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La comunicazione politica e l'uso dei media
Oltre ad una presenza capillare sul territorio, orchestrata con politiche risolutive, nella comunicazione esterna questi candidati puntarono molto sul fatto di accusare i media di aver distorto o falsificato i fatti. Il no all'uso di internet per raccogliere dai cittadini pareri e suggerimenti è quello dei movimenti, che criticano la politica istituzionale per aver utilizzato strategie di basso profilo o aver annullato il rapporto con i media. Al contrario, i candidati che camminavano nei quartieri, utilizzavano slogan e immagini che tengono un rapporto coi media di basso profilo o lo annullano, valorizzavano l'ascolto e il dialogo con i cittadini e infine l'uso di internet tipico della comunicazione del movimento. In Italia, questo approccio è per lo più legato all'area del centrosinistra sia a livello locale che nazionale. Un esempio è Cofferati per il comune di Bologna, che aprì un blog personale.
più che praticare davvero il silenzio, durante la campagna postava quotidianamente informazioni metacomunicava, sul silenzio parlando direttamente con cittadini o con stampa e tv locali. Fece un esplicito elogio al silenzio: qualche volta l’assenza conta più della presenza. Lo staff parlava in prima persona. L’uso di internet fu comunque limitato. Quello di Cofferati non era un blog in senso stretto, non era aggiornato più volte al giorno quindi non era abbastanza attivo, non scriveva in prima persona i testi ed esercitava censura ai commenti determinando scarsa partecipazione da parte dei cittadini al blog, trattava temi di governo dal 2006. Prodi scelse di non andare spesso in televisione per una sua scelta maturata negli anni per cui la televisione non ha i contenitori giusti con i quali la politica si spiega, si fa solo a vedere.
Gara a chi sa stare meglio in televisione dovetroppo locali, usò internet in modo limitato. Queste critiche si viene premiato chi ha la battuta più forte. Tutto questo ha pocosono rivelate fondate, chiuse dopo pochi mesi. Considerazioni a che fare con la serietà del governo. Prodi una volta insediatosianaloghe si possono fare sul sito “la fabbrica del Programma” ha voluto differenziarsi dallo stile comunicativo del governoche la coalizione di Prodi mise online nel 2005 per discutere in precedente, sempre contraddistinto dal presenzialismomodo specifico dei problemi con le componenti della società televisivo di Berlusconi.civile. Non è mai riuscito a divenare un laboratorio di Tuttavia, differenziarsi per omissione o peggio, assenza è unainterattività e partecipazione che si voleva che fosse. strategia molto rischioso, quando non autolesionista, perchè dalmultimediale e multimodale,nulla si può inferire tutto.
Se si vuole evitare che il silenzio l'alternativa appare ricca di mediatico di un leader possa dare il via a una deriva prospettive. Oggi per comunicare bisogna mettere in atto un interpretativa controproducente, occorre oculatamente e compresenza e combinazione di molti ambienti di anticipatamente studiare e progettare questo silenzio: comunicazione, molti stili di intervento, molti modi di contesto,- in un certo mirato ad hoc rappresentare i cittadini. La complessità con cui oggi la meta-complessità- per un certo obiettivo comunicazione politica deve fare i conti è una- con l'ineludibile rinforzo di altre azioni comunicative visto che comporta la capacità comunicativa di giocare su più orchestrate in modo sistematico e coerente sia sui media livelli: con più mezzi, più pratiche semiotiche, più registri tradizionali che sui canali alternativi. linguistici. E molti sono gli ambiti del sapere da cui la politica Tutto questoPer indirizzare le inferenze fatte dai cittadini e dare la giusta interpretazione, se non altro escludendo le ipotesi svantaggiose per il leader, è necessario attingere competenze in modo meta-complesso.
Oggi, per qualunque attore politico, istituzionale o di movimento, il rifiuto dei media può essere solo tattico e non strategico, mentre strategico deve essere il fatto di porsi in relazione sistematica con gli ambienti di comunicazione, premoderni, moderni o postmoderni che siano.
La personalizzazione della politica è un fenomeno emerso in tutte le democrazie occidentali e è conseguenza dell'atteggiamento dei media che impongono le loro logiche spettacolari all'arena politico-elettorale. La mediatizzazione della politica richiede la presenza sulla scena politica del leader e la negoziazione della fiducia.
