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Resilienza, Vulnerabilità e Decorso delle Reazioni Posttraumatiche

Fattori eziologici che influenzano la transizione dallo stress conseguente al trauma: trauma, approccio, altri episodi, personalità, caratteristiche biologiche, esperienze passate, ricordi intrusivi, coping, personalità, altri episodi nella vita, storia familiare, risposta ambientale, disturbo psicologico occorre interpretare il decorso longitudinale del PTDS che si riscontra in diverse fasi; innanzitutto è possibile prevedere quando si sarà esposti a certi traumi e la reazione della persona alla disgrazia può essere cruciale per la sua sopravvivenza ed è influenzata da fattori sociali, biologici e di temperamento. Il disturbo emerge dal pattern dello stress acuto innescato dall'evento. Tanto maggiore è la durata del disturbo tanto minore è l'importanza da dare all'esposizione al trauma per spiegarne i sintomi sottostanti; l'avversione che

consegue e lo scoraggiamento per l'arousal cronicamente elevato acquistano un ruolo importante nella comprensione della natura e del decorso dei sintomi cronici.
  • Effetti della guerra: la reazione è relativamente indipendente dal modello acuto di risposta, i sintomi intrusivi hanno ridotta specificità.
  • Effetti dei disastri e degli incidenti: l'intensità dei sintomi intrusivi diminuiva significativamente nei primi due anni successivi, a distanza di otto anni la reattività disturbata rappresentava l'elemento critico preponderante; l'ambiente dove si è svolta la guarigione può aver svolto un ruolo importante per mantenere inalterata l'entità dei sintomi.
  • Gli effetti longitudinali del trauma sono complessi e comprendono l'attivazione di nuovi sintomi e la riattivazione di stress affettivo e iperattività preesistenti.
La relazione tra stressor traumatico e vulnerabilità generale al disturbo.psichiatrico può variare significativamente tra le popolazioni e il ruolo del trauma nell'insorgenza e nel mantenimento dei vari disturbi psichiatrici è stato finora oggetto di poche ricerche. L'esperienza di simili eventi può modificare la vulnerabilità di un individuo a successivi episodi traumatici anche in assenza di risposta traumatica; l'adeguamento alla possibilità della perdita e alla minaccia del pericolo svolgono un ruolo centrale nella determinazione di molti atteggiamenti e molte risposte sociali. L'impatto del trauma sulla salute fisica viene spesso trascurato. I sintomi possono essere parte integrante della costellazione sintomatica del PTDS, sono causati direttamente dallo stressor responsabile o essere una risposta aspecifica all'esposizione a un'esperienza traumatica a prescindere dallo sviluppo del PTDS. Poco studiati anche gli effetti sul comportamento e relazioni interpersonali; da tenercontol’importanza degli interventi riabilitativi. Il modello Kindiling di attivazione dei disturbi affettivi è stato sviluppato partendo dall’osservazione clinica degli eventi che svolgono da innesco nei primi episodi di disturbo affettivo ma che vanno scemando man mano che aumenta l’autonomia della neurobiologia del disturbo. Questo modello sottintende che ci sia un ricordo biologico degli episodi precedenti della patologia e che l’attuale vulnerabilità al disturbo affettivo sia conseguenza di questa progressiva sensibilità alla destabilizzazione affettiva. *un pattern di sensibilizzazione può spiegare le anomalie nella risposta di cortisolola vulnerabilità può influenzare una serie diverse di fasi nell’insorgenza del PTDS cronico e il processo si negativamente che positivamente: capacità di tollerare e comportamento conseguente. l’iperattività è una conseguenza al fatto che i ricordi vengono

Rivissuti di continuo e la loro qualità inflessibile è il simbolo della mancata risoluzione del significato. La resilienza a momenti di trauma riguarda per lo più i traumi prolungati o ricorrenti dove la vittima deve contenere la sua paura e la sua reattività; chi si dissocia al momento del trauma è più vulnerabile alle reazioni post traumatiche. Tutta la questione della resilienza è collegata al comportamento e allo stato mentale dell'individuo al momento del trauma.

9. LA COMPLESSITÀ DELL'ADATTAMENTO AL TRAUMA. AUTOREGOLAZIONE, DISCRIMINAZIONE DELLO STIMOLO E SVILUPPO CARATTERIALE

Effetti a lungo termine del trauma:

  • iperattività generalizzata e difficoltà nel modularla, incapacità di modulare impulsi sessuali, problemi nelle relazioni con eccesso di dipendenza o isolamento
  • alterazioni dei processi neurobiologici coinvolti nella discriminazione dello stimolo, dissociazione, attenzione, somatizzazione
risposte esagerate di paura o di evitamento, e difficoltà nel mantenere relazioni sociali stabili. Le relazioni affettive stabili svolgono un ruolo fondamentale nel fornire un senso di sicurezza e stabilità emotiva. Il caregiver, attraverso la sua capacità di fornire conforto e consolazione, aiuta a modulare la reattività fisiologica dell'individuo all'ambiente circostante. La concezione di sé di una persona è influenzata dalla sua capacità di regolare le proprie emozioni e risposte comportamentali allo stress. La mancanza di sviluppo o la perdita di questi processi di regolazione può portare a diversi problemi: 1. Disturbi del senso di sé, che includono la perdita dell'immagine del corpo e dei ricordi autobiografici. 2. Difficoltà nella modulazione degli affetti e nel controllo degli impulsi. 3. Insicurezza nelle relazioni interpersonali. Questa mancanza di regolazione può manifestarsi con la difficoltà nel concentrarsi sugli stimoli appropriati, risposte esagerate di paura o evitamento, e una generale difficoltà nel mantenere relazioni sociali stabili.problemi di attenzione, incapacità di inibire l'azione quando viene stimolata. Due livelli di risposte fisiobiologiche all'ambiente:
  1. risposte condizionate a specifici richiami del trauma (aumento reattività fisiologica a suoni, pensieri che hanno a che fare con il trauma)
  2. iperattività generalizzata a stimoli intensi ma intrinsecamente neutri
Pur desensibilizzando specifiche immagini che hanno a che fare con il trauma, il soggetto continua ad avere difficoltà nel valutare gli stimoli e a farvi fronte. I problemi di disattenzione e discriminazione dello stimolo spiegano la comorbidità con ADHD. PTDS cronico: tendono a chiudersi e a vivere in un intorpidimento delle risposte all'ambiente che interferisce con la capacità di trarre piacere dagli eventi ordinari. Anedonia punteggiata da intermittenti risposte eccessive a richiami traumatici. Le persone traumatizzate, per riprendere il controllo, si avvalgono di diversi metodi tra i quali:qualisessuali insolite, abuso di alcool e sostanze fino all'automutilazione.
  • Automutilazione: reazione comune all'isolamento sociale e alla paura, spesso ha luogo dopo sensazioni di delusione e abbandono.

Le attività distruttive non sono da mettere in relazione principalmente con il conflitto, la colpa e la pressione del superego ma con modelli di comportamento più primitivi che hanno origine con i caregivers ostili durante i primi anni di vita. La mancanza di relazioni affettive stabili aiuta a preservare questi comportamenti; i tagli autoinflitti, tentativi di suicidio, possono svolgere varie funzioni nella regolazione degli stati affettivi permettendo di gestire affetti insopportabili tramite alterazione delle condizioni interpersonali e dell'omeostasi biologica.

L'autolesionismo è spesso in concomitanza con dissociazione, riferiscono di sentirsi morti prima e di non sentire nulla durante l'atto per poi subito dopo provare

sollievo.L'impulso di tagliarsi può essere spiegato con l'esperienza stessa della dissociazione: la sensazione soggettiva di morte e distacco dagli altri, che all'inizio può avere aiutato chi la provava a far fronte a stress estremi, è anche esperienza disforica.

  • Disturbi alimentari: giovani che hanno subito violenze sessuali sono più a rischio anche se la bulimia nervosa non mostra correlazione con violenza sessuale e trascuratezza, al contrario dell'anoressia nervosa. È possibile che un ambiente sfavorevole in tenera età, dove mancava l'attenzione ai bambini, li renda più vulnerabili alla violenza sessuale e al contempo li lasci soli nei tentativi di regolare gli stati affettivi disforici.
  • Abuso di sostanze: Khantzian ha proposto una teoria secondo la quale la sostanza abusata verrebbe scelta secondo specifici effetti psicotropici (eroina annulla rabbia, cocaina depressione, alcool PTSD e disturbi del
sonno o sintomi intrusivi PTSD)
La capacità di dissociarsi permette di agire correttamente in alcuni settori di vita mentre gli aspetti dissociati tengono a bada i ricordi relativi al trauma; questo di solito ha ripercussioni sulla capacità di negoziare questioni relative all'intimità e aggressione.
I bambini in età scolare hanno raggiunto un livello di sviluppo tale da aver acquisito la persistenza dell'oggetto, sanno che le cose non sono necessariamente come sembrano; provano piacere a passare ore sperimentando cosa si prova assumendo le varie personalità. Vivendo stress straordinari alcuni di loro riescono ad usare tutto ciò per sfuggire a situazioni insopportabili.
Putnam ha condotto uno studio su bambine che hanno subito violenza sessuale: amnesia, bugie, andare in tilt, sbalzi repentini di comportamento, allucinazioni visive.
Alessitimia e somatizzazione: Krystal fu il primo a ipotizzare che il trauma provochi una differenziazione degli.

Affetti incapacità di creare costrutti semantici correlata allo sviluppo di reazioni psicosomatiche e all'aggressione contro se stessi e gli altri. Le descrizioni dell'isteria di Briquet sono la base della diagnosi moderna del disturbo da somatizzazione. L'amnesia è un criterio fondamentale per individuare il disturbo da somatizzazione, per questo è correlata a dissociazione. Gli adolescenti traumatizzati hanno problemi a fare affidamento sulle azioni invece che sulla rappresentazione simbolica e arrivano a dire che le violenze subite non hanno avuto impatto su di loro; Freud definì questi comportamenti "coazione a ripetere": chi non ricorda fatti dotati di una forte carica emotiva rischia di ripetere le stesse esperienze.

Psicoterapia di gruppo: il trauma influisce sullo sviluppo del carattere e ne possono conseguire disturbi dell'immagine del corpo, interpretazione di sé come individuo disperato e ferito, difficoltà a provare.

ffano sulla paura e sulla diffidenza. La persona affetta da questa condizione può avere difficoltà a fidarsi degli altri e a percepire il mondo come un luogo sicuro. Questo può portare a comportamenti di isolamento e di evitamento delle situazioni che potrebbero scatenare ansia o paura. In alcuni casi, l'affetto può essere così intenso da interferire con la vita quotidiana e richiedere un intervento terapeutico.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
16 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher noemidelia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di psicopatologia del trauma e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Andreassi Silvia.