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La ricchezza di informazioni sul sé ci porta ad essere centrati su di esso.
L’interazione con l’ambiente è all’origine dei vari sé, ambiente ecologico, interpersonale e
sociale.
I sé sono tutti esperiti e caricati di valore. Centralità cognitiva che lo fa diventare un oggetto
privilegiato nell’esperienza di ciascuno.
Il sé concettuale è l’interfaccia tra il dominio personale e quello sociale. Paragonabile al sé
di cui parlava Mead.
3. La prospettiva della social cognition
Fiske e Taylor ‘91
Il Sé: struttura cognitiva che organizza in memoria le informazioni sulla rappresentazione mentale
di sé: ruoli, attributi, esperienza, prospettive.
Kihlstorm e Cantor ’84 : non una singola struttura cognitiva ma una gerarchia di concetti contesto
specifici, ognuno con la sua impressione di sé, in differenti tipi di relazioni.
Markus ’77 schemi dei sé: conoscenze legate a specifici domini del sé, che ne formano il concetto.
Componenti centrali del concetto di sé, strutture affettivo-cognitive che rappresentano l’esperienza
di un ambito e fanno elaborare le informazioni del sé
Gli schemi di sé: Servono ad avere rapidamente informazioni orientative su ciò che sono e a guidare
processi inferenziali
Le dimensioni degli schemi di sé possono essere molto diverse da persona a persona (alto tempo di
latenza su dimensioni poco sentite = aschematicità)
Ci sono anche schemi di sé negativi: si identificano velocemente i difetti che non abbiamo
Sono piuttosto stabili funzionalmente alla conservazione sentimento di identità
Hanno un ruolo anche rispetto alla conoscenza degli Altri
ci permettono un recupero più veloce delle informazioni degli altri riferite agli schemi di sé
sono più facilmente accessibili degli schemi degli altri
hanno forma verbale mentre quelli altrui visiva ha carattere più emotivo forniscono un riferimento
per interpretare gli altri
3.1 Il concetto di sè operativo
Markus Wurf ‘87
Pure se considerato entità relativamente stabile, il concetto di sé può organizzare in modo diverso
alcune sue componenti salienti in rapporto alla alle pressioni derivanti dall’ambiente sociale
Esp. in cui si induceva senso di unicità in un gruppo e di similarità in un altro ottenendo poi in un
questionario descrizioni di sé che sottolineavano l’aspetto opposto a quello indotto.
Sé operativo è la nozione che concilia l’aspetto stabilità flessibilità del concetto di sé:
non tutta la conoscenza di sé è disponibile sempre: la parte in evidenza è un sottoinsieme in
rapporto con le caratteristiche della situazione contingente e costituisce il sé operativo
E’ il fattore fondamentale nell’ambito della regolazione di sé (sé come riferimento per le proprie
azioni).
3.2 Altri elementi della funzione regolatrice del sè
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Sentimento di efficacia del Sé - Bandura ’86: sentirsi in grado, all’altezza di affrontare un compito è
determinante per aumentare la probabilità di riuscita attraverso l’aumento dell’impegno.
Cantor e Kihlstorm ’85- Il modo in cui le componenti di sé ci influenzano anche emozionalmente è
in gran parte preconscio. Quando però gli attori elaborano consapevolmente scopi e progetti cruciali
per la propria esperienza si parla di Compiti vitali, modalità ad ampio respiro che vengono
affrontate strategicamente.
Goffman ’59: La gestione dell’impressione che si fa sugli altri, la presentazione di sé. Ci
comportiamo come attori sul palcoscenico assumendo interattivamente il comportamento
appropriato alla situazione e alle norme che implica. Sé attore, non stabile, non creativo, non
autonomo, recita per ottenere conferme e evitare discrediti.
Interazione Personaggio (assimilato al Me) e Attore (Io).
Il sociale attribuisce i ruoli, interpretati dal personaggio che guida l’attore.
Il sé è il prodotto della scena non una sua causa.
Una costruzione sociale rigidamente determinata.
Jones e Berglas ’78 La tecnica del Self Handicapping, crearsi una ragione per coprire il proprio
fallimento, per non perdere la stima di sè (alcool, droga ad. es ma anche perdere il tram il giorno
dell’esame).
Il comportamento pubblico è infatti finalizzato a fare una buona impressione a noi stessi e agli altri.
3.3 Sé possibili e discrepanze del Sé
Markus Nurius ’86 - I sé Possibili:
Idee su quello che le persone vorrebbero essere, potrebbero essere o temono di diventare.
Funzionano da incentivi per il comportamento rivolto al futuro, guide per il raggiungimento di uno
scopo.
Connessione tra cognizioni e motivazioni.
Ottimismo irrealistico: pregiudizio positivo circa il proprio sé, sottovalutare la possibilità che eventi
negativi possano succederci. Riduzione dell’ansia e illusione di controllo degli eventi oppure
euristica della disponibilità.
Higgins ’87 – Tre rappresentazioni di sé: Sé Reale, Sé Ideale e Sé normativo, Discrepanze
Discrepanza reale ideale: senso di scoraggiamento
Discrepanza reale normativo: genera ansia
La persona ha la percezione che le discrepanze potranno risolversi in futuro?
