causare un sensibile peggioramento della situazione
finanziaria. Il governo si indebiterà ancora di più, per effetto di prestiti prima locali, poi internazionali.
Di prestito in prestito, la Tunisia finì sotto la tutela straniera, tanto che venne istituita una
commissione finanziaria internazionale, un triumvirato anglo-franco-italiano, che ricorda, fatte le
debite differenze, l’odierna troika.
Furono il peggioramento della situazione finanziaria dopo il 1876 e le mire italiane a forzare
l’intervento militare francese nel marzo 1881: un’occupazione armata che fu il prologo del
protettorato.
Nel Trattato di Bardo (maggio 1881) e nelle successive Convenzioni della Marsa (giugno 1883), il
rimaneva in carica, ma spogliato di ogni potere effettivo. L’esercito francese controllava tutto il
bey
paese mentre quello tunisino rimaneva per le parate di gala. italiani coniarono l’espressione
Nel raccontare la vicenda, dopo il trattato del 1881, alcuni giornali
“Schiaffo di Tunisi”: il primo ministro italiano Cairoli si era dimesso.
Dopo il 1892, molti francesi furono invitati a occupare i terreni migliori del paese, mentre i contadini
autoctoni furono spinti verso la steppa.
Isma’il pascià divenne viceré d’Egitto, ma era già a capo del paese da 4 anni: sfruttando
Nel 1867,
gli introiti del cotone, il pascià decise di mettere in opera un gigantesco piano di infrastrutture: canali
di irrigazione, nuove ferrovie, nuove scuole, il completamento di una grande diga sul Nilo, oltre alla
costruzione del canale di Suez.
Il governo prese soldi in prestito a condizioni proibitive: vennero concessi, infatti, 8 prestiti con un
tasso di interesse alto. Il problema non stava in che cosa ma in che modo spingere il viceré a spendere
e a spendere bene, come costringerlo ad indebitarsi presso un certo gruppo, come concedergli presti
alle condizioni più lucrose, come tenerlo al guinzaglio.
Il prezzo del cotone andò sgonfiandosi già un anno prima della fine della guerra di secessione
americana e come se non bastasse, Alessandria d’Egitto fu colpita da un’epidemia di colera, mentre
il boom delle costruzioni non rallentava: fu un vero e proprio tracollo per l’economia egiziana. Il
voleva diventare imperatore d’Africa, era amante dei palazzi lussuosi
pascià era troppo ambizioso,
ed inoltre, il suo tentativo di ri-orientare le esportazioni producendo zucchero fu dispendioso e poco
remunerativo.
Per far fronte ai debiti, Isma’il ricorse a prestiti a breve termine presso istituti finanziari parigini, in
particolare il Crèdit Foncier.
Nell’ottobre 1875, un analogo processo di indebitamento del governo turco causò la bancarotta di
egiziani. Isma’il per evitare
Istanbul con il crollo dei titoli ottomani, e di conseguenza, anche di quelli
la bancarotta fu costretto a mettere sul mercato i suoi titoli della Compagnia universale canale di
Suez. Dopo aver ottenuto il prestito, da De Rothschild, il primo ministro inglese Disraeli comprò le
azioni a prezzi vantaggiosi.
La Gran Bretagna sfruttò la crisi finanziaria dell’Egitto e dei creditori francesi per controllare una via
commerciale, costruita dal capitale finanziario francese, fondamentale poi per la rotta dell’India.
L’aggravarsi della crisi finanziaria portò l’Egitto sull’orlo della bancarotta: Fra ed Ingh posero
l’amministrazione finanziaria del paese sotto il loro controllo, per mezzo di due ispettori generali, un
francese ed un inglese.
Nel 1879 Isma’il, che non voleva rinunciare all’autonomia, licenziò gli ispettori: per questo motivo,
fu deposto grazie ad un’offensiva diplomatica delle due potenze europee ad Istanbul e sostituito dal
figlio Tewfiq. 11
L’attrito tra egiziani e cittadini stranieri raggiunse il culmine ad Alessandria dove esplose una rivolta
anti-europea: bande di egiziani attaccarono ed incendiarono case e proprietà degli stranieri
uccidendone quasi 200. Con il pretesto di salvare l’Egitto dalla tirannia militare, gli inglesi
occuparono il paese, dopo un bombardamento navale di Alessandria.
