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PATOLOGIE SPECIFICHE
La psicoterapia di gruppo sarà un’opzione di trattamento interessante nel futuro, perché offre la
possibilità di contenere il costo della terapia. Essa produce dei miglioramenti nei trattamenti per i
disturbi da abuso di sostanze, disturbi legati a esperienza traumatiche, patologie mediche, disturbi
bipolari, disturbi di personalità. Inoltre si riscontrano dei miglioramenti anche nei trattamenti per i
disturbi dell’umore, agorafobia, disturbo da attacchi di panico, DOC, fobia sociale e bulimia
nervosa.
L’ANATOMIA E LA FISOLOGIA DEI PICCOLI GRUPPI
I concetti di struttura e di processo di gruppo rappresentano la cornice di questo modello
concettuale sui meccanismi di cambiamento. I costrutti possono essere descritti come “anatomia
di gruppo” (struttura del gruppo) e “fisiologia di un gruppo” (processo di gruppo). La conoscenza
delle dinamiche di gruppo per un conduttore è tanto fondamentale quanto la conoscenza della
fisiologia per un medico. La struttura del gruppo è composta da due aspetti parziali: un aspetto
emergente e un aspetto imposto. I modi più o meno imprevedibili di cambiamento della struttura
del gruppo sono compresi nella parte emergente della struttura, per esempio la formazione di
sottogruppi e le norme. La struttura imposta comprende invece la preparazione pre-gruppo, la
composizione e la sua formazione iniziale.
Anche la fisiologia è divisa in due parti: la struttura emergente e i processi fondativi psicologico-
sociali (per esempio il funzionamento di ruolo reciproco, la conformità, il potere, il conflitto, l
performance, il processo decisionale) e considera lo scambio interpersonale come meccanismo di
cambiamento.
LA FISIOLOGIA DI UN PICCOLO GRUPPO: IL PROCESSO DI GRUPPO
Il gruppo è considerato un sistema complesso in cui i membri e i sottosistemi sono in interazione
tra loro. Il processo di gruppo è considerato come “flusso di informazioni emotive e reali tra i
confini dei sottosistemi”. Un’influenza sia positiva che negativa viene causata dal setting
interpersonale e dallo scambio tra i suoi membri. Grande importanza è attribuita ai conduttori del
gruppo. Una responsabilità fondamentale è quella di aiutare il gruppo a sviluppare e a mantenere
un ambiente terapeutico che sia favorevole all’interazione positiva tra i membri, al fine di facilitare
il cambiamento di comportamenti, credenze e abilità a lungo termine. Così il conduttore non ha
solo la responsabilità di percepire i processi emergenti in gruppo, ma anche di influenzare il
processo di cambiamento.
Yalom propose un insieme di fattori terapeutici che includono:
Dare speranza;
- Universalità;
- Scambio di informazioni;
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Altruismo;
- Esperienza correttiva del gruppo familiare primario;
- Sviluppo di tecniche di socializzazione;
- Comportamento imitativo;
- Apprendimento interpersonale;
- coesione di gruppo;
- catarsi;
- apprendimento esistenziale.
-
Le singole componenti della relazione terapeutica sono:
• clima di gruppo: il clima di gruppo si riferisce all’atmosfera esistente all’interno di un
gruppo, così come ai modelli di comportamento dei suoi membri. I gruppi con un clima di
gruppo positivo riportano processi di gruppo favorevoli.
• Coesione: indica l’insieme di forze che tengono insieme il gruppo e si riferisce ai legami
relazionali tra i suoi membri, tra loro e il terapeuta, e col gruppo nel suo insieme. Yalom
sottolinea: “E’ bene ricordare che la coesione di gruppo non è di per sé un fattore
terapeutico, ma è una precondizione necessaria a una terapia efficace”. Nel tempo il
costrutto è diventato l’essenza della relazione nella psicoterapia di gruppo, portando ad
un’evoluzione da costrutto ampio e diffuso (forze che portano i membri a rimanere in
gruppo) a ristretto (attrazione, alleanza), da fenomeno di piccolo gruppo a fattore
terapeutico.
• Alleanza: le prime ricerche che si focalizzarono sull’alleanza riguardavano la terapia
individuale. Le teorie psicodinamiche consideravano l’alleanza come formata da “alleanza
terapeutica”, “alleanza dell’Io” e “alleanza di lavoro”. Un altro punto di vista considerava
l’alleanza come legame affettivo tra terapeuta e paziente e l’accordo sui compiti e gli
obblighi della terapia. L’alleanza può essere valutata da diverse prospettive: paziente,
terapeuta, osservatore esterno. Una buona alleanza rappresenta un fattore di protezione
contro l’evitamento del paziente di una situazione nuova e potenzialmente di paura in
terapia di gruppo. Può contribuire a un aumento dell’autostima dei membri, a supportare i
pazienti fragili, a tollerare gli errori del terapeuta e a motivare i membri del gruppo riluttanti
a impegnarsi nel lavoro terapeutico.
• Empatia: è intesa come la capacità e la volontà di mettersi nei panni di un’altra persona. I
processi cognitivi e affettivi sono entrambi condizioni importanti per l’empatia, che differisce
dalla simpatia e dalla compassione. Essa piuttosto è caratterizzata dal riconoscere pensieri
e sentimenti di altre persone e dal comprendere le cause. Vi è una forte relazione tra
l’empatia e altri fattori curativi della relazione terapeutica.
