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RAD.× Caratteristiche familiari
Nella comprensione del FTT, diversi autori hanno proposto un modello che, accanto ai fattori individuali, considera alcune caratteristiche dell'intero sistema familiare. Le ricerche sugli stressors psicosociali hanno ottenuto risultati contrastanti, benché la maggior parte abbia riscontrato all'interno delle famiglie con bambini con difficoltà di accrescimento alti livelli di distress legati a condizioni economiche disagiate, a situazioni di violenza vista e/o subita dai componenti del nucleo familiare, all'abuso di sostanze, alla criminalità e a relazioni disfunzionali che produrrebbero una condizione di maltrattamento nel bambino, ma più specificamente, di trascuratezza, alla base sia dell'alimentazione inadeguata, sia dello scarso accrescimento. Altri lavori hanno rilevato un'elevata presenza di disaccordo e di conflitto coniugale tra i genitori di bambini con disturbo di crescita, sottolineando come il.livello di conflitto familiare esperito può influenzare sia direttamente sia indirettamente l'accrescimento. Per esempio, un severo conflitto familiare può creare una condizione di stress del bambino che disturba la situazione alimentare e/o influenza il piccolo indirettamente, incidendo sullo stato emotionale della madre, e quindi sulla sua capacità di provvedere al figlio anche in termini di tempo e attenzione. Per quanto riguarda il livello di supporto sociale reale e/o percepito, le famiglie dei bambini con FTT tendono a essere più isolate e ad avere minore supporto sociale. 21× Caratteristiche della madre Un aspetto controverso riguarda la presenza di patologie psicologiche e/o psichiatriche che caratterizzano le madri di bambini con difficoltà di accrescimento. Diversi studi hanno rilevato in queste donne proporzioni elevate di disturbi di personalità, ansia e depressione, tentativi di suicidio e dipendenza da sostanze. La capacitàDi problem solving è stata considerata una delle caratteristiche in grado di influenzare la capacità della madre di prendersi cura del figlio, soprattutto in specifiche situazioni di accudimento, quali il momento del pasto. Le limitate capacità di problem solving possono interferire con la qualità dell'accudimento e quindi condurre a una inadeguata assunzione alimentare e calorica da parte del bambino.
Caratteristiche del bambino
Le caratteristiche dei bambini con difficoltà di accrescimento sono considerevolmente eterogenee: diversi studi hanno evidenziato particolari aspetti temperamentali, comportamentali e affettivo-relazionali dei bambini.
In riferimento a possibili vulnerabilità di natura biologica, alcune ricerche riportano il ruolo del peso alla nascita come fattore di rischio rispetto all'adeguato accrescimento del bambino: il basso peso alla nascita può essere considerato come un precursore del FTT nella
primainfanzia. Alcuni tratti temperamentali e comportamentali che caratterizzano i bambini con FTT sono che essi sono puntigliosi, esigenti, con marcata reattività agli stimoli esterni, elevata distraibilità, abilità motorie inferiori all'età ed elevata variabilità nel tempo di gioco. Dal punto di vista affettivo-relazionale possono essere tristi, depressi, apatici e irritabili. È ancora da stabilire se tali caratteristiche del bambino precedano o seguano la manifestazione di FTT. 4 - Esiti evolutivi dei bambini affetti da "failure to thrive" La malnutrizione, o comunque l'inadeguato apporto o metabolismo di sostanze nutritive, danneggia la crescita somatica, ma influisce anche su tutti gli aspetti dello sviluppo, sia nel momento in cui il disturbo si presenta, sia negli anni, anche nei casi in cui la difficoltà di accrescimento è stata superata. La sindrome del FTT è una condizione che colpisce laLa malnutrizione in età infantile può influire negativamente sulla normale evoluzione del bambino, compromettendo il raggiungimento di diversi obiettivi a breve e lungo termine, in particolare lo sviluppo funzionale e fisiologico, motorio, comportamentale, cognitivo e il raggiungimento di traguardi affettivo-relazionali e sociali.
Dal momento che, nei bambini al di sotto dei 2 anni, la crescita del sistema nervoso centrale (SNC) è molto rapida, nei casi in cui la severa malnutrizione non venga corretta precocemente, si possono verificare deficit e/o disarmonie nel suo sviluppo.
Molte ricerche hanno identificato ritardi a lungo termine nello sviluppo cognitivo associati con il disturbo di crescita. Ad esempio, anche dopo i 3 anni i bambini con difficoltà di accrescimento presentano deficit e ritardi cognitivi con livelli di QI significativamente inferiori a quelli dei coetanei non affetti da tale sindrome e un decremento nel tempo delle capacità di lettura e di linguaggio e del funzionamento cognitivo complesso.
