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INTERAZIONE NEI GRUPPI

L'esperienza di gruppo come processo co-costruito

Nel processo di socializzazione dei piccoli umani entrano in gioco fattori naturale e fattori culturali.

Per molto tempo il rapporto fra natura e cultura è stato considerato in modo conflittuale: la

dimensione naturale positiva del bambino, simile al “buon selvaggio”, è inquinata e distorta da

fattori culturali che limitano la creatività e la libertà del soggetto che cresce. Per altri, invece, il

piccolo selvaggio, dominato da istinti biologici aggressivi ed egocentrici, deve essere educato dal

contesto culturale che gli inculca regole e obblighi morali.

Le conoscenze bio-antropologiche hanno chiarito che nel corredo innato degli esseri umani è

presente una predisposizione costituzionale alla vita sociale.

In altre parole, il piccolo umano non è un'entità puramente istintuale né una tabula rasa come

sosteneva il comportamentismo: egli dispone già dalla nascita una propria organizzazione biologica

che produce, fin dai primi giorni condotte dal significato sociale in grado di influenzare gli adulti

che si prendono cura di lui.

Eraldo De Grada sostiene la tesi che i gruppi ssi costituiscano per un'associazione spontanea fra

attori sociali: “un gruppo tende a nascere spontaneamente in ogni situazione di stare insieme nella

quale siano presenti elementi atti a consentire o stimolare una autocategorizzazione comune... come

x esempio, il semplice abitare nello stesso caseggiato, frequentare la stessa scuola ecc..

Lewin afferma che non basta incontrarsi fra simili per costruire un gruppo, occorre attivare un

progetto comune, anche se di portata limitata.

L'ingresso in un gruppo esistente,non avviene in modo semplice, richiede sempre che le regole ivi

esistenti siano conosciute e rispettate.

Un neofita che entra in un gruppo assumendo comportamenti assertivi, volti a cambiare certi stili

consolidati, viene generalmente marginalizzato se non espulso.

Una volta che si sia socializzato alle regole del gruppo, il nuovo arrivato può cominciare a far valere

le sue idee ed eventualmente proposte razionali volte a modificare regole percepite come poco

produttive.

Levine e Moreland hanno precisato le tattiche che rendono più facile l'ingresso in un gruppo:

-Prima di tutto è necessario svolgere un'accurata esplorazione ambientale per scegliere il gruppo

giusto, che risponde alle proprie attese;

-Assumere l'atteggiamento del new comer esibendo atteggiamenti cauti e attendisti per non creare

allarme negli anziani del gruppo: è una sorta di captation benevolentiae volta d essere accolti senza

generare sospetti;

-Cercare fra i componenti del gruppo coloro che ispirano fiducia e possono agire come tutori per

scoprire come funzione il gruppo e per conoscere i comportamenti ritenuti adeguati;

-Collaborare con altri nuovi membri permette di avere un agevole punto di riferimento

nell'ambiente inizialmente sconosciuto e di confrontarsi con questi altri nello sfondo di interpretare

le regole vigenti.

Kurt Lewin e lo studio dei fenomeni di gruppo in psicologia sociale

La definizione di gruppo è difficile a causa delle numerose implicazioni filosofiche ed epistemo-

logiche. Un gruppo sociale è costituito da un certo numero di individui che interagiscono l’uno con

l’altro con regolarità. Questa regolarità di interazione tiene insieme i partecipanti dando vita ad una

unità distinta all’interno della quale ciascuno si aspetta dall’altro un certo tipo di comportamento e

questa aspettativa non vale nei confronti dei non appartenenti al gruppo. Gli aggregati sono insiemi

di individui che si trovano nello stesso luogo allo stesso momento, senza condividere alcun legame

(ad es. i viaggiatori in uno scompartimento). Una categoria sociale è un raggruppamento statistico

costituito da individui classificati nella stessa categoria sociale in base ad una particolare carat-

teristica in comune (ad es. per reddito). Gli individui che si trovano nella stessa categoria sociale

non interagiscono tra loro e non si trovano nello stesso luogo.

In sociologia è ancora utilizzata una distinzione tra:

 ,

gruppi sociali primari sono insiemi di persone che interagiscono direttamente e sono

legati da vincoli di natura emotiva;

 gruppi sociali secondari, sono formati da persone che hanno rapporti più o meno frequenti

ma di tipo impersonale determinati da scopi pratici. Nei gruppi secondari si possono

instaurare legami tali da trasformarli in gruppi primari.

Lewin ha definito lo status psicologico dei gruppi sociali, affermando che ogni totalità è diversa

dalla somma delle singole parti. Il gruppo è concepito come una totalità dinamica basata sull’inter-

dipendenza dei suoi membri indipendentemente dalla somiglianza. Non è la somiglianza o la diver-

sità che decide se due individui appartengono allo stesso gruppo o a gruppi diversi, ma l’interazione

sociale o altri tipi di interdipendenza. L’adolescente ebreo capisce che indipendentemente dal fatto

che il gruppo ebraico sia di tipo razziale religioso nazionale o culturale, l’essere classificato dalla

maggioranza non ebrea come un gruppo distinto è quello che conta. Sarà pronto ad accettare la

varietà di opinioni entro il gruppo ebraico come qualcosa di naturale per tutti i gruppi. Il criterio

principale dell’appartenenza è l’interdipendenza del destino. Questa considerazione del destino

comune rende chiaro che nella definizione di Lewin non è presente alcuna limitazione dei possibili

membri di un gruppo. Lo studio della dinamica dei gruppi è stato spesso inteso come studio dei

piccoli gruppi.

