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Commenti Critici: si intende un’affermazione che, per il modo in cui viene espressa, costituisce un
commento sfavorevole sul comportamento o sulla personalità del soggetto al quale viene riferita. 2 i
criteri di valutazione assunti: contenuto del commento e tono del commento.
Commenti Positivi: esprimono lode, apprezzamento o approvazione di un comportamento o della
personalità del soggetto cui sono riferiti. Esso è definito principalmente del contenuto, il tono del
commento è usato solo come chiarificatore.
Ostilità: si considera presente quando uno dei familiari viene attaccato per quello che è piuttosto
che per quello che fa. Il criterio di valutazione è il contenuto.
Calore: questa scala misura il calore manifestato nelle sedute nei confronti dei diversi membri
familiari. È misurato mediante una scala a 5 punti, i criteri di valutazione sono: tono della voce,
spontaneità, simpatia, preoccupazione, empatia, interesse per la persona.
Il progetto di ricerca sul Codice degli Interventi del Terapeuta si situa all’interno del progetto
VAL.TER. Il Codice degli Interventi del Terapeuta è un codice di classificazione formale degli
interventi verbali in contesti terapeutici gruppali. I paradigmi teorici fanno riferimento ai modelli
gruppoanalitici della scuola inglese di Foulkes e della scuola italiana. Gli interventi verbali vanno a
definire 2 raggruppamenti sperimentali, il primo è definito degli interventi dello psicoterapeuta, il
secondo degli interventi dei partecipanti al gruppo. Gli interventi verbali fondano 2 ordini di
processi mentali: quelli a significazione organizzativa e quelli a significazione interpretativa. Di
conseguenza il codice identifica un’Area Organizzativa (AO) ove confluiscono quegli interventi che
mirano alla costruzione e alla salvaguardia del campo terapeutico gruppale, ed un’Area
Interpretativa (AI) costituita da interventi che organizzano campi di significazione alternativi a
quelli in atto, rappresentano quindi la funzione terapeutica nella sua accezione più ampia. Inoltre è
stata individuata un’Area di Connessione (AC) i cui interventi veicolano la funzione di raccordo che
il terapeuta usa per favorire la connessione tra i membri del gruppo o tra argomenti del discorso. Si
tratta di interventi sostanzialmente discorsivi ed essenzialmente brevi: possono avere forma
provocativa, forma autonarrativa, interpretativo/teorizzante breve con forma di inciso di battuta
flash. Il codice di analisi prevede la direzionalità degli interventi o verso l’individuo, quando il
referente a cui il terapeuta si riferisce è un singolo membro del gruppo o verso il gruppo, quando il
terapeuta si rivolge a più componenti o all’intero gruppo. Questa distinzione viene siglata solo per
gli interventi del terapeuta. Gli interventi sono:
Interventi Gestionali: veicolano le funzioni organizzative e procedurali rispetto al setting della
terapia. Sono caratterizzati da una forma logica di tipo normativo o indicativo/dichiarativo.
Interventi Esplorativi: veicolano la funzione del chiedere sia per aumentare le informazioni, sia
per aumentare la comprensione di ciò che è stato detto, di ciò che viene provato. Questa funzione si
può esplicare con 2 modalità: a) esplorazione sincronica (rispetto al presente della seduta in corso);
b) esplorazione diacronica (rispetto agli eventi esterni alla seduta in corso).
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Interventi Esortativi/Normativi: veicolano la funzione “interventi diretti” sulla vita, sulle
decisioni, sui compiti di un singolo paziente. Possono essere in forma chiaramente esortativa o
esplicitamente normativa .
Interventi Riformulativi: funzione cruciale in psicoterapia è la proposta al paziente di nuovi punti
di vista rispetto a quelli che organizzano la sua esperienza cognitiva ed emozionale. Questi
interventi sono stati ulteriormente tipizzati in: Interventi Riformulativi Personali: quando il
materiale è stato riformulato dal paziente; Interventi Riformulativi Multipersonali: quando il
materiale riformulato è stato narrato da 2 o più pazienti; Interventi Riformulativi sulla relazione
terapeutica: quando si parla del ruolo o della figura del terapeuta.
