Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 9
Riassunto esame Semiotica dell'Arte, prof. Corrain, libro consigliato Sulla Panchina, M. Jakob Pag. 1 Riassunto esame Semiotica dell'Arte, prof. Corrain, libro consigliato Sulla Panchina, M. Jakob Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 9.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Semiotica dell'Arte, prof. Corrain, libro consigliato Sulla Panchina, M. Jakob Pag. 6
1 su 9
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Le spoglie di Rousseau vennero poi trasferite al Pantheon, nel 1794 e ciò rappresentò un tentativo di

controllo nei confronti di una figura deificata, divenuta troppo ingombrante.

Dopo la partenza del filosofo, Ermenonville divenne ancora di più un luogo di culto del filosofo

stesso.

Inizialmente la tomba si poteva vedere sia da lontano che sulla stessa isola. Tuttavia le visite si

fecero sempre più frequenti e alcune persone iniziarono a vandalizzare la tomba, tanto che ad un

certo punto non fu più permesso avvicinarsi.

Il 1794 fu un anno terribile per il parco e per la stessa famiglia Gerardin: si ritrovarono prigionieri

delle truppe rivoluzionarie nelle loro stesse terre, poi si videro saccheggiare parte del giardino e la

Torre Gabrielle venne bruciata.

Alla caduta di Robespierre vennero liberati e lasciarono Ermenonville per sempre.

-8 Il circuit-walk garden-

La Panca delle madri di famiglia divenne la panca assoluta ad Ermenonville. Il funzionamento e le

implicazioni di una tale proiezione unilaterale dipendono nondimeno dal sistema che questa panca

incorona: il sistema di un giardino pensato come un gran circuito, ed è questo itinerario che la

nostra panca ha saputo corto-circuitare in modo sorprendente.

L’origine di questo tipo di giardino è da rivedere nel Rinascimento italiano e nell’Inghilterra del

XVIII. Il giardino è pensato per le passeggiate solitarie di un soggetto sensibile. Le aperture

visive e le sorprese trasformano man mano la conoscenza del luogo in conoscenza di sé.

Camminare in giardini del genere equivale a seguire un percorso lineare, a immagine della vita

dell’Homo viator.

Nel periodo 1730-1780, l’arte del giardino si trova al centro dell’attenzione e occupa un posto di

rilievo nel sistema delle arti, i concetti chiave dell’epoca vengono per così dire trascritti nel giardino

stesso: la vita e la morte, il tempo e la malinconia, il desiderio, ma anche le idee politiche, sono tutti

presenti nei circuiti.

Thomas Whately sottolineò come elemento emblematico tutti i messaggi, le iscrizioni, le

allusioni. Un altro codice era quello espressivo, il fatto di provocare nel soggetto (lungo il

percorso) reazioni emotive.

La panchina ha un ruolo essenziale nell’ermeneutica del giardino pittoresco. È il segno polivalente

nell’atto di lettura dell’insieme. È la carta, la tabula rasa, il luogo che permette la giusta

inquadratura delle scene, la lettura estetica del paesaggio. È infine l’index, che designa un oggetto

degno di nota.

Il giardino pittoresco è un’enunciazione (come dimostrano i Leasowes e Ermenonville) che si

serve di parole-panchine.

→ la loro principale caratteristica è di funzionare come un segno duplice:

• è un segno verbale

• è uno spazio visivo -- cornice di un’esperienza iconica.

Per riprendere le categorie di Whately, essa appare come un oggetto emblematico e allo stesso

tempo come un mezzo espressivo.

La panchina permette di decifrare in modo ideale l’immagine frontale, dato che il paesaggio

percepito a partire da un solo punto di vista (fisso e centrale) svela i tre piani successivi, di modo

che la cornice e il quadro paesaggistico si sovrappongono perfettamente.

La libertà del soggetto, nel corso della passeggiata, appare relativa; la macchina-giardino è in verità

uno strumento per disciplinare il soggetto, per fissarlo dove lo prevede l’intenzione autoriale e

autoritaria.

Sedersi su una panchina equivale prendere posto su un modello.

-9 Una serie atipica di panchine-

Reggia di Caserta → si basa sull’ossimoro tra due mondi: uno formato da un’esuberanza formale,

l’altro dal nuovo linguaggio pittoresco.

Il dualismo di questi due mondi si ripresenta anche sul piano visivo e spaziale:

• la parte italiana privilegia la scoperta successiva di scene frontali, identificabili;

• il giardino inglese espone concetti similari in un ambiente naturale. Nel giardino più

antico si accontenta di ritrovare elementi già noti.

In una parte del sottobosco che fiancheggia l’asse rettilineo principale, ritroviamo delle panchine

bizzarre: sono dei blocchi di pietra dalla lunghezza media, che sembrano quasi naturali, come se

fossero dei resti. Mentre alcuni sono segnati da linee perpendicolari, altri mostrano dei buchi.

L’insieme di queste panchine appare come una successione di forme, di variazioni su un tema. la

varietà è tuttavia un leitmotiv del giardino inglese.

La prossimità e la serialità delle panchine indicano che la loro esposizione conta forse più della loro

funzione.

Sedendosi su queste pietre, la visione troppo bassa e lontana dà una prospettiva falsata.

Mentre le scene classiche e pittoresche di questo giardino dal duplice aspetto suggeriscono la

stabilità e la fissità - le due parti mettono in scena l’immobilità, privilegiano le statue, alludono a un

repertorio mitologico, …- questa fila misteriosa e insensata sembra esprimere l’impossibilità di

conferire agli scenari esperiti durante la passeggiata un senso e un’identità definitivi.

