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FATTORI EZIOPATOGENETICI:
1) Fattori organici:
Patologie a carico dei diversi apparati (cardiocircolatorio, renale, respiratorio)
Problemi di metabolismo (es. disturbi mitocondriali, alterazione del funzionamento
enzimatico, ipercatabolismo)
Sindromi genetiche di vario tipo (es. Prader-Willi, Williams, Asperger)
Patologie congenite come l’epilessia generata da mutazioni genetiche o disturbi
patologie del SNC o
neurodegenerativi (es. atrofia cerebrale di origine metabolica),
della trasmissione neuromuscolare
Esposizione precoce alle droghe in utero
Nascita prematura
2) Qualità dell’interazione madre-bambino: il FTT può essere attribuito ad anomalie
sindrome da deprivazione materna
nella relazione tra la figura di accadimento e il bambino ( )
che genererebbe nel bambino condotte alimentari anomale. Anche la qualità dell’interazione
madre-bambino durante l’allattamento può costituire un predittore della velcoità di
crescita di quest’ultimo nel primo mese di vita. I principali fattori di rischio legati alla
relazione sono:
mancata capacità di risposta ai segnai del bambino
Una : le madri di bambino con
disturbo di crescita tendono a concludere lo scambio interattivo con il figlio con
maggiore frequenza delle madri di bambino con accrescimento normale. La carenza
nella mutualità degli scambi interattivi tra madre e bambino è alla base delle difficoltà
riscontrate sia nel momento dell’alimentazione che in altri momenti dell’interazione;
Scarso contatto fisico e verbale, con elevate verbalizzazioni negative e un maggior
punizioni fisiche;
numero di
Durante il pasto: mancata capacità di cogliere i segnali di fame, posizione
inappropriata per l’età del bambino, bassa stimolazione ed elevato conflitto
sull’alimentazione, difficoltà a mantenere le abitudini alimentari del bambino,
comportamento intrusivi e controllanti.
3) Qualità del legame di attaccamento: esiste un’associazione tra il FTT e: 1) lo stile di
attaccamento insicuro, in particolare nelle categoria evitante, ambivalente o disorganizzato;
2) il disturbo reattivo dell’attaccamento. Anche il 97% delle madri con bambini con FTT
hanno un attaccamento insicuro e un’alta incidenza di attaccamento con lutti o traumi non
risolti. I diversi studi verificano l’associazione tra la presenza della sindrome del FTT e
proporzioni elevati di attaccamento insicuro nel bambino e nella madre ma solo di recente si
ipotizza una associazione tra il Disturbo di accrescimento e la presenza di Disturbi
dell’attaccamento nel bambino, in particolare del Disturbo Reattivo dell’Attaccamento
(RAD).
4) Caratteristiche familiari: Condizioni economiche disagiate, bassi livello di supporto
sociale reale e/o percepito, condizioni di violenza vista e/o subita dai componenti del nucleo
familiare, elevata conflittualità nella coppia coniugale e nel nucleo familiare, abuso di
sostanze, trascuratezza fisica e psicologica del bambino.
5) Caratteristiche della madre: presenza di disturbi di personalità, ansia o depressione,
tentativi di suicidio, dipendenza da sostanze, esperienze primarie caratterizzate da abusi
fisici, trascuratezza e instabilità degli adulti di riferimento, scarsa capacità di problem-solving
(minor numero di soluzioni e minor efficacia delle strategie usate).
6) Caratteristiche del bambino:
Peso alla nascita: cut off di 2.500 gr. come fattore di rischio successivo e segno di
ritardo di accrescimento già in utero
Lentezza nell’accrescimento nelle prime 6-8 settimane di vita
Temperamento difficile: aggressività, inconsolabilità, scarso adattamento
Problemi di regolazione: marcata reattività agli stimoli esterni, elevata distraibilità
Elevata manifestazione di affetti negativi come paura, tristezza, rabbia, angoscia
ESITI EVOLUTIVI: la malnutrizione danneggia la crescita somatica e influisce su tutti gli
aspetti dello sviluppo anche nei casi in cui la difficoltà di accrescimento è stata superata. Il
FTT infatti compromette il raggiungimento di diversi obiettivi a breve e lungo termine, in
particolare lo sviluppo funzionale e fisiologico, motorio, comportamentale e cognitivo e il
raggiungimento di traguardi affettivo - relazionali e sociali. L’FTT può causare:
1. Deficit e/o disarmonie nelle sviluppo del SNC: Difficoltà e/o ritardo nello sviluppo
psico-motorio nei primi 3 anni di vita. Inferiori prestazioni motorie e cognitive e
decremento delle prestazioni cognitive a 36 mesi;
2. Deficit e/o ritardi nello sviluppo cognitivo causati da fattori di tipo biologico, dallo
stile genitoriale o dall’interazione madre-bambino. Dopo i 3 anni i bambini con FTT
hanno ritardi cognitivi e livelli di QI significativamente inferiori ai controlli sani. In età
prescolare presentano un decremento nelle capacità di linguaggio e lettura e delle
prestazione nelle capacità di problem-solving inferiori ai controlli. In età scolare i
deficit cognitivi precoci vengono recuperati e vengono ripresi i livelli di QI all’età di 6-9
anni;
3. Patologie fisiche : la malnutrizione precoce è associata a un danneggiamento delle
difese immunitarie, con ridotta crescita cellulare e ritardata maturazione neurale.
