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Tutti i media di comunicazione oggi permettono una molteplicità, non corrispondono ognuno
ad un singolo ambiente di comunicazione
.
Il web è diventato il sistema dei media più polisemico, polifunzionale e ambiguo di tutti.
Internet = sistema multimediale di sistemi multimediali, un ambiente che combina molte
forme e pratiche di comunicazione, che a loro volta sono spesso composte da ulteriori e
diverse forme e pratiche di comunicazione.
Fondato nel 2005 e acquisito da Google nel 2006, YouTube è l’ambiente web 2.0 cresciuto
più rapidamente e oggi è uno dei siti più visitati al mondo, che permette inoltre di incorporare
i video all’interno di altri siti, dando anche la possibilità (a chiunque) di raggiungere un
pubblico più vasto.
Youtube permette di diffondere dichiarazioni di leader, spot, interviste e filmati vari, dunque
si presta anche alla pubblicazione di contenuti politici, fruibili a tutti (in italia non raggiunge
ancora il pubblico di massa, per quello il primato lo ha ancora la televisione).
Tuttavia se la pubblicazione di video è accuratamente progettata, è capace di attirare
l’attenzione dei media tradizionali e dunque a massa.
le potenzialità di YouTube sono state capite dallo staff di Barack Obama che lo ha
saggiamente sfruttato durante la campagna elettorale e anche dopo.
Esistono ovviamente generi web diversi all’interno del sito:
1. si rivolge a utenti modello diversi
2. ha obiettivi diversi
3. è destinato a contesti di fruizione diversi
Ogni canale potrà dunque essere confrontato solo con quelli che appartengono al suo
stesso genere web.
Effetto di amatorialità → si ha quando canali professionali, in modo consapevole e mirato,
creano volutamente video a bassa definizione, audio sporchi, interviste a persone casuali.
Ciononostante per usare in modo professionale questo strumento è necessario consolidare
alcune esperienze:
1. la produzione televisiva
2. produzione spot pubblicitari
3. il naming
4. la gestione di forum e comunità on-line
WEB 1.0 WEB 2.0
si basava sul paradigma comunicativo del si basa sulla relazione peer to peer
broadcasting
, secondo il quale da un lato relazionale e comunicativa; ovvero una
c’è una moltitudine di utenti in cerca di relazione alla pari (nel senso di dare e
informazioni o servizi; dall’altro le aziende e ricevere informazioni o servizi) tra
le istituzioni che possiedono le informazioni enunciatore ed enunciatario.
e i servizi, e le competenze per renderli
disponibili in rete.
In una relazione broadcast c’è:
l’enunciatario web (qualcuno che chiede) e
l’enunciatore web (qualcuno che da) e
questi due ruoli sono asimmetrici e non
reversibili.
L’incarnazione di questo paradigma erano i
portali web. Inizio 2007, copertina del Time.
esempio di comunicazione peer to peer
perché allo sbandierato potere delle
persone che usano il web 2.0 non
corrisponde nessun potere dal punto di
vista informatico o
economico-organizzativo.
La copertina appare iperbolica fino alla
vacuità, poiché la Information Age non è
davvero controllabile dagli “You”. Un tu che
non è solo grammaticale, ma esprime una
relazione di vicinanza, informalità,
pariteticità fra enunciatore ed enunciatario.
Per capire i principali tratti linguistico-semiotici della comunicazione che caratterizzano lo
stile comunicativo, è utile riprendere un’altra metafora: la conversazione
.
Cluetrain Manifesto : una lista di 95 tesi scritte da un gruppo di consulenti e manager
statunitensi. Le prime 5:
1. i mercati sono conversazioni
2. i mercati sono fatti di esseri umani
3. le conversazioni tra esseri umani suonano umane. E si svolgono con una voce
umana
4. la voce umana è sostanzialmente aperta, naturale, non artificiosa
5. le persone si riconoscono dal suono di questa voce
6. internet permette delle conversazioni tra esseri umani che erano semplicemente
impossibili nell’era dei mass media.
I principali tratti linguistico-semiotici tipici del dialogo f
accia a faccia e i modi in cui vengono
simulati in rete sono:
- poiché nel faccia a faccia le persone parlano dicendo “io” o “noi”, in rete le aziende
tendono ad usare la “prima persona”
- poiché nel faccia a faccia ci si rivolge a un interlocutore che si considera paritetico, le
aziende si rivolgono ai consumatori, ai cittadini, elettori, dando del “tu” o del “voi”
- poiché nel faccia a faccia amichevole e paritario ci si rivolge in modo informale,
anche le aziende adottano toni più colloquiali di quanto non farebbero fuori dalla rete.
Marmo ha analizzato le strategie di enunciazione dei testi verbali presenti nei siti di alcune
aziende italiane e europee, individuando cinque modi fondamentali in cui tali aziende
costruiscono on-line la relazione con i consumatori:
1. Distanza indefinita → enunciatore web parla in terza persona e non coinvolge i
suoi enunciatari. [la Fiat offre ai suoi clienti numerosi vantaggi]
2. Distanza istituzionale → enunciatore in prima persona singolare o plurale con
“noi” esclusivo e non interpella l’enunciatario. [solo noi di Ikea offriamo alla nostra
clientela uno spazio per i bambini]
3. Distanza pedagogica → l’enunciatore parla in prima persona singolare o plurale
e interpella direttamente l’enunciatario. [ti aiutiamo a capire qual è il caffè più adatto
alla tua giornata]
4. Ammiccamento → l’enunciatario è interpellato direttamente con la seconda
persona singolare o plurale da un enunciatore implicito. [Barilla è con te]
5. Complicità → l’enunciatore coinvolge molto l’enunciatario usando la prima
persona plurale con il “noi” inclusivo o con la prima persona che rappresenta la voce
dell’enunciatario. [insieme, faremo grandi cose]
Obama ha sempre prestato molta attenzione a mettere al centro di tutto lo You. Infatti usa
costantemente, a seconda dell’effetto che vuole creare, la distanza pedagogica (noi-voi,
io-voi, io-tu), l’ ammiccamento (il governo è con te/voi) e la complicità (Yes, we can); e lo
fa col linguaggio verbale, ma anche quello del corpo.
Lo sguardo è sempre in camera e le inquadrature a mezzo piano o in primo, alternate a
primissimi piani per sottolineare il coinvolgimento.
La situazione italiana è molto diversa.
I politici italiani che meglio usano YouTube sono: Antonio Di Pietro, Renato Brunetta e Nichi
Vendola.
Quest’ultimo si distingue dagli altri due per:
- una maggior presenza percentuale di spot e animazioni appositamente creati per
YouTube;
- una maggior presenza percentuale di allocuzioni dirette del leader, che chiamava
“videolettere”;
- una maggiore professionalità nel rendere coerente il canale con le scelte fatte su tutti
i mezzi con cui il leader comunica all’elettorato.
Il caso Vendola è il primo tentativo, in Italia , di progettare e gestire l’immagine di un
leader affidandola a professionisti.