Capitolo 5 - Le forze centripete e centrifughe nel gruppo: dall'uniformità alla divergenza
Le forze centripete: coesione e conformità sono le forze che permettono di mantenere unito il gruppo nel tempo e per rendere la sua visione del mondo più uniforme.
- Coesione: La coesione può essere definita come il risultato di quel processo per cui un insieme di individui diventa un gruppo e si mantiene come tale, resistendo alle forze che possono portare alla separazione.
Hogg individua tre fasi della storia del concetto di coesione nella psicologia sociale.
- Prima fase: la definizione di coesione è unidimensionale perché viene riconosciuta come attrazione interpersonale fra i membri. In questo caso la coesione viene considerata il campo di forza che agisce sui membri per rimanere nel gruppo ed è formata da due elementi: l'attrattività del gruppo e il grado con cui un gruppo assicura il raggiungimento di due obiettivi.
- La prima fase può essere definita come critica del riduzionismo unidimensionale perché viene messa in discussione e considerata riduttiva la coesione basata solo sull'attrazione interpersonale.
- La seconda fase viene definita riconcettualizzazione della coesione di gruppo in cui il concetto è multidimensionale. In questo caso ci si occupa di fenomeni che riguardano processi unitari di gruppo e tematiche della psicologia sociale in cui non si parla direttamente di coesione; come le rappresentazioni sociali cioè saperi, conoscenze condivisi e costruiti dai membri che gli permettono di semplificare la complessità della realtà. Come la teoria dell'identità sociale di Tajfel e la categorizzazione del sé di Turner.
- La teoria dell'identità sociale parte dall'idea che i comportamenti sociali si distribuiscono in un
continuum che ha ai suoi estremi da un lato il comportamento interpersonale, in cui l'incontro fra più persone è determinato dalle relazioni personali e dalle caratteristiche individuali di ciascuno e dall'altro lato il comportamento intergruppi, in cui sono importanti le categorie o gruppi di appartenenza dei soggetti piuttosto che le loro caratteristiche personali.
La teoria della categorizzazione del sé significa ordinare cognitivamente il mondo sociale, categorizzare gli altri e noi stessi in gruppi o categorie e in questo processo la nostra autocategorizzazione porta ad una depersonalizzazione.
La conformità: è l'adesione ad un'opinione o ad un comportamento prevalente anche quando questi sono in contrasto con il proprio modo di pensare; cioè aderire ad una posizione espressa dal gruppo che non corrisponde al nostro personale modo di vedere e di cui abbiamo il dubbio o la certezza che la decisione presa non fosse corretta.forze centrifughe: devianza, conflitto e scisma sono le forze che tendono a portare instabilità nel gruppo, che possono portare a dei rischi per la sua sopravvivenza.
1. devianza: il deviante è colui che nel gruppo ha posizioni diverse della maggioranza e che non coincidono con le posizioni maggioritarie. Il deviante è percepito come una minaccia per la coesione e uniformità del gruppo. Si deve distinguere dal tipo di gruppo e il tipo di devianza espressa dall'individuo. Per quanto riguarda il gruppo, avere un'elevata coesione interna porta ad un rigetto del deviante, infatti qui la coesione viene usata come difesa contro le minacce di devianza, quindi in questi gruppi i dissensi non sono temuti ma sono incoraggiati perché è visto una minaccia avere troppa uniformità. Qui la voce dissidente viene vista come un contributo e non come un pericolo per la coesione del gruppo. Un altro elemento è la fase diallo sviluppo di posizioni divergenti all'interno del gruppo. Nei gruppi chiusi, dove l'identità del gruppo è fortemente difesa e non si tollerano deviazioni, le posizioni divergenti possono essere respinte o addirittura punite. Al contrario, nei gruppi aperti, dove l'attrazione reciproca degli individui è fondamentale e si perseguono ideali comuni, le posizioni divergenti possono essere considerate come una fonte di arricchimento e di crescita per il gruppo.
In conclusione, il modo in cui vengono trattate le posizioni divergenti all'interno di un gruppo dipende dallo stadio di sviluppo del gruppo stesso, dalla sua coesione e identità, nonché dalla distinzione tra gruppi chiusi e aperti.all'identità difensiva e l'identità offensiva. L'identità difensiva (gruppi chiusi) difende l'uniformità, esalta le similitudini interne e si oppone a qualunque deviazione. L'identità offensiva (gruppi aperti) tollera il dissenso interno e lo vede come un'espressione di libertà e di partecipazione sociale.
Le tipologie di risposte negative del gruppo al fenomeno della dissidenza interna sono:
1. Il rifiuto esplicito e totale, qui quello che afferma il dissidente non corrisponde a verità, non ha alcuna attendibilità, a questa strategia si collega un processo di attribuzione di caratteristiche negative al deviante; questa strategia può accompagnarsi all'espulsione materiale o simbolica del deviante dal gruppo.
2. Il rifiuto parziale, anche se è vero quello che afferma il deviante e meglio non parlarne per ragioni di credibilità del gruppo. Qui la maggioranza può essereconsapevole che quello che afferma il deviante non è totalmente senza senso, infatti si chiede che se ne parli pubblicamente e con questa strategia il deviante può essere tenuto nel gruppo, anche se si cerca di farlo tacere.
