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Effetti della discriminazione sul benessere individuale

Quando si è consapevoli del fatto che, in un determinato ambito, il proprio gruppo di appartenenza è oggetto di stereotipi negativi, è possibile sviluppare uno stato di ansia. L'effetto è quindi che le persone, temendo le conseguenze negative di uno stereotipo, finiranno con il mettere in atto comportamenti negativi tali da confermare lo stereotipo stesso. Tale fenomeno prende il nome di minaccia legata allo stereotipo e sembra essere piuttosto frequente e pervasivo.

Gli effetti del pregiudizio e della discriminazione possono riguardare anche lo stato di salute e il benessere degli individui che ne sono vittime. Vi sono molti dati epidemiologici che dimostrano come le minoranze hanno condizioni di salute e aspettative di vita sensibilmente peggiori. Ma come si spiega tutto ciò? Il fatto di essere oggetto di discriminazione porta a delle precise risposte fisiologiche, come l'incremento della pressione sanguigna e la tachicardia.

ipervigilanza), che a lungo termine possono provocare malattie anche letali.

Lo stress affrontato può inoltre favorire comportamenti dannosi quali il consumo di alcol, di tabacco o di droghe.

Un altro fattore determinante è dato dalla combinazione tra segregazione residenziale, disuguaglianza economica e sociale.

CAPITOLO 2 – EMPATIA E ASSUNZIONE DI PROSPETTIVA

2.1| Empatia e assunzione di prospettiva in psicologia sociale

Adottare la prospettiva di un'altra persona ci consente di comprendere i suoi pensieri/vissuti interiori, e quindi di instaurare e mantenere relazioni sociali positive e durature. Quando l'altro si trova in una condizione di disagio o sofferenza, vedere e capire le cose dal suo punto di vista può portarci a provare empatia nei suoi confronti e quindi a reagire in modo compassionevole e comprensivo ai suoi bisogni.

Lo studio dell'empatia in psicologia sociale nasce nell'ambito delle ricerche su comportamenti d'aiuto.

Negli anni '60-'70 del Novecento. Ma, negli ultimi quindici anni, lo studio dell'empatia e del processo di assunzione di prospettiva è stato applicato anche al contesto delle relazioni intergruppi. Infatti, incoraggiare gli individui ad assumere la prospettiva di una persona appartenente ad un gruppo discriminato, e ad empatizzare con essa, può essere una strategia efficace per migliorare le relazioni intergruppi, e ridurre il pregiudizio.

2.1.1 La distinzione tra empatia cognitiva ed emotiva

In campo psicologico si è giunti all'esistenza di due tipi di empatia, distinti ma allo stesso tempo interconnessi:

Empatia emotiva: Da un punto di vista emotivo, l'empatia può essere definita come una risposta affettiva orientata verso l'altro e congruente con la percezione del suo benessere. Esistono due forme:

  • Empatia reattiva: costituita dalle risposte generate in reazione alla sofferenza dell'altro (tenerezza, comprensione, calore umano).
Questo tipo di risposta è chiamata preoccupazione empatica. - Empatia parallela: si riferisce alle emozioni che si provano insieme all'altra persona e che sono quindi simili a quelle esperite dall'altra persona (tristezza e dolore, indignazione, risentimento o rabbia). Essa differisce dal contagio emotivo, cioè quella reazione immediata ed involontaria in cui si viene profondamente coinvolti dall'esperienza altrui sino a perdere la differenziazione tra il sé e l'altra persona. Nel contagio, infatti, non vi è alcun tipo di elaborazione cognitiva e la condivisione delle emozioni implica un'assenza della distinzione sé-altro. - Empatia cognitiva: La componente cognitiva dell'empatia è legata all'assunzione di prospettiva, al mettersi nei panni dell'altro: questo processo permette la comprensione profonda della condizione dell'altra persona e dei suoi vissuti interiori. L'assunzione prospettiva può

essere considerata come un antecedente dell'empatia emotiva, e può avvenire secondo due modalità diverse:

  • Prospettiva centrata sull'altro: immaginare come l'altra persona vive, sente, parla concentrandosi su di lei e sulle sue emozioni;
  • Prospettiva centrata su di sé: immaginare di trovarsi al posto suo, concentrandosi su come si percepirebbe la situazione e quali sentimenti si proverebbero.

Entrambe le prospettive sono efficaci nell'incrementare i sentimenti empatici, ma la prospettiva centrata su sé comporta un aumento del distress personale.

2.2| Il ruolo dell'assunzione di prospettiva e dell'empatia nel processo di riduzione del pregiudizio

Gli atteggiamenti pregiudiziali verso i gruppi estranei sono difficili da modificare. Indurre uno stato empatico nei confronti di una persona appartenente ad un outgroup, attraverso l'assunzione della sua prospettiva, sembra però essere una via promettente per la riduzione del pregiudizio.

pregiudizio.Vi sono diverse ragioni per essere ottimisti riguardo le potenzialità dell'empatia in ambito intergruppi: indurre uno stato empatico nei confronti di una persona in difficoltà sembra essere relativamente semplice attraverso l'incoraggiamento; l'induzione di empatia può avvenire in situazioni che non implicano difficoltà per le persone coinvolte, ma può essere sufficiente anche solo il venire a conoscenza della loro situazione. È tuttavia necessario riconoscere i possibili rischi e limiti di questo approccio:

  • La generalizzazione a livello intergruppi potrebbe non essere scontata (si considera il singolo individuo e non il gruppo);
  • La considerazione della responsabilità della persona in difficoltà (è più facile provare empatia verso la "vittima innocente" piuttosto che verso qualcuno ritenuto responsabile delle sue sofferenze);
  • Empatizzare potrebbe essere un'esperienza
minacciosa per sé, mettendo in atto strategie difensive (distanziamento psicologico).

