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Nel Seminario 5 compare per la prima volta il grafo del desiderio come crocevia
perché Lacan comincia a metter in dubbia il fatto che l’esistenza di questa sorta di
elemento salvifico che non è poi così totale. All’interno del grafo improvvisamente
introduce un complemento affermando che non c’è solo il soggetto barrato e non è
solo il grande contenitore del linguaggio della cultura che ci salva dalle paludi
dell’immaginario, del narcisismo. In questo grafo Lacan si chiede
fondamentalmente chi o che cosa ha il potere di produrre la nostra
soggettivazione, cioè chi o che cosa ci rende i soggetti che poi diventeremo e la
risposta è che noi diventiamo ciò che siamo perché il nostro corpo, dal punto di
vista biologico, è filtrato, trapassato dal discorso del grande altro. Il soggetto è
assoggettato dal discorso dell’altro quindi ciò che produce soggettivazione è
discorso.
innanzitutto il C’è una differenza tra essere soggettivati e soggettivizzarsi,
questo per far capire che noi non siamo completamente passivi rispetto al discorso
che produce la nostra soggettività, lo filtriamo in maniera singolare. Lacan sta
dicendo qualcosa che va oltre l’impostazione classica dello strutturalismo, cioè la
dimensione del soggetto dipende assolutamente da ciò che viene nel campo
dell’altro del linguaggio struttura, ecc. ma non è completamente definito dalla
struttura disantropizzata,
struttura. Egli dice che l’altro è una ovvero qualcosa di
trascendente inteso come qualcosa che ci preesiste. Dopo essere nati incontriamo
gli altri, la nostra famiglia, i nostri amici, ecc. la nostra soggettività è successiva alla
nascita del soggetto; il grande altro, invece, è precedente, transindividuale.
Secondo Lacan il soggetto è prodotto dal discorso del grande altro, assoggettato al
suo ordine linguistico, sociale, ecc. ma è anche irriducibile a questo discorso. Quindi
prima caratteristica del grande altro è essere anteriore al soggetto e ciò che lo
produce. Il grande altro ha anche una sorta di crepa, frattura che non vista come
una cosa negativa ma come un antidoto, secondo lui dà ossigeno. Nelle sante
mistiche, per esempio, il grande altro non ha un punto di rottura, è onnipresente
ma anche martiri, terrorismo religioso: grande altro talmente chiuso, definito, che
non dà possibilità di inserire il proprio reale, la propria vita. Secondo Lacan esiste
solo un tipo di peccato: venire meno al proprio desiderio che dev’essere
chiaramente compatibile con il legame sociale. A 20 anni di distanza Lacan spiega
che la parola salva il corpo e il corpo, a sua volta, salva la parola; introduce una
che vuoi?,
freccia curva verso l’alto con una frase in italiano che dice: cioè qual è il
desiderio del grande altro, quello che ho fatto finora è la produzione del mio
desiderio o per caso sto confondendo con quello del grande altro? Chi sta godendo
al mio posto? Esso fa passare dal primo al secondo livello, come se fosse un
ascensore al livello del godimento. In questo caso il grande altro viene ripensato e
depotenziato, non viene più visto come il significante primo dell’Edipo ma è
qualcosa che anche al suo interno possiede punti di fragilità, di spazio. La differenza
tra un turista islamico e un islamico è che entrambi hanno lo stesso grande altro
solo che il normale religioso vive con un grande altro che è importante nella sua
vita perché permette di fare anche altre cose, quello del terrorista islamico, invece,
è interiorizzato senza fratture al punto che si sente è legittimato da rinunciare alla
sua vita a costo di soddisfare il suo grande altro, rinunciano al corpo a se stessi e al
loro legame sociale per rispondere al mandato simbolico che pensano sia loro ma
invece è di un altro, un grande altro che non è stato metabolizzato e trattato.
Il grafo del desiderio risponde in maniera più diretta alla domanda come si forma
un soggetto, sono presenti tutti e 3 i registri. Una questione teorica fondamentale
Nachtraglichkeit
del grafo è o anche après-cour (a cose fatte, a posteriori). Tutto il
processo che forma un soggetto avviene posteriormente, a riguardo c’è una
spiegazione clinica e una filosofica: per la prima si utilizza come esempio la
comprensione di una frase, per quanto apparentemente esplicito il suo significato,
solo ascoltando l’ultima parola possiamo percepirne il senso. Il termine
Nachtraglichkeit va inserito all’interno di un solo contenitore di senso che riguarda
la dimensione temporale dell’unità psichica che è il sintomo; il tempo interiore non
è assimilabile al tempo cronologico. Il tempo psichico è il tempo del sogno.
Secondo Lacan, il ricordo non è mai solo narrativo, è sempre associato ad uno stato
emotivo che noi assegniamo a quell’inconscio, quell’immagine (Proust Madeleine).
Il grafo è formato da una cellula base in cui c’è un incontro tra 2 vettori, uno di
intenzionalità
senso verticale e l’altro di senso orizzontale: il verticale è definito
pre-simbolica e rappresenta la vita lunga, il nostro essere stanti nel mondo (pag.
