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CONNUBIO IDEALE TRA CONOSCENZA E APPLICAZIONE

La ricerca azione può essere descritta come una famiglia di metodologie di ricerca che hanno l'intento di attivare un percorso di azione (o cambiamento) e ricerca (o comprensione) nello stesso tempo. Questo avviene attraverso l'uso di un processo flessibile, non lineare, ma ciclico o a spirale, che alterna momenti di conoscenza e di riflessione critica a momenti di intervento. Le informazioni raccolte facilitano sia la conoscenza del fenomeno, sia la presa di decisioni per l'intervento, che a sua volta attiva cambiamenti e fornisce nuove informazioni sulla situazione e il fenomeno di interesse. In questo modo, il ciclo diventa una spirale: la ricerca, l'azione e la pianificazione sono sorretti da un'attenta riflessione critica, che permette di prendere decisioni più corrette sia per il proseguimento del lavoro di cambiamento sia per la conoscenza del fenomeno di interesse. La riflessione

critica in ogni ciclo permette di correggere errori e riadattare le azioni alle reali esigenze emerse. Il termine ricerca azione ben introdotto dallo psicologo sociale Kurt Lewin negli anni '40. Spinto dalla sua idea di persone come soggetti attivi e intenzionali e interessato ai problemi sociali, difficilmente indagabili in laboratorio, Lewin comprese che il processo conoscitivo finiva con il divenire un'azione sociale proprio nel momento in cui la popolazione veniva coinvolta. Il cambiamento non doveva solo essere osservato o spiegato, ma provocato o prodotto e poi analizzato e compreso. Lewin comprese fin da subito come questi processi, per loro natura democratici, e quindi non imponibili dall'alto, fossero difficili, lenti, faticosi e spesso conflittuali: un ruolo essenziale doveva essere perciò svolto dagli scienziati sociali, che dovevano promuovere responsabilità in ognuno dei partecipanti e limitare i conflitti negativi e non costruttivi. Le fasidella ricerca-azione secondo Lewin in quanto metodologia complessa, la ricerca-azione è costituita da diverse fasi: 1. La fase di pianificazione, in cui si prevedono le diverse fasi di conoscenza e azione, si identifica l'ipotesi, target e azioni possibili. 2. La fase dell'azione, in cui il ricercatore propone un cambiamento possibile. 3. La fase dell'osservazione degli effetti del cambiamento proposto sulla situazione. 4. La fase della riflessione, intesa come momento di apprendimento attivo che permette sia di comprendere il fenomeno sotto indagine, sia di procedere con nuove ipotesi di pianificazione per approfondire le conoscenze. Questi stadi sono stati successivamente ampliati da Cunningham, il quale prevedeva per ogni fase un momento di valutazione che serviva a decidere se proseguire o meno verso la fase successiva. Kemmis ha realizzato una schematizzazione del modello di ricerca-azione, riprendendo le idee lewiniane ma cercando di entrare in maggior dettaglio.dettaglio:

idea iniziale: nata da un interesse di ricerca particolare o da un problema sociale reale;

ricognizione: prima conoscenza del fenomeno di interesse, e se previsto, del contesto d'azione;

piano generale suddivisi in fasi: schema generale di momenti di ricerca e azione;

attuazione delle fasi del piano;

prima valutazione del cambiamento del fenomeno sott'analisi;

revisione del piano, sulla base delle conoscenze acquisite;

nuova suddivisione in fasi: rielaborazione dei momenti salienti del piano d'azione;

nuova situazione;

nuova valutazione.

Chi utilizza tale metodologia sa che ci possono essere momenti di ripresa delle fasi precedenti, in cui si rompe la sequenza lineare e il logico proseguimento verso i momenti successivi. Questo può accadere se compaiono o si aggiungono informazioni nuove in grado di modificare lo status quo del progetto.

Le nozioni chiave nella ricerca-azione processo, caratteristiche

I fondamentali della ricerca-azione sono l'impostare un'inteso come ristrutturazione, destrutturazione e strutturazione degli elementi di un dato insieme, in modo condiviso e collaborativo. Questo deve seguire un approccio a spirale, quindi un percorso non lineare, ma ricorsivo in funzione dell'autorizzazione una riflessione permanente sull'azione. Terzo aspetto è da parte della popolazione che dovrebbe appropriarsi dei problemi, crescere in termini di saggezza, fiducia in sé e nelle proprie capacità per arrivare a modificare lo status quo delle cose e migliorare la propria qualità della vita. Attorno a questi tre concetti base, vengono apposte altre caratteristiche, altrettanto importanti: complessità: non c'è azione senza giusto apprezzamento della complessità del reale. Se si considera solo la semplicità dei fenomeni è difficile arrivare a una loro corretta comprensione. La complessità accetta l'incertezza,

l'aleatorio, il non sapere, la contraddizione e rifiuta uneccesso di razionalizzazione, imponendo una visione sistema sistemica aperta;

l'ascolto sensibile: si tratta di un ascoltare/vedere, che si rifà all'approccio rogersiano delle scienze umane, fortemente fondato sull'empatia. Il ricercatore deve sapersi immergere nell'universo affettivo, immaginario e cognitivo dell'altro per comprendere dall'interno atteggiamenti e comportamenti, idee e valori;

il ricercatore collettivo: è un gruppo di cui fanno parte professionisti e i membri particolarmente importanti coinvolti della popolazione di interesse, che maggiormente sono inseriti nel percorso di ricerca-azione;