Questi bambini si ammalano più spesso e per periodi più lunghi, hanno uno scarso
indice di massa corporea, altezza e peso, e una scarsa circonferenza cranica.
QUALE RISCHIO? → Viene usato un modello cumulativo per esaminare l’impatto del FTT e
del maltrattamento sugli esiti cognitivi del bambino, tenendo in considerazione 4 domini: 1)
Prestazioni cognitive, 2) Adattamento scolastico, 3) Comportamenti in classe, 4)
Comportamenti a casa. La condizione che ha una maggiore influenza negativa sullo sviluppo
cognitivo del bambino è la presenza di fattori cumulativi di rischio. Rischio più elevato per i
bambini che presentano più fattori associati, in particolare Disturbo dell’accrescimento e
maltrattamento.
Capitolo 9 – Depressione e sviluppo depressivo
Depressione in età evolutiva: lo sviluppo depressivo coincide, per la sua partecipazione
allo sviluppo della mente, con lo sviluppo affettivo e allo stesso tempo marca tutti i grandi
momenti di passaggio e di crisi psicologica. In età evolutiva bisogna fare attenzione sia ai
comportamenti comunicativi espliciti del disagio sia agli affetti mascherati: ad esempio
vs. vs.
inibizione comportamentale ansia di separazione, capricciosità triste ritiro silenzioso
vs.
dal rapporto, anedonia esplicita, richieste verbali di affetto difficoltà a esprimere gli stati
d’animo.
EPIDEMIOLOGIA:
0-3 ANNI: lo 0,6-0,8% presentano un’alterazione nello sviluppo in termini di
problematiche relazionali agite nell’intensa trattativa tra il bisogno/dipendenza
dall’altro e la conquista delle prime autonomie
3-6 ANNI: lo 0,3-0,4% ha un problema depressivo riconoscibile
6-12 ANNI: 1,8% ha qualche episodio depressivo per un periodo superiore a un anno
12-16 ANNI: 10-12% ha sentimenti depressivi evidenti
clinicamente
Tra i ragazzi depressi 2 su 5 portino i loro problemi in età adulta, in
gran parte con disturbo depressivo di personalità → I disturbi di personalità
l’esito aperto
costituiscono, per il 20-25%, degli sviluppi depressivi in età evolutiva.
La depressione in età evolutiva ha un esordio precoce, una moderata equivalenza con
la sintomatologia adulta ed è in frequente associazione con quadri in comorbidità. Il
la presenza
criterio clinico essenziale per definire i diversi sviluppi depressivi è il seguente:
contemporanea, coerente e incidente di sentimenti depressivi (tipici della fase di età) e di
sintomi depressivi con segnale comunicativo e con oscura percezione soggettiva. Si
sindrome o costellazione di affetti emozioni e
manifestano come una ,
comportamenti , e si rappresentano in un disturbo che include un gruppo di sintomi che
marcato livello di disadattamento e sofferenza
ricorrono insieme e sono associati a un .
PATOGENESI DELLO SVILUPPO DEPRESSIVO: Per fare un bambino o un adolescente
depresso debbono convergere una vulnerabilità temperamentale, una storia di traumi e
perdite, una cultura depressogena e una costruzione affettiva che funzioni come un
organizzatore psicologico.
1) Fattori biologici: ereditarietà genetica, disregolazione dei sistemi noradrenergico e
serotoninergico, disfunzioni dell’asse ipotalamo-ipofisario, influenza dei fattori ormonali della
pubertà (es. la disregolazione dell’ormone della crescita GH potrebbe costituire un tratto di
vulnerabilità per la depressione) e differenze cerebrali funzionali e anatomiche (riduzioni del
volume dell’amigdala, della materia bianca nel lobo prefrontale e compromissione strutturale
e funzionale di aree relative alla ricompensa). Si pensa che i fattori ambientali producano un
contributo maggiore nelle depressioni moderate, mentre i geni assumano u ruolo
decisamente maggiore nelle depressioni più gravi. Ma la maggior parte delle ricerche
sostengono il ruolo dell’interazione tra fattori di rischio genetici ed eventi negativi di
vita nel predire lo svilupparsi di una depressione
2) Fattori di personalità: uno stile di pensiero negativo, temperamento a rischio
depressivo → Costellazione psicologica nucleare è un assetto psicologico dominante
all’interno del quale le componenti derivanti dalla duplice interazione tra caratteristiche
individuali strutturanti e influenze ambientali trovano un’integrazione stabile e coesa attorno
influenzano le successive acquisizioni e modulazioni di personalità del bambino.
ai 3-4 anni e
Questa costellazione tende a persistere con una certa stabilità e modella l’organizzazione
della personalità nella prima e seconda infanzia. Si costituisce una prima
rappresentazione della rete relazionale e della ricaduta sociale dei propri
comportamenti, con la conseguente nascita del senso morale. Verranno potenziati o
repressi alcuni comportamenti anche in relazione a quanto consentito all’interno del
primo spazio sociale del bambino.
3) Fattori ambientali: eventi di vita, deprivazione e abuso, funzionamento familiare atipico
di mancanza di cura.
4) Disregolazione affettiva: comparsa di ricorrenti episodi disforici, di breve durata, che
rappresentano la manifestazione sintomatica di una disregolazione affettiva latente.
5) Inibizione comportamentale: è un fattore di rischio per l’ansia di separazione, aumenta
l’intensità e la frequenza delle piccole disforie/cambiamenti d’umore, le quali a loro volta
accentuano il manifestarsi dell’inibizione in