L’Inghilterra prese il controllo militare, dopo aver preso quello finanziario, del fruttuoso canale e del
paese. fatto: l’appropriazione di una
Nel 1884, la Conferenza di Berlino sanciva quello che era un dato di
nazione indebitata da parte di un paese creditore.
La vicenda egiziana rivelava una tendenza anche oggi evidente: “Non solo, dice Gallino, il sistema
finanziario ha acquisito un peso irrazionalmente spropositato sull’economia mondiale. Ha pure
conquistato tale posizione fondandosi sulla creazione ad oltranza di debito”.
L’esercito inglese conquistò l’Egitto per un interesse nazionale, ma anche per salvaguardare gli
interessi dei creditori e del proprio sistema finanziario. Un paese di indebita verso una valuta forte,
ed è costretto a vendere i suoi assets più preziosi a suon di cannonate.
Capitolo II Il lungo tramonto
Wall Street sorpassa la City
Poco prima della Grande Guerra, l’Inghilterra era la potenza economica dominante. Londra era ancora
il centro commerciale e finanziario del mondo, con la sua capacità di importare ed esportare capitali,
ma in difficoltà per la concorrenza sempre più agguerrita di Stati Uniti e Germania, dal punto di vista
dell’esportazione dei prodotti industriali.
Da tempo importatrice di prodotti agricoli ed in difficoltà nelle esportazioni verso i mercati mondiali,
l’Inghilterra riusciva a mantenere il primato industriale a fine 800 solo mediante le capacità di
assorbimento dei suoi prodotti da parte del suo sterminato impero coloniale.
Il ruolo centrale della City come piazza di smistamento dei capitali non era in discussione, anche
perché tutti i paesi avevano aderito al gold standard, tutto imperniato sul credito fornito dalle banche
inglesi e sul ruolo centrale della sterlina.
Il sistema del gold standard era instabile. A cavallo del secolo, gli Stati Uniti non avevano una banca
centrale e rimettevano buona parte dei surplus stagionali agricoli nella Banca d’Inghilterra: lo
facevano in cambio di oro. Le banche commerciali inglesi producevano moneta in forma di crediti,
foraggiando il mercato finanziario, senza una copertura del tutto certa. Questo determinava, oltre
all’instabilità, una scarsa propensione al credito interno.
Le difficoltà economiche inglesi non potevano che acuirsi, mentre Londra rimaneva la piazza
finanziaria più importante del mondo.
La City però era un grande mercato di titoli obbligazionari internazionali. L’accentramento bancario
dagli anni 90 in poi, non sospinse la crescita di grandi imprese come avveniva in Germania già da un
decennio.
Si formavano grandi banche dalle funzioni speculative, principali fonti di nuova moneta, mentre la
Banca d’Inghilterra perdeva la capacità finanziaria e la volontà di assumere il ruolo di prestatore di
ultima istanza.
Il mondo era cambiato: rispetto agli anni della lunga depressione, i prezzi in Europa cominciarono a
salire; le esportazioni statunitensi di grano calarono in virtù del maggiore consumo interno. A far
materie prime c’era anche la domanda aumentata delle industrie.
crescere il prezzo delle
Mentre altri paesi, come l’Italia, Russia e Ungheria sviluppavano il loro settore produttivo: le nuove
navi a nafta, e dopo le industrie dell’automobile, sospinsero la produzione di petrolio. La creazione
di cartelli e trust aveva ridotto la concorrenza e generava un’inflazione seppur debole. 12
La crescita moderata dei prezzi, nonché della produzione di moneta cartacea da parte delle banche,
non era dovuta all’aumentata produzione di oro, ma all’uso dell’assegno e di altri “titoli di credito”.
Infatti in tutti i paesi crebbe il n° delle banche, mentre ferrovie e strade permettevano spostamenti
veloci di denaro.
La crisi finanziaria del 1907, scatenatasi negli Stati Uniti, mise in ev