il cambiamento: la ricerca-azione mira al cambiamento dei comportamenti, delle pratiche, delle condizioni, dei contesti. L'assunto di base è che lo status quo attuale non permetta agli individui di stare bene: solo col coraggio di cambiare la situazione

può migliorare. Per Lewin il cambiamento deve passare attraverso tre fasi: 1) unfreezing: decristallizzazione che sblocca le abitudini, 2) moving: il cambiamento in senso stretto, 3) freezing: una fase di rinvigorimento e di cristallizzazione di un nuovo equilibrio; negoziazione: centrale e permanente lungo tutto il corso della ricerca-azione, si basa sul conflitto, non inteso come negativo ma come motore del cambiamento. Il ricercatore deve essere in grado di negoziare tra le diverse esigenze e voci dei gruppi che coinvolge; valutazione: una discussione sui valori e significati della comunità. LA RICERCA-AZIONE PARTECIPATA E IL SUO UTILIZZO IN PSICOLOGIA DI COMUNITÀ L'assunto base è che la ricerca-azione non sia solo mezzo di conoscenza, ma soprattutto strumento di coinvolgimento, modalità di relazione, occasione di conoscersi e conoscere, di agire di cambiare aspetti della vita reale delle persone. La psicologia di comunità sviluppa

Soprattutto la ricerca-azione partecipata con un focus particolare sul miglioramento delle qualità di vita dei cittadini attraverso il loro coinvolgimento attivo; Considera importante una ricerca-azione progettata e condotta in modo collettivo, con la partecipazione attiva di tecnici e di persone appartenenti alla comunità, in grado di valorizzare saperi locali e saperi di esperti, facendo emergere la pluralità dei punti di vista presenti. Insieme alla popolazione viene fatta la diagnosi, simultaneamente cominciano ad avere luogo delle modificazioni, sempre collettivamente vengono studiate le strategie di intervento lungo termine.

Sul piano scientifico, nove sono le caratteristiche rilevanti della ricerca azione partecipata:

  1. Approccio olistico al problema: senza la parcellizzazione, tipica della ricerca di base, in aspetti settoriali o unilaterali. La ricerca-azione tenta di superare il modello che analizza un problema scomponendolo in problemi più semplici;

significatività del tema di ricerca per gli attori coinvolti (ricercatori e cittadini): questi soggetti riflettono sui miglioramenti da portare al problema che sta loro a cuore e che vogliono risolvere. Chi fa ricerca-azione non può prescindere dal coinvolgimento attivo delle persone affette dal problema;

disponibilità del ricercatore a negoziare con gli attori le azioni da compiere: per prendere una decisione all'interno di un gruppo è importante l'apporto di tutti. Ogni individuo detiene una posizione unica per percepire e manifestare i problemi che possono nascere durante il compiersi dell'azione;

intervento del ricercatore nelle azioni: il ricercatore diviene attore della comunità, in grado di instaurare, all'interno del gruppo, dei rapporti educativi. La ricerca esige la partecipazione piena e integrale di tutta la comunità coinvolta nell'indagine e durante tutto il processo, seguita da esterni, i ricercatori, i quali si

Pongono in un rapporto di parità:

  1. Assenza di un metodo di intervento predefinito da applicare: la sostruzione avviene insieme al gruppo della ricerca-azione, a partire da alcuni principi strategici e sulla base delle relazioni rilevate in corso d'opera; intervenendo direttamente durante lo svolgimento della ricerca, si incide nella definizione dei problemi e nella scelta dei metodi di ricerca;
  2. Perseguimento dello sviluppo personale e professionale degli operatori-attori della ricerca-azione: gli attori cercano di migliorare la propria professionalità acquisendo una metodologia di lavoro che permetta loro di crescere anche a livello personale;
  3. Emancipazione degli attori: i partecipanti diventano capaci di operare autonomamente grazie al miglioramento della loro comprensione dei processi della situazione che sta loro cuore (empowerment);
  4. Impiego di strumenti descrittivi per la valutazione dei risultati durante e alla fine della ricerca: si focalizza
l'efficacia di azioni specifiche. Per raggiungere questi obiettivi, la ricerca-azione utilizza una serie di strumenti e metodologie, tra cui: - L'osservazione partecipante: i ricercatori si immergono attivamente nel contesto oggetto di studio, partecipando alle attività e interagendo con i soggetti coinvolti. Questo permette di ottenere una comprensione più approfondita dei fenomeni e delle dinamiche sociali. - I focus group: si tratta di incontri di gruppo in cui i partecipanti discutono e confrontano le proprie esperienze e opinioni su un determinato argomento. Questo permette di raccogliere informazioni e punti di vista diversi, favorendo la costruzione di soluzioni condivise. - Le interviste: attraverso interviste strutturate o semi-strutturate, i ricercatori raccolgono informazioni direttamente dai soggetti coinvolti nello studio. Questo permette di approfondire specifici aspetti e ottenere testimonianze dettagliate. - L'analisi documentale: i ricercatori analizzano documenti, report, articoli scientifici e altre fonti di informazione per ottenere dati e contestualizzare il fenomeno oggetto di studio. - La valutazione partecipata: coinvolgendo attivamente i soggetti coinvolti nello studio, si valutano gli effetti delle azioni messe in atto e si identificano eventuali miglioramenti da apportare. La ricerca-azione si basa su un approccio collaborativo e partecipativo, che coinvolge attivamente i soggetti coinvolti nello studio. Questo permette di ottenere risultati concreti e di favorire un cambiamento effettivo nella realtà sociale.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
58 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher davidepirrone di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti di psicologia di comunità e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Vieno Alessio.