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FAMILIARI
L’orientamento sistemico-familiare è caratterizzato dalla visione della famiglia come sistema transazionale e
presuppone che gli eventi stressanti e i problemi del singolo membro influenzino e si estendano a tutti i
membri e alle loro relazioni. Il modo in cui la famiglia affronta i problemi, contribuisce, a sua volta, a
determinare un adattamento positivo o disfunzionale sul piano individuale o relazionale. I problemi
individuali, quindi, sono valutati e trattati, nelle sedute di coppia o familiari, al lavoro con tutti coloro che
sono coinvolti. La pratica della terapia familiare si fonda sull’orientamento biopsicosociale, in quanto
riconosce la complessa interazione tra individuo, famiglia e processi sociali. La famiglia è vista come un
sistema aperto, che si evolve nel corso del ciclo di vita e che funziona in relazione a un contesto
socioculturale più ampio. I clinici considerano in che modo i membri della famiglia possono contribuire alle
situazioni problematiche, e ne sono influenzati, e cosa più importante, indipendentemente dalla fonte del
problema, coinvolgono tutti i membri più significativi che possono contribuire al cambiamento. Gli
interventi mirano a modificare i modelli disfunzionali e hanno l’obiettivo di stimolare le risorse familiari e di
rafforzare sia il funzionamento individuale che familiare. Dato che i membri di una famiglia sono
interdipendenti, un processo osservativo circolare è l’elemento chiave della valutazione, in quanto fornisce
una visione interattiva delle influenze biologiche e relazionali utili ad orientare gli interventi. Sebbene i
processi possano essere circolari è importante che il clinico consideri che non tutti i membri abbiano uguale
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potere o importanza, non dovrebbe etichettare una famiglia sulla base del funzionamento di un singolo
individuo ma valutare altri fattori potenziali che possano aver influito sul problema, quali, predisposizione
genetica, stress ambientali, situazioni individuali e condizioni socioeconomiche. Il genogramma e la linea
del tempo sono altri utili sistemi di valutazione perché consentono di tracciare la mappatura del sistema
familiare, per la rivelazione delle informazioni relazionali e per individuare gli schemi presenti nel sistema
famiglia. La linea del tempo, inoltre, permette di evidenziare il timing e la sequenza degli eventi critici, le
transizioni evolutive, i cambiamenti relazionali e gli eventi stressanti, fondamentali perché, spesso, ad essi
coincidono i sintomi e le disfunzioni. È stata sviluppa una mappa concettuale utile per la valutazione del
funzionamento familiare e per il rafforzamento dei processi chiave che favoriscono un adattamento positivo.
Essa identifica 3 specifici ambiti del funzionamento familiare: i sistemi di credenze, i modelli organizzativi e
i processi comunicativi. I sistemi di credenza condivisi sono alla base di tutto il funzionamento familiare,
essi includono: le storie multigenerazionali, i segreti, i tabù, i modelli relazionali e di funzionamento.
Vengono trasmetti tramite le generazioni, influenzano le azioni, le speranze e le aspettative future, si
organizzano in copioni familiari e quando una famiglia si trova di fronte ad una situazione minacciosa,
possono favorire la concentrazione degli sforzi o alimentare paure catastrofiche, per cui i clinici dovrebbero
esplorarli in merito alle situazioni problematiche, al loro significato, al modo in cui si sono verificati e al
modo attraverso il quale possono essere migliorati. I clinici hanno l’obiettivo di comprendere le credenze e
le narrazioni che esercitano funzioni costruttive e di incrementare quelle che facilitano il cambiamento
positivo. La ricerca suggerisce che i terapeuti possono favorire la capacità di resilienza, aiutando le famiglie
in difficoltà: 1) a dare significato alle loro situazioni di crisi e alle loro scelte; 2) a ritrovare una prospettiva
positiva, che comprenda la speranza per il futuro e la convinzione che attraverso gli sforzi comuni, la
perseveranza e la capacità di concentrarsi su ciò che è possibile gestire, sia possibile ottenere successo; 3) a
creare valori trascendenti/spirituali di più ampio respiro, nuovi scopi e legami. I modelli organizzativi
familiari presuppongono che il funzionamento familiare richieda un’organizzazione efficace, al fine di,
mantenere il senso di unità, favorire un sano sviluppo e fronteggiare le principali sfide della vita.
