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TRASGRESSIONE E PUNIZIONE

interiormente, il trasgressore potrebbe provare un intimo senso di colpa, di vergogna, che

potrebbe anche sfociare in una percezione di bassa autostima e senso di inadeguatezza.

esternamente, rischierebbe di ricevere critiche ed espressioni di disapprovazione, avere una

cattiva reputazione che potrebbe sfociare nell’isolamento sociale.

Se una persona aiuta solo ed esclusivamente perché non vuole incorrere in punizioni allora l’aiuto

può essere connotato come egoistico. 4 di 10

Possibilità della fuga: intesa come la scelta di non aiutare e di allontanarsi dalla situazione di

disagio altrui. Può essere fisica o psicologica.

Punizione altruistica= le persone sono disposte a subire penalità pur di punire chi non rispetta la

cooperazione e le norme sociali legate al comportamento di aiuto.

Aiutare l’altro per stare meglio

Essere testimoni della sofferenza di un’altra persona è qualcosa che in genere non lascia

indifferenti, ma può provocare numerosi effetti a livello emotivo. È quindi possibile che il

comportamento di aiuto venga attuato proprio perché è il mezzo più efficace per ridurre tali stati

affettivi negativi.

Sono due le spiegazioni del comportamento di aiuto che Partono da questi presupposti:

1. Attivazione psicofisica e analisi di costi e benefici. Piliavin ha dimostrato la centralità del

cosiddetto arousal, ovvero uno stato di fisiologico di allerta e prontezza all’azione,

nell’attuazione di alcuni comportamenti di aiuto (provocato da un evento improvviso e

inaspettato o una situazione emotivamente carica). L’arousal può essere associato sia

all’osservazione della sofferenza dell’altra persona, sia alla preoccupazione di dover

intervenire in prima persona. Come risultato, si prova uno stato emotivo negativo chiamato

per noi

distress personale, ovvero sensazione di ansia, angoscia e inquietudine che proviamo

stessi e non per l’altro in difficoltà.

le possibilità immediate sono fondamentalmente due: intervenire in prima persona e aiutare

oppure allontanarsi dalla scena in modo da non dover più vedere la sofferenza dell’altro (con

rapido calcolo costi e benefici, in cui non rientra la fitness riproduttiva ma solo aspetti

psicologici).

La relazione tra aiuto e attivazione psicofisica in un contesto più ampio. Il gruppo di piliavin ha

proposto una versione più complessa del modello basato sull’attivazione psicofisica e sul

calcolo costi-benefici in grado di cogliere molte delle sottigliezze che caratterizzano le

relazioni umane. Si prendono in considerazione le caratteristiche della persona in difficoltà,

noi

quelle di chi dovrebbe fornire aiuto, nonché l’emergere di un senso del tra la persona in

difficoltà e chi fornisce aiuto. Viene anche contemplata la possibilità che alcuni comportamenti

di aiuto vengano attuati in modo immediato e incondizionato (situazioni di emergenza —> le

uniche variabili che entrano in gioco sono le caratteristiche del contesto e delle persone

coinvolte, oltre che la consueta necessità di ridurre lo stato di attivazione spiacevole).

2. Riduzione di uno stato emotivo spiacevole. Cialdini: le persone aiutano gli altri perché aiutare

mette di buon umore. Questo avviene poiché agli individui viene insegnato attraverso la

socializzazione che aiutare chi è in difficoltà e un’attività gratificante e positiva. Questa logica

ha tre conseguenze:

1) quando si è testimoni della sofferenza di una persona si prova uno stato emotivo negativo

per l’altro,

caratterizzato da tristezza e dolore. Queste emozioni sono provate e da questo

punto di vista possono essere considerate ematiche. Tuttavia tali emozioni rendono triste e

angosciato anche chi le sperimenta —> aiuto egoistico

2) qualsiasi avvenimento in grado di ristabilire uno stato d’animo positivo tenderà ad inibire i

comportamenti di aiuto: l’altro continuerò a soffrire, ma visto che noi non soffriamo più la cosa

smette di riguardarci

3) non appena le persone sono di cattivo umore, potrebbero cercare qualcuno da aiutare in

modo da sentirsi meglio

l’EMPATIA e la preoccupazione per il benessere altrui

Batson: il comportamento di aiuto in alcune circostanze può essere caratterizzato da una

motivazione puramente altruistica. Avviene solo quando l’aiuto è conseguente ad una sincera

preoccupazione per il benessere dell’altro in difficoltà ed è legato a sentimenti ematici provati nei

suoi confronti. Entra in gioco la preoccupazione empatia (o sollecitudine empatica - empathic

concern), una forma specifica di empatia caratterizzata dal fatto di essere provata per una

persona in difficoltà. Tra gli antecedenti dell’empatia ha proposto aspetti quali la somiglianza o

l’assunzione di prospettiva.

Nella versione più recente del modello (2011): prende in considerazione numerose variabili. Si

ritiene che possano sorgere nella mente dell’osservatore due elementi: la percezione dell’altro

come bisognoso o meno di aiuto e il fatto di attribuire o meno valore al suo benessere. Seguendo

Piliavin, Batson ritiene che pima dell’azione venga effettuata un’analisi costi-benefici delle diverse

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opzioni comportamentali a disposizione: si aiuta personalmente, si fa in modo che qualcun altro

intervenga o si decide di non intervenire.