Sì, impressione che le avrebbero potute superare ma non l’hanno fatto: emozioni di depressione e
affaticamento
No, impressione che non ce la faranno mai: senso di incapacità, scoraggiamento, assenza di
speranza.
4. Il Sé nelle Culture
Oyserman Markus ’98
Il sé non è definito solo su scala individuale, ma anche dalle elaborazioni di rappresentazioni sociali
di sé differenziate nelle varie culture.
Due estremi: Culture individualiste e culture collettiviste, non categorizzazione rigide e definitive.
Individualistiche:
individui autonomi e indipendenti, realizzazione personale, identità ricondotta a differenza e unicità,
cause ricondotte all’attore piuttosto che alla situazione, maggiore illusione di controllo degli eventi,
Astrazione ideazione intelligenza e competenza: essere brillanti. Distinzione saliente: sé – non sé.
Handicap: l’emotività.
Affermazione di sé collettivistiche:
armonia e completezza all’interno dei gruppi, rispetto dei doveri per raggiungere obbiettivi comuni,
identità organizzata intorno all’affiliazione, cause ricondotte più spesso alla situazione, maggiore
fatalismo. Costanza persistenza sforzo: essere caparbi
Distinzione saliente: ingroup–outgroup.
Handicap: la solitudine
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Empatia
Difficoltà incontrate passando da una cultura a un’altra: esigenza di riconcettualizzare il senso di
sé, in relazione alle nuove domande.
5. L’identità come qualità relazionale e temporale del Sé
Identità dell’Io Erikson ’68: consapevolezza che c’è coerenza e continuità del proprio significato,
per sé e per gli altri, grazie alla funzione sintetizzante dell’Ego.
Processi Identitari di acquisizione dell’identità, conflitti vitali in certi periodi come l’adolescenza,
fasi di transizione.
Diffusione del Sé come incapacità di impegnarsi in un ruolo preciso, mancata acquisizione
dell’identità.
Modello degli stati d’Identità di Marcia: studio sugli adolescenti, Esplorazione delle alternative
Impegno verso la scelta, quattro stati identitari:
• Acquisizione dell’Identità: impegni precisi rispetto a ruoli sociali
• Blocco: impegni non attraverso l’esplorazione ma l’identificazione
• Moratoria: mancanza d’impegno, ricerca attiva
• diffusione
Il modello di Codol ’80,una prospettiva sociocognitiva dell’identità. Interdipendenza tra concetti di
sé e Identità.
Identità come sensazione di essere lo stesso nello spazio e nel tempo.
L’unità del sé e la sua permanenza sono componenti essenziali dell’identità. Sentimento di Identità.
Il sentimento d’identità personale viene dal fatto che, definendosi dall’inizio come oggetto originale
rispetto agli altri, l’individuo ha di sé un’immagine coerente, e crede che l’oggetto a cui tale
immagine si riferisce sia costante nel tempo.
Identità sociale secondo Tajfel, definizione provvisoria:
parte di immagine di sé di un individuo che deriva dalla sua consapevolezza di appartenere a un
gruppo sociale unita al valore emotivo attribuito a tale appartenenza.
Più che altro è di supporto alla sua teoria intergruppi .
La concezione di Tajfel unita alla prospettiva di Codol la completa: Concezione costruttivista
dell’identità.
Sintesi dell’analisi sociocognitiva e sociodinamica: Il Sentimento d’identità corrisponde ad una
qualità relazionale e temporale della rappresentazione del sé.
• Il sé è e rimarrà lo stesso
• L’esperienza fondamentale del sé nonostante tutte le varie incogruenze è percepita come sempre la
stessa.
• Si percepisce nelle azioni individuali o nella produzione di opere umane, iniziative individuali
intenzionali
• Essere inseriti nel contesto sociale ma sentirsi capaci di iniziative autonome tenaci e orientate a
uno scopo
5.1 Sentimento di identità e identità tipizzate
Fin qui si è parlato del sentimento di Identità. Si può parlare di Identità oggettiva laddove questa è
definita con criteri oggettivi, cioè esterni all’esperienza e alla storia del singolo, come la sua
immagine pubblica: Il dirigente, il barbone…
Berger e Luckmann ’66 tipi di Identità:
stereotipi che semplificano la conoscenza e facilitano certe spiegazioni ingenue ed elementari degli
eventi sociali.
Tipo d’identita dell’uomo postmoderno: impossibilità di avere un’identità coerente, non sentirsi a
casa propria in nessun luogo e nessun gruppo.
Vi è interdipendenza tra identità tipizzata e sentimento d’identità, in quanto quest’ultima conosce e
integra la prima.
Identità Sociale e Identità personale come punti estremi di un continuum lungo il quale un individuo
sente la sua identità.
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Capitolo 5 - Le relazioni Sociali
1. Le relazioni Significative
Dalla formazione delle impressioni alla rappresentazione degli altri significativi. Le procedure della
social Cognition viste non permettono la spiegazione dei rapporti stretti.
Kurt Lewin: le relazioni ristudiano