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Sfide alla teoria di Piaget: la permanenza dell'oggetto
B”.Nonostante le scoperte sulla permanenza dell’oggetto di Piaget siano state replicate migliaia di volte e abbiano→rappresentato un contributo importante alla psicologia dello sviluppo sono state messe in discussione da moltescoperte recenti!➔ Nel prossimo paragrafo si vedranno appunto le principali sfide alla teoria di Piaget. 113) Sfide alla teoria di Piaget: la permanenza dell’oggettoCon permanenza dell’oggetto si intende la consapevolezza che un oggetto continua ad esistere anche quando nonpuò più essere esperito.Per ritrovare il giocattolo nascosto dell’esperimento precedente, il bambino deve :• avere accesso alla rappresentazione mentale dell’oggetto;• sapere come agire su questa conoscenza;• essere fisicamente capace di eseguire l’azione richiesta per raggiungere lo scopo e ritrovare così il giocattolo.→Probabilmente il bambino sapeva che l’oggetto esisteva anche quando non potevavederlo ma non era in grado dimostrarci di saperlo perché le sue risposte motorie non erano sufficientemente coordinate. Bower, Broughton e Moore (1971) elaborarono un test di permanenza dell'oggetto che non richiedeva una risposta motoria del bambino.- Ai bambini veniva mostrato un treno giocattolo che passava sui binari di fronte a loro.
- A metà strada c'era uno schermo che copriva il treno.
- Bambini di 2 mesi aspettavano che il treno riapparisse da dietro lo schermo: comprendevano quindi che esisteva ancora.
- Ma se il treno veniva fermato prima di scomparire dietro lo schermo, i bambini muovevano lo sguardo lungo i binari nella direzione in cui stava viaggiando non riuscivano ad arrestare questa azione = non riuscivano nell'inibizione di una risposta predominante.
- Veniva mostrato a bambini di 5 mesi uno schermo di cartone che veniva
memoria a lungo termine.→o Poiché la rappresentazione nella memoria di lavoro svanisce rapidamente i bambini devono agire sulla base della sola rappresentazione mentale della localizzazione dell'oggetto che hanno mantenuto: sotto la stoffa A.
o Il limitato sviluppo della corteccia prefrontale (da cui derivano le abilità della memoria di lavoro) impedisce la performance dei bambini sul compito A non B. Anche Milner (1963) osservò che le persone che hanno subito lesioni alla corteccia prefrontale fanno errori simili.
o Infatti deficit nelle funzioni esecutive limitano la performance dei compiti di permanenza dell'oggetto. Butterworth suggerì che il problema dei bambini con il compito A non B derivava da un'incapacità ad aggiornare l'informazione sulle localizzazioni spaziali.
12o Solo quando i bambini codificano l'oggetto nel loro ambiente in maniera coerente possono risolvere questo compito.
4) Imitazione differita
Con imitazione
Differita si intende la riproduzione di un comportamento che il bambino ha visto assumere da qualcuno precedentemente.
Secondo Piaget le abilità imitative iniziano a svilupparsi durante i primi mesi. Ma non è prima dei 18 mesi che i bambini mostrano la prova di imitazione differita.
Mentre l'imitazione diretta richiede che il bambino rappresenti l'info solo a livello percettivo, l'imitazione differita richiede il richiamo di un evento specifico e quindi l'accesso ad una rappresentazione mentale.
Meltzoff (1985) osservò l'imitazione differita in bambini di età inferiore rispetto a quella indicata da Piaget. Sembrerebbe infatti che:
- si verifichi a partire da circa 9 o 10 mesi
- aumenti durante il secondo anno di vita:
- sia in termini di complessità del comportamento imitato
- sia nell'ammontare di tempo che una rappresentazione mentale di un comportamento modellato può essere tenuta a mente
- Egli riteneva che lo sviluppo di queste due abilità avvenisse come risultato di cambiamenti strutturali che permettono la rappresentazione della conoscenza ad un livello mentale piuttosto che comportamentale.
- Da ciò dipende lo sviluppo del linguaggio, del gioco di finzione e del disegno.
