Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 11
Riassunto esame Psicopedagogia dei linguaggi comunicativi, prof. Pesare, libro consigliato: Il soggetto barrato, Pesare Pag. 1 Riassunto esame Psicopedagogia dei linguaggi comunicativi, prof. Pesare, libro consigliato: Il soggetto barrato, Pesare Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 11.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicopedagogia dei linguaggi comunicativi, prof. Pesare, libro consigliato: Il soggetto barrato, Pesare Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 11.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicopedagogia dei linguaggi comunicativi, prof. Pesare, libro consigliato: Il soggetto barrato, Pesare Pag. 11
1 su 11
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Nome del Padre,

da una funzione che noi chiamiamo ci permette di staccare la no-

stra immagine interiore e psichica da un terzo elemento.

Nel seminario 4 è presente il triangolo immaginario, che dà contezza di ciò che av-

viene nella fase preedipica. In mezzo c’è un termine chiamato fallo che è un signifi-

cante che implica un ruolo immaginario, ovvero il luogo del desiderio della madre,

è la domanda incessante che il bambino si fa per capire cosa può fare per essere

completamente sua madre e per tornare alla condizione di partenza. L’edipo si ha

Maternage.

quando un terzo elemento, Nome del Padre, interviene e rompe quel

Inoltre, oltre a questo è necessario che ci sia un’altra condizione, ovvero che la ma-

dre permetta a questo terzo di intervenire. struttura nevrotica psicotica

Con questo schema Lacan cerca di presentare e come

2 strutture fondamentali e individuarne le differenze: la nevrosi è una struttura del-

la soggettività che si caratterizza per un ordigno dispositivo studiato da Freud che

rimozione.

noi indichiamo con il termine di Per la struttura psicotica, invece,

forclusione.

l’ordigno e il dispositivo è la Per Lacan si parte da queste 2 grandi di-

mensioni: la prima è strutturale perché fa parte dell’umanità. La psicosi è una strut-

non vi è legame sociale

tura del soggetto in cui (avere una serie di simbolizzazioni

nel mondo in cui vive). La struttura nevrotica è strutturale perché tutti abbiamo un

conflitto interiore, tutti cresciamo fondamentalmente con una struttura psicotica e

Nome del

possiamo liberarcene attraverso quel dispositivo significante chiamato

Padre, che rende accessibile al soggetto il campo del grande altro, del linguaggio,

cultura, ecc. (se scritto A siamo nel simbolico, se a siamo nell’immaginario, quindi

in origine la struttura psicotica interessa tutti noi, poi interviene la nevrotica).

La follia è la dimensione in cui il soggetto è soltanto esclusivamente immerso nel

realtà

reale. Per Lacan reale e realtà non sono la stessa cosa: la è il nostro mondo

culturale, orizzonte di pensiero che in qualche modo è inseribile all’interno della

reale

nostra griglia di interpretazione; il è ciò che secondo lui non è simbolizzabile,

l’irrazionale cioè il fatto che noi siamo fondamentalmente modello, non è una con-

dizione dalla quale noi scappiamo, continua ad attraversarci in quello che poi è il

nostro mondo del godimento, Juissance. La struttura psicotica è una struttura in as-

senza di tout-cour quindi lo psicotico continua ad essere fuso con le cose. Lacan, al

contrario di Freud, si occupa quasi soltanto di psicosi, il Seminario 3 si intitola Le

psicosi. Quindi bisogna pensare le strutture per coppie: nevrosi-rimozione, psicosi-

Rimozione forclusione

forclusione. significa che c’è qualcosa che viene cancellato,

(Verwerfung) è un termine preso da Lacan per tradurre qualcosa che è precluso.

Perché la psicosi si scateni non basta che ci sia una struttura psicotica cioè non ba-

sta che ci sia un soggetto che abbia già subito una forclusione, occorre che incontri

un’altra entità significante che metta di fronte questo soggetto che non ha fatto

esperienze della legge di castrazione cioè non ha incontrato il Nome del Padre

(sempre associato ad una legge della castrazione). La possibilità di rendere effettiva

la struttura psicotica si ha attraverso questi 2 momenti: A aver avuto l’esperienza di

forclusione B incontrare da ferclusi il Nome del Padre (nome del padre, campo

dell’altro, legge, metafora moderna, castrazione simbolica, grande altro sono tutte

cose del simbolico). Secondo Lacan è molto difficile diventare folli, ammalarsi di

psicosi, ci dev’essere una condizione molto sfortunata di questo bambino.

Secondo Lacan entrambe le strutture, nevrotica e psicotica, partono da una missio-

ne comune: colmare un buco. Nello schema R non c’è ancora reale ma immaginario

e il primo approccio con il simbolico. Parte destra quindi metà del quadrato è occu-

pata interamente dalla S (simbolico) perché esso è strutturato, rappresenta una

metà di tutto il processo che va dallo stadio dello specchio al .. La r non è ancora

reale ma realtà intesa come la casa, la famiglia. Lo schema R nasce attraverso una

distinzione fusionale

serie di passaggi intermedi: una fase chiamata in cui il il bam-

bino si distingue dalle fusioni della madre, diventa alienato al desiderio della madre

e questo oggetto d’amore è talmente importante che questo rapporto smette di

essere duale quindi ad un certo punto il bambino si identifica con questo desiderio

chiamato fallo. distinzione fusionale,

Nello schema R si passa da un rapporto chiamato di duale a

un rapporto di simbiosi che non è reale ma immaginario e noi chiamiamo fallo. La

psicanalisi intende con rapporto simbiotico quello che Lacan chiama distinzione fu-

sionale. Nel Seminario 4 si parla delle 3 forme di mancanza: noi come soggetti ad

un certo punto nei primi mesi di vita ci percepiamo come mancanti e percepiamo

gli altri come mancanza fino alla morte. Nella fase dello specchio il bambino vede

nell’altro la proiezione di sé, si instaura l’internage. Das Ding è bucato, per capire il

rapporto tra Das Ding e il reale bisogna immaginare una ciambella in cui Das ding è

il buco al centro del reale, cioè qualcosa che non esiste è stato rimosso ma è co-

munque assenza, se non ci fosse il buco non sarebbe una ciambella. Das Ding è

quella cosa che pur non esistendo dà significazione a quell’oggetto che non è reale.

