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IL FALLIMENTO TERAPEUTICO
Gli errori nel lavoro psicologico clinico riguardano: lavorare con modelli privi di un'adeguata
congruenza e un adeguato approfondimento, del rapporto tra teoria, oggetto e metodo, tra l'impianto
teorico e la teoria della tecnica (reale operatività); non ne effettuare un’attenta analisi della domanda,
cioè non interrogarsi sulla neoemozione sottesa al fallimento della collusione nel sistema che ha portato
alla richiesta di intervento e che inevitabilmente gioca il suo ruolo anche nella proposta collusiva al
clinico; non effettuare un'adeguata valutazione diagnostica, in grado di cogliere non solo le aree di
sofferenza ma anche le risorse dei pazienti, presupposto indispensabile per lo sviluppo di un progetto
terapeutico; centrare la valutazione delle potenzialità terapeutiche e trasformative del paziente
esclusivamente sul proprio modello/tecnica, come unica possibilità in cui la domanda può essere
trattata, sottovalutando le potenzialità terapeutiche contenute negli altri approcci e o l'opportunità di un
lavoro integrato, effettuare interventi psicologico-clinici rispetto ai quali non si ha una specifica
formazione tecnica e o emotiva; misconoscere e non integrare, con adeguata rielaborazione,
conoscenze metodologie appartenenti ad altri modelli; operare in assenza di una continua elaborazione,
personale ma anche condivisa con altri colleghi, gli aspetti metodologici e processuali, sugli obiettivi e
le difficoltà di ogni singola esperienza clinica, esponendo se stessi e i pazienti a innumerevoli forme di
acting e collusioni; ignorare la presenza ubiquitaria dei fatti istituzionali nella relazione
psicoterapeutica e o nella formazione. Grazie alla sua dimensione relazionale complessa, il setting
gruppoanalitico è uno spazio terapeutico che mobilita e facilita la messa in scena della matrice
originaria, garantendo pertanto al soggetto la possibilità di pensare e di riconcepire la propria storia. Il
gruppo diventa, quindi, un luogo privilegiato non solo di conoscenza ma anche di trasformazione
creativa, il luogo della possibilità per ogni paziente, di tessere una nuova trama psichica che gli
consenta di ridisegnare un progetto esistenziale personale. Ora proprio per la possibilità di forte
mobilitazione del mondo interno in esso presenti il gruppo può divenire un luogo fortemente iatrogeno.
CAP. 9
LA PROSPETTIVA GRUPPOANALITICA SOGGETTUALE SUI GRUPPI IN
FORMAZIONE.
Il gruppo di formazione è un dispositivo di lavoro psicologico finalizzato all'apprendimento, che ha
come obiettivo quello di insegnare, un insegnare teso a mettere qualcosa nell'altro al fine di fargli
acquisire conoscenze oggettive, abilità, capacità, e anche valori etici presupponendo che il
formatore-educatore abbia non solo una scelta o una soluzione da offrire, ma anche una direzione da
indicare. Sul versante della ricerca intervento, inoltre il lavoro di formazione sul gruppo interessa
direttamente le reazioni nelle loro differenti configurazioni tra il soggetto, il gruppo e
l'organizzazione-istituzione che ne costituisce il contesto di sfondo.
Per potersi confrontare scientificamente e professionalmente con la multiversa realtà dei gruppi e delle
organizzazioni/istituzioni è dunque necessaria una revisione della modellistica individualistica, per
trovare concetti adeguati e comprendere la natura del legame sociale e di articolare la soggettività
singola con le strutture della soggettualità collettiva. Poiché i processi psichici hanno luogo non
soltanto dentro l'individuo ma anche nello spazio mentale relazionale esistente tra loro, il campo
relazionale è il terreno privilegiato per l'osservazione degli eventi psichici. Tale campo relazionale è
determinato e mantenuto dal riferimento a un oggetto esterno di lavoro in rapporto al quale si attiva la
differenza e, quindi, la relazione tra soggetti. Il gruppo di formazione consente il dispiegarsi di eventi
transferiali relativi sia ai gruppi originali sia ai gruppi sociali. La costruzione di un gruppo di
formazione psicologica presuppone un progetto in cui sono chiaramente descritti obiettivi,
metodologie, programma di lavoro ecc; aspetti, questi, che componendosi insieme contribuiscono
all'istituzione del setting gruppale, cioè di quell'ossatura spazio-temporale entro la quale ha luogo il
setting. Metodologicamente, la predisposizione di un setting di informazioni implica una serie di
accortezze cui sono legati gli effetti dell'esperienza, tra cui: la durata e la periodicità del gruppo
formativo consentono un lavoro di riflessione, diagnosi ed elaborazione non episodico ed
estemporaneo, con caratteristiche processi in parte simili a quelli dei gruppi terapeutici; il periodo di
rielaborazione del gruppo formativo è intercalato da periodi più o meno lunghi di alternanza con
l'attività di lavoro ed il ritorno nell’organizzazione di provenienza; il set formativo, così lungo e così
vicino alla realtà professionale organizzativa, pone allo staff di conduzione la questione del
mantenimento; fa parte del set di informazione l'esplicitazione di un programma. Nella formazione di
lavoro di preparazione e di mantenimento del set è certamente molto più complesso e necessità di
mediazione, esplicitazione e consenso a diversi livelli, ciò vale sia per il rapporto con la committenza,
utenza e operatore sia per l'analisi della domanda, che presuppone l’ascolto e la cura di più
interlocutori. Foulkes riassume in due categorie fondamentale le situazioni in cui è possibile praticare
un approccio gruppoanalitico: il gruppo operativo o gruppo vitale e cioè il gruppo in cui insorgono
realmente problemi o conflitti; gruppi di individui non collegati, formati a scopi speciali: tali gruppi
possono essere grandi o piccoli, e cambiano carattere secondo i problemi in esame. A seconda del tipo
di obiettivi è possibile costituire gruppi con caratteristiche diverse: gruppi i cui partecipanti non sono
collegati a uno stesso contesto operativo, organizzativo o professionale di appartenenza; gruppi i cui
partecipanti fanno riferimento a una specifica attività professionale, ma appartengono a differenti
organizzazioni o operano in differenti contesti; gruppi collegati a uno specifico professionale operante
nella stessa organizzazione di lavoro; gruppi collegati dall'appartenenza a una stessa organizzazione in
cui i partecipanti assolvono ruoli e funzioni differenziate.