3. La disconferma cioè il silenzio, l'apparente indifferenza con cui viene accolta la posizione minoritaria. La disconferma è una strategia che nega la presenza del deviante, che annulla la sua esistenza, quindi viene ignorato, con questa strategia i gruppi non hanno neppure bisogno di espellere materialmente il membro deviante dal gruppo, sarà probabilmente il deviante stesso a scegliere di andarsene.
4. La ridicolizzazione è una strategia che mostra i devianti come patetici, su cui è possibile scherzare, fare battute e ridere.
5. La naturalizzazione è una forma di resistenza alla devianza che si presenta in un meccanismo per cui i gruppi piccoli e grandi si immunizzano contro i devianti rovinando la loro.credibilità attribuendo l'origine dei loro comportamenti ed opinioni a caratteristiche personali naturali. Inoltre la voce deviante può a un certo punto essere accolta e non rifiutata, per esempio quando ci sono molti fatti che confermano la veridicità delle sue posizioni, quando c'è l'appoggio di persone autorevoli, l'appoggio di forze esterne al gruppo; quindi l'accettazione della dissidenza può avvenire mettendo in atto processi di conversione che può avvenire in tempi ritardati, cioè in tempi successivi a quando si è stati esposti; può avvenire solo privatamente quando il soggetto non mostra pubblicamente il suo cambiamento ma lo ha interiorizzato; si può manifestare in modo trasposto, cioè riflettere su altri argomenti collegati a quello che la minoranza ha espresso. Quali sono le minoranze? 1. infrequenza su di una popolazione (gruppo di immigrati nel paese ospitante) 2. una differenza dipotere o status nel gruppo.
Una bassa rappresentanza numerica (una donna in un gruppo di uomini).
Atteggiamenti e opinioni insolite.
Il conflitto all'interno dei gruppi:
i conflitti intragruppo possono avere conseguenze negative e, dall'altro lato, possono avere conseguenze positive come l'aumento di creatività nelle soluzioni dei problemi e la possibilità di ricomporre interessi competitivi.
Le ragioni per cui può iniziare un conflitto intragruppo sono:
1. Distribuzione non uguale delle opportunità e dell'equalità fra i membri.
2. Concezioni divergenti su questioni importanti in quel momento.
3. Possibilità che le graduatorie dei membri siano sconvolte e trasformate.
Il conflitto può essere una minaccia sia per il raggiungimento degli obiettivi, sia per la coesione e l'armonia del gruppo. Tuttavia, se si continua a evitare i conflitti, questo può portare ad un collasso del gruppo in cui i membri si ritirano e abbandonano il potere o lo status nel gruppo. Una bassa rappresentanza numerica (una donna in un gruppo di uomini). Atteggiamenti e opinioni insolite.gruppo. I meccanismi che i gruppi usano per affrontare i conflitti sono:
1. L'evitamento del conflitto è un intervento preventivo che permette di impedire la comparsa del conflitto oppure a bloccarlo prima che diventi importante per il gruppo.
2. La riduzione del conflitto: permette di ridurre o eliminare un conflitto già acceso e diventato importante per il gruppo. E si attiva quando la situazione è già conflittuale e il gruppo deve cercare di superarla per continuare a perseguire gli obiettivi e per ripristinare l'armonia interna.
3. La creazione del conflitto qui si produce intenzionalmente il conflitto in sua assenza oppure aggravare conflitti già esistenti.
Alcuni autori pensano che il compromesso, quindi l'evitamento del conflitto, non serve sempre ad arrivare a decisioni di alta qualità ma per raggiungere il consenso è necessario il confronto delle diverse posizioni attraverso la discussione e il conflitto. Quindi sipensa che la controversia sia una possibilità di apprendimento in cui i partecipanti hanno degli scambi di opinioni che producono all'inizio conflitto cognitivo, e poi curiosità. Il conflitto socio cognitivo viene usato quando ci sono persone che hanno prospettive diverse riguardo lo stesso problema e devono arrivare ad una soluzione comune, questo conflitto permette di avere scambi intellettuali che portano a dei cambiamenti nel modo di affrontare il problema, quindi la soluzione alla quale si arriva è il risultato della costruzione di nuove conoscenze che tiene conto della prospettiva cognitiva dell'altro e permette di riflettere sui problemi in modo nuovo. Ci sono due tipi di conflitto:
1. Il conflitto distruttivo è un allargamento ed escalation della conflittualità in cui il conflitto diventa indipendente dalle cause che l'hanno generata, quindi è possibile che continui anche quando queste cause sono state dimenticate o rimosse.
2. Ilconflitto costruttivo è un processo di ristrutturazione cognitiva, significa impegnarsi a considerare quello che unisce agli altri, impegnarsi a cooperazione e a ricostruirsi. I processi scismatici: Lo scisma è il processo di divisione di un gruppo in sottogruppi ed è la secessione finale di almeno uno dei