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2. EMPATIA E ASSUNZIONE DÌ PROSPETTIVA
La capacità di assumere la prospettiva di un’altra persona e comprendere il suo stato d’animo
è da sempre ritenuta una dote fondamentale degli esseri umani. L’empatia è legata ad un
genuino interesse e preoccupazione per l’altro e per il suo benessere. Osservare una persona
in difficoltà può anche causare uno stato di distress, caratterizzato da emozioni negative quali
ansia, angoscia, turbamento, inquietudine …. Gli studiosi si sono spesso domandati se
l’empatia sia un processo cognitivo o uno stato affettivo. Si è giunti alla conclusione che
l’empatia in psicologia può essere di due tipi:
− EMPATIA EMOTIVA: risposta affettiva orientata verso l’alto e congruente con la
percezione del suo benessere; un individuo si sente testimone del disagio altrui. Non
corrisponde ad un solo stato emotivo, ma ad un insieme di emozioni. L’empatia
emotiva può essere: empatia reattiva (reazione alla sofferenza dell’altro, come
tenerezza o compassione) o empatia parallela (emozioni che si provano insieme
all’altro e che sono quindi simili a quelle esperite da quella persona, come tristezza e
dolore. È diversa dal contagio emotivo)
− EMPATIA COGNITIVA: corrisponde con l’assunzione di prospettiva, ovvero nel
mettersi nei panni dell’altro per capire profondamente la sua situazione. È antecedente
all’empatia emotiva. Questo processo può avvenire in due modi: cercando di
immaginare come l’altra persona vive una situazione, concentrandosi sui suoi pensieri
o emozioni, o immaginando di trovarsi al suo posto, concentrandosi quindi su di Sé e
su come si percepirebbe la situazione al suo posto.
Enfatizzare questo aspetto e spingere le persone ad immedesimarsi nell’outgroup può aiutare
a diminuire il pregiudizio: una sincera preoccupazione per il benessere altrui può
controbilanciare le motivazioni egoistiche e difensive spesso legate al pregiudizio e alle
discriminazioni. Indurre uno stato empatico è semplice, non c’è nemmeno bisogno di un
contatto reale, ma anche solo di “venire a conoscenza”. Ci sono però anche possibili rischi e
limiti: la generalizzazione a livello intergruppi non è scontata, essendo l’empatia a livello
interpersonale; inoltre potremmo sviluppare empatia solo verso un singolo membro, senza
però cambiare idea sull’intero gruppo (la generalizzazione sarebbe possibile solo se l’individuo
ha una posizione saliente nella condizione del gruppo e la sua responsabilità della situazione
in cui si trova). Inoltre immedesimarsi troppo nel dolore altrui può portare ad un tentativo di
distanziarsi psicologicamente, cercando di frenare l’insorgere di sentimenti empatici.
Modello a tre gradini di Batson: l’attivazione di sentimenti empatici può produrre un
miglioramento dell’atteggiamento e sei sentimenti verso il gruppo di appartenenza, diminuendo
il pregiudizio:
Adottare la prospettiva di Questi sentimenti Assumendo che
un individuo in difficoltà empatici aumentano l’appartenenza al gruppo sia
(aumentando quindi l’importanza attribuita al rilevante per la sua situazione
l’empatia) benessere altrui di disagio, l’empatia sarà
generalizzata a tutto il gruppo
( tre esperimenti a sostegno di ciò:
1) Ascoltare radio in cui Jule racconta la sua storia in due versioni a due gruppi: al primo gruppo racconta di avere
l’AIDS a causa di una trasfusione, ai membri viene chiesto di immedesimarsi e pensare a come la persona di
sentiva; al secondo gruppo veniva raccontato che la malattia era stata contratta a causa di una vacanza
movimentata senza l’uso di protezioni a livello sessuale, e veniva chiesto di essere obiettive nei confronti di ciò
che sentivano. Il primo gruppo ha sviluppato maggiore empatia nei confronti di Jule a prescindere dalla sua
colpa o meno nella malattia; era inoltre più aperto nei confronti dei malati in generale di AIDS. (utilità
dell’empatia) Il secondo gruppo invece era negativo: trovavano minaccioso pensare al loro Sé in quella
condizione)
2) Sempre i due gruppi, ascoltano un senzatetto: ad un gruppo viene detto che è stato ingiustamente licenziato, al
secondo che ha deciso di non lavorare più. Il primo gruppo provava maggiore empatia nei suoi confronti e in
generale per il suo gruppo di appartenenza, indipendentemente dalla responsabilità del’’individuo. La
responsabilità della vittima può influire sull’atteggiamento nei confronti della persona specifica, ma non
sull’empatia provata nei suoi confronti.
3) Viene raccontato di un uomo che ha ucciso il vicino ed è in carcere a scontare la pena a due gruppi a cui viene
chiesto di essere obbiettivo o di immedesimarsi (sia al momento che dopo 2 settimane). Il secondo gruppo era
più empatico, ma i livelli di empatia erano comunque bassi; due settimane dopo si mostravano più favorevoli.
Questo perché secondo Batson in un primo momento avevano opposto resistenza consapevole all’influenza dei
propri sentimenti; dopo due settimane, in cui la guardia e la difesa erano ormai abbassate, i sentimenti sono
riemersi.