Le diverse FORME di empatia e la loro relazione con l’altruismo

In psicologia l’empatia si riferisce alla capacità di comprendere le esperienze di un’altra persona e

di rispondere emotivamente a essere in modo appropriato. Batson ritiene che esistano almeno

due forme di assunzione di prospettiva: una centrata sul sé e una centrata sull’altro.

per quanto riguarda la parte emotiva, sono almeno tre gli stati affettivi che possono essere

associati al comportamento di aiuto:

1. Contagio emotivo: due o più individui si trovano a condividere il medesimo stato emotivo in

seguito a un processo di propagazione (es. pianto). Se la sofferenza dell’altro viene propagare

dall’osservatore, questo ultimo può essere motivato a rimuovere la causa del disagio comune.

È una forma primitiva di empatia.

2. Distress personale: è uno stato di angoscia e disagio focalizzato sul sè, sperimentato

osservando la sofferenza e il dolore di un’altra persona. È attivo un processo più elaborato di

interpretazione delle emozioni, che coinvolge la comprensione che l’altro è diverso dal sé e

che la sua sofferenza è distinta dalle proprie emozioni negative, nmonczp la constatazione che

il proprio stato emotivo è dovuto alla sofferenza altrui.

—> comportamenti di aiuto egoistici

3. Preoccupazione empatia: si riferisce a un’emozione provata per un’altra persona in relazione

alla percezione del suo benessere. Emozioni che costituiscono una relazione alla condizione

dell’altro: stati emotivi positivi legati a tenerezza e al calore umano, stati emotivi negativi come

la tristezza e il dispiacere (non in relazione al sé come per il distress personale ma provati per

la situazione dell’altro)

Simpathy: risposta affettiva che consiste in sentimenti di dolore o preoccupazione per una

persona che si trova in uno stato di bisogno. Simile a alla preoccupazione empatia, con un’enfasi

maggiore sulle emozioni di tristezza e dispiacere provate per l’altro.

Compassione: non è coinvolta la condivisione di emozioni con un’altra persona, ma uno stato

affettivo costituito dalla sofferenza personale provata di fronte alla sofferenza di un altro e dalla

volontà di migliorarne la situazione.

—> preoccupazione empatia, simpathy e compassione sono accomunate dall’essere emozioni

provate per l’altro, non per il sé, possono essere associate quindi a motivazioni di tipo altruistico.

Aspetti evolutivi e neurali della relazione empatia-altruismo. La forma più primitiva di emopatia è il

contagio emotivo può diffondere velocemente emozioni quali la paura in un branco di animali o in

un piccolo gruppo umano. Un altro importante precursore dell’empatia è la mimesi (mimicry)

ovvero l’automatismo che porta a imitare la postura, i movimenti, le espressioni facciali di un altro

individuo. Può anche favorire stati di condivisione emotiva: assumendo l’espressione facciale

corrispondente a un’emozione, infatti, potremmo essere portati a sentire l’emozione stessa.

Neuroni specchio: costituiscono un meccanismo neurale involontario e automatico, in base al

quale non abbiamo bisogno di pensare a cose le altre persone fanno o sentono, ma

semplicemente sappiamo quello che fanno e sentono. Questo processo automatico può essere

determinante per il contagio emotivo e può probabilmente essere un precursore di alcune

tipologie di empatia, come ad esempio la condivisione emotiva/empatia parallela.

Ma è vero altruismo? Secondo Batson, un comportamento di aiuto motivato dalla preoccupazione

empatia è puramente altruistico, perché ha come obiettivo il benessere dell’altro. Gl studi condotti

ad evoluzionisti e neuroscieziati potrebbero essere considerati la dimostrazione di una

connotazione egoistica della relazione tra empatia e comportamento di aiuto. L’altruismo umano è

sorto e si è evoluto in contesti in cui cooperare era conveniente per tutti gli individui presenti, e

quindi anche per l’individuo altruista.

Esiste una personalità altruistica? Coniugi Oliner hanno identificato alcune caratteristiche

individuali:

- una propensione a provare empatia per le persone in difficoltà

- Il fatto di assumersi la responsabilità di aiutare gli altri anche in presenza di rilevanti costi

personali

- Adesione a principi morali quali l’interesse per il bene degli altri e la giustizia

- La percezione di poter essere in grado di aiutare in modo efficace 6 di 10

Concetto di personalità prosociale (Penner): ha indagato diversi tratti che in genere vengono

associati a questo genere di comportamento, arrivando a isolare due macro dimensioni:

A) empatia verso l’altro: esprime principalmente pensieri ed emozioni di tipo prosociale.

Composta da 5 tratti:

1. Tendenza ad assumersi la responsabilità delle conseguenze delle proprie azioni

2. Preoccupazione empatia, vista come una caratteristica stabile di un individuo, ovvero

tendenza a provare sentimenti di preoccupazione e commozione per le persone in difficoltà

3. Assunzione di prospettiva, corrispondente alla tendenza ad adottare il punto di vista degli

altri

4. Ragionamento morale orientato agli altri

5. Ragionamento morale di mutua preoccupazione

B) Prontezza all’aiuto: ri

Dettagli
A.A. 2018-2019
10 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher denise.simionato.1996 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Bobbio Andrea.