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CASE STUDY

- Progettazione formazione

- Idea di sviluppare competenze per ideare progetti formativi al fine di individuare nuovi spazi di

mercato

- Ridurre turn over e assenteismo insostenibili

La natura del problema non è di natura tecnica-normativa o specifica. Qui si ha la percezione chiara

sull’insostenibilità della situazione, rendendo una percezione di urgenza per cui se non si interviene la

situazione può svoltare in modo molto negativo, però dobbiamo fare uno sforzo in avanti non osservando

solo i problemi espliciti dell’assenteismo e turn over. Il turn over potrebbe essere di due tipi, fisiologico o

patologico cioè che se ne vanno via le persone migliori come se si fosse a rischio di impoverimento, quindi

bisogna fare un passo avanti. Potrebbe esserci un’idea alla base secondo cui il problema sia di natura

tecnica poiché si richiede uno sviluppo di competenze ma anche una necessità pressante di ricerca di spazi

di mercato. Un altro aspetto importante è anche la finalità, capire qual è la quota del problema, quindi

avere a che fare con un eventuale mancanza di competenze tecniche o di coinvolgimento e comprensione

tra le parti (dipendenti e di presidenza). Il rischio nella lettura di questa domanda è proprio quello di

rispondere con dei corsi di formazioni tecnici quando non comprendiamo ancora il legame fra dipendenti e

soci e il livello di partecipazione che ci si aspetta. Ancora una volta siamo di fronte a persone che per un po’

di tempo si sono mostrate coinvolta ma che ora non lo sono più per qualche motivo che possiamo

supporre. Importante è anche notare come le porte siano aperte poiché siamo stati connessi alla

committenza tramite un terzo apprezzato dalla cooperativa.

Condizioni per l’efficacia per l’avvio di una ricerca-azione - I tre punti del problema in questo caso:

- Natura problema. Si ipotizza che la rappresentazione più vicina sia quella di un disagio, a causa

della connotazione esplicita del problema.

- Modalità con cui il problema è raccontato.

Se dovessi decostruire la modalità, siamo d’accordo sul fatto che ci sia preoccupazione, le parole

sono connotate in modo emotivamente esplicito. Dietro la preoccupazione si nasconde il desiderio

di innovazione che è un tema interessante, per la coesistenza di desiderio e disagio.

- Capacità di riflette su di sé e sulle condizioni esistenti col ricercatore. anche qui non sembra

apparire una lamentela tramite il racconto in cui si chiede a qualcun altro di risolverlo. Abbiamo

detto che quando la domanda è presentata come lamentela sembra meno plausibile che prenda

avvio la ricerca-zione se non decostruendo la domanda.

Dovremmo ritagliarci degli spazi in cui sia il nostro presidente ad accompagnarci nella conoscenza

dell’organizzazione. Quindi sarebbe interessante proporre qualche incontro per cercare di raccogliere il

punto di vista degli altri. Anche se le porte sono aperte mi farei accompagnare nella scoperta proprio

perché c’è ancora la necessità di costruire il coinvolgimento. Ciò per comprendere se voglio lavorare più

sulla quota di desiderio o sul problema.

La scrittura di una ricerca-azione

A ciascun lettore la sua storia

Quando ci avviciniamo a un testo che descrive la ricerca-azione possiamo dire: ‘’a ciascun lettore la sua

storia’’. Chi scrive di un processo di ricerca-azione troverà modalità diverse a seconda del destinatario a cui

è rivolto, la scrittura del paper è il risultato di una rendicontazione che spesso in altri lavori di ricerca è un

compito di back-office che non trova la luce. Quindi risponde ad esigenze diverse a seconda dei momenti in

cui i testi sono redatti. Abbiamo quindi diversi lettori: committente, partecipante e comunità scientifica, ma

abbiamo anche modalità diverse in diversi momenti: avvio, processo e fase finale.

Nella fase di avvio e durante…

- Testi aperti: interpretabili e modificabili dai partecipanti, in grado di rappresentare una mappa del

percorso che verrà intrapreso;

- Con funzione ‘’relazionale’’: compito del ricercatore, in prima istanza, di redigere i testi che

vengono “usati” nel condurre la ricerca-azione;

- Funzione di sostegno alla ricerca-azione: documenti intermedi possono riportare le idee principali,

definire la logica del percorso di ricerca, aiutare a prendere coscienza del processo, documentare le

difficoltà incontrate, gli strumenti utilizzati, gli apprendimenti avvenuti, i protagonisti, …

Nel paradigma è importante condividere la scelta degli strumenti, non dire solo quelli che si utilizzeranno,

spiegare il perché di questi strumenti e a cosa potranno essere utili.

Al termine della ricerca azione…

Il report finale potrà rappresentare anche simbolicamente l’esito del processo. Il report non è asettico o

freddo, manterrà dentro anche ciò che emerge nelle fasi di avvio e nel processo, rappresenterà anche un

punto di partenza per sviluppi futuri o nuove conoscenze.

Il report ha funzione rendiconto di valorizzare ciò che si è fatto, non è una semplice elencazione di risultati.