Cap.10: Processo terapeutico e rielaborazione delle emozioni: possibilità di valutazione
In questa prospettiva verrà considerata la seduta terapeutica come contesto privilegiato in cui le
emozioni vengono elaborate, espresse e comunicate, in sostanza, si tenta di analizzare in che modo
si realizza il processo di regolazione emozionale e come esso possa essere valutato. Come è noto la
regolazione (e rielaborazione) delle emozioni coinvolge diversi aspetti (cognitivi, espressivi,
fisiologici, ecc.) dell’esperienza emotiva, ed è per questo plausibile considerare i cambiamenti che
si osservano nella regolazione emozionale, come indicatori del più generale cambiamento che si
realizza durante il processo terapeutico. Una reazione emozionale è normalmente bilanciata quando
si manifesta sia attraverso l’attivazione dell’organismo (componente fisiologica), sia attraverso vie
comportamentali (componente espressivo motoria), sia attraverso vie intrapsichiche (componente
cognitiva, motivazionale e soggettiva). Quando la risposta emotiva è cronicamente sbilanciata per la
prevalente attivazione di una delle componenti del sistema emozionale, l’individuo appare
maggiormente predisposto a manifestare disturbi che possono riguardare o l’area psicosomatica o
l’area comportamentale. La regolazione emozionale è importante perché implica la capacità di
confrontarsi con la realtà, di provare emozioni, sentimenti, per quanto possano essere spiacevoli o
sconvolgenti, senza perdere la possibilità di pensare, facendo sì che le emozioni siano presenti in
schemi cognitivi più sofisticati. In psicoterapia la regolazione emozionale può essere valutata
attraverso l’analisi delle varie forme di esteriorizzazione, in particolare, nell’espressione spontanea
non verbale e nel linguaggio simbolico. Per quanto attiene l’espressione spontanea non verbale delle
emozioni, le osservazioni cliniche si sono orientate intorno a 2 nuclei teorici. Il primo di questi
modelli, che si rifà agli studi di Darwin, sostiene che l’espressione mimica facciale correla
positivamente con l’attivazione fisiologica. Il secondo modello, che si rifà agli studi di Jones, ha
individuato 2 dimensioni tipologiche: soggetti a prevalente tendenza interiorizzatrice e soggetti a
prevalente tendenza esteriorizzatrice che differiscono tra loro, in quanto, i primi presentano una
ridotta espressività facciale e mimica ma un’elevata risposta fisiologica, mentre i secondi
presentano marcata espressività esterna ma modesta attivazione fisiologica, dunque l’espressione
emotiva ridurrebbe la tensione interna. La psicoterapia è anche luogo privilegiato in cui l’esperienza
emotiva prende forma attraverso il linguaggio simbolico. L’elaborazione del dato emotivo, la
possibilità di tradurre in parole l’esperienza emozionale e di comunicarla al terapeuta è un processo
che riveste una grande importanza per lo stato di salute psicofisico dell’individuo. Rimè
approfondendo questo aspetto ha elaborato un proprio modello relativo alla condivisione sociale
delle emozioni. Tale modello prevede una distinzione tra ruminazione e rievocazione, la prima è un
ricordo di un vissuto emotivo non sostenuto da alcuna elaborazione, né diretto a comunicare ad altri
quel che si è provato e sentito, è un semplice tornare all’evento senza saperlo spiegare nè a se stessi
né agli altri; la rievocazione, invece, prevede un uso appropriato della parola, attraverso la quale è
possibile rivisitare il vissuto emotivo e comunicarlo al terapeuta come specifica emozione e
parallelamente la capacità di definire i limiti spazio-temporali dell’esperienza emotiva. La
rievocazione si attua attraverso 3 momenti: 1) la risistemazione dei ricordi in un contesto
interpretativo più ordinato secondo le dimensioni dello spazio e del tempo; 2) la vera e propria
condivisione sociale delle emozioni che è alla base della comunicazione interpersonale; 3) la
riattuazione della condivisione sociale per un ulteriore chiarimento. Dare dei confini all’esperienza
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emotiva permette di interpretarla, paragonarla con altre esperienze e viverla con sufficiente
distacco; il comunicare all’altro i propri vissuti fornisce all’organismo una protezione dai rischi
connessi con la mancata elaborazione dell’esperienza emotiva (somatizzazione). Sono stati
individuati diverse strategie e strumenti attraverso i quali è possibile valutare i cambiamenti che si
realizzano nel processo di regolazione emozionale in psicoterapia. Innanzitutto si è rivelato di
estrema utilità l’uso di scale, questionari ed altre tecniche di self-report per cogliere i differenti
aspetti della funzione comunicativa e per comprendere, sul piano clinico, gli effetti che la
regolazione dell’espressione motiva può suscitare. Per quanto riguarda le modalità espressive delle
emozioni può risultare particolarmente efficace l’uso di metodi analitici per la valutazione delle
espressioni facciali delle emozioni, tra cui ricordiamo il FACS (Facial Action Coding System) che
permette di cogliere le differenze strutturali osservabili nelle varie modalità espressive e favorisce la
discriminazione tra espressioni volontarie, involontarie e quelle che si collocano a metà tra le 2.
L’analisi dell’espressione facciale ha permesso di rilevare che l’intervento psicoterapeutico
porterebbe il paziente verso una comunicazione più genuina delle proprie emozioni e a vivere in
maniera più creativa il rapporto con il proprio mondo interno. Per quanto riguarda la comunicazione
simbolica, linguistico-verbale delle emozioni, si può fare riferimento agli studi sul processo
terapeutico che adottano il paradigma teorico dell’alessitimia. Anche l’uso di scale che evidenziano
la presenza o meno di tratti alessitimici ha un indubbio valore psicodiagnostico e consente di
differenziare i pazienti nevrotici, in cui l’inibizione affettiva non si presenta come un tratto
generalizzato, ma è limitata all’area conflittuale, da altri pazienti, tipo quelli affetti da gravi disturbi
psicosomatici, i tossicodipendenti, le personalità narcisistiche ecc., la cui struttura psichica è
caratterizzata in maniera predominante da uno stile comunicativo non simbolico.
Cap.11: Valutazione degli effetti e del processo in psicoterapia funzionale corporea
La ricerca sul processo e sugli effetti nell’ambito della psicoterapia funzionale corporea si basa sulle
stesse condizioni epistemologiche promulgate dall’Epistemologia della Complessit&