- Tutte queste abilità dipendono dall'abilità di simbolizzare, cioè formare una rappresentazione mentale.
- Tutte queste abilità si sviluppano intorno ai 18 mesi e sono il risultato di un cambiamento generale nel dominio delle abilità cognitive.
- Dalle ricerche successive a quelle di Piaget è emerso che non solo le abilità di imitazione e la consapevolezza
permanenza dell'oggetto si sviluppano ad un'età precedente a quella che egli supponeva ma esse non sembrano avvenire in maniera simultanea alle altre abilità che elencava come dimostrative dello sviluppo di una funzione simbolica generale.
Critica all'approccio di Piaget:
- Non è accettata la sua visione secondo la quale le abilità di permanenza dell'oggetto e dell'imitazione differita dimostrerebbero uno sviluppo strutturale soggiacente che generalizza tra i domini. È una spiegazione troppo semplicistica ed è stata data poca importanza alla conoscenza, senza analizzare i processi applicati in essa.
6) Dalla rappresentazione percettiva a quella mentale
La consapevolezza degli oggetti e degli eventi dei bambini piccoli è considerevole. Per rappresentare i significati, i bambini devono essere in grado di percepire non solo le singole caratteristiche ma anche come queste si relazionano tra loro. Negli studi
analizzati nei precedenti paragrafi abbiamo visto come il focus principale stava proprio nell'analisi dell'abilità dei bambini di formare rappresentazioni mentali quindi erano le loro rappresentazioni mentali ad essere significative. Ora sappiamo che anche le rappresentazioni percettive disponibili ai bambini prima dello sviluppo di tali abilità assumono significato. Quinn (1994) ha dimostrato che i bambini di 3 mesi possono rappresentare le relazioni spaziali tra gli oggetti. Secondo Mandler (1988, 1992) c'è uno stadio intermedio tra le rappresentazioni percettive e quelle mentali, in cui le rappresentazioni percettive assumono significato egli le definisce immagini schema e afferma che queste non sono di natura esplicita. 7) L'organizzazione rappresentazionale La capacità di rappresentare significati e di riconoscere relazioni fra gli eventi sta alla base dello sviluppo dei concetti. 13Per costruire rappresentazioniprototipiche di ciò che è di solito vero di una particolare categoria di oggetti o di eventi dobbiamo essere in grado di percepire similitudini e differenze.
- Le rappresentazioni mentali prototipiche sono dette schemi.
- Le rappresentazioni mentali prototipiche di eventi sono dette script ("copione").
- Ogni script specifica ciò che è tipico di un evento.
La capacità di formare prototipi, sia script sia schemi, è uno sviluppo fondamentale perché permette l'effettiva organizzazione delle informazioni.
Selezioniamo i dettagli che deviano dagli schemi o dagli script quando formiamo rappresentazioni mentali di oggetti o eventi riducendo l'ammontare delle informazioni che conteniamo nei nostri ricordi.
8) Schemi percettivi
Il nostro mondo è strutturalmente molto complesso pertanto l'abilità di formare rappresentazioni di oggetti dipende sia dall'abilità di percepire relazioni.
Fra caratteristiche che dalla rappresentazione di queste relazioni.
- Una strategia efficace per percepire le somiglianze tra oggetti presenti e oggetti passati che ci hanno arrecato undanno è quella di evitare situazioni o oggetti che sono simili a quelli che nel passato ci hanno danneggiato.
- Cohen e Caputo (1978) mostrarno ad alcuni bambini di 7 mesi una varietà di animali di stoffa.
- All'inizio i bambini mostravano interesse per ogni oggetto che veniva mostrato loro (misurato dall'incremento di tempo trascorso a guardarli).
- Dopo un po', non erano più interessati ai giocattoli di stoffa poiché avevano formato una rappresentazione mentale prototipica di ciò che è un giocattolo di stoffa essendone a contatto dai primi mesi di vita (si saranno stancati!).
- Oppure potrebbe essere che fossero abituati solo a una caratteristica dei giocattoli, piuttosto che alle interrelazioni tra caratteristiche.
Younger e Cohen (1983)
mostrarono