Un’identità sociale positiva è il risultato di un confronto positivo fra il gruppo cui si appartiene e altri
gruppi.
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69. Teoria della categorizzazione del sè Turner-SCT
Turner e colleghi considerano la SCT (Teoria della categorizzazione del sé) come uno degli sviluppi più
interessanti della SIT (Teoria dell’identità sociale).
A differenza della teoria dell’identità sociale, secondo cui l’identità sociale deriva dall’appartenenza di
gruppo, nella teoria della categorizzazione del sé l’identità sociale costituisce un livello di astrazione della
rappresentazione cognitiva di sé.
La SCT cerca di chiarire come giungano le persone a concettualizzare se stesse come appartenenti a
determinate categorie sociali.
Il processo cognitivo della categorizzazione comporta una accentuazione delle somiglianze intracategoriali e
delle differenze interacategoriali.
Quando le persone categorizzano sé e gli altri possono usare diversi livelli di astrazione.
I tre livelli di astrazione del sé sono:
livello sovraordinato: il soggetto si vede come essere umano e fa delle considerazioni su elementi di ordine
più generale. (Human identity)
livello intermedio: il soggetto si vede come membro di un gruppo in confronto con altri membri di un altro
gruppo. (Social identity)
livello subordinato: l’individuo (il sé) si vede come entità unica rispetto agli altri membri dell’ingroup
(personal identity)
La conseguenza della categorizzazione del sé a livello intermedio (quello dell’identità sociale) fa sì che il
soggetto si definisca come membro di un gruppo.
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70. L’influenza sociale
L’influenza sociale si distingue tra influenza sociale della maggioranza, che genera conformismo, e
l’influenza sociale esercitata dalle minoranze, che adottano stili di comportamento coerenti e che genera
processi di innovazione.
Conformismo e forza della maggioranza
Uno studio scientifico sul fenomeno del conformismo è stato fatto da Sherif e Asch.
Sherif voleva comprendere la vita sociale nei momenti di transizione sociale, e come si formano le nuove
norme sociali (norme condivise cui le persone tendono a conformarsi) per orientare il comportamento di
tutti).
Effetto autocinetico
La situazione sociale in cui l’individuo si trova in una condizione percettiva ambigua, in cui manca ogni
struttura di riferimento esterno rispetto allo stesso campo percettivo, adatta a produrre effetti autocinetici, è
idonea a studiare il comportamento dell’individuo (dapprima isolato e poi in gruppo) di fronte a situazioni
instabili.
L’esperimento di Sherif sull’effetto autocinetico (influenza sociale informativa)
Sherif ha utilizzato l’effetto autocinetico per studiare le norme di gruppo.
Guardando un puntino luminoso in una stanza buia si ha l’impressione che dopo un po’ si muova e l’entità
degli spostamenti varia di persona in persona. C’erano tre condizioni sperimentali:
1) situazione individuale (norma soggettiva);
2) situazione individuale seguita da situazione di gruppo (si forma la norma di gruppo);
3) situazione di gruppo seguita da situazione individuale (conservazione della norma di gruppo).
Il tipo di conformismo che emerge dalla situazione descritta è l’influenza sociale informativa. Quando
l’individuo si trova in situazioni ambigue, assume il comportamento degli altri e si adegua in maniera
inconsapevole.
Le persone sono influenzate a vicenda e si usano a vicenda come fonte di informazione per produrre insieme
una risposta. Si sviluppa così una norma percettiva di gruppo.
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71. Influenza sociale normativa
Anche Asch ha studiato le condizioni sociali e personali che inducono l’individuo a resistere o a conformarsi
alle pressioni del gruppo, quando tale gruppo esprime un parere contrario all'evidenza percettiva.
Con le sue ricerche ha dimostrato quanto possono essere influenti le influenze sociali persino in presenza di
una realtà oggettiva evidente (e non ambigua). Asch applica in psicologia sociale il principio della teoria
della Gestalt, secondo cui l’esperienza sociale non è arbitraria, ma è organizzata in modo da essere coerente
e dotata di senso.
Asch chiese a gruppi di 8 studenti di stimare la lunghezza di linee rette. Il compito era di indicare quale delle
tre linee presentate avesse la stessa lunghezza della linea campione. In ogni gruppo c’era solo un vero
studente, mentre gli altri 7 erano collaboratori dello sperimentatore.
Nelle prime prove tutti fornivano una risposta corretta, nelle successive tutti i collaboratori davano una
risposta sbagliata e l’ultimo studente si trovava a dare una risposta in cui tutto il gruppo contraddiceva
l’evidenza percettiva.
Alla fine della prova alcune persone avevano realmente pensato di essersi sbagliate, altre affermavano che
nonostante credessero nelle loro capacità si erano conformate al giudizio scorretto per non essere ridicoli.
Tutti avevano sperimentato ansia e disagio di fronte a una maggioranza che contraddiceva l’evidenza
percettiva.
