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Non è per niente sbagliato dividere la sociologia in base al genere. Questo però non fu totalmente
accettato negli anni Ottanta in quanto i contributi femministi trovarono una rivendicazione in campo
politico, ma non un riconoscimento nell’accademia. Questo perché c’era una chiara divisione di ciò
che veniva considerato maschile e ciò che era femminile e la sociologia non faceva parte del loro
bagaglio. In qualche modo erano state vittime di un doppio processo di auto-ghettizzazione e etero-
ghettizzazione. Quindi l’esito dell’ingresso delle donne nella sociologia italiana ha avuto un impatto
di carattere scientifico, ma non è stato istituzionalizzato.
Genere => concetto che spiega come sulla base di trattati biologici si innestino processi sociali
condivisi di costruzione di tratti dell’identità appresi e non innati. Esso riflette i cambiamenti sociali
e li induce in quanto è sempre più evidente come ai gender studies si sia affiancato il metodo gender
sensitive (centralità del genere nelle trasformazioni sociali).
Inoltre fenomeni moderni come l’individualizzazione, la differenziazione, la precarietà, l’incertezza
ecc. hanno accelerato una definizione di una ricerca sociale gender oriented che ha agito lungo due
direttrici:
- concetti, attraverso teorie sociologiche o fenomeni emergenti come le nuove dimensioni del
genere e delle identità sessuali (gay, lesbiche, transgender e queer) oppure concetti passati
rivisitati come il fenomeno della violenza
- processi, che se intesi come fenomeni sociali, esaltano le differenze e le disuguaglianze tra
vari soggetti sociali. Queste differenze vengono supportate da statistiche e indicatori
Si è visto come il trend verso i cambiamenti sociali sia sempre più numeroso e la ricerca gender
oriented che comprende un vasto numero di approcci, orientamenti ha vissuto questi cambiamenti
assumendo posizioni alternative a un’accezione di genere basata su qualità sessuali intrinseche e
immutabili. Si è andata affermando una visione costruttivista delle identità di genere grazie a
componenti culturali, storiche e sociali che la sociologia ha usato per delineare le figure di oggetti
cui è data un’identità secondo le pratiche culturali correnti (uso di stereotipi per definire un
soggetto). Gli studi gender oriented ora comprendono anche i women’s studies, i men’s studies e
gli studi sulle culture LGBTTIQ. Lo studio gender oriented ha prodotto una diffusa metodologia di
ricerca gender sensitive che si caratterizza per: ‘una specifica attenzione al genere prima, durante e
dopo la raccolta e l’analisi di informazioni e dati facendo riferimento sia a donne sia a uomini e alle
molteplici sfumature tra i due poli ’.
Il mutamento sociale e quindi la differenziazione sempre maggiore tra maschi e femmine (gender
divide) è stata portata avanti da una serie di passi avanti come:
- la centralità dei valori auto espressivi negli atteggiamenti degli attori sociali
- il potenziamento del terziario e di ulteriori posti di lavoro per le donne
- le politiche di pari opportunità che hanno permesso alle donne di raggiungere ogni tipo di
posizione
- una crescente autonomia e indipendenza degli attori sociali (legalizzazione e accettazione
dei metodi contraccettivi)
I tratti del mutamento sociale vennero incanalati in indici; tra quelli europei più importanti troviamo
l’European Gender Equality Index (EU-GEI) che rilevava il confronto tra generi basandosi sulle
condizioni occupazionali, reddituali, dell’uso del tempo e di rappresentanza politica e decisionale.
Capitolo due
Questo cambiamento sociale si riflesse anche nel mondo dell’istruzione italiana. Negli anni Settanta
si verificò l’accesso dell’istruzione superiore a nuove categorie sociali, con il conseguente aumento
della popolazione studentesca. La prima conseguenza interna fu un diverso rapporto tra università
e interlocutori esterni (a livello istituzionale, di aggregati di interesse e di singoli utilizzatori) come i
docenti. La professionalità del docente venne messa in discussione sia dal punto di vista normativo
che valoriale. I valori tradizionali venivano ridiscussi e si respirava cambiamento nell’aria. Il sistema
universitario era organizzato come una ‘gilda’, ovvero un’organizzazione basata sul potere
personale come fosse una gerarchia. Successivamente ci fu una riorganizzazione da cui poi si innestò
anche il processo di femminilizzazione del mercato del lavoro e dell’istruzione. Le conseguenze di
questi processi sociali sulla struttura accademica furono:
a. un ampliamento del personale docente => da istituti mono cattedra a quelli poli cattedra
b. crisi dei meccanismi di governo con rifiuto da parte dei professori Incaricati e Assistenti del
ruolo subalterno
c. crisi dei meccanismi di reclutamento
Anni Ottanta=> riforma attuale con divisione del personale docente in: RU (Ricercatori universitari),
PA (Professori associati) e PO (Professori ordinari); vennero eliminati gli Istituti in favore dei
Dipartimenti. => processo di trasformazione da università d’élite a università di massa
Anno 2010=> Riforma Gelmini: ruolo del ricercatore abolito in favore del ricercatore a tempo
determinato che dopo sei anni può accedere al ruolo di associato.