Venne dimostrato che la situazione di disagio dell’individuo non viene attribuita a mancanze personali, ma al fatto di
appartenere ad un gruppo svantaggiato. Si crea così un sentimento di ingiustizia che può portare ad un ribaltamento
della situazione.)
In generale, attraverso alcuni esperimenti simili ai precedenti, Batson ha dimostrato che grazie
all’assunzione di prospettiva si sviluppa una maggiore comprensione e sensibilità nei confronti
delle persone che condividono una stessa condizione di sofferenza.
Galinsky e Moskowitz hanno condotto degli esperimenti per verificare l’influenza
dell’assunzione di prospettiva e dell’empatia sulla rappresentazione cognitiva del membro
del’outgroup. Nell’assunzione di prospettiva si verifica un’attivazione automatica del concetto
di sé e si crea, a livello inconsapevole, una sovrapposizione tra le rappresentazioni cognitive di
sé e dell’altro. Se l’altra persona appartiene ad un determinato gruppo sociale, l’associazione
tra il sé e il target può estendersi anche al gruppo. (1=mostrare immagine di un anziano e chiedere ad un
gruppo di raccontare la sua vita mettendosi nei suoi panni, ad un altro di raccontarla cercando di evitare stereotipi sulla
sua figura. Mentre nel secondo caso si verificava un rimbalzo, nel primo caso la riduzione dello stereotipo era maggiore,
senza alcun effetto rimbalzo (riconoscere degli aggettivi). 2=descriversi con una lista di 90 tratti, e usare li stessi per
Questo è un
descrivere l’anziano. Nel caso di assunzione di prospettiva c’era meno discrepanza).
processo inconsapevole di attivazione del concetto di sé, che a sua volta porta ad applicare
all’altro le caratteristiche normalmente attribuite al sé. Non sempre però questo può essere
corretto: infatti se la persona in questione ha una bassa autostima o un concetto di sé
particolarmente basso e poco positivo, eventuale processo di sovrapposizione non dovrebbe
portare ad una valutazione più favorevole dell’altro (Galinsky e Ku, 2004).
L’assunzione di prospettiva è anche un compito impegnativo che richiede dispendio di energia:
infatti quando si è stanchi o stressati, l’empatia diminuisce (esperimento 2003, Nelson, Klein,
Irvin); inoltre, secondo il modello sull’ancoraggio egocentrico, l’assunzione di prospettiva
coinvolge un processo graduale di aggiustamento che, a partire da un punto di vista
egocentrico, porta l’individuo a intuire quale possa essere la posizione dell’altro (2004,
Gilovich, Van Boven …).
Empatia e attaccamento: come nasce l’empatia nell’uomo?
1)Teoria dell’attaccamento (Bowlby): il bambino ha una predisposizione innata
all’attaccamento, principalmente nei confronti di un adulto (mamma) per poter soddisfare i suoi
bisogni primari. Sulla base delle esperienza vissute da bambino, egli sviluppa un particolare
stile di attaccamento che lo influenzerà nei vari rapporti per tutta la vita. Allo stesso tempo
sviluppa anche delle rappresentazioni mentali dei legami di attaccamento. Lo stile di
attaccamento che viene sviluppato è fondamentale per la salute del bambino e per le sue
future relazioni: − Attaccamento ansioso (imprevedibilità o ambivalenza delle risposte ai
bisogni; il bambino si percepisce come inadeguato o non meritevole)
− Attaccamento evitante (comportamenti distanti o assenti ai bisogni del
bambino; egli sviluppa un’ immagine negativa degli altri e cerca di stare
da solo)
− Attaccamento sicuro (risposte presenti e adatte ai bisogni del bambino)
Con un attaccamento sicuro l’individuo riuscire ad avere relazioni con tutti, ad avere un’alta
autostima e ad interessarsi non solo a sé ma anche agli altri; l’attaccamento insicuro genererà
invece un individuo sofferente e in difficoltà, che non riuscirà a concentrare il proprio aiuto
sugli altri.
2)Teoria dell’attaccamento di Mikulincer: anche un individuo fortemente insicuro può
comunque avere in memoria dei ricordi di momenti in cui qualcuno si è preso cura di lui e può
cambiare il suo modo di porsi con le persone. Questa attivazione di senso di sicurezza
avviene tramite due vie: viene attivato un modello positivo di sé (capacità di controllo e
efficacia a reagire ai bisogni altrui) e degli altri (come persone degne di fiducia e di aiuto).
L’attivazione temporanea del senso di sicurezza legato all’attaccamento è in grado di favorire
l’emergere di risposte empatiche e compassionevoli nei confronti di chi soffre. (mostrando foto
legata ad una storia con priming sicuro, neutro, insicuro, ovvero una ragazza consolata, un
paesaggio o un cagnolino vestito. In altri esperimenti è stato utilizzato il priming subliminale).
In altri studi Mikulincer ha dimostrato che l’attivazione contestuale del senso di sicurezza
legato all’attaccamento può influenzare anche le risposte nei confronti dei gruppi estranei:
infatti questo può mitigare il senso di paura e preoccupazione nei confronti del diverso,
attenuando le reazioni negative nei loro confronti. In generale, possedere una base sicura,
cioè avere la certezza di essere amati e di essere circondati da persone disponibili e
incoraggianti, può consentire agli individui di essere più accoglienti nei confronti degli altri e
aperti a visioni del mondo alternative.
Applicazioni pratiche e conclusioni. Programmi o interventi che utilizzano l’empatia o
l’assunzione di pro