Ha anche valore di prodotto, si può riferire alle nuove conoscenze generate e quelle che possono essere

astratte dallo specifico percorso ma che saranno utili per il progresso nella ricerca sul tema. qui si apre il

tema della validità della ricerca-azione. La conoscenza prodotta è un tipo di conoscenza situata e specifica,

nella tentazione di aprirsi a riflessioni più ampie sarà necessario non tradire gli assunti epistemologici di

base del progetto. È interessante considerare la sostenibilità deli progetti di ricerca-azione, ovvero

comprendere perché uno specifico progetto dovrebbe essere interessante ad una comunità scientifica più

ampia, bisogna essere capaci di mettere in luce la conoscenza generata utile ad un progresso.

Al termine della ricerca-azione possiamo avere in mente tre tipi di destinatari, facendo una premessa: ci

sono alcune ricerche che sono state descritte a posteriori, non era inizialmente previsto un paper per una

comunità scientifica, questa è la situazione in cui è più difficile scrivere della ricerca azione rimanendo

fedele agli assunti iniziali, poiché quando scrivo un paper si tende a utilizzare un linguaggio tipico e

conosciuto dai ricercatori a cui è diretta, meno è evidente portare con se tutta la produzione raccolta

durante l’avvio e il processo. I destinatari:

- I committenti

- I partecipanti

- La comunità scientifica

La stesura del report

Si individuano tre modalità di stesura del report in base allo stile dell’autore:

- Lineare: rigidamente strutturato, stile che meno di addice alla ricerca-azione, processo ciclico e a

spirale;

- Collage: diverse modalità di scrittura, che rendano conto del processo di cambiamento durante il

percorso di ricerca;

- Narrativo: scrittura sagace e accattivante, lo stile che più si addice alla ricerca-azione poiché

consente di ri-vivere il processo, non descritto solo in termini di fasi ma anche di apprendimento

raggiunto e di relazioni instaurate e dunque di cambiamento.

Se il ricercatore lontano dal momento storico della realizzazione della ricerca-azione riesco a rivivere il

percorso e gli apprendimenti e riesco ad immaginare cosa la realizzazione del cambiamento ha consentito

potrei pensare di riproporlo di riattualizzarlo.

Finora abbiamo cercato di contestualizzare i bisogni e i desideri delle organizzazioni, abbiamo ipotizzato che

la ricerca-azione potrebbe essere particolarmente utile ed efficace per rispondere a questi desideri e

bisogni e poi abbiamo aperto il tema applicativo della verifica delle condizioni di efficacia di una ricerca-

azione. Abbiamo visto come è possibile narrare, scrivere, di una ricerca azione che è stata condotta,

mettendo in luce che potrebbe trovare spazio anche tutto ciò che è stato ostacolante al processo di

cambiamento e quindi aprendoci a scritture diverse a seconda del destinatario identificato. Finora abbiamo

visto i presupposti epistemologici e le finalità e abbiamo compreso i diversi ruoli che le persone possono

interpretare in questa metodologia e dobbiamo ora tradurli in pratica utilizzando degli strumenti.

L’uso degli strumenti si divide in un processo di tre parti: ormai la nota fase di accoglienza seguita una fase

centrale in cui avviene l’incontro con gli attori organizzativi e il loro coinvolgimento nel processo e poi la

chiusura e valutazione.

Metodi e strumenti nella prospettiva della ricerca-azione

3 fasi del percorso di ricerca-azione: metodo, setting e strumenti

• La fase di accoglienza di una domanda e di avvio.

• La fase centrale della r-a: l’incontro con gli attori organizzativi e il loro coinvolgimento nel processo.

• La chiusura e la valutazione.

Metodo nella prospettiva della ricerca-azione

Identifichiamo alcuni temi particolarmente interessanti per aiutare il ricercatore ad orientarsi:

- Metafora dell’artigiano. Il colloquio e l’intervista sono gli strumenti più utilizzati in fase di apertura

ma per sostenere il processo di generazione di conoscenza e cambiamento potremmo decidere di

utilizzare strumenti differenti, quindi artigiano come colui o colei che dà vita ad un nuovo prodotto

e quindi in qualche modo la scelta del ricercatore consulente dipende dalle sue abilità e

competenze, quindi non si può definire apriori quali saranno gli strumenti più utili. Questo non è

facile quando il committente si aspetta una conoscenza tecnica predefinita e il rischio è uno

scollamento tra un’aspettativa di risposta rispetto ad una necessità di arricchimento della

conoscenza di dati ulteriori ad esempio cosa è accaduto in passato (familiarità a certi strumenti già

applicati);

- Il metodo nella r-a non può essere definito a priori, e assumere un carattere normativo

indipendente dai contesti e dai ricercatori;

- Sono le caratteristiche e i contesti e delle domande ad orientare la r-a;

- Nella r-a il metodo, di per sé, non fornisce alcuna garanzia di successo: bisogna valutare la capacità

di farsi coinvolgere dai partecipanti perché altrimenti nonostante un buono strumento (ad esempio

lavoro in piccoli gruppi).

La scelta di uno strumento non è un’operazione neutra: ad esempio fare una mappatura delle posizioni

lavorative si può compiere tramite piccoli questionari si possono usare intervista, ma in una cultura che non

è abituata a riflettere su ciò che si fa nel proprio lavoro diventa un problema da affrontare. In una cultura

non abituata le domande possono far sorgere dubbi e difese. Di per sé biso

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A.A. 2018-2019
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gloriassss di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologia della ricerca sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Dal Corso Laura.