diglobalun'alternativa ai modi di comunicare (banalizzanti, un leader ben identificabile, che rappresenta visivamente il suotelevisivi, generalisti), in realtà o li confermano per il fatto di elettorato e appaia in perenne scontro con l'avversario. → ilnegarli, o li usano apertamente; posto che pure le istituzioni, se conflitto è più simulato che reale poiché le logiche dei mediadicono no ai media, finiscono nella stessa situazione di stallo o impongono l'esasperazione degli aspetti conflittuali.si autodanneggiano; posto tutto questo dunque un'altra - La personalizzazione ha a che fare con grandi mutamenticomunicazione, più consona alla complessità postmoderna, è sociali e politici: la perdita di significatività delle classi socialipossibile? La risposta è no. Non esiste oggi un modo efficace di come linee stabili di demarcazione tra partiti politici e il declinocomunicare la complessità,
se non si passa da qualche forma di delle ideologie come criteri di sovra-interpretazione della realtàsemplificazione, che sia un ragionamento "o con noi o contro di hanno indebolito la fedeltà nei partiti tradizionali di massa enoi", la costruzione di una verità oggettiva e stabile, la hanno aperto spazi per forme più fluide di partecipazione ecancellazione di differenze e sfumature. appartenenza politica, in cui cresce l'importanza di aspettiSe invece si pone la quesitone nei termini di una comunicazioneestetici ed estesici nel dal( = sensibilità, percezione). Alla discontinuità ben delimitati e discorso politico: spazi istituzionali comeintersoggettiva del continuodel moderno si sostituisce la presa il Parlamento, il podio, la sala, l'urna; separazione che sta allache favorisce il riconoscimento tra leader e elettore e base del concetto di rappresentanza su cui si fonda laricostruisce quel terreno comune che icambiamenti della democrazia rappresentativa: prevede una divisione dei ruoli postmodernità sembrano frammentare. codificati tra rappresentanti e rappresentati. Marrone lo chiama → passaggio dall'opinione pubblica al corpo ● logica del contatto o saturazione: riduce la distanza tra il politico. La politica assume le caratteristiche di un faccia a faccia tra leader in cui gli aspetti enunciativi sono spesso messi in secondo piano rispetto a quelli enunciazionali (= modo in cui l'enunciatore 'satura' il loro ambiente sociale, sicui l'enunciatore empirico, che ha progettato, prodotto e propone di dar forma alle loro scelte e mira a costruire una fusione di distribuito il testo, entra in relazione - attraverso il testo e nel attante duale della comunicazione, che deriva dalla enunciatore e enunciatario testo - con glienunciatari empirici a cui il testo è rivolto) e ai e dei loro mondi sociali e culturali dil'enunciatore produce simulacri di se giochi che con questi si possono costruire, sul piano della riferimento. Nel discorso stesso, degli enunciatari, dello spazio della loro interazione relazione tra enunciatore, enunciatario e i loro simulacri nei testi con prodotti e interpretati. giochi di prossimità ostentata che in apparenza azzerano la Landowski → 2 modalità di costruzione del rapporto tra distanza tra attanti. Il risultato è uguaglianza tra soggetti enunciatore e enunciatario: coinvolti (dirigente che espone il proprio ancoraggio alla logica dell'acquisto o elezione: si riconosce quotidianità stessa degli interlocutori) e creazione di uno spazio scegliere all'enunciatario la capacità di tra diverse proposte discorsivo in cui l'immagine si richiude sulla presentazione ai presupponendolo competente. Il discorso politico si
incentra sul suoi destinatari del loro qui e ora, questo è un discorso chiusofare del soggetto enunciatore (leader, partito, coalizione) che si che non ci parla d’altri che di noi, esso si propone di prendere inrapporto verticale e gerarchicopone in un rispetto al soggetto carico i soggetti che siamo. Dato l’annullamento della distanzaenunciatario (cittadini). Linguaggio alto e regole dettate da tra enunciatore e enunciatario, il discorso politico diventa menoesigenze formali d’ufficialità. La politica parla di se stessa da un legato all’enunciato e tende ad appiattirsi sull’enunciazione,pulpito autonomo, da cui chiede ai cittadini (anche loro diventando sfuggente e polisemico. Il politico che satura ilautonomi) di fare le loro scelte. La figura che si adatta a questa proprio mondo con quello del pubblico riduce ostentatamente lelogica è l’uomo d’azione = colui che agisce rispettando distanze rispetto al simulacro della
Il testo formattato con i tag HTML sarebbe il seguente:“gente comune”, che ilsempre i ruoli del copione e non mischiandosi mai con il politico stesso si costruisce con la complicità dei media, realizzapubblico, il suo enunciatario è il “popolo sovrano” e “opinione uno spazio a metà tra l’artificiale e il reale, tra la scena e ilpalcoscenico laterale (Meyrowitz).pubblica” ovvero soggetti pieni ed autonomi, capaci di scelta e retroscena → La figura che siriconosciuti come tali dall’enunciatore. I luoghi sono definiti e adatta a questa logica è l’eroe mediatore che creaun’interazione con gli spettatori pur rimanendo in uno spazio nascondendo il più possibile il dispositivo di enunciazione →strategia oggettivantescenico ben delimitato e la vedette (artista di grande successo) per cui gli attanti della comunicazione,che esce dallo spazio denunciato come artificiale e si trasferisce soprattutto l’enunciatore, sono tenuti il più
Possibile lontani, distaccati nella città, dove si costruisce una maschera di autenticità che sono dal contenuto del discorso, ciò conferisce annulla le distanze col pubblico. Eroe mediatore e vedette sono asetticità e neutralità ad esso, creando l'