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Definizione
L'espressione "disturbo dell'attaccamento" si riferisce alla presenza nel bambino di una modalità di relazione sociale disturbata o inadeguata rispetto al livello di sviluppo che si manifesta all'interno di numerosi contesti; la causa presunta risiede nel precoce legame di attaccamento con la figura di accudimento. In un'accezione più ampia, con "disturbi legati alle relazioni di attaccamento" ci si riferisce a difficoltà nel bambino derivanti da problematiche nella qualità dei primi legami con le figure di accudimento che costituiscono un fattore di rischio per l'insorgere di disturbi psicopatologici. Con "legame di attaccamento" si fa riferimento alla creazione nel corso dell'ontogenesi di un rapporto stabile e duraturo, riservato solo a pochissimi individui, verso i quali il bambino è fortemente portato a cercare la prossimità e il contatto nei momenti di bisogno. Essosi distingue da altri legami affettivi per la ricerca di sicurezza e di conforto. Il precoce attaccamento selettivo è considerato un importante precursore delle successive relazioni sociali, nelle quali però sono attivi anche altri sistemi motivazionali.
Si possono individuare almeno due prospettive generali che si occupano delle problematiche evolutive in cui si ipotizza che la causa risieda nella qualità dei precoci legami di attaccamento:
a) da una parte quella nosografica, che rileva la presenza di veri e propri disturbi clinici, esito prevalentemente di gravi privazioni nelle precoci relazioni di cura;
b) dall'altra quella idiografica, più ampia, adottata nell'ambito della distorsioni psicopatologia dello sviluppo, che include anche le difficoltà nella cura, esito di relazioni di attaccamento disturbate.
Le difficoltà legate alle relazioni di attaccamento vengono in quest'ultimo approccio lette non tanto come disturbi psicopatologici di per sé,
Quanto intermini di fattori di rischio che rendono la persona vulnerabile all'emergere di possibili quadri psicopatologici. Tale lettura della psicopatologia fa riferimento a una causalità complessa, non lineare, in cui non si considera un'esperienza relazionale come causa unica che conduce a un disturbo psicopatologico, ma si considerano le esperienze relazionali come il contesto cruciale per l'emergere, il crescere e il declinarsi della patologia.
ONTOGENESI DEL SISTEMA DI ATTACCAMENTO: PERIODI SENSIBILI NEL PRIMO SVILUPPO
La teoria dell'attaccamento presuppone una predisposizione innata a cercare la vicinanza e la protezione di specifiche figure di riferimento (il sistema di attaccamento); tale predisposizione regola l'attivazione di varie forme di comportamenti finalizzati al raggiungimento della prossimità a queste figure (comportamenti di attaccamento).
L'attenzione è posta sull'equilibrio dinamico tra differenti
sistemicomportamentali: sul sistema dell'attaccamento, della paura/diffidenza, dell'esplorazione e, più recentemente, sul sistema sociale. Di fronte a situazioni che generano nel bambino timore vi è la ricerca di vicinanza al "caregiver" e un'inibizione dei sistemi dell'esplorazione e delle interazioni sociali con altre figure. Difficoltà possono insorgere quando non si è sviluppata un'organizzazione equilibrata tra i sistemi, con un'iperattivazione cronica di uno o più sistemi a discapito di altri. Nelle prime 8-12 settimane di vita il neonato, sebbene nasca predisposto per entrare in interazione con gli altri, non ha ancora sviluppato la preferenza per una figura specifica. È soltanto nel periodo successivo, tra i 3 e i 6 mesi, che gli iniziali sistemi comportamentali semplici si integrano in sistemi più complessi e concatenati, attivandosi o inibendosi reciprocamente in riferimento a figure.Familiare bene distinte. Tra il sesto e il nono mese divita avviene un consolidamento dell'attaccamento selettivo con il caregiver: la comparsa della protesta per la separazione e la paura dell'estraneo sono due comportamenti che segnalano l'emergere di un attaccamento focalizzato.
Le esperienze relazionali di attaccamento conducono a un modello rappresentativo che costituisce il meccanismo per la trasformazione di aspetti diadici in qualità personali. Tali esperienze si organizzano andando a costituire dei modelli operativi interni (MOI): rappresentazioni o regole che guidano non solo il comportamento, ma anche gli affetti, la cognizione e la memoria relativi alle esperienze di attaccamento. Una volta che il sistema comportamentale dell'attaccamento ha iniziato ad organizzarsi, acquista nel tempo una certa stabilità intrinseca, anche se significativi cambiamenti nel contesto e/o nelle figure di riferimento possono comportare una riformulazione dei modelli operativi.