Il bambino in questi mesi percepisce il suo Das Ding che si tra trasfigurando con la

madre come mancante e lui vuole essere il sostituto colmativo del buco di quella

mancanza (e questo è definito fallo). Quindi 1 la madre è percepita come mancante

2 la madre è percepita come mancante e il bambino può essere colmato con

l’oggetto del desiderio che le manca cioè il fallo 3 il bambino si identifica al fallo per

colmare la madre mancante di esso.

Quindi nella prima fase non c’è una relazione duale ma interposta attraverso il ter-

zo oggetto che è quello che il bambino suppone essere l’oggetto del desiderio della

madre, il fallo; in questa fase l’oggetto del desiderio, secondo Lacan, interferisce

con la struttura del soggetto. Per un soggetto è fondamentale il suo incontro con

l’oggetto del desiderio, suo e dell’altro. Un bambino narcisista, per esempio, è colui

che non avendo avuto un feedback di riconoscimento da parte dei genitori o degli

altri si identifica troppo con l’oggetto del desiderio loro per poter essere amato

quindi assume un serbiante, ossia quella maschera che lui pensa possa essergli utile

per diventare un oggetto più desiderato.

Ad un certo punto nello schema si manifesta il terzo incomodo: la madre introduce

al bambino il fatto che ci sia qualcosa di esterno che viene per semplicità chiamato

padre. Con questa intromissione il bambino comincia a immaginare che esiste una

realtà esterna a questo rapporto funzionale, questo gli fa vedere la madre scissa

che viene cancellata e fatta spostare dal triangolo immaginario ad un altro punto. Il

bambino per la prima volta vede la madre nell’esterno, nel fuori e l’oggetto man-

cante alla madre, che inizialmente pensava fosse lui stesso o almeno provava ad

intru-

esserlo identificandosi, con un significante chiamato fallo. Questa è la fase di

sione del nome del padre, del terzo. Ad un certo punto anche il bambino si sposta

in un altro posto, un luogo in cui il bambino cerca di avvicinarsi a ciò che manca alla

madre, ed entra nella realtà. Questo nuovo rapporto è chiamato il triangolo

dell’Edipo che introduce il simbolico. Nei posti precedenti in cui c’era la madre e il

bambino, Lacan scrive 2 altre lettere, qualcosa che rimane all’interno e che anche

dopo lo specchio noi continuiamo ad avere, delle zone psichiche; anche se madre

bambino sono spostati in un altro punto continua ad esserci distinzione di quelle

i

funzioni. Nel punto in c’era la madre immaginaria Lacan inserisce (io ideale), cioè

m

l’identificazione della madre che rimane e il bambino diventa (moi).

* se voglio rispondere a una domanda che cos’è il soggetto devo prima dire che il

soggetto non è l’io, ecc. quando noi parliamo della costruzione anche negativa

dell’io, del moi stiamo parlando della questione narcisistica *

Nello schema R i due bambini e la madre si spostano: il bambino diventa ideale

dell’io e la madre si sposta in un posto simbolico e riservato lasciando la i piccola

che costituisce una nuova coppa dialettica nella teoria di Lacan. Queste si possono

chiamare in diversi modi: identificazione immaginario (i) e identificazione simbolica

(I). Secondo la metodologia freudiana: io ideale (i) e ideale dell’io (I). Ideale dell’io è

ciò che noi diventiamo come soggetti alla fine di un percorso fatto attraverso i 3 re-

gistri, il risultato finale; io ideale, invece, è sempre qualcosa di identificatorio.

L’Edipo non è soltanto ciò che fa uscire il soggetto, lo libera dallo stato dello spec-

chio. Il grande altro è protagonista del simbolico; das Ding, la cosa è il protagonista

del registro del Reale insieme agli oggetti piccoli a. Freud lo definisce un luogo di

godimento originario, della memoria della percezione del bambino in cui c’è un

soddisfacimento senza mancanza. Il bambino nell’utero della madre ha un rapporto

di fusionalità con questo luogo del godimento originario che rappresenta comple-

tamente das Ding, cioè quella idea da noi rimossa nei primissimi giorni dopo la na-

scita e successivamente in qualche modo ritorna. Tutto quello che ha a che fare col

nostro modo di avere degli oggetti di godimento da adulti, oltre che da bambini, è

in qualche misura un riverbero di questo rimosso rapporto con la cosa. Per noi il

godimento ha un’accezione positiva, per l’inconscio è assolutamente trasversale,

non relativa a qualcosa cui noi possiamo dare un giudizio estetico e mora-

le. L’inconscio vuole soltanto tornare a ripetere l’esperienza di das Ding, del-

la fusionalità originale (ripetizione ha sempre a che fare con reale, con godimento).

Todestrieb

Lacan traduce con Juissance ciò che Freud chiama (istinto di morte,

opera Al di là del principio di piacere).

Per Lacan, quando noi troviamo qualcosa di doloroso è pensabile come

la Jouissance e gli assegna un agge

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
11 pagine
5 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Saxbrina97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicopedagogia dei linguaggi comunicativi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Pesare Mimmo.