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N.B. I CINQUE APPROCCI DI STUDIO DELLA PERSONALITA’ E ASSOCIAZIONE

ALLE TEORIE MOTIVAZIONALI

Tratti Motivi (riuscita, affiliazione, potere)

Situazionismo e interazionismo Motivazione estrinseca

Sociocognitivo Teorie implicite, obiettivi, valori

Psicoanalitico Pulsioni

Fenomenologico-umanistico Forze del carattere 12 di 23

CAP 3 - Intelligenza

1. Intelligenza: definizione

Gottfredson: L’intelligenza è un’abilità mentale generale che coinvolge l’abilità di ragionare,

pianificare, risolvere problemi, pensare in modo astratto, comprendere idee complesse,

apprendere velocemente e apprendere dall’esperienza. Riflette una più ampia e profonda

capacità di capire ciò che ci circonda, comprendendo, dando senso alle cose o immaginando

cosa fare.

Secondo questa rappresentazione la maggior parte degli individui si collocherebbe in un

punteggio che in termini di QI si colloca attorno al 100 mentre una percentuale inferiore della

popolazione ottiene punteggi molto alti o molto bassi. Le differenze nel QI attribuite a un

intreccio di variabili ambientali ed individuali hanno un impatto in diversi ambiti della vita

quotidiana.

Principali classi di teorie dell’intelligenza:

- UNITARIE: teorie della centralità del pensiero logico, teoria psicometrica del fattore g;

strumenti: matrici progressive di Raven, prove piagetiane, stime del fattore g ricavate da

batterie intellettive

- GLOBALI-MATURATIVE: teorie dell’età mentale definite da una gamma di funzioni che

maturano con l’età; strumenti: batterie di test di intelligenza come scale Stanford-binet e

Wechsler

- MULTIPLE: teoria psicometrica delle abilità, teoria delle intelligente multiple; strumenti: test

abilità primarie (PMA) analisi delle prestazioni devianti, valutazione abilità e attitudini (DAT)

- GERARCHICHE: teoria fattoriale a livelli; strumenti: batterie di intelligenza e calcolo di

parametri per i diversi livelli di gerarchia

- TEORIE COGNITIVISTE DEI MECCANISMI DI BASE DI ELABORAZIONE DELLE

INFORMAZIONI: teoria della velocità dell’elaborazione dell’informazione, teoria della capacità

della memoria di lavoro; strumenti: prove di valutazione cognitivo-neuropsicologia dei processi

di base

2. Intelligenza e personalità: due costrutti separati?

2.1 La teoria dell’investimento di Cattel. Cattel prende in considerazione per la definizione

di individualità sia aspetti cognitivi che di personalità. Horn e Cattel hanno proposto una teoria

gerarchica dell’intelligenza, in cui due componenti occupano la posizione centrale:

- intelligenza fluida: capacità di ragionamento, la risoluzione del compito non può essere

facilitata da conoscenze precedenti dell’individuo; è una situazione culture-free, ovvero le

differenze nelle prestazioni rispecchiano effettive differenze nel funzionamento cognitivo degli

individui e non il contesto sociale in cui sono nati e cresciuti

- l’intelligenza cristallizzata: abilità sottesa all’esecuzione di tutti quei compiti che richiedono di

far riferimento a informazioni acquisite per arrivare alla soluzione; hanno un forte substrato

culturale.

Legate a queste due componenti individuano altre abilità cognitive e fattori non cognitivi che

consentono di delineare lo sviluppo dell’intelligenza. L’assunto di base è che le componenti

storiche influenzano il livello attuale e che questo valga tanto per la componente cristallizzata

quanto per quella fluida. Ne consegue quindi che la relazione fra intelligenza e personalità

possa dipendere dal tipo di componente considerata: nulla nel caso dell’intelligenza fluida, di

una certa entità nel caso dell’intelligenza cristallizzata.

2.2 Il modello PPIK di Ackerman. Riprende la proposta teorica di Cattel. Secondo Ackerman

lo sviluppo dell’intelligenza è determinato:

- dal funzionamento dei processi cognitivi sottostanti - Process (intelligenza fluida)

- da variabili di personalità - Personality (motivazione per lo svolgimento di attività cognitive)

- da interessi che caratterizzano l’individuo - Interests 13 di 23

- dalle sue conoscenze - Knowledge (intelligenza cristallizzata)

Tre categorie di interessi sono in relazione sia con la personalità sia con l’intelligenza:

- interessi realistici (individui che preferiscono attività che richiedono forza fisica, aggressività,

coordinazione motoria)

- interessi artistici (individui che preferiscono relazioni indirette e manifestano mezzi artistici per

la soluzione dei problemi)

- interessi investigativi (persone che preferiscono attività intellettuali, pensare piuttosto che

agire, tendenza a organizzare e comprendere il mondo)

Due osservazioni: come nel caso della teoria dell’investimento, l’intelligenza come processo è

correlata con l’intelligenza come conoscenza ma solo quest’ultima è in relazione con aspetti

della personalità. In particolare l’apertura mentale è il fattore di personalità più strettamente

legato allo sviluppo dell’intelligenza come conoscenza.

