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IL SIGNIFICATO DELLA SOMATIZZAZIONE:
atego ie diag osti he o i uad ate all’i te o di u o spe ifi o o po ta e to di alattia isulta
inadeguato, perché troppo vago e troppo restrittivo. Da un lato la loro genericità permette di ricorrere a
essi og i olta he i si t o a di f o te a si to i i spiega ili dal pu to di ista edi o. Dall’alt o lato, o si
tie e o to he l’esp essio e so ati a delle atti ità e tali u a o dizio e dell’o ga is o he si
manifesta continuamente sia in salute sia in malattia. Ricerche condotte negli ultimi decenni hanno
evidenziato una stretta relazione tra alterazioni del comportamento di malattia ed esperienze di natura
t au ati a. Le pe so e he ha o su ito e e te e te o du a te l’i fa zia dep i azio i, alt atta e ti o
abusi psicologici o fisici tendono infatti a manifestare, oltre che gravi disturbi emotivi e malattie mediche,
anche preoccupazione ipocondriache e sintomi somatici ritenuti di natura funzionale, in particolare
sindromi dolorose neurologiche (cefalea, doloro cronico) e muscolo scheletriche (sindrome fibromialgica,
dolore cervicale o lombare), urogenitali (dolore nel rapporto sessuale) e, soprattutto, gastrointestinali
(dispepsia, sindrome del colon irritabile). In anni recenti, inoltre, le ricerche hanno evidenziato che i
soggetti con stile di attaccamento insicuro, particolarmente di tipo distanziante, tendono a manifestare più
frequentemente alterazioni del comportamento di malattia quali preoccupazioni ipocondriache, disturbi
fu zio ali e si to i o spiega ili sul pia o edi o. È stata supposta a he u ’o igi e evolutiva della
tendenza alla somatizzazione. In seguito a una gravidanza problematica gli ormoni materni possono
att a e sa e la a ie a pla e ta e i flue za do la odulazio e epige eti a dell’esp essio e ge eti a
(EMGEX) e lo sviluppo fisiologico del figlio con effetto a lungo termine sulla risposta neuroendocrina allo
stress. Di fronte a un paziente che manifesta un problema di somatizzazione, quindi, la valutazione del
clinico dovrebbe essere assai ampia e basarsi non solo sulle conoscenze strettamente mediche, ma anche
su quelle psicologiche e socioculturali, in relazione alle proprie capacità relazionali e di comprensione
umana.
4. STRESS E TRAUMA PSICOLOGICO
1. Il concetto di stress
La parola si riferisce a un concetto vasto e complesso e assume significati differenti secondo il
stress
contesto culturale e storico in cui viene impiegata. Una definizione moderne indica lo stress umano e
a i ale o e u o stato di te sio e dell’o ga is o, i ui e go o attivate difese per far fronte a una
situazione di minaccia (Trombini). Il significato della parola stress, comunque, oggi, non è univoco e può
riferirsi a concetti differenti. Il termine può indicare: uno e riferirsi ai fattori interni o esterni
stimolo nocivo,
he agis o o egati a e te sull’i di iduo; u a reazione fisiologica aspecifica di stimolo-risposta
o segue te a u a sti olazio e i te sa e p olu gata, a o pag ata da odifi azio i dell’o ga is o; u a
fa o is e l’adatta e to ua do l’o ga is o sottoposto
che
risposta psicosomatica complessa e specifica
a condizioni di cambiamento. Lo stress, inoltre, viene definito quando si riferisce a stati di carattere
acuto,
intenso e transitorio, oppure nel caso in cui la situazione si protragga nel tempo. Si distingue poi
cronico,
uno (eustress), occasione di esperienze appaganti e maturativa, da uno
stress positivo stress negativo
(distress), fonte di difficoltà e sofferenze.
2. La fisiologia dello stress
Il primo ricercatore che ha studiato lo stress in una prospettiva fisiologica è stato Walter Bradford Cannon,
il quale introdusse il concetto di reazione di allarme descrivendone alcuni aspetti ormonali e 20
comportamentali. In esperimenti effettuali sui cani egli dimostrò che, quando questi erano sottoposti a uno
stress intenso, si attivavano una serie di risposte di allarme automatiche: aumento della frequenza
cardiaca, della pressione sanguigna, dilatazione delle pupille, insonnia e agitazione. Queste alterazioni
e a o sop attutto il isultato di u ’i te sa stimolazione del sistema nervoso simpatico e della midollare del
su e e, o la o segue ze p oduzio i di o o i o e l’ad e ali a e la o ad e ali a. Negli a i
successivi, importanti studi sullo stress sono stati condotti in Canada, dal fisiologo viennese Hans Selye. Le
sue p i e i e he i uesto a po isalgo o agli a i ’ , ua do, studia do u o o e sessuale i
animali da esperimento, notò in questi ultimi lo sviluppo di reazioni organiche come ipertrofia surrenale,
atrofia del timo e dei linfonodi e sviluppo di ulcere gastriche. Egli ipotizzò che queste alterazioni fossero
i te p eta ili o e eazio i dife si e <aspe ifi he> dell’o ga is o i o segue ze del o tatto o u a
varietà di stimoli nocivi. Chiamò questa reazione sindrome generale di adattamento (Generl Adaptation
Syndrome o GAS). La GAS si configura come una risposta biologica a uno stimolo nocivo che ha un
significato difensivo e adattativo. Selye sostenne che una serie molto ampia di agenti stressanti o stressors,
di natura fisica, tossica, infettiva o psicologica, può indurre in modo aspecifico questa reazione provocando
u ’atti azio e dell’asse ipotala o-ipofisi-surrente (HPA) con un conseguente aumento ematico degli
ormoni steroidi corticosurrenali. La GAS è caratterizzata da 3 stadi: una nella quale si
fase di allarme,
producono alterazioni di tipo biologico e ormonale (aumento degli ormoni corticosurrenali); una fase di
caratterizzata da un aumento della resistenza verso lo stimolo nocivo con una riduzione delle
resistenza,
difese nei confronti degli altri stressors; una con un crollo delle difese e la scomparsa
fase di esaurimento,
dell’effetto di adatta e to. Se uesto p o esso si p olu ga e essi a e te el te po si p odu o o da i
organici irreversibili accompagnati da gravi scompensi metabolici, fino al determinarsi di una malattia da
adatta e to, o e u a patologia e ale, u a iduzio e della p essio e e ati a, u ’ul e a o u ’a t ite.
