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DISSOCIAZIONE SEMPLICE
Quando paziente a seguito di una lesione in una specifica area riesce a svolgere il compito a ma non il compito b:
A e b hanno processi cognitivi distinti, e l'incapacità a svolgere B suggerisce che l'area X lesa sia il substrato neurale per quel compito.
Oppure potrebbero non essere due processi indipendenti basati su aree diverse, ma B potrebbe essere più difficile di A, risentendo quindi maggiormente alla lesione.
Problema risolto dalla DOPPIA DISSOCIAZIONE
Si osservano due pazienti:
Lesione area X→ svolge compito A ma non B
Lesione area Y→ svolte compito B ma non A
Si può concludere che A e B sono svolti da due processi indipendenti, a cui sottostanno basi neurali distinte.
METODO DELL'OSSERVAZIONE
Utilizzato quando si è interessati a scoprire solamente se esiste una correlazione tra due variabili, e quindi meno potente ed informativo del metodo sperimentale, che permette di individuare.
- Rapporti di causa-effetto
- No manipolazione dati
- Utilizzati solitamente in esperimenti di psicologia sociale, in cui si hanno gruppi di soggetti molto ampi che operano in condizioni poco controllabili e non trattabili in laboratorio
- In questo tipo di disegni non c'è manipolazione delle variabili indipendenti, infatti le variabili sono caratteristiche che si osservano spontaneamente nei soggetti.
- Affermazioni vaghe, segrete, che riguardano fenomeni non misurabili (fluido magico, energia spiritica, contatto con i defunti...)
- Affermazioni in contraddizione con alcuni risultati sperimentali dimostrati scientificamente
- Presentazione risultati sperimentali senza che questi siano stati valutati dalla comunità scientifica
- Violazione del rasoio di occam (principio secondo cui per spiegare un dato fenomeno si debba preferire la teoria che fa meno assunzioni)
- Mancanza di effettivo controllo sperimentale: il disegno sperimentale è errato
ammesso che ne esista uno>
Uso dell’argumentum ad ignorantam, cioè affermazioni che si basano sull’impossibilità di dimostrare la nonesistenza di un fenomeno>
Asserzioni basate su testimonianze o esperienze personali e non riproducibili (incontri con alieni, fantasmi…)>
Mancanza di evoluzione e progressi nel proprio campo>
principio di maggioranza: nello scegliere cure alternative il soggetto pensa che se lo fanno tante persone alloravuol dire che qualcosa di vero c'è. Ma non è per niente vero, la scienza non è democratica!>
Principio di autorità
Perché studiare la percezione? È apparentemente un processo così automatico e naturale, cosa c’è daspiegare circa il fatto che apriamo gli occhi e vediamo? In realtà è uno dei processi celebrali più misteriosi ecomplessi.
Si assume che la visione dipendedagli oggetti, e che è inevitabilevedere le cose
Perché le cose esistono. Non sono scherzi del sistema visivo o anomalie, ma situazioni critiche particolari che ci fanno capire come funziona la percezione. Nascono perché le regole che vengono applicate sempre per percepire il mondo, sbagliano e ricostruiscono qualcosa che non esiste. È proprio questo quindi che dimostrano che la percezione è una ricostruzione e non una visione passiva, non è una copia della realtà. Delle volte tali regole percettive sono così forti ed automatiche, che le illusioni permangono anche quando sappiamo consapevolmente che non rappresentano in modo veridico la realtà esterna.
- VEDIAMO OGGETTI PERCHÉ SONO PRESENTI NELLA REALTÀ?
Esistono oggetti che sono presenti nel nostro mondo fenomenico ma non esistono nella realtà. Il triangolo sembra essere più bianco dello sfondo, ma come ben sappiamo non lo è. Come è possibile? Data una certa configurazione degli elementi,
Il cervello crea l'illusione che ci sia una superficie più bianca, altrimenti il triangolo non potrebbe essere percepito. Il triangolo esiste nella nostra percezione, ma non ha corrispondenza nel mondo fisico. Perché si crea questa illusione? Perché gli elementi presenti nella scena inducono il cervello a trovare una soluzione, che è quella più economica di tutte (è più economico pensare che ci sia un triangolo piuttosto che tre cuspidi, e che ci siano tre cerchi e non dei pac-man), e per farlo deve costruire la presenza di un triangolo sopra, e l'unico modo di dare consistenza al triangolo è dargli un tono più bianco rispetto allo sfondo.
In questa immagine il triangolo non viene percepito (o meno) perché non c'è l'esigenza di completare le figure in cerchi o in un triangolo, e quindi non serve creare il triangolo illusorio.
Esistono oggetti che sono presenti nel mondo fisico ma non in quello percettivo.
HANNO QUELLA FORMA NELLA REALTÀ? La forma degli oggetti dipende dalla disposizione dei loro elementi costitutivi. Ad esempio, un cubo ha la forma di un quadrato perché ha quattro lati uguali e angoli retti. Un cerchio ha la forma di un cerchio perché è composto da un insieme di punti equidistanti dal centro. La forma degli oggetti può essere influenzata anche da fattori esterni, come la pressione o la gravità. Quindi, la forma degli oggetti non è sempre determinata solo dalla loro dimensione, ma anche da altri fattori che li circondano.HANNO UNA CERTA FORMA?