-10 La panca delle madri di famiglia-

Questa panca è tanto l’espressione suprema di Ermenonville, quanto il luogo dove il sistema

adottato entra in crisi.

Il giardino di Ermenonville è atipico e differente:

• si discosta dal giardino inglese;

• è luogo e scena rispettivamente di un decesso celebre e di una sepoltura reale;

• è una forma nuova di partecipazione a una scena spettacolare;

• lo è per il paradosso della sua sopravvivenza, che continuerà anche dopo l’abbandono della

tenuta.

Il suo carattere è più dinamico, privilegia la scoperta di “quadri”, di scorci di paesaggio,

sapientemente architettati, che si svelano ogni volta a partire da un punto di vista, anch’esso già

considerato.

-11 De la composition des paysages-

→ opera.

Ciò che guida De Gerardin alla progettazione del suo giardino è la volontà di allontanarsi dai

sentieri battuti dall’arte dei giardini.

Quello che conta per lui, al momento della costruzione, è la composizione spaziale precisa del

quadro, il che privilegia e anticipa le prospettive.

La panchina ha diverse specifiche:

● la si incontra lungo un percorso (è dunque in un sistema di movimenti e soste);

● anche se ogni elemento successivo si impone (grazie alla sua ubicazione), il promeneur

conserva e ricorda le vedute precedenti;

● l’itinerario incita il confronto;

● il punto di vista associato alla panchina è statico e predefinito;

● permette e indica riposo.

La Panca delle madri di famiglia diventa un luogo paradossale dove uno sguardo fisso (rigido e

obbligatorio) scopre, in un paesaggio sistemato con cura, il monumento di un re-anti-re, di una

figura sacra, ma dove questo stesso monumento permette egualmente di trascendere l’immagine.

-12 Imprimere l’Isola dei Pioppi nella memoria-

Il nuovo “piacere” provato di fronte all’isola incantata (Isola dei Pioppi) indica di per sé il fascino e

la magia legati a questo luogo. Il meccanismo messo in atto ci sembra segnato e intriso dal desiderio

di fissare lo spirito del luogo, fissare Rousseau al luogo della sua morte.

La Panca delle madri di famiglia rappresenta il medium principale e il simbolo di questa fissazione

ossessiva.

-13 Tele-visione e desiderio-

La panca determina a Ermenonville una visione totalmente statica. Una volta arrivati in questo

punto, l’insieme del tragitto si dissolve, tutti gli altri altrove svaniscono e cedono il posto alla

ricezione immobile dell’immagine che lo spettatore andrà a scoprire.

l’intimità apparente tra soggetto e oggetto accorcia la distanza.

Nella cinta della Panca delle madri di famiglia si è dunque in uno studio di tele-visione.

Un altro elemento che anticipa la televisione del futuro è il ruolo del desiderio. il promeneur arriva

al suo idolo, il quale esige l’identificazione totale. Tutta la potenza riposa sull’affettivo; il quale è

sottomesso e diretto dalla tecnologia (inteso l’arte dell’inquadratura).

Il piacere giunge perché Rousseau è “là”, quando in realtà lo spettatore sa bene che non è là. Lo

vede laggiù perché lo desidera.

Ciò che abbiamo designato come “dispositivo” ci interpella su tre piani:

• il piano del giardino pittoresco

• il piano un po’ più astratto e filosofico della soggettività;

• il piano del dispositivo stesso, pone un maggior numero di difficoltà teoriche e si compone

principalmente di due elementi:

- tutto ciò che la composizione del paesaggio (il quadro) ha saputo compiere sul

posto;

- la panca stessa, l’apparecchiatura diretta sulla scena di fronte, la cui potenza si

amplifica senza posa con il tempo.

Il legame che si stabilisce fra la persona sulla panca e ciò che la persona sta vedendo è dato come il

risultato della volontà di fissare.

Il passo che dalla stasi porta all’estasi si verifica, ma ogni superamento della costrizione avviene

sotto il controllo del dispositivo stesso. L’inquadratura imposta prevede fin dall’inizio la possibilità

di queste fughe affettive, che rafforzano l’ipnosi e trattengono lo spettatore in quel posto. In altre

parole, il dispositivo permette di far sognare lo spettatore in mezzo ad una scena preparata per lui.

-14 Tarda estate-

→ romanzo scritto dall’austriaco Albert Stifter nel 1857. È un romanzo di formazione e si racconta

della scoperta, da parte di un giovane, di una casa di campagna in occasione di una tempesta di fine

estate. Il caso meteorologico porta il giovane viandante all’incontro con un uomo che diventerà il

suo mentore.

Gli altri due poli del libro sono: la casa di famiglia di Heinrich e una vasta zona montuosa che egli

percorrerà da cima a fondo.

Heinrich va dal polo parentale (la città), al polo metaparentale (la campagna), passando per un

terreno intermedio (la natura).

In Tarda Estate la formazione dell’eroe avviene in modo ordinato e razionale: inizia con

l’esplorazione della natura, prosegue nel campo dell’arte per terminare con l’educazione

sentimentale.

L’apprendimento di Heinrich risulta subito essere meccanico e la conseguenza è la totale irrealtà del

personaggio chiave. L’eroe è un personaggio senza qualità e passioni, un soggetto privo di identità.

La tenuta, poi, non è più uno spazio di libertà ma un luogo in cui il soggetto assapora la possibilità

di ritrovare il suo posto al

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
9 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher toni.jacopo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Semiotica dell'arte e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Corrain Lucia.