133), pre-simbolica perché stiamo ancora viaggiando verso l’immaginario e il
catena dei
simbolico, siamo nel reale. la parte orizzontale rappresenta la
significanti, cioè l’infinita molteplicità di elementi culturali che possiamo incontrare
nel momento in cui nasciamo. Il soggetto nascendo ad un certo punto incontra il
grande altro che ancora chiaramente non è un grande altro perché non è ordinato,
è semplicemente una catena di significanti, non c’è rapporto e senso, il bambino è
semplicemente scaraventato in questo universo. Questo primo incontro con il
A. I(A)
mondo esterno viene rappresentato con Il punto d’arrivo è e rappresenta
s(A)
l’ideale dell’io, il senso è indicato con (significa sempre significato, S è
significante) e corrisponde al nostro modo di elaborare i significanti del grande
punto di raccolta
altro, si chiama (capitonage, gergo del materassaio, bottoni che
tenevano uniti l’esterno con il contenuto interno) e unisce la … della nostra vita
quindi relazionale con il simbolico che è il punto .. Secondo Lacan, il punto di
capitone ha un’efficacia solo a condizione che noi lo sigilliamo (verbo tecnico) in un
altro punto che però è precedente cioè io do’ un significato al mio passato anche
una volta che ho incontrato il mio futuro. La cellula base del grafo del desiderio si
temporalità psichica
costruisce con il concetto di (altro modo per tradurre après-
I(A)
cour). potrebbe essere pensato come punto di risoluzione dell’intero processo
di soggettivazione, quando noi diventiamo ciò che siamo attraverso una serie di
incontri specchio, grande altro, das Ding, ecc. La fine di questo processo è questo,
identificazione simbolica e non più immaginaria con qualcun altro, non noi come
risposta alla società che ci vuole così ma noi come autenticamente noi. La
dimensione paradossale di questo risultato finale è che il soggetto si struttura nella
sua dipendenza dal significante, cioè del grande altro: nasciamo, siamo scaraventati
in un mondo culturale che ci precede, dipendiamo dal fatto di dove e quando
nasceremo, Lacan dice “la condizione del soggetto dipende da ciò che svolge
nell’altro singolarmente” (citare frase che fa piacere) quindi il grande altro è inteso
come un luogo simbolico in cui si svolgono delle cose ed in base a ciò il soggetto si
struttura in un modo o nell’altro. La situazione paradossale è che nonostante il
soggetto dipenda da ciò che svolge nell’altro, è necessario che questo altro, che è
oggettivo, venga fatto proprio dal soggetto stesso. Secondo Lacan l’attitudine che
ognuno di noi ha di costruirsi una sua soggettività originale passa dalle reti del
linguaggio, così comincia a delinearsi la cellula base del grafo. Con Δ Lacan indica
l’identificazione simbolica cioè la nostra vita nella sua bruta e nera fisicità che
ancora non ha avuto la serie di grandi incontri. Il senso della prima cellula è che per
Lacan l’uomo come intenzione pre-simbolica, cioè inteso come non ancora
soggetto senza ancora aver incontrato né immaginario e né simbolico, diventa
soggetto dopo aver incontrato i due punti che hanno 2 definizioni diverse, una
delta
spaziale e una temporale. C’è un incrocio tra il vettore verticale e il vettore
s s1. punto di capitone
orizzontale Questo primo incrocio attraverso il è anche
interpellanza
detto e si arriva quando il bambino incontra il mondo culturale e lo
decodifica producendo un senso sulla sua vita soltanto retroattivamente
(Nachtraglichkeit). Ogni esperienza che facciamo riscrive quelle precedenti;
secondo Lacan non saremo mai oggetti compiuti, siamo sempre in trasformazione.
i(a) L s(A)
Nel secondo quadro aggiunge 2 altri punti, ed e un’altra freccia. è il
momento di interpunzione, in cui la significazione (processo attraverso il quale dai
significanti si ha un significato, dai molti elementi culturali una persona si costruisce
il suo universo di valore, il suo immaginario) si costruisce come prodotto finito.
Secondo Lacan, il grande altro esiste solo in quanto struttura sincronica, solo se
incontro un elemento diacronico, cioè un elemento temporale della mia vita (Es.:
se uno non nasce non esiste, il fatto che esista un universo ha un senso perché
siamo al mondo, il grande altro ha incrociato la temporalità della nostra vita). Il
significato che noi diamo esiste se esiste un grande altro a cui apparteniamo, Lacan
I(A)
dice: s(A) è il prodotto della funzione retroattiva di A. ovvero identificazione
simbolica, culturale ha tante sfaccettature., noi prendiamo solo alcuni significanti
caratterizzando la nostra vita (Università: uno sceglie la propria corriera, già
prendendo un significante, decidendo di dedicarsi agli studi umanistici) e, filtrandoli
nel passaggio di simbolizzazione, li definite come I(A) (o anche mandato simbolico).
i(a), invece, è identificazione immaginaria. Lacan utilizza l’Edipo e l’immaginario per
cercare di spiegare come si costruisce non solo la psiche ma una cultura.
Per chi o per cosa assumiamo il nostro mandato simbolico, per me o per uno
sguardo del grande altro? Il che vuoi va sopra il punto D (desiderio) questo è s
livello del senso,
grande punzone di i grande. Il pr