4. VEDIAMO OGGETTI DI UNA CERTA LUMINOSITÀ PERCHÉ QUELLA E LA VERA LUMINOSITÀ?
Cerchio cambia colore, ma solo nel mondo fenomenico non nella realtà.
B è più chiaro delle aree nere circostanti
Aree nere circostanti si assume siano dello stesso colore di A, anche se sono più scure perché in ombra
Se quindi B è più chiara delle aree circostanti, e queste sono scure come A, allora A viene percepita più scura di B, nonostante siano dello stesso colore.
5. VEDIAMO GLI OGGETTI DI UN CERTO COLORE PERCHÉ HANNO QUEL COLORE NELLA REALTÀ
6. VEDIAMO GLI OGGETTI CHE SIMUOVONO PERCHÉ SIMUOVONO NELLA REALTÀ?
- Dimostrano chiaramente che il mondo percettivo non è una copia della realtà, ma che è tutta una ricostruzione, basata su precise regole.
- Il fatto che la percezione sia una ricostruzione della realtà non vuol dire che sia un’illusione, infatti
Per quanto sia una ricostruzione, è una ricostruzione molto fedele alla realtà, o meglio di una parte di essa (parte filtrata dagli organi di senso, noi vediamo solo una banda ristretta di onde elettromagnetiche), dato che ci consente di muoverci e interagire efficacemente nell'ambiente. Non sempre è fedele alla realtà, può sbagliare creando illusioni. La percezione deriva da una serie di interpretazioni, ipotesi che il sistema visivo fa su come potrebbe essere il mondo circostante (il cervello non vede nulla, è chiuso, al buio nella scatola cranica, quindi non fa altro che immaginare come il mondo potrebbe essere attraverso le informazioni sensoriali che gli arrivano). Ciò che nasce dall'interpretazione dell'imput visivo è detto precetto, cioè la ricostruzione della realtà sulla base delle informazioni visive che arrivano al sistema visivo. La vista è solo una sensazione, esattamente come il dolore.
Sono delle ricostruzioni che i neuroni fanno della realtà su base di alcune regole. Fatto che le proiezioni sulla retina della forma di un oggetto non permettono di identificarlo in maniera univoca, ciò vuol dire che oggetti diversi vengono rappresentati nello stesso modo a livello retinico, dando luogo al problema che la stessa proiezione retinica corrisponda ad un numero potenzialmente infinito di oggetti. Un'altra evidenza del fatto che la percezione sia un processo attivo di ricostruzione, che appunto non avviene in modo casuale, ma secondo una serie di regole e principi (consistenti e poco dispendiosi) che rendono la percezione un processo adattivo, in modo che le interazioni con l'ambiente esterno siano efficienti. Esistono due classi di principi che permettono alla percezione di fornire rappresentazioni adattive e stabili dei dati sensoriali esterni: 1. ASIMMETRIE PERCETTIVE Cervello non elabora tutte le informazioni nel campo visivo con la stessa precisione, ma haspecifichepreferenze per alcune dimensioni fisiche.
Effetto obliquo• Si è osservato che in diversi compiti percettivi la prestazione è superiore per stimoli con orientamenti orizzontali/verticali rispetto a stimoli con orientamenti obliqui. L'effetto sembra essere legato ad un numero maggiore di neuroni, o ad una lor maggior sensibilità, per allineamenti orizzontali/verticali. L'effetto è talmente pervasivo da essere presente anche nei bambini e in diverse specie animali.
Polarità degli oggetti• Elementi con orientamenti canonici sono percepiti in maniera più efficiente rispetto a quando sono invertiti. Si è osservato l'effetto in compiti di ricerca visiva, in cui viene chiesto di trovare un elemento target tra vari distrattori. In questo caso, la polarità invertita permette di identificare più facilmente il target dai distrattori. (es. si è più rapidi a rilevare la presenza di un elefante
tra tanti altri distrattori quando è sottosopra rispetto a quando è in posizione canonica) Fenomeno dello pseudoneglect • Individui sani mostrano una preferenza tipicamente per lo spazio di sinistra. Tale effetto è stato messo in evidenza tramite compiti di bisezione di linee, in cui si deve indicare il punto centrale di una linea orizzontale. Tipicamente viene indicata una parte più a destra del centro, mostrando una magnificazione della lunghezza della parte sinistra della linea. 2. FATTORI DI ORGANIZZAZIONE PERCETTIVA Alcuni dei principi che permettono di risolvere il problema di indeterminazione ottica, proposti dalla Gestalt. Ne esistono sue sottoclassi, che hanno effetti opposti: Fattori di raggruppamento • Permettono di raggruppare elementi isolati facendoli percepire come un' unica entità, quindi formano unità percettive partend