Temi classici della dinamica di gruppo

Vi sono alcuni temi della dinamica di gruppo affrontati nel corso della “prima generazione” degli

allievi di Lewin.

Il sistema di status

Lo status è la posizione che una persona occupa in un gruppo ed è la valutazione in termini di

prestigio data a quella posizione. Esistono 2 indicatori dello status:

 la tendenza da parte di chi occupa uno status elevato a promuovere iniziative

 una valutazione consensuale del prestigio connesso ad un certo status

Fra i metodi per misurare lo status sono state utilizzate tecniche osservative del comportamento non

verbale, coloro che occupano uno status più elevato tendono ad avere una postura eretta e a

mantenere il contatto visivo. Per quanto riguarda il comportamento verbale queste persone parlano

più delle altre esprimono critiche e comandi ed interrompono gli altri.

Sono state anche utilizzate tecniche d’indagine che consistono nel richiedere ai membri del gruppo

chi sia il più popolare. I giudizi di differenziazione di status sono ancorati ad un estremo, i giudizi

concordano maggiormente quando si considera un livello più elevato e uno più basso della struttura

gerarchica. La gerarchia però non è un fatto immutabile.

Lo status può derivare dalla messa in atto di alcuni comportamenti come sacrificarsi o aiutare gli

altri membri. Vi sono 2 spiegazioni teoriche sullo sviluppo del sistema di status:

 i teorici degli stati di aspettativa sostengono che già nei primi incontri del gruppo le posi-

zioni vengono attribuite in accordo con le aspettative riguardo al contributo che ognuno può

dare al raggiungimento degli obiettivi del gruppo

 i teorici della corrente etologica sostengono che fin dai primi approcci i membri del gruppo

valutano la forza di ciascuno a partire dalla sua apparenza e dal suo contegno.

Le differenziazioni di status corrispondono ad un bisogno di prevedibilità e di ordine.

Il ruolo

Il ruolo è un insieme di aspettative condivise circa il modo in cui dovrebbe comportarsi un indivi-

duo che occupa una determinata posizione nel gruppo. In quasi tutti i gruppi non esisterebbero che

pochi ruoli: leader; nuovo arrivato (ci si aspetta che sia ansioso, dipendente e conformista); capro

espiatorio (è funzionale alla vita del gruppo perché permette ai membri di liberarsi di immagini

negative del proprio sé).

L’insorgere dei conflitti di ruolo, per motivi personali (ad es. un individuo non si ritiene adeguato al

ruolo che ricopre) o di gruppo (disaccordo sulla persona che ricopre un determinato ruolo), causa un

aumento di tensione e un decremento della produttività. Uno dei modi per risolvere tali conflitti è

quello dell’innovazione, cioè delle transizioni di ruolo, ma anche il passaggio da un ruolo all’altro

può essere causa di conflitto.

Le norme di gruppo

Esistono nei gruppi delle pressioni che spingono i membri verso una certa uniformità di comporta-

menti e di atteggiamenti. Ciò è evidente per i gruppi formali nei quali è riconosciuto il diritto di

esercitare tali pressioni tramite le norme ma è ugualmente osservabile nei gruppi informali indipen-

dentemente dal fatto che i membri ne siano consapevoli.

Nell’osservazione dei gruppi naturali emerge con chiarezza l’esistenza di una quantità di prodotti

collettivi. Le norme sono un prodotto collettivo definibile come aspettative condivise rispetto a

come dovrebbero comportarsi i membri del gruppo. I membri devono uniformarsi a norme consen-

suali formatesi nella vita di gruppo (diverse nei vari gruppi). la cui trasgressione implica la sanzio-

ne. Queste norme definiscono i limiti entro cui è tollerata la diversità individuale senza che questa

sia definita come deviante. Schachter ha mostrato che il deviante all’interno del gruppo riceve un

maggior numero di comunicazioni rispetto agli altri nel tentativo di ricondurlo entro le norme del

gruppo, ma ciò si accompagna ad un minore livello di popolarità. L’antipatia può essere l’espressio-

ne del rifiuto da parte del gruppo nei confronti di chi non si conforma anche se il rifiuto è talora

attuato attraverso l’espulsione del deviante, specialmente nei casi non conformità alle norme ritenu-

te centrali. Negli studi sui gruppi naturali di adolescenti Sherif ha mostrato che le norme non hanno

lo stesso carattere di obbligatorietà per tutti i membri, quelli di status più elevato sono più vincolati

degli altri nel rispetto delle norme vitali per il gruppo, mentre sono più liberi per le consuetudini

interne al gruppo. La costruzione di norme di gruppo assolve ad almeno 4 funzioni:

1. Avanzamento del gruppo, group locomotion – le norme servono al gruppo per raggiungere i

propri obiettivi

2. Mantenimento del gruppo – le norme permettono ad un gruppo di presentarsi in quanto tale

(ad es. le richieste per incontri regolari)

3. Costruzione della realtà sociale, le norme offrono sostegno alle opinioni dei vari membri

per costruire attraverso il consenso una realtà condivisa. Le pressioni pe

Dettagli
A.A. 2017-2018
64 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lelesprint1993 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Mannarini Stefania.