Un’organizzazione incentrata sull’adattabilità (un equilibrio di stabilità e flessibilità), è un requisito
centrale per un efficace funzionamento familiare, poiché quando sono prive di questa struttura flessibile, le
famiglie agli estremi più disfunzionali tendono ad essere eccessivamente rigide e autoritarie oppure
caoticamente disorganizzate e prive di una guida. La connessione o coesione, è un’altra dimensione centrale
dell’organizzazione familiare. Le famiglie ben funzionanti, infatti, bilanciano i bisogni di vicinanza e di
sostegno reciproco nel rispetto delle differenze individuali e della separatezza; le condizioni estreme
rappresentate dall’invischiamento e dal disimpegno tendono ad essere altamente disfunzionali. I confini
familiari sono requisiti strutturali fondamentali che hanno bisogno di essere chiari e stabili ma permeabili. I
confini interpersonali definiscono e separano i singoli membri, promuovendo la differenziazione e il
funzionamento autonomo. I confini generazionali mantengono invece l’organizzazione gerarchica della
famiglia, devono essere chiari e stabili, distinguendo i ruoli, i diritti e gli obblighi di ciascun componente. I
confini generazionali sono confusi quando un genitore rinuncia alla leadership, assumendo una posizione
infantile o usando il figlio come surrogato genitoriale, mentre vengono violati nei casi estremi di violenze e
abuso sessuale. Infine, la parentela e le reti sociali possono essere la linfa vitale per il funzionamento
familiare e per il sostegno nei momenti di crisi. L’isolamento familiare contribuisce alla disfunzione e blocca
la socializzazione e l’emancipazione dei bambini. Anche i processi comunicativi sono essenziali per il
funzionamento familiare. È necessario che vi sia chiarezza nella comunicazione e i clinici valutano le
famiglie sulla base della capacità di usarla su questioni pragmatiche ed emotive. Un clima di reciproca
fiducia incoraggia l’espressione di una vasta gamma di sentimenti e risposte empatiche, al contrario le
famiglie in difficoltà, tendono a perpetuare sfiducia, con ripetute colpevolizzazioni e l’impiego di capri
espiatori, che può alimentare cicli distruttivi di conflitto fino alla rottura delle relazioni. Quando la
comunicazione è bloccata, è importante valutare le possibili aree di conflitto. Il problem solving
collaborativo è fondamentale per il funzionamento familiare, le famiglie, infatti, possono avere difficoltà sia
nel risolvere i problemi pratici sia nel confrontarsi con gli aspetti emotivi insiti in tali difficoltà. Allo stesso
modo può accadere che vi siano difficoltà nelle diversi fasi del processo di problem solving o nella scelta
della soluzione. Nell’approccio sistemico il problem solving collaborativo si concentra sul modo in cui
vengono prese le decisioni attraverso la negoziazione, il compromesso e la reciprocità. Nella maggior parte
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delle situazioni, la valutazione dei problemi dovrebbe includere un’attenta analisi della coppia o del sistema
famiglia, preferibilmente attraverso la convocazione dei coniugi e/o dei familiari significativi, in modo tale
da stabilire chi includere nelle successive sedute, illustrare gli aspetti diagnostici, gli obiettivi del trattamento
e la scelta degli interventi terapeutici. Tutto ciò risulta particolarmente utile per i soggetti in condizioni di
schizofrenia, mania acuta, sindrome organiche cerebrali, abuso di sostanze, in trattamento farmacologico,
per i bambini e gli adolescenti. La terapia breve, familiare o di coppia, è particolarmente utile quando la
difficoltà principale è costituita da un problema specifico, che può riguardare un comportamento
problematico, un conflitto, una situazione, una transizione di vita e malattie gravi croniche. Nel trattamento
di problemi specifici, terapeuta e famiglia concordano un numero stabilito di sedute, i cui obiettivi sono
chiaramente delineati e nel corso dei quali il miglioramento può essere oggettivamente monitorato; questo
approccio è simile a quello dei modelli di trattamento individuale breve. La terapia familiare più intensiva
può essere necessaria in caso di difficoltà molteplici e croniche o cristallizzate. Infatti, rivolgendo
l’attenzione al funzionamento del sistema famiglia, il terapeuta può sollecitare il cambiamento e ha maggiori
possibilità di modificare gli schemi che mantengono il sintomo, inoltre, poiché i problemi intrapsichici sono
anche interpersonali, il terapeuta lavorando a livello delle interazioni, favorisce il cambiamento
interpersonale, indipendentemente dall’origine o dalla cronicità del problema. Infine, l’intervento diretto sui
membri significativi e il conseguente cambiamento, ha un potenziale beneficio terapeutico per tutti non solo
per l’effettivo portatore del sintomo. La terapia familiare è utile in un’ampia serie di situazioni cliniche:
separazioni, divorzi, seconde nozze, malattie psichiatriche e mediche croniche, grandi eventi di vita
stressanti come lutti, perdita del lavoro, abuso di sostanze, abuso fisico o sessuale, problematiche di bambini
e adolescenti. Per quest’ultimi, inoltre, sono indicati gli approcci multisistemici, che coinvolgono i membri
della famiglia in un’alleanza collaborativa fondata sui loro punti di forza e cercano di identificare e superare
le difficoltà per poter raggiungere il successo familiare e sociale. Possono coinvolgere consulenti scolastici,
insegnati, allenatori e gruppi di pari ed aiutare i giovani e le loro famiglia ad accedere ai servizi legali, alle
organizzazioni per lo sviluppo giovanile, alle reti di sostegno sociale e alle risorse offerte nei gruppi
religiosi. Quando sono presenti problemi di coppia si ricorre alla terapia di coppia in cui il focus del
trattamento è costituito da quella relazione specifica. È indicata per le coppie con difficoltà sessuali, con
problemi relazionali e sessuali e nelle situazioni in cui un partner è affetto da gravi malattie o disabilità.
Nella terapia di coppia, il terapeuta assume una posizione imparziale, riducendo gli aspetti difensivi e
accusatori nei cicli di vulnerabilità e facilitando la comprensione reciproca, la comunicazione e il sostegno
per il cambiamento in una relazione positiva. La terapia sistemica individuale è particolarmente utile agli
adulti e agli anziani per comprendere e modificare relazioni familiari intrise di sofferenza, conflitti o
estraneità, per