Conseguenza di tale tendenza alla stabilità è che, quando i modelli di attaccamento sono particolarmente rigidi, possa permanere la stessa organizzazione del sistema anche quando non sussistono più le condizioni esterne e interne che ne sono all'origine. Questo processo ha chiare implicazioni per la comprensione della psicopatologia evolutiva sia per quanto riguarda il permanere, in maniera rigida, di schemi non adattivi alle nuove esigenze contestuali, sia per quanto riguarda la complessa questione dell'esistenza, nel corso dello sviluppo, di periodi che costituiscono momenti cruciali nel processo di integrazione delle precedenti sequenze comportamentali, non più funzionali o appropriate, all'interno di altri sistemi funzionali; ne consegue che una volta oltrepassati tali momenti il processo evolutivo possa essere compromesso e meno adattivo. ATTACCAMENTO E PSICOPATOLOGIA Nel descrivere gli elementi fenomenici distintivi che caratterizzano ledifferenti forme in cui si può manifestare il complesso rapporto tra legami di attaccamento e psicopatologia, ci soffermeremo su alcuni aspetti che permettono di operare una prima distinzione descrittiva. In ordine decrescente di possibili conseguenze psicopatologiche, essi sono:
- disturbo reattivo dell'attaccamento: classificazione propria dei manuali diagnostici ufficiali, fa principalmente riferimento a situazioni di deprivazione grave che non hanno permesso al bambino di sviluppare un legame selettivo, come accade di frequente in casi di bambini istituzionalizzati, e che comportano gravi problematiche nell'ambito della socializzazione;
- disorganizzazione dei modelli d'attaccamento: riguarda distorsioni nella qualità dei primi legami di attaccamento che non hanno permesso al bambino di sviluppare la capacità di mantenere una strategia di attaccamento coerente e organizzata di fronte alla sofferenza; è fortemente correlata con i disturbi
A) inadeguata rispetto al livello di sviluppo in quasi tutti i contesti, con inizio prima dei 5 anni:
1) persistente incapacità di dare inizio alla maggior parte delle interazioni sociali o di rispondere a esse in maniera adeguata al livello sviluppo, come manifestato da risposte eccessivamente inibite, ipervigili, o altamente ambivalenti e contraddittorie;
2) legami diffusi come manifestato da socievolezza indiscriminata con notevole incapacità di mostrare attaccamenti adeguatamente selettivi.
L'anomalia descritta nel criterio A non è motivata esclusivamente
B) da ritardi dello sviluppo e non soddisfa criteri per un disturbo pervasivo dello sviluppo.
Accudimento patogeno
C) come evidenziato da almeno uno dei seguenti:
1) persistente trascuratezza verso i bisogni emotivi fondamentali del bambino, di benessere, stimolazione eaffetto;2) persistente trascuratezza verso i bisogni fisici fondamentali del bambino;3) ripetuti cambiamenti della figura che principalmente si prende cura del bambino che impediscono la formazione di legami stabili.l'accudimento di cui al criterio C siaD) Si può supporre che responsabile del comportamento disturbato descritto nel criterio A .Specificare il tipo:- tipo inibito: se il criterio A1 predomina nel quadro clinico;- tipo disinibito: se il criterio A2 predomina nel quadro clinico.Esempi di accudimento grossolano patologico riguardano il crescere all'interno di istituti, frequenti cambiamenti nelle figure di accudimento, trascuratezza o abuso, o il crescere con genitori non sensibili o irresponsabili. Queste situazioni estreme nelle prime relazioni di accudimento sono, dunque considerate all'origine del disturbo clinico, che si manifesta a livello delle relazioni interpersonali in problematiche di socializzazione.La descrizione del disturbo nel DSM ha
Differenziato due tipi di sintomatologia clinica:
Tipo inibito-: si caratterizza per le difficoltà ad avere iniziativa nelle interazioni interpersonali e a rispondere a esse in maniera adeguata in base al livello di sviluppo del bambino, insieme a eccessiva inibizione, ipervigilanza o ambivalenza e contraddizioni nell'approccio con chi si prende cura di loro (criterio A1).
Tipo disinibito-: si manifesta con la tendenza a stabilire legami diffusi: una socievolezza indiscriminata contraddistinta da mancanza di un'adeguata selettività nella scelta delle figure di riferimento (criterio A2).
Il tipo inibito si caratterizza per l'assenza di comportamenti di attaccamento organizzati, ridotto coinvolgimento sociale e reciprocità, difficoltà di regolazione degli affetti con pochi affetti positivi, scoppidì.