Il concetto di capitale non è per forza riguardante il campo dell’economia, ma può concernere anche
in senso di ‘capitale sociale’ il patrimonio di risorse relazionali, simboliche o materiali che hanno a
che fare con gli attori sociali. Distinguiamo due tipi di capitale sociale: campitale social di solidarietà,
che deriva dall’appartenenza a un gruppo e capitale sociale di reciprocità, che deriva dalle relazioni
sociali e non dall’appartenenza. Distinguiamo quindi l’elemento relazionale da quello strutturale.
L’università italiana si basa sempre di più su delle risorse che si riferiscono al capitale sociale in
quanto si ha a che fare con la produzione di un bene di tipo intellettuale: a conoscenza. Per accostare
il concetto si capitale all’accademia si deve adottare un approccio relational view: interazione tra
attori è alla base dei meccanismi di apprendimento, di diffusione della conoscenza e
dell’innovazione. A oggi, invece, l’università sta passando un paradigma fluido ovvero di tipo
network based, in cui livello di competizione e di globalizzazione si è innalzato per cui c’è maggiore
flessibilità.
Attraverso alcuni dati che riguardano il raggiungimento delle posizioni apicali da parte delle donne
nell’università si è potuto stabilire che il flusso delle potenzialità femminile si riduce a poche gocce
nelle posizioni più elevate (teoria del leaky-pipe o del tubo che perde). Due sono le considerazioni:
in primis, la difficoltà delle donne di inserirsi nelle carriere universitarie nonostante ci siano più
laureate e ricercatrici donne; in secondo luogo che esiste un’estrema difficoltà nel risalire la scala
gerarchica denunciata dalla scarsa presenza di esse tra associati e ordinari. Questa difficoltà può
essere categorizzata nel fenomeno del ‘ tetto di cristallo ’ da cui poi si è creato un indice per misurare
il gender gap. È stato contestualizzato questo indice anche in base alla posizione delle università in
Italia e con sorpresa è stato visto come il gap sia inferiore al Sud piuttosto che al Nord.
Lo stesso discorso viene contestualizzato nel mondo delle riviste che hanno un ruolo fondamentale
nell’aggiornare la comunità scientifica e dare riconoscimento e ricompensa agli autori. All’interno
delle riviste possiamo trovare più apparati tra cui quello produttivo e quello organizzativo. In questo
campo è stato compiuto uno studio per vedere quale era il tasso di donne a capo delle redazioni.
Per ciascuna rivista italiana di Classe A sono stati: individuati i vari organi che la costituiscono, per
ciascun organo sono stati individuati i componenti e questi ultimi sono stati poi aggregati in tre
macro gruppi. Questi macro gruppi possono essere classificati in base all’influenza che i vari organi
effettuano sulla direzione della rivista. Nella fascia medio-alta troviamo i direttori e co-direttori, il
comitato di direzione e il comitato editoriale; nella fascia medio-bassa si colloca il comitato di
redazione e in posizione di staff abbiamo il comitato scientifico. I risultati della ricerca portarono a
confermare che ai vertici c’era una bassa presenza femminile e che anche se alcune donne si
trovavano nelle posizioni più importanti avevano scarso potere decisionale. Però è anche vero che
da una ricerca attuata nel 1989 le percentuali relative alla presenza femminile sono aumentate.
Capitolo terzo
L’identità diceva Talcott Parsons, non è il prodotto della sola interazione dell’individuo con
l’ambiente, né un’autocostruzione bensì è un equilibrio dinamico tra le componenti sociali e le
componenti personali. Infatti la socializzazione ha un ruolo molto importante nella creazione di un
individuo e permette ad esso di acquisire gli orientamenti richiesti per fronteggiare il sistema delle
attese e aspettative da parte degli altri attori sociali. Il processo di socializzazione e creazione di una
prima identità viene compiuto dalla famiglia, che è la prima relazione sociale che un individuo ha.
L’identità di genere si forma così precocemente nella vita di un individuo che risulta scontata. Per
spiegarla si possono usare due approcci differenti: l’effetto perdurante che dipende dalle
caratteristiche biologiche innate o la costruzione e ricostruzione continua dell’identità di genere
attraverso le interazioni sociali.
Le teorie costruttiviste sul genere hanno portato i ricercatori a porre maggiore attenzione sui
processi di costruzione del genere e in che modo donne e uomini ‘fanno genere’ e quindi
costruiscono la loro identità. Ad esempio Connel elabora la teoria complessiva delle relazioni di
genere che è un ambito organizzato di pratiche umane e relazioni sociali che definisce le forme della
maschilità e della femminilità. Questo ordine di genere è composto da tre dimensioni che sono:
lavoro, potere e catessi (dinamica dei rapporti intimi, emozionali e affettivi). L’ordine di genere
stabilisce ad esempio l’insieme di atteggiamenti definiti maschili e quelli definiti femminili, ma
soprattutto costruisce delle aspettative verso l’altro. I processi che regolano l’ordine di genere e i
loro elementi costitutivi sono: produzione della divisione di genere, creazione di simboli, immagini
e forme di consapevolezza, interazioni fra indi