2.2.1 Il modello a tre gradini di Batson e le sue verifiche empiriche

Nel modello a gradini di Batson e collaboratori, la generalizzazione dal singolo al gruppo avviene secondo questa sequenza:

  1. Adottare la prospettiva di un individuo in difficoltà, membro di un gruppo stigmatizzato, produce un aumento di sentimenti empatici nei confronti di tale individuo;
  2. Questi sentimenti empatici incrementano l'importanza attribuita al benessere dell'individuo;
  3. Assumendo che l'appartenenza di gruppo dell'individuo sia una componente rilevante della sua situazione di disagio, l'importanza attribuita al benessere dell'altro sarà generalizzata a tutto il suo gruppo di appartenenza, favorendo quindi opinioni, sentimenti e atteggiamenti positivi verso l'intero gruppo.

Nel complesso gli esperimenti hanno confermato la validità di alcuni passaggi del modello.

modello a gradini:

  1. Assumere la prospettiva di un individuo appartenente ad un gruppo stigmatizzato favorisce l'espressione disentimenti empatici nei suoi confronti.
  2. L'aumento della preoccupazione ematica, a sua volta, porta ad un miglioramento dell'atteggiamento nei confronti dell'intero gruppo.
  3. Rispetto agli assunti del modello, tuttavia, non viene dimostrato il passaggio che coinvolge l'importanza attribuita al benessere dell'individuo.

2.2.2 Assunzione di prospettiva e comportamenti di aiuto a beneficio del gruppo

Batson e collaboratori (2002) hanno voluto studiare se l'assunzione di prospettiva di un individuo in difficoltà possa portare, attraverso l'incremento di sentimenti empatici nei suoi confronti e il miglioramento dell'atteggiamento al livello categoriale, anche all'attuazione di comportamenti di aiuto in favore dell'intero gruppo.

Dagli esperimenti risulta che, l'empatia e la preoccupazione per la

benessere provate nei confronti di uno specifico individuo in difficoltà possano generalizzarsi a tutti coloro che soffrono di un disagio simile. Questo avviene probabilmente perché, grazie all'assunzione di prospettiva, si sviluppa una maggiore comprensione e sensibilità nei confronti delle persone che condividono una stessa condizione di sofferenza.

2.3 Le conseguenze cognitive dell'assunzione di prospettiva

2.3.1 Assunzione di prospettiva e rappresentazione cognitiva dell'outgroup

È possibile che l'assunzione di prospettiva produca un cambiamento nella rappresentazione cognitiva dell'outgroup? Galinsky e Moskowitz (2000), con i loro esperimenti, cercano di rispondere a questa domanda. I risultati mostrano come la soppressione dello stereotipo non è una strategia efficace per ridurre il ricorso a stereotipi sociali. Cercare attivamente di inibire i pensieri stereotipici richiede una motivazione costante e l'utilizzo di

risorsecognitive; non appena queste vengono meno (per distrazione o per il trascorrere del tempo), è possibile che i pensieri stereotipici risultino più accessibili attraverso un effetto rimbalzo.

D'altra parte, l'assunzione di prospettiva portava ad una disattivazione dello stereotipo a livello sia esplicito che implicito, senza alcun effetto rimbalzo. Secondo Galinsky e Moskowitz, il meccanismo chiave coinvolto è l'attivazione automatica del concetto di sé e la sua associazione al target. In questo modo, la persona di cui si è assunta la prospettiva viene vista come più simile al sé e si crea, a livello inconsapevole, una sovrapposizione tra le rappresentazioni cognitive di sé e dell'altro.

2.3.2 Assunzione di prospettiva e autostima

Dato che il sé è generalmente valutato in modo positivo, nel caso di assunzione di prospettiva questa positività può essere estesa anche all'altro e,

attraverso un processo di generalizzazione, all'intero outgroup. Quindi, l'assunzione di prospettiva dovrebbe portare ad una riduzione del pregiudizio verso l'outgroup solo per le persone con elevata autostima, che hanno un concetto di sé positivo e che quindi possono estendere tale positività all'altro. Invece, le persone con bassa autostima non dovrebbero mostrare variazioni nel livello di pregiudizio in funzione dell'assunzione di prospettiva. Una spiegazione alternativa parte dal presupposto che il processo di assunzione di prospettiva non sia "a costo zero", ma richieda una certa quantità di energia e una certa capacità di portare l'attenzione all'altro, più che a se stessi. Attraverso degli studi, si è verificato come i partecipanti che avevano svolto compiti cognitivamente impegnativi, e che quindi erano stanchi, esprimevano minor empatia nei confronti del target ed erano meno inclinati ad.assumere la sua prospettiva rispetto ai partecipanti meno affaticati. Questo, in particolare, avveniva quando il target era presentato come diverso da sé, ovvero quando era probabilmente più
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
19 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher a_21 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia sociale dell'inclusione e della riduzione dei pregiudizi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Ferrara o del prof Visintin Emilio Paolo.