IL MODELLO A TRE FATTORI DELLA RELAZIONE TERAPEUTICA
Usando i modelli di equazione strutturale, Johnson esaminò la struttura fattoriale di tutti e quattro i
costrutti. I risultati indicarono un modello a tre fattori composto da una “relazione di legame
positivo”, “relazione di lavoro positivo” e la “relazione negativa”. Il fattore descritto come “relazione
di legame positiva”, si riferisce ai costrutti della coesione e del coinvolgimento membro-gruppo e
all’aspetto positivo dell’empatia, sia del membro che del conduttore. La “relazione di lavoro
positivo” si riferisce all’accordo membro-membro e membro-conduttore sui compiti e gli obiettivi
della terapia. La “relazione negativa” si riferisce ai conflitti e ai comportamenti membro-gruppo che
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indicano una forte mancanza di empatia sia da part del conduttore sia da arte degli altri membri
del gruppo.
STUDI SUL PROCESSO DI GRUPPO
In Italia la ricerca sui gruppi terapeutici ha riservato maggiore attenzione all’analisi del processo
piuttosto che alla verifica dell’esito terapeutico. Inoltre, a differenza degli Stati Uniti o di altri paesi
in cui le pressioni delle compagnie assicurative spingono verso la valutazione di trattamenti a
breve termine, in Italia le ricerche riguardano per gran parte trattamenti di lunga durata o medio-
lunga, generalmente non inferiore ai due anni.
Lo Verso e collaboratori sviluppano un percorso di ricerca sui gruppi orientato verso un’analisi di
tipo qualitativo-descrittiva, con lo scopo di individuare e analizzare i parametri che definiscono e
connotano i diversi tipi di gruppo, e di rappresentare e organizzare schematicamente, attraverso la
costruzione e applicazione della Griglia di analisi del setting (GAS), le variabili che intervengono
nella situazione terapeutica. Si tratta di strumenti di tipo essenzialmente osservativo, che
consentono non solo di confrontare differenti situazioni terapeutiche, ma anche di integrare e
contestualizzare gli esiti e i risultati prodotti dalle ricerche effettuate. La GAS è stata applicata a
vari contesti gruppali: gruppi di socioterapia, gruppi di animazione con pazienti psichiatrici, gruppi
di formazione in contesti aziendali, gruppi psicoterapeutici di pazienti con disturbo del
comportamento alimentare. Ovviamente in tutti questi casi i parametri sono stati riadattati di volta
in volta.
L’ANALISI DEL TESTO
È stata tra le metodologie più impiegate nella ricerca sul processo, soprattutto a partire dalla
mentà degli anni ’90, quando Lai e Festini, partendo dai tre livelli d’analisi linguistica di Kachele –
formale, grammaticale e deo sostantivi – hanno sviluppato un metodo che integra analisi del
contenuto e del testo. Il presupposto di base di questa metodologia è che le caratteristiche
linguistiche e i cambiamenti nella forma della comunicazione verbale sottendono dei cambiamenti
nella vita emotiva dei soggetti. Alcuni esempi riguardano ad esempio un gruppo di pazienti
alcolisti: dai risultati emerge che l’uso del pronome “noi”, indice della compattezza e coesione del
gruppo, è associato al numero di giorni di astinenza, che rappresenta il principale indice di
cambiamento dei pazienti. L’analisi evidenzia anche l’incremento dell’uso di verbi coniugati al
futuro o di periodi ipotetici, indicatori di una maggiore capacità di generare uno spazio finzionale
inteso come apertura al possibile, capacità di immaginarsi e proiettarsi in contesti e situazioni
diverse, dunque quale spazio propositivo.
LO STILE DI CONDUZIONE
Lo studio dello stile di conduzione del terapeuta in gruppo ha riscosso un notevole interesse,
anche per la presenza di uno specifico strumento di misura (il Codice dello stile del campo
terapeutico, SCaT). Questo è un codice di classificazione degli interventi verbali in contesti
terapeutici gruppali ed è formato da due raggruppamenti: uno riguardante gli interventi del
terapeuta, l’altro relativo agli interventi relativo ai partecipanti al gruppo. Esso permette dunque di
rilevare quello che viene definito “stile del campo terapeutico”, intendendo con ciò l’insieme degli
interventi e delle rappresentazioni che nel gruppo si generano come fenomeni attivi risultanti
dall’interazione di tutte le parti del gruppo, conduttore compreso. Lo strumento classifica gli
interventi in tre differenti aree:
Organizzativa, dove convergono gli interventi diretti alla costruzione e alla salvaguardia del
- campo terapeutico gruppale;
Interpretativa, dove si organizzano i campi di significazione alternativa a quelli in uso;
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Connettiva, che raccoglie gli interventi che hanno la funzione di promuovere la connessione
- tra i membri del gruppo o tra gli argomenti proposti.
LA TERAPIA DI GRUPPO PER PAZIENTI CON DISTURBI ALIMENTARI
I disturbi alimentari sono patologie complesse e multifattoriali con significative conseguenze
fisiche e psicologiche. Essendo disturbi tendenzialmente cronici, generalmente richiedono
trattamenti multidisciplinari e di lunga durata.
La maggior parte delle ricerche fino ad oggi ha valutato e testato la terapia individuale per i
disturbi alimentari. La ricerca sulla valutazione delle terapie di gruppo è invece minore, nonostante
tale trattamento sia ampiamente utilizzato nei servizi pubblici. Purtroppo, poi, gran parte delle
ricerche che si propongono di verificare l’efficacia misurano g