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LA DEMOCRAZIA E LE SUE VARIETÀ

Per valutare se la democrazia sia effettivamente il regime migliore si possono utilizzare due

tecniche:

• etica consequenzialista (cap. 9): valutare i risultati prodotti dalle istituzioni (la democrazia

fa la differenza nella vita delle persone?)

Analizziamo la democrazia attraverso la ricchezza e altri indicatori del benessere materiale (es.

aspettativa di vita, bambini vaccinati, tasso di mortalità infantile). Notiamo che ci sono delle

dittature che riescono a garantire performance pari alle democrazie. Quindi la democrazia è una

delle forme con cui il potere può raggiungere alti standard di vita; essa però li porta insieme alla

tutela dei diritti.

• etica deontologica: valutare la bontà e correttezza delle istituzioni alla luce di diritti, doveri

e obblighi degli individui coinvolti. Spesso si pensa che il processo decisionale della

democrazia (maggioranza) sia migliore di quello delle autocrazie (uno solo). Ma è così?

Prendere decisioni che effettivamente riflettano la maggioranza può essere complicato e meno equo

di quanto sembra. Questa idea è alla base del paradosso di Condorcet: un insieme di individui

con preferenze razionali può non avere preferenze razionali quando agisce in gruppo. Essere

razionali significa avere un ordinamento completo (si può confrontare ogni coppia di elementi) e

transitivo (se x è preferito a y e y a z allora x è preferito a z) delle preferenze.

es. tre persone e tre opzioni. Ordinando le preferenze e utilizzando il metodo del round-robin o

girone all’italiana (confrontare le coppie) non esiste nessuna opzione che vince tutte le sfide.

Si produce un problema di maggioranze cicliche (due su tre si mettono d’accordo) e non si arriva

a un vincitore di Condorcet, un’alternativa che batte tutte le altre in una serie di confronti a

coppie. Questo non significa che accadrà sempre, ma che potrebbe accadere e quindi mina la

certezza del voto di maggioranza. Il paradosso di Condorcet dipende dal numero di votanti e di

opzioni: più aumentano più aumenta la possibilità di una maggioranza ciclica. È il caso della

politica, dove si hanno molte opzioni e votanti, eppure non si osserva l’instabilità che il paradosso

suggerisce. Questo perché spesso vengono usati meccanismi istituzionali che ledono la

democraticità del processo:

• variazione della regola di maggioranza (es. metodo di Borda)

Il metodo di Borda consiste nell’ordinare le preferenze e assegnare a ciascuna un punteggio:

l’opzione con più punti vince (maggioranza semplice).

in questo caso non si produce un risultato chiaro. Ma immaginando una nuova

alternativa “irrilevante”, ovvero che non cambia l’ordine delle preferenze, la somma di Borda

cambia e può produrre un risultato stabile dove non esisteva. Il problema è che l’introduzione di

questa nuova variabile è arbitraria e risulta problematico: un politico potrebbe introdurre

un’alternativa fantasiosa che non ha possibilità di vincere ma determinerà il successo di un’altra

opzione.

• organizzatore dell’agenda (molto usato nelle assemblee parlamentari): può decidere

l’ordine con cui effettuare il confronto a coppie

es. primo turno poi per il secondo vincitore vs nuova opzione. La perdente non viene più

considerata.

Chi ha il potere d’agenda riesce a pilotare la scelta verso la sua alternativa preferita. In questo modo

l’organizzatore si comporta come un dittatore e la stabilità viene raggiunta a scapito dell’equità.

Considerando però giocatori che votano in modo strategico e non sincero, faranno vincere la loro

seconda preferenza. Teorema di Gibbard-Satterthwaite: ogni procedura di voto che abbia più

di due turni è manipolabile, cioè offre vantaggi a non esprimere sinceramente la propria

preferenza.

• teorema del votante mediano: impone restrizioni al tipo di preferenze. In un confronto

tra una coppia di alternative con regola di maggioranza, la proposta che corrisponde al

punto ideale del votante mediano batterà tutte le alternative (e produrrà un risultato

stabile) se:

— il numero dei votanti (N) è dispari

Riguarda la definizione di mediana, il valore che divide a metà la distribuzione di frequenza. Se

abbiamo casi pari la mediana è la media dei due casi centrali. Senza casi dispari non ci sarebbe

alcun votante mediano che divide i votanti in modo uguale.

— la dimensione lungo la quale le preferenze sono disposte è una sola: votare su una sola questione

alla volta

— le preferenze dei votanti sono ad un solo massimo

È importante che le preferenze abbiano solo un massimo (o picco) nella funzione di utilità, per cui

allontanandosi dal “punto ideale" l’utilità cala. Una funzione di utilità è una scala numerica nella

quale numeri superiori rappresentano posizioni superiori nella scala di preferenze. Siccome alcuni

violano questa regola (es. consigliere di dx che preferisce D poi I e C) li costringiamo a modificare

le loro preferenze (quindi diventa D, C e I).

— si vota in modo sincero: nessuna astensione o voto strategico

es. votazione su livello di spesa pubblica. A batte SQ e B batte A ma l’unica soluzione stabile è C

perché mediana, quindi si arriverà sempre a quel punto: A e B saranno preferiti dal centro e dalla

sinistra, ma una volta raggiunto B, centro e destra voteranno per un abbassamento della spesa fino

ad arrivare a C.