La spinta a rendere conforme il proprio giudizio a quello degli altri è dovuta a un processo di ragionamento
e non più di suggestione, è un processo cosciente, determinato dalle informazioni che si hanno sulla realtà,
finalizzato a procurare agli individui una visione oggettiva del mondo.
I soggetti hanno bisogno di essere graditi e accettati dagli altri e tendono a conformarsi con opinioni e
comportamenti al modo di agire delle persone che stanno a loro intorno.
Questa è l’influenza sociale normativa!
A differenza dell’influenza informativa la pressione normativa porta a un’acquiescenza pubblica ma non a
un conformismo a livello privato. Si dà in pubblico una risposta della maggioranza ma in privato si hanno le
proprie convinzioni.
Influenza normativa e informativa
L’esperimento di Asch è stato ripetuto da Deutsch e Gerard: la loro ipotesi era che un’influenza sociale di
tipo normativo dovesse essere più rilevante che un’influenza sociale di tipo informativo.
I risultati dimostrano la tendenza al conformismo dei soggetti, quando sperimentano il conflitto cognitivo, e
il conformismo è maggiore quando il soggetto esprime i suoi giudizi di fronte agli altri (come membro di un
gruppo) rispetto a quando è isolato
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72. Le caratteristiche del modello funzionalista dell’influenza
L’influenza sociale è vista come una forza volta a garantire il conformismo e a esercitare il controllo sociale.
Secondo il modello funzionalista, l’influenza sociale è distribuita in modo disuguale e viene esercitata
secondo una modalità unilaterale.
La funzione dell’influenza sociale è di mantenere e rinforzare il controllo sociale.
Si dà per scontato che ogni forma di influenza sociale conduca al conformismo. Per questo, ogni
cambiamento è visto come un mutare di opinione dell’individuo a favore di una logica di gruppo.
Il modello funzionalista sostiene che chi ha più potere, cioè la maggioranza, può spingere chi ha meno
potere, la minoranza, a mettere in atto dei comportamenti che la maggioranza si attende.
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73. L’influenza sociale della minoranza
I cambiamenti nell’opinione pubblica sono quasi sempre originati dall’intelligenza di poche persone che,
attraverso la loro azione, riescono a modificare l’orientamento della maggioranza.
Moscovici critica il modo di vedere il sistema sociale come qualcosa di già precostituito, dove i contrasti fra
i membri sono minimi e tutti coloro che respingono le norme vengono esclusi perché visti come devianti.
Cambia completamente prospettiva, elabora un modello genetico di influenza sociale dove tutti i membri di
un gruppo sono portatori e ricevitori di influenza sociale. Quindi esplora le condizioni in cui una minoranza
può influenzare una maggioranza.
Le minoranze in questione sono “minoranze attive”, costituite da una o più persone che hanno preso
consapevolezza di essere state segregate come minoranza per certe loro caratteristiche o condotte.
L’entità della minoranza dipende prevalentemente dallo stile di comportamento e negoziazione che essa
adotta. Un ruolo decisivo perché la minoranza influenzi la maggioranza è lo stile di comportamento, cioè la
consistenza: la minoranza deve essere coerente nel mantenere le proprie decisioni con una coerenza
diacronica (nel tempo) e una coerenza sincronica (accordo tra tutti).
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74. Esperimento di Moscovici
Moscovici fa un esperimento simile a quello di Asch ma invertito, dove la maggioranza è costituita dai
soggetti veri e la minoranza sono i collaboratori.
Sono 4 soggetti + 2 collaboratori a fornire il giudizio percettivo. Quando la minoranza si mostrava sicura e
coerente in tutte le prove, si riscontrava un piccolo ma significativo numero di soggetti che si univa a loro.
Ma quando le minoranze dimostravano tentennamenti e incoerenza l’influenza non avveniva.
Le minoranze che portano avanti coerentemente le proprie idee possono influenzare la maggioranza (nei
dibattiti su temi sociali).
La minoranza deve dimostrare autonomia e indipendenza nel manifestare le proprie opinioni. Deve essere
flessibile e non rigida nelle proprie posizioni.
C'è una sostanziale differenza tra l’influenza maggioritaria e l’influenza minoritaria.
Secondo Moscovici, la maggioranza mette in atto un processo di confronto sociale, nel quale il soggetto
confronta la propria risposta con quella degli altri, senza dedicare troppa attenzione all’argomento stesso,
suscitando acquiescenza piuttosto che vera conversione.
Al contrario una minoranza stimola un processo di validazione che mira a comprendere la posizione assunta
dagli altri. Nel corso di questo processo può accadere che la maggioranza si converta interiormente alla
posizione della minoranza, anche se a volte le pressioni normative faranno sì che tale conversione non si
manifesti anche esteriormente.
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75. La produttività di gruppo
La presenza degli altri favorisce o limita la prestazione?
In situazioni competitive le prestazioni sono superiori.
Triplett analizza i resoconti della lega ciclistica americana. Sulla base di questi osserva che la velocità dei
ciclisti cambia a seconda che
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