età precoce sembra associata a un danneggiamento delle difese immunitarie, con ridotta crescita cellulare e ritardata maturazione neurale. Così i bambini con difficoltà di accrescimento non solo possono presentare ritardi evolutivi, ma si ammalano più spesso e per periodi più lunghi rispetto ai bambini con accrescimento normale. Nel primo anno di vita hanno, inoltre, una probabilità due volte maggiore dei loro coetanei non affetti da FTT di essere ricoverati in ospedale e presentano maggiori probabilità di nascere con basso peso e di presentare ipotonia. Le difficoltà di accrescimento sembrano avere un impatto a lungo termine anche sullo sviluppo fisico, confermato da studi che mettono in luce come questi bambini appaiono più piccoli in termini di circonferenza del capo, indice di massa corporea, altezza e peso. Anche lo sviluppo socio-emozionale e comportamentale sembra essere influenzato da un precoce disturbo di crescita: inEtà prescolare, questi bambini mostrano maggior problemi comportamentali e minore capacità di contenere gli impulsi, di ritardare la gratificazione e di modificare il proprio comportamento in risposta a situazioni nuove. Mentre sembra che in adolescenza non emergano influenze dirette della patologia né sul versante delle condotte alimentari né su quello dell'adattamento sociale ed emotivo.
Capitolo 6 - Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività
1 - Definizione e storia del disturbo
Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) è un disturbo caratterizzato dai livelli di disattenzione, iperattività e impulsività non appropriati al grado di sviluppo dell'individuo. Perché tali elementi possano far sorgere il sospetto di ADHD è necessario che siano presenti a un elevato livello di intensità, il loro esordio sia precoce (prima dei 7 anni), e che la loro presenza sia pervasiva.
Esprimendosi in più contesti di vita e che l'intensità dei sintomi sia tale da determinare un'importante interferenza nella vita quotidiana, differenziandosi in tal modo da una normale vivacità temperamentale. Fino alla fine del XIX secolo la letteratura sulla sindrome da iperattività era praticamente inesistente, per una prima trattazione del tema bisogna arrivare al 1902, quando descrisse alcune osservazioni su un gruppo di bambini che manifestavano un'eccessiva vivacità, distruttività e disattenzione. Lo studio di questi comportamenti ha portato a un'evoluzione dell'etichetta diagnostica ed eziologica. Secondo Still le cause alla base del comportamento osservato risiedevano in un deficit nel "controllo morale". Secondo diversi autori tali manifestazioni erano da ricondurre a pregressi episodi di encefalite associati a una forte influenza. Negli anni '30 le ricerche arrivarono alla conclusione che i
sintomi dell'iperattività e dell'attenzione erano legati tra loro in modo piuttosto variabile a seconda dei casi. La spiegazione più ovvia fu la presenza di un "danno cerebrale minimo", sebbene non fossero riconosciuta nessuna lesione specifica. Tra gli anni '50 e '60 si iniziò a pensare che i sintomi di iperattività, impulsività e disattenzione fossero legati tra loro e ad altri quadri clinici concomitanti, senza danni neurologici evidenti. La prima edizione del DSM prevedeva solo due categorie dei disturbi psichiatrici infantili: la schizofrenia e il disturbo di adattamento. Solo nella seconda edizione si fece menzione dell'ADHD con l'etichetta diagnostica "reazione ipercinetica del bambino", con l'enfasi dunque sull'aspetto motorio a scapito di quello cognitivo. La terza versione del DSM rappresentò una vera e propria rivoluzione: anche i bambini con problemi di attenzione eiperattività trovaronouna loro collocazione nella sezione "Disturbo da deficit di attenzione" con o senza iperattività. Tale evoluzione presupponeva un cambiamento nella lettura della sindrome a vantaggio degli aspetti cognitivi rispetto a quelli comportamentali. Nella revisione della terza edizione fuintrodotta l'attuale etichetta di "disturbo da deficit di attenzione/iperattività", rimuovendo le tre categorie di sintomi (iperattività, impulsività e disattenzione) a favore di un'unica lista di comportamenti in cui disattenzione, impulsività e iperattività venivano considerati alla pari. Il DSM-IV riprende la suddivisione dei sintomi e la possibilità di individuare i sottotipi. L'ICD definisce inizialmente il disturbo come "sindrome ipercinetica", poi come "disturbo ipercinetico". In entrambi i manuali i criteri diagnostici esignono che il disturbo si manifesti in almeno
due circostanze, compromettendo significativamente i rapporti sociali e il rendimento scolastico o lavorativo del soggetto.3 - Epidemiologia
La diagnosi di ADHD si basa esclusivamente sulla descrizione, sul numero e sulla pervasività dei sintomi.
I fattori che possono influenzare le stime di prevalenza dell'ADHD sono molteplici: l'"informatore" usato per descrivere i problemi del paziente (bambini, genitori, tutori, insegnanti), i criteri diagnostici e la soglia diagnostica, le metodologie diagnostiche utilizzate, le differenti interpretazioni del significato di "impairment", la variabile età e sesso nel campione, i fattori psicosociali e la presenza di comorbidità.
Negli studi epidemiologici, i problemi dei bambini sono in genere identificati non sulla base di una valutazione effettuata da un clinico, ma per mezzo di questionari compilati in maniera indipendente dai bambini, dai genitori e dagli insegnanti. Il livello di accordo tra
questi informatori nel descrivere i problemi psichiatrici e comportamentali del bambino/adolescente spesso è relativamente basso. Gli insegnanti