2.3 Il modello di Cornoldi. Parte da un approccio cognitivo. Il modello è rappresentato

graficamente da un modello di intelligenza a cono, imperniato su strutture di base di memoria

di lavoro, organizzate gerarchicamente in interazione con tre fattori:

- emotivo-metacognitivi

- motivazionali e culturali

- esperienziali

Gli assunti fondamentali del modello sono:

- distinzione fra intelligenza di base e intelligenza in uso

- l’intelligenza di base è organizzata gerarchicamente

- l’idea che diversi meccanismi cognitivi contribuiscano all’intelligenza di base - il più importante

è la memoria di lavoro.

Per intelligenza di base si intende l’elemento più primitivo dell’intelligenza, fondato sulla

predisposizione genetica e sulla capacità di affrontare situazioni e dal contatto concreto con il

mondo. L’intelligenza in uso è quella che si esplicita nel mondo.

La memoria di lavoro è un sistema a capacità limitata che consente di mantenere ed elaborare

le informazioni durante lo svolgimento di attività cognitive; consente all’individuo non solo di

ricordare delle informazioni ma anche di modificarle, integrandole ad esempio con informazioni

precedentemente acquisite (memoria a lungo termine)

Con controllo della memoria di lavoro si intende la caratteristica principale del sistema, che è la

gestione delle risorse attentive necessarie per la trasformazione delle informazioni e per il

controllo dell’interferenza.

I fattori emotivo-metacognitivi sono un sistema di credenze relativo alla natura dei compiti

cognitivi, la capacità che gli individui pensano di possedere e al modo in cui i processi cognitivi

vengono gestiti. (rivedi pg 101 in poi)

3. Problemi metodologici nello studio della relazione fra personalità e intelligenza

Le differenze metodologiche che hanno caratterizzato la ricerca nei due ambiti hanno influito

sulla scarsa tendenza a studiare la relazione tra personalità e intelligenza. Gli strumenti

utilizzati per misurare intelligenza e personalità variano per tipo di prestazione richiesta al

partecipante (prestazione massima vs prestazione tipica) e per procedura di raccolta delle

informazioni (test obiettivi vs questionari)

3.1 Prestazione massima vs prestazione tipica. La prima caratterizza la misura

dell’intelligenza, la seconda la misura della personalità. Nel primo caso lo psicologo studia il

limite superiore che l’individuo è in grado di raggiungere, nel secondo caso si misura il livello

abituale. La tradizione che maggiormente ha influenzato la costruzione dei test attualmente più

in usi per l’intelligenza (scala Wechsler) fa riferimento agli studi di Binet e Simon: la

complessità del compito richiesto è crescente. Ne consegue che la procedura enfatizza

l’interesse di valutare il limite superiore delle competenze del bambino. La metodologia più

frequente per lo studio della personalità invece è quella in cui al partecipante viene chiesto di

riportare il suo modo tipico di comportarsi nelle situazioni proposte dal ricercatore.

Ackerman Goff hanno proposto il concetto di Tipical Intellettual Engagement (TIE) che,

richiamando la metodologia propria dei questionari di personalità, richiede di valutare

l’impegno, il coinvolgimento, con cui l’individuo svolge di solito i compiti cognitivi.

3.2 Misure obiettive vs autovalutazioni. Un altro fattore che distingue la ricerca 14 di 23

sull’intelligenza rispetto a quella sulla personalità riguarda il tipo di prove utilizzate per misurare

i due costrutti. Nel caso dell’intelligenza vengono solitamente utilizzate delle misure obiettive

(ad esempio viene chiesto di ricordare informazioni o definire termini come nel caso delle scale

Wechsler oppure di risolvere problemi come nel caso delle prove di Raven). Al contrario la

personalità viene misurata chiedendo ai partecipanti delle autovalutazione sul loro modo di

comportarsi tipico in alcune situazioni. Molti strumenti di personalità per avere una misura delle

attendibilità dei punteggi ottenuti prevedono una o più scale, chiamate scale ‘Lie’, che valutano

la tendenza degli individui a conformarsi a richieste sociali o la compiacenza nei confronti degli

altri (punteggio alto = tendenza a dare un’immagine di sé migliore di quella reale —> associati

ad alti punteggi di intelligenza, poiché le persone più intelligenti tendono a riconoscere i

significati degli item dei test).

questionario NEO-FFI?

4. Personalità, intelligenza e apprendimento

Fattori di personalità possono influenzare il completo manifestarsi di abilità cognitive adeguate

e, viceversa, livelli differenti di intelligenza possono portare a differenti espressioni della

personalità. NB: non è detto che alto livello intellettivo predica successo scolastico?

Ad esempio, la valutazione del livello di ansia o della motivazione è un indicatore più robusto

della riuscita accademica rispetto al livello intellettivo. L’assunto di base nelle analisi della

personalità e dell’intelligenza in relazione allo studio è che, mentre le misure di abilità offrono

una fotografia di quello che l’individuo è in grado di fare (prestazione massima), i fattori non

cognitivi danno informazioni circa il livello di persistenza in un compito (prestazione tipica), e

che entrambe queste misure possono contribuire a spiegare il successo o l’insuccesso.

5. Personalità, intelligenza e riuscita nel lavoro

Il successo lavorativo può essere definito come l’insieme di obiettivi reali o perce

Dettagli
A.A. 2018-2019
23 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher denise.simionato.1996 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di psicologia della personalità e delle differenze individuali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Moè Angelica.