Il piccolo gruppo analitico è inteso come il luogo entro il quale avviene lo svolgimento di una doppia
storia quella del singolo soggetto che partecipa e quella del gruppo stesso. Il lavoro clinico, attraverso il
gruppo si riferisce, in buona parte, al confronto tra queste due storie, costruite o riattivate l'una dall'altra
sebbene in modi almeno parzialmente differenti.
Il piccolo gruppo analitico, quindi può essere considerato un laboratorio privilegiato sia per la ricerca
sulla condivisione mentale tra più persone e sul rapporto individuo-gruppo-coltura sia per la
comprensione e l'analisi a livello micro dei processi psichici-istituzionali. A partire dalle opzioni
teorico-metodologiche sin qui delineate, possiamo adesso considerare alcune specificità del setting
formativo, utilizzando come confronto il setting dei gruppi terapeutici. Nel setting terapeutico
l'obiettivo è orientato alla terapia-conoscenza dell'individuo attraverso l'esperienza di gruppo. Il
principale oggetto di conoscenza e di trasformazione riguarda le matrici familiari istituite. Queste sono
presenti nella vita mentale del soggetto come identità gruppale identificatorie, mentre gli eventi della
vita di relazione attuale insieme ai sogni, ai sintomi, alle fantasie, rivelano peculiarità e caratteristiche
dell'universo soggettivo. Nel setting formativo c'è uno spostamento di centratura. Qui, infatti,
l'obiettivo non è la conoscenza-trasformazione delle gruppalità familiari interne tenute presenti come
matrici di sfondo per l'emergenza delle singole individualità, ma è il rapporto tra modo interno e
lavoro. Riguarda, quindi la specificità, il senso e le risonanze che quest'ultimo viene ad assumere,
articolandosi sul peculiare modo di essere del soggetto, con un continuo rimando sia alla sua
progettualità-identità professionale sia al modello culturale istituito nell'organizzazione di appartenenza
e o nel gruppo professionale di riferimento. L'oggetto privilegiato del lavoro formativo riguarda, gli
eventi psicodinamici che fanno riferimento all'organizzazione-istituzione e che possono configurarsi
come problemi relazionali tra se e gli altri. Problemi implicanti, inevitabilmente l’identità, il sentimento
di appartenenza, l'integrazione, gli aspetti legati alla somiglianza e alla differenza, la presenza di
conflittualità ecc. Pertanto, nel setting formativo le dinamiche dell’identità si sviluppano su un doppio
versante: se da una parte esse sono legate alla storia del rapporto del soggetto con le sue origini
familiari, dall'altro riguardano le relazioni in atto tra il soggetto e gli altri presenti nel suo universo
lavorativo sia in quanto modelli e o personaggi immaginari capi, maestri, fratelli, alleati, nemici ecc. sia
in quanto interlocutori e coattori sociali con i quali viene condiviso uno spazio di esperienza all'interno
del quale si attivano continuamente progetti, risonanze, scambi e così via.
CAP. 10
MAFIA E PSICHE
Nei nostri studi parliamo di psichismo mafioso come di una modalità distorta di vivere la propria
identità e il rapporto con il sociale tipici dell'organizzazione criminale mafiosa. Cosa nostra non è
soltanto un'organizzazione criminale, in quanto una sua caratteristica specifica è il tipo di identità che
garantisce ai propri affiliati: nessun mafioso si definirà mai come un criminale ma sempre come un
uomo d'onore. Il nostro modello teorico ci ha quindi permesso di indagare questa realtà a partire dal
legame che esiste tra mondo psichico cosciente e inconscio del soggetto, famiglia antropologica e
dimensione sociale. Cosa nostra non è una semplice organizzazione a delinquere, costituita per
condurre affari e arricchimenti illeciti, ma anche una struttura capace di garantire una forte identità agli
individui che vi appartengono. Oggi sappiamo che alcune caratteristiche specifiche di cosa nostra sono:
accrescere il proprio potere e la propria ricchezza; essere un'organizzazione gerarchica, centralizzata e
burocratica; vive in omeostasi con l'ambiente sociale e culturale entro cui si è sviluppata; sfruttare i
legami con il mondo politico ed economico, che le hanno consentito di accrescersi a dismisura; fornire
un'identità immaginaria ma totalizzante agli indiv