Questa versione è stata proposta da Black osservando comitati in cui si è liberi di proporre

qualunque alternativa: se veniva presentata una soluzione in corrispondenza del punto ideale del

votante mediano, quello sarebbe diventato il nuovo status quo e nessun’altra proposta l’avrebbe

battuto. Downs nel 1957 estende questa teoria alla competizione partitica: in questo caso le

alternative diventano programmi elettorali. Qualsiasi partito che avesse fatto proposte diverse da

quelle del punto ideale del votante mediano sarebbe stato sconfitto da un partito che l’avesse fatto.

Questo modello funziona in contesti bipartitici. A e B sono due proposte politiche.

Tutta l’area arancione voterà per A e l’area blu per B. Il centro della distribuzione è la linea nera,

dove ci sono le persone voteranno per il partito più vicino alle loro idee (in questo caso vince A).

Il problema è che non è impossibile che le persone abbiano un ordinamento delle preferenze non a

un solo massimo ed è raro che la votazione si collochi su una sola dimensione. Teorizzando

uno spazio bidimensionale si crea caos es. agricoltura, lavoro e capitale devono dividersi i fondi,

che allo SQ sono divisi equamente. Ogni gruppo ha a cuore la massimizzazione dei propri fondi. Al

punto L tutte le sovvenzioni vanno a L, al punto C a C e all’origine ad A. La linea orizzontale è

indifferente per L perché prenderà sempre 33,33 così come quella verticale per C e obliqua per A.

Ci saranno sempre maggioranze temporanee perché si proporranno sempre soluzioni sostenute da

una maggioranza diversa.

Questo è il teorema del caos: quando si hanno due o più dimensioni e tre o più votanti con

preferenze che votano in modo sincero, tranne in un caso raro di distribuzione di punti ideali,

non ci sarà alcun vincitore di Condorcet perché si avranno maggioranze cicliche. La crescente

instabilità politica che si osserva in alcuni paesi può dipendere dal passaggio da una a più

dimensioni di competizione.

La regola di maggioranza crea quindi numerosi problemi pratici (non genera una maggioranza

stabile) e normativi (per ottenere una maggioranza stabile dobbiamo ricorrere a strategie che

minano la democraticità). Non abbandoniamo la regola della maggioranza perché, come sostiene il

teorema di Arrow, non esiste una procedura decisionale che possa rispettare standard minimi

di equità, che sono:

• non dittatorialità (D): non ci dev’essere alcun individuo che determina interamente l’esito

del processo decisionale, indipendentemente dalle preferenze del gruppo (es. violato dal

potere d’agenda)

• ammissibilità universale (U): gli individui possono adottare qualsiasi ordinamento di

preferenza nei confronti delle alternative disponibili (quindi a un massimo oppure no).

Nessun limite alla libertà di espressione individuale, dato che la maggioranza dovrebbe

essere una somma delle preferenze individuali (es. violato dal teorema del votante mediano)

• unanimità (o ottimalità paretiana) (P): se tutti i membri di un gruppo preferiscono

un’alternativa, anche il gruppo deve avere la stessa preferenza. L’esito voluto da tutti i

membri del gruppo si deve verificare

• indipendenza tra alternative irrilevanti (I): la scelta del gruppo non deve cambiare a

seguito di un cambiamento nell’ordine di preferenze a causa di alternative irrilevanti (es.

violato dal metodo di Borda)

È impossibile garantire questi quattro elementi contemporaneamente e prendere decisioni di gruppo

razionali (e avere esiti stabili), è quindi necessario abbandonare qualcuno di questi. È possibile

avere preferenze che soddisfino le condizioni di equità e permettano una scelta di gruppo transitiva,

ma non può essere garantito. Arrow sostiene che dobbiamo scegliere quale condizione sacrificare

per trovare un livello soddisfacente di equità

Trilemma di Arrow: non è possibile avere non dittatorialità, transitività a livello collettivo

(esiti stabili) e l’ammissibilità universale contemporaneamente. Dato che avere scelte stabili e

coerenti è la priorità si sacrifica sempre l’equità es. restrizione delle preferenze o organizzatore

agenda

I GOVERNI

Il nome governo deriva dal greco kubernao, dirigere con il timone. È il titolare del potere esecutivo

ed è un elemento costante in tutti i regimi, non ne esistono di privi. Il governo è il fine stesso

dell’agire politico e può essere inteso in due modi:

• funzione: prende decisioni politiche, materia di scienza politica

• istituzione: regole formali (primo ministro, ministri, rapporto con altre istituzioni), materia

di diritto pubblico

In base alla funzione del potere esecutivo possiamo distinguere:

• funzioni relative alla sfera politica (decisionali): riguarda il compimento di scelte di

indirizzo politico e si assume le responsabilità di fronte alla comunità

• funzioni relative alla sfera giuridica (amministrative): il governo è al vertice della pubblica

amministrazione e si occupa di attuare decisioni politiche

Il governo &egr

Dettagli
A.A. 2019-2020
53 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alessio.sacco5 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienza politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Pinto Luca.