Sel e fu il p i o a sottoli ea e l’i po ta za della sti olazio e o ti osu e ale i isposta alo stress. Egli
off ì, i olt e, u a isio e ulti ausale dell’eziopatogenesi delle malattie nella quale lo stress è considerato
u a isposta aspe ifi a dell’o ga is o i dotta da u a oltitudi e di ause este e gli st esso s he,
assie e all’i te e to di fattori più specifici, può indurre una patologia. Per spiegare la relazione tra
stressors e reazione corporea, Selye aveva ipotizzato la presenza di un mediatore ormonale o nervoso,m
che chiamò firts mediatori, il quale, in presenza di stimoli nocivi diversi, attiverebbe in modo aspecifico la
risposta endocrina. La presenza di questo mediatore, però, non è mai stata dimostrata. Successivamente
John W. Mason, partendo dalla teoria di Selye, ha ipotizzato che la reazione da stress non sia mediata da un
si golo fatto e e do i o o e oso, a da u ’atti azio e e ozio ale. Pe Maso , sti oli fisi i e
psicosociali sarebbero in grado di sollecitare le strutture anatomico-fisiologiche responsabili delle emozioni
(sistema limbico). Queste, che rappresenterebbero il reale firts mediator, attiverebbero a loro volta il
sistema opotalamo-ipofisi-surrene e, attraverso vie nervose simpatiche, stimolerebbero la midollare del
surrene alla produzione di adrenalina e noradrenalina, provocando una risposta biologica simile alla
reazione da stress descritta da Selye. Questo spiega come mai certe situazioni impegnative e
potenzialmente pericolose, assumendo un significato differente da persona a persona, possono comportare
conseguenze nocive solo per alcuni individui.
3. Eventi stressanti e malattia
Nello stress psicologico la reazione individuale dipende dal significato conscio o inconscio che si attribuisce
all’a e i e to. Vi so o atego ie di e e ti, tutta ia, he posso o esse e o side ate pote zial e te
logoranti per la maggior parte degli esseri umani. Innanzitutto è possibile suddividere queste situazioni in
due grandi categorie. La prima riguarda quegli avvenimenti acuti e improvvisi che assumono importanza
per le frequenti conseguenze che comportano. Tali eventi di vita (life events) sono solitamente ben 21
identificabili e limitati nel tempo e possono riguardare sia esperienze personali significative (matrimoni,
divorzi, licenziamenti) sia avvenimenti collettivi (catastrofi naturali, crisi culturali, economiche, o sociali).
Tho as Hol es e Ri ha d Rahe, dell’U i e sità di Washi gto , ise o a pu to u p i o st u e to di
he, att a e so l’a alisi di
misura degli eventi stressanti, la Social Readjustment Rating Scale (SRRS)
eventi esistenziali comuni, valuta i cosiddetti life changes, cioè i cambiamenti nelle condizioni di vita che
richiedono un certo adattamento. Le situazioni studiate vanno da episodi di scarso significato (come un
cambiamento di residenza) a eventi più gravi (come il licenziamento il divorzio). Al soggetto viene richiesto
di attribuire a essi un punteggio da 1 a 100. In questo modo si tenta di ottenere una misura o un <peso
sociale> relativi a ogni evento. Da allora sono state sviluppate varie metodiche per la misurazione e lo
a dell’e e to. Ese pi di uesti
studio dei life events che tengono conto anche della valutazione soggetti
strumenti sono la Life Experience Survey (LES) di Sarason, Johnson e Siegel, la Life Events and Difficulties
Schedule (LEDS) di George Brown e la Interview for Recent Life Events di Paykel, Prusoff e Uhlenhuth (in
Italia con il nome di Scala di Paykel per gli eventi stressanti). Nonostante lo sviluppo di queste metodiche,
gli studi sugli eventi stressanti presentano ancora numerosi problemi di ordine concettuale e metodologico
che rendono difficilmente interpretabili i risultati da loro prodotti. In primo luogo, da un punto di vista
teorico, vi è ancora una certa confusione riguardo al ruolo dello stress, che può essere concepito sia come
aspe ifi a o spe ifi a dell’o ga is o. Dal pu to di ista
uno stimolo esterno sia come una risposta
metodologico, i limiti delle ricerche riguardano: la tendenza a produrre liste di eventi standardizzate
riguardanti situazioni che producono cambiamenti più evidenti sottovalutando i piccoli avvenimenti della
vita quotidiana; la difficoltà a confrontare i dati con quelli di un gruppo di controllo adeguato, essendo
olte espe ie ze di pe s i ipeti ili; la a a za di disti zio e t a peso assoluto o so iale dell’e e to
(cioè la risposta media di una popolazione ipotetica di soggetti sani) e peso relativo o individuale (cioè il
valore attribuitogli da una determinata persona). Un altro punto delicato riguarda la validità degli studi
condotti con metodo retrospettivo. È stato dimostrato, infatti, che le persone tendono sempre a cercare
una spiegazione per i loro problemi di salute. È possibile quindi che venga attribuito valore a un evento