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3.3 UNA SCIENZA DELLE FUNZIONI
La Glossematica tende alla costruzione della morfologia generale di qualsiasi tipo di semiosi e di
semiotica. Hjelmslev afferma che il problema della forma linguistica è il problema linguistico (semiologico)
nella sua assoluta totalità. Il metodo glossematico è utilizzabile e necessario in qualunque semiologia.
Il metodo deduttivo esige che si parta dai termini più generali possibile. Si deve parlare di semiologia
immanente, che egli chiama glossematica. L'asse portante di questo progetto è il sistema delle dipendenze
o delle funzioni. Egli insiste sul significato etimologico del termine "funzione", ovvero sulla posizione, il
ruolo che svolge. Nel loro relazionarsi i funtivi assumono ruoli diversi: come costanti (la presenza è
condizione necessaria per la presenza dei funtivi rispetti ai quali essi hanno funzione) e come variabili ( la
presenza non è condizione necessaria). Ed è nei diversi tipi di funzione che intercorrono tra "costanti" e
"variabili" che Hjelmslev esplicita la natura (formale) del segno. Nella prospettiva hjelmsleviana si ha
scienza soltanto con le funzioni di interdipendenza o dipendenza bilaterale, reciproca (solidarietà,
complementarietà) e di determinazione o dipendenza unilaterale (selezione , specificazione) nelle quali
compaiono dei funtivi costanti, rispettivamente due e uno. La costellazione appartiene alla semio-logica
glossematica. Nell'analisi strutturale si possono registrare dipendenze non omogenee, come quelle fra
l'oggetto e il suo esterno.
Il metodo glossematico procede per analisi e per sintesi, o meglio per partizione, descrivendo appunto le
dipendenze omogenee, interne, dei testi, o delle forme di comunicazione e interpretazione, e per
frammentazione, descrivendo le dipendenze non omogenee e non uniformi che portano "fuori" dal testo.
La "semiologia immanente" è pertanto la forma del segno. In questa accezione la semiologia è
una metasemiotica. Nella sua a-specificità questa scienza delle funzioni è de-soggetivizzata e de-
ontologizzata. Si tratta di uno spazio anonimo che ha bisogno di un soggetto interpretante che lo
interroghi affinché possa rispondere, il che comporta la relazione con la sostanza, con una forma impura. Il
"far segni" o l'avviare atti interpretativi attraverso i quali si genera senso, appartiene alla semiotica, o alla
sostanza linguistica o materia. In Hjelmslev "semiologia" e "semiotica" sono in un rapporto di opposizione
partecipativa (et...et) e di manifestazione asimettrica fra un polo estensivo (la semiologia) e un polo
intensivo (la semiotica), fra simile e dissimile: un rapporto fra ordini differenti ma non indifferenti.
3.4 LA SUBLOGICA DEL SEGNO
La logica non riesce a cogliere a tutto lo sprog (il linguaggio), o il semiotico. Le opposizioni del sistema
linguistico che lo costituiscono sono sottomesse alla legge di partecipazione. Soltanto il sistema
di opposizioni partecipative ricopre i fatti del linguaggio e ne premette l'immediata descrizione.
Il sistema sublogico (principio comune del sistema della logica formale e di quello della lingua) sta alla base
del sistema logico e prelogico nello stesso tempo. Per dare un'idea generale occorre ricondurre il logico e il
prelogico ad una base comune proiettandoli sul piano sublogico. Le opposizioni del sistema prelogico
e quelle esclusive del sistema logico sono aspetti del sistema sublogico, garante della gradualità e della
continuità. "sublogico" indica soltanto una comune inerenza del logico e del prelogico. La logica
partecipativa è una logica originaria, è la logica della continuità, della gradazione continua, del legamento
intimo, dell'intrico. I sistemi semiolinguistici sono in pari tempo prelogici e logici: il tratto "logico" è
intensivo mentre quello "prelogico" è estensivo e vale sia come tratto opposto a "logico" che
come partecipe a "logico"(l'estensivo include l'intensivo). L'estensionalità dei sistemi sublogici è uno
spazio di relazioni: una estensione di tipo topologico che rimanda alla differenzialità del valore.
Con la nozione di sistema sublogico la logica del linguaggio viene inglobata in un sistema più ampio sulla
base della legge di partecipazione. All'opposizione escludente positivo/negativo la sublogica sostituisce
l'opposizione estensivo/intensivo. Il termine estensivo (A) viene delimitato, connotato dal termine
intensivo che è variabile rispetto al termine estensivo: l'estensivo si protende nell'intensivo, creando una
base comune; esso è caratterizzato dal fatto di poter occupare una zona molto più ampia di quella che
chiamiamo "materia del mondo", mentre il termine intensivo si colloca in una zona più ristretta.
I termini intensivi sono implicati e fusi, sincretizzati, nell'estensività che le varie pratiche (sociali,
ideologiche...) di una data comunità concretizza ed esplica. I sincretismi si possono manifestare in 2 modi:
1. Come FUSIONI--> con FUSIONE s'intende una manifestazione di un sincretismo che è identica alla
manifestazione di tutti i funtivi che entrano nel sincretismo, o di nessuno di essi;
2. Come IMPLICAZIONI--> con IMPLICAZIONE intendiamo una manifestazione di un sincretismo che è
identica alla manifestazione di uno o più dei funtivi che entrano nel sincretismo, ma non di tutti.
Il "se" dell'implicazione è l'esteso, il presupposto o il polo costante di un'opposizione partecipativa, o
ancora una fusione di conseguenze possibili che in presenza di un certo contesto, che è variabile, discretizza
la sua continuità. Si tratta di una determinazione in cui la conseguenza (l'allora) implica una serie di
possibilità (essa stessa compresa) sincretizzate nella premessa (se). Si prospetta un percorso plurale,
multilaterale, non prestabilito, dipendente dall'azione della materia fisica e culturale e dalle disposizioni o
inclinazioni, dalle "nervature" del sistema di partenza che funge da premessa o condizione. La
"determinazione" è una funzione semiotica che stabilisce un percorso interpretativo in cui la forza
trainante è nel polo variabile, ossia negli interpretanti. La determinazione/esplicazione o
concretizzazione/discretizzazione di un sincretismo attraverso l'azione selettiva di un interpretante è
un processo che avviene attraverso una catalisi (registrazione di coesioni attraverso il rimpiazzamento di
un'entità). Si tratta dell'inserimento (interpolazione) di nuove entità (nuove connotazioni) nello spazio di
un testo (un'iscrizione mutila, una reticenza) o dell'adattamento di un intreccio semiosico a nuove
esigenze: un processo di trasformazione o traduzione da uno stato ad un altro, provocato da un
catalizzatore o un interpretante la cui natura genera varie forme semiosiche e semiotiche. Hjelmslev pone
dei limiti alla catalizzazione.
3.5 LA GLOBALITA'
L'immagine della rete è più conforme ai fatti e rappresenta anche la semiosi non verbale. Punto di partenza
ineludibile è proprio l'estensione della materia vivente che nel suo realizzarsi ed esplicarsi assume pieghe,
concentrazioni o intensificazioni diverse attraverso un processo di interpretazione/determinazione. Nella
prospettiva gerarchica si procede per suddivisioni. Si tratta di un procedimento dicotomico
e binaristico che stabilisce dipendenze e indipendenze fisse.
Nella prospettiva reticolare l'analisi procede per dimensioni e consiste nel riconoscere, in una categoria,
due o più sotto-categorie che intersecano e si compenetrano e che sono perfettamente coordinate e
simultanee, poste sullo stesso piano e con gli stessi diritti. Chiamiamo dimensione sigma, o dimensione
segnica, la dimensione che manifesta due sottodimensioni o sottocategorie poste sullo stesso piano. Si
deve pensare ad una totalità partitiva, a un complesso di molte unità differenti (distinte) ma non
indifferenti fra loro. Nella totalità partitiva è fondamentale il dialogo. Un ruolo centrale è svolto in questo
processo dall'intensificazione dell'estensione, ovvero dalla sua interpretazione, e dalle situazioni pratiche
in cui essa avviene. La morfogenesi si realizza nell'opposizione partecipativa, o "determinazione",
fra globale (esteso) (A) e locale (concentrato) (A+ non A), dove il globale è la modellazione biosemiosica in
quanto criterio generale e originario della vita in tutte le sue specificazioni o localizzazioni nei vari corpi
viventi. La dimensione sigma è lo spazio relazionale costituito dalle categorie o dalla forma del segno. Una
stessa categoria può formare sistemi diversi e realizzarsi in modi diversi: il sistema dei casi differisce da una
di queste lingue all'altra e non esiste alcun caso che si definisca in modo assolutamente identico in tutte le
lingue. il sistema è la forma specifica sotto cui la categoria si realizza in una data lingua. Le categorie sono
generali e realizzabili, non universali. la generalità vale sotto certe condizioni ed è valida sotto la condizione
della funzione semiologica, che costituisce il segno in quanto interdipendenza di forma dell'espressione e
forma del contenuto, distinguendo il sistema semiolinguistico da ogni altro sistema.
La dimensione sigma si realizza:
Sistemi diadici, con 2 membri--> prevale la segnalità, la codifica o il codice come mera
nomenclatura, scambio eguale tra significato e significante;
Sistemi triadici, con 3 membri--> prevale la segnità, l'asimmetria tra espressione e contenuto,
l'azione dell'interpretante e dell'interprete.
In Hjelmslev la categoria si realizza in un sistema a 3 termini: forma, sostanza e materia. I loro rapporti,
regolati da una classe di funzioni con tre membri (interdipendenza, determinazione, combinazione) e da
una classe di funtivi con due membri (costante e variabile), sia sul piano dell'espressione sia su quello del
contenuto, definiscono le varie forme di semiosi, come quella fra segno e simbolo. Nella dimensione sigma
si articolano e si intricano la materia semiosica e la materia semiotica (o metasemiosica). La semiotica ha
per oggetto una estensione indefinita, illimitata di tensioni, di opposizioni partecipative. Indichiamo con
semiosico e semiotico queste 2 illimitatezze e infinizioni. Il termine "linguaggio" denota tanto i segni
verbali quanto i segni non verbali della semiosi umana, mentre per la semiosi del vivente è opportuno
parlare soltanto di "messaggi", "codici", "sistemi di segnali e di trasferimenti".
Semiotico= riguarda la semiosi umana e si distingue in:
Semiotico linguistico verbale;
Semiotico linguistico non verbale